sabato 22 marzo 2025

Son tornati i tempi di *Oro alla patria*...?!

 



Che gli eurocrati, "antifascisti" compresi, avessero sotto sotto una natura nazi-fascista lo si era capito dal golpe della Maidan quando tutti (da noi con il PD in testa di varie lunghezze) appoggiarono squadristi e uomini politici fanatici dichiarati della svastica, di Hitler, di Goebbels, del Mein Kampf e, per completezza, antisemiti. Uno dei loro slogan più popolari era "Contro l'oppressione giudaico-moscovita". 

EXCURSUS: 

Nonostante la loro situazione disperata secondo me gli ucro-nazisti stanno godendo a vedere sulla graticola l'ebreo russofono Zelensky che hanno usato come burattino. E il burattino lo sa e sa che se solo dà mostra di cedere di un centimetro i suoi pupari lo getteranno nel fuoco scaricando su di lui tutte le colpe. 

Prima o poi qualcuno scriverà l'interessante dramma di un ebreo russofono che per smania di potere e di soldi - e per paura - si mette al servizio di neonazisti antisemiti e russofobi incastrandosi in una situazione senza uscita. Ci vorrebbe un nuovo Brecht. 

Dopo aver appoggiato il golpe ideato dagli Usa, gli eurocrati hanno via via rispolverato tutto l'armamentario russofobo mussoliniano, da "Russi semiatici" a "Russi non civilizzati".  Ora hanno compiuto un nuovo passo avanti: *siamo arrivati all'Oro alla Patria*: ReArm Europe coi suoi piani di "finanziamento popolare" non è altro che questo. 

Comunque non allarmatevi. Non avremo più la sanità pubblica ma non sarà poi così grave perché la Russia non ha proprio nessuna intenzione di attaccarci. Se non saremo noi ad  attaccarla cercherà di dimenticarsi totalmente che esistiamo (cosa che ci procurerà enormi problemi). Se invece l'attaccheremo cesseremo di esistere. È tutto molto semplice. 


Possiamo spendere anche 8.000 miliardi in armi invece di 800 ma non ci sarà niente che potremo fare. Provate a immaginarvi che armi avrà la Russia tra 5 anni. Il gap non si chiuderà ma aumenterà. A ogni giro di riarmo europeo seguiranno due giri di riarmo russo, come ai vecchi tempi. Solo che ai vecchi tempi l'Europa era preoccupata dall'escalation e voleva buoni rapporti con l'Urss. E gli accordi di disarmo tra Usa e Urss le fecero tirare un sospiro di sollievo. 

Ora l'Europa si allarma perché Usa e Russia vogliono fare la pace. È un controsenso? È un impazzimento? No. È la crisi sistemica. La stessa che ha fatto salire  al potere in tutta Europa il peggior personale politico dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. 

La Danimarca si sta ponendo questo dilemma: per la difesa aerea compro i Samp/T italo-francesi o i Patriot americani? Tutti capiscono che da questa scelta dipenderanno gli equilibri internazionali. L'Europa è come un recinto di cani di piccola taglia petulanti, ringhiosi, che più sono piccoli più sono aggressivi (pensate ai nanerottoli baltici, a Kaja Kallas che ci vorrebbe già in guerra con la Russia), più sono piccoli e più cercano di mordere a tradimento. 


Certo, anche gli Usa ringhiano e cercano di mordere. Ma avete fatto caso a quanto sono grandi? Per parlare di queste cose bisogna sempre avere una carta geografica stampata nella testa. 

Noi avremmo dovuto fare l'arbitro e invece siamo saliti sul ring a combattere assieme a  uno dei due pesi massimi. Col risultato che questo adesso ci sta menando mentre noi, incattiviti e rinstupiditi dalle botte, cerchiamo ancora di picchiare l'altro, che sta semplicemente guardando la scena. Una situazione che gli storici troveranno bizzarra e stravagante, difficile da descrivere razionalmente ma che dice tutto della caratura degli eurocrati: gli storici dovranno essere affiancati da psicanalisti. 

