martedì 31 luglio 2018

Cingoli: "Se la ricostruzione serve alla distruzione (del verde)"


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Non sono molti i centri storici della provincia di Macerata che possono godere della vicinanza di un parco. Normalmente distesi sui crinali delle colline, i vari nuclei antichi hanno visto il proliferare quasi mai pianificato della città moderna, con espansioni che raramente hanno lasciato terreni liberi da destinare a parchi pubblici. Cingoli con il Parco della Portella è uno di questi rari casi.

Senza trascurare gli importanti effetti dei servizi ecosistemici che esso svolge (superfici permeabili e drenanti, lotta al CO2, etc, etc…) il Parco della Portella gioca un ruolo fondamentale, seppur trascurato, dal punto di vista urbanistico  svolgendo la propria funzione in termini di socialità, di offerta di relax e di identità rivolta a tutti i cittadini di Cingoli.
L’incipit di questa storia è la decisione dell’ufficio speciale della ricostruzione, l’USR, di ricostruire una nuova sede per l’istituto alberghiero e per il liceo sociopedagogico e linguistico, danneggiati dal terremoto, chiedendo al comune di Cingoli di individuare un’area in cui realizzarli.
Una buona notizia, almeno in apparenza, perché, con un ritardo di quasi un secolo, si sta decidendo quanto, evidentemente per fortuna, non era stato realizzato sinora: il riempimento di quell’ultimo vuoto disponibile subito fuori dalle mura, proprio il Parco della Portella, per insediarvi le nuove scuole.
La pianificazione vigente viene completamente scavalcata, con la trasformazione automatica di un’area destinata a verde pubblico in area per attrezzature scolastiche: ma le previsioni del PRG, aggiornato anche in tempi recenti, e quelle del PPAR son state fatte per scherzo? E gli edifici occupati finora dalle due scuole e che si stanno lasciando, che fine faranno? Possibile che si realizzerà una trasformazione così importante senza che gli enti che dovrebbero governarla non riescano a parlarsi senza trovare un minimo di coordinamento?
Leggendo i vari documenti (lettere della provincia, verbali di sedute del consiglio comunale, …) sembrerebbe stia succedendo proprio questo, con l’USR, che in perfetta solitudine decide, finanziandola, la realizzazione della nuova sede scolastica, e, dall’altra parte, un’amministrazione comunale che, anche giustamente, è attenta principalmente a non perdere l’importante finanziamento per le due nuove scuole. In mezzo ci sono gli uffici della provincia che si barcamenano cercando una mediazione fra i due, con l’USR che raramente comunica e, quando parla, lo fa tramite ordinanze contraddittorie o poco comprensibili, ed il comune che, portando avanti le richieste provenienti dai cittadini, ha bisogno di un’interlocuzione più seria e continua di quella attuabile tramite un semplice scambio di missive.
Il rischio purtroppo fondato è che si arrivi ad una nuova immagine del centro storico di Cingoli dove, al posto della consolidata presenza verde del parco si realizzi un casermone prefabbricato (magari anche in legno, oggi tanto di moda) che, sicuramente, non cadrà sulla testa dei nostri ragazzi ma che, vista proprio quell’emergenza posta alla base di questo processo e che sta giustificando anche le operazioni più discutibili in questa ricostruzione che ancora stenta a partire, difficilmente riuscirà a creare impatti accettabili con il contesto in cui si colloca.
Il territorio di Cingoli, nonostante le profonde ferite infertegli da decenni di indiscriminate attività estrattive, mantiene ancora oggi una sua bellezza da condividere e conservare per le future generazioni. Riteniamo sia giusto dedicargli quell’attenzione che sinora non gli è stata prestata iniziando a mettere al centro della sua gestione una strategia ambientale degna di questo nome. Pianificare la realizzazione delle nuove scuole senza la distruzione del parco della Portella ci sembra il primo passo opportuno di questa nuova strategia che l’amministrazione comunale in primis, ma anche la provincia, per il suo ruolo, dovrebbero mettere in campo. L’USR è inutile chiamarlo in causa: tanto non ci sente…

di Antonio Pagnanelli, presidente di  Italia Nostra Macerata.


Il terremoto ha provocato al nostro paesaggio danni incommensurabili. Cerchiamo di evitare quelli della burocrazia: ci rimarrebbero sulla coscienza.

lunedì 30 luglio 2018

Natale di Civitavecchia | Festa senza il fondatore, ma con il saccheggiatore


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Il 28 e il 29 luglio 2018 l’amministrazione, insieme ad alcune associazioni del territorio, hanno programmato per la cittadinanza una serie di eventi ed attività per celebrare la ricorrenza del Natale di Civitavecchia, anticipando l’usanza che si era soliti festeggiare il 15 di agosto. 

Una fondazione quella della nostra città che si deve alla volontà dell’Imperatore romano Traiano, che forte delle campagne condotte in Dacia (101 – 106 d.C.) ha voluto dotare la capitale dell’Impero, Roma, di un porto grande e sicuro, più di quanto non lo fosse quello di Ostia. Ad essere incaricato del compimento di tale importante e delicata missione è stato il più grande architetto di allora, Apollodoro di Damasco. I lavori ebbero inizio nel 107 d.C. con l’edificazione del porto e della città, dando a quest’ultima la ben conosciuta impronta romana, tracciandone il cardo e il decumano, oggi grosso modo Corso Marconi e Corso Centocelle. 

A fronte delle origini romane di Civitavecchia, grazie alle quali la città oggi si trova sulle mappe, il Comitato 14 Maggio segnala come non sia stato previsto alcun evento o attività volte ad evocare le radici della città rendere omaggio a chi l’ha fondata e resa grande. 