Ad ogni modo la Danimarca faccia come crede: i Samp/T in Ucraina hanno fatto pena, ma i Patriot ancora di più, per non parlare dei tanto decantati sistemi israeliani che hanno fatto cilecca coi missili iraniani, figurarsi con gli ipersonici russi. Parola dell'esperto militare russo-statunitense Andrei Martyanov che a tal proposito ha commentato sghignazzando la seguente notizia del Times di Londra: «La minaccia di un attacco missilistico russo sulla Gran Bretagna è al suo culmine dalla Guerra Fredda». 


Il pericolo secondo il Times deriva dalle navi da guerra e dai sottomarini russi al largo della Norvegia.  "Al largo della Norvegia? Ma dove vivono questi?" si chiede Martyanov, che è stato ufficiale della marina sovietica proprio con competenza sui missili. "La Russia può colpire gli UK da qualsiasi parte del globo". 

Ma tant'è. 

*Gli eurocrati dicono che vogliono essere pronti ad affrontare la Russia nel 2030, cioè tra 5 anni*. Peccato che l'anno scorso gli esperti della Nato avevano detto  che ci metteremo 20 anni a produrre missili ipersonici da crociera, che a differenza di quelli balistici devono essere manovrabili (il grosso problema è guidarli a quella velocità e quelli russi riescono a fare manovre pazzesche).

Gli UK preoccupati perché i loro sommergibili sono vecchi e malandati sono stati rassicurati da Starmer che il programma Trident (sommergibili-missili) è ancora temuto dalla Russia. Le parole di Starmer sono state corroborate dal contrammiraglio in pensione Christopher John Parry, che ha aggiunto che  un singolo sottomarino della classe Vanguard  può incenerire 40 città russe (mi sembra uno di quei culturisti che interpretavano Ercole nei film mitologici degli anni Cinquanta).

Certo. Prima però, ci avverte Martyanov, i missili Trident con le loro testate multiple indipendenti (MIRV) "dovrebbero sopravvivere al lancio": si dà il caso che l'unica esercitazione  negli ultimi 8 anni ha fatto un fiasco clamoroso. Poi dovrebbero non essere intercettati dagli A-235 Nudol, dagli S500 o dagli  S550 russi. Cosa estremamente difficile. Infine gli UK si dimenticano che non hanno il pieno controllo dei Trident costruiti negli Usa.

Ma piu che altro Londra dovrebbe pensare che i Russi possono incenerire 40 città britanniche anche senza armi nucleari.




Così ancora Andrei Martyanov:  «I russi, a differenza degli inglesi, non combattono i civili e la dottrina nucleare russa è affinata principalmente per la controforza, non per il controvalore [distruggere più installazioni militari possibili, non più persone possibili]. Ma se proprio Londra insiste, 160 testate multiple indipendenti ipersoniche manovrabili lanciate da un singolo sommergibile Borei (la Russia ne ha 9 più altri sistemi di "delivery" [cioè di lancio di missili]) possono moltiplicare il Regno Unito nel suo insieme (usando il gergo russo) per 0».

Non so come andrà a finire il ReArm Europe. Ursula intanto ha già ribattezzato il programma in un altro modo perché il nome faceva un po' ribrezzo. Deve aver ascoltato il suggerimento di Giorgia quando le diceva che il nome non andava bene perché gli Italiani preferivano la parola "sanità" ad "armi". 

L'idea di convogliare nell'industria bellica i risparmi privati europei a me sta nauseando, ma sta allarmando anche economisti e industriali. Certo anche loro hanno delle belle pretese: viviamo nel capitalismo e nessuno vuole investire dove non si fa profitto.


L'oro alla patria non è certo un investimento, ma se continuiamo ad autoisolarci dal resto del mondo mostrando muscoli pompati dagli steroidi hai voglia trovare gli investimenti "produttivi" (si chiamano così se producono profitti, non se producono qualcosa di utile).

Mi sembra un giro vizioso. *Col programma "Oro alla Patria" il gatto Mario e la volpe Ursula  vogliono che noi ci mangiamo la coda nella città di Acchiappacitrulli che assomiglia sempre di più a Sodoma e Gomorra*. E poi le loro cheerleader hanno anche il coraggio di fare gazzarra perché la Meloni parla di Ventotene. Ma stiano zitte: loro venerano  Maastricht, mica Ventotene.

Piero Pagliani



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