Al contrario, leggendo il cartellone degli eventi, notiamo come, mediante il “Palio Marinaro del Saraceno” ad essere ricordato è chi questa città l’ha saccheggiata e distrutta. Osserviamo una bizzarra analogia etno-masochista, già segnalata in passato, con la statua denominata “Bacio del Mare” o “Resa incondizionata” collocata fino a qualche anno fa nella centralissima marina, evocante chi Civitavecchia l’ha rasa al suolo per il 90% a suon di bombardamenti sui civili e sulle chiese, mentre la statua dell’Optimus Princeps, il fondatore, è stata relegata a svolgere il ruolo di spartitraffico in una rotonda nascosta nel porto. 

Riteniamo che non si possono avere cittadini responsabili che abbiamo la forza e la gravitas nel loro impegno verso lo Stato e, nel caso in esame verso la propria città, con un’evocazione della storia e degli eventi che nient’altro chiede se non di disimpegnarsi di fronte alle figure esemplari ed eroiche del proprio passato. 

Per questo il Comitato 14 Maggio, nel quadro degli eventi celebrativi della fondazione di Civitavecchia ci tiene a ricordare, in controtendenza, la figura dell’Imperatore Traiano, esempio di Uomo e di Condottiero rispettoso dei Mos Maiorum e distintosi per il suo grande senso della Giustizia, tanto che lo stesso Dante lo riporta alla memoria nella Divina Commedia ponendolo in Paradiso, nel Cielo di Giove, e precisamente fra i sei spiriti giusti che formano l'occhio della mistica aquila.

Comitato 14 Maggio

Comitato 14 Maggio - Civitavecchia (RM)

sabato 28 luglio 2018

Roma. L'Atac non paga...


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A Roma, molte persone cosmopolite attendono alla fermata Tpl Bene-Lionello lo  scoccare delle ore 20. 

La fermata Tpl Bene-Lionello è quella che scarica e carica chi si reca alla “Porta di Roma” (unico punto di incontro per gli oltre 200mila residenti nel III Municipio); è priva di pensilina e di qualsiasi informazione; è  isolata (abitazioni lontane). 

Gli alberelli stradali di agrumi tentano di proteggere dall’acquazzone le persone in attesa. 

I bus in direzione centro non si vedono. 

L’acquazzone insiste; ma, anche i bus insistono a non passare. 

Potrebbe essere la manna per i tassinari (stazione a circa 50 metri): nisba.

Alle 20,38 ecco il bus-zattera di salvataggio (bus della linea 80): i naufraghi – cosmopoliti − racconteranno questa loro avventura romana, capitale del 7ttimo Stato al mondo. 

Il gestore del Tpl romano continua a calpestare anche il diritto alla informazione di chi usa quel suo (dis)servizio: aveva la informazione meteo e, come tutte le altre informazioni, non l’ha trasmessa ai suoi viaggiatori.

Dichiara il Presidente dell’Atac, Paolo Simioni, che “Oggi Atac è un’azienda che paga regolarmente gli stipendi a oltre 11.000 dipendenti, versa i contributi, paga i fornitori a trenta giorni, effettua importanti investimenti in autofinanziamento. . . .  La società ha migliorato sensibilmente tutti gli indicatori finanziari e economici.”

Nella sua lunghissima dichiarazione, il presidente Simioni ha ignorato il continuo peggioramento del trattamento che riserva ai viaggiatori Atac. 


Vito De Russis 

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n.q. presidente ADP - Associazione diritti dei pedoni 



https://www.comune.roma.it/web/it/home.page 

venerdì 27 luglio 2018

“Bitcoin Jesus” – Nel 2019 verrà fondata la prima chiesa digitale che utilizzerà il meccanismo della blockchain


Il Bitcoin non sta soltanto rivoluzionando il mondo delle valute e della tecnologia, ma sta diventando un culto, una religione o qualcosa del genere.
Basti pensare a certi hodler e a quanta emotività impiegano nel difendere le proprie opinioni, a volte più da fanatici che da semplici investitori.
E se qualcuno, dall’esterno, osserva il fenomeno, non sbaglia poi tanto a ritenere che il mondo crypto assomiglia un po’ ad una religione.
“Bitcoin Jesus”: le criptovalute e la religione.
Per dirne una, Amber Baldet, ex capo del progetto blockchain di JP Morgan Quorum e attuale CEO della cripto startup Clovyr, ritiene che nelle criptovalute c’è un qualcosa che stimola il fervore mistico.
”Ci vuole una certa dose di irrazionalità per credere che il mondo potrebbe essere drammaticamente diverso, e una certa dose di dogmatismo per rimanere fedeli a quella convinzione mentre tutti gli altri dicono che probabilmente fallirai”, dice Baldet. “Quindi, non sorprende che le comunità blockchain e cripto appaiano settarie”.
E’ un tipico misticismo, legato alla percezione che si è partecipi di qualcosa di unico e irripetibile.
La percezione di far parte di un gruppo di persone esclusivo scatena delle reazioni emotivi forti nei confronti di chi è al di fuori del sistema. In un certo senso può essere comparato al fanatismo di chi crede di sapere le cose che gli altri non sanno.
Pensiamo, ad esempio, a un certo culto della personalità che circonda i grandi developer di blockchain.
Lo stesso creatore di bitcoin, Satoshi Nakamoto, è scomparso dalla faccia della terra. Cos’altro avrebbe potuto fare per aggiungere altro misticismo alla sua creatura, re Bitcoin.
Non molto diversa è l’atmosfera che circonda Vitalik Buterin disegnato spesso con un’aureola sopra la testa.
O Roger Ver, il promotore di Bitcoin Cash, che parla di se stesso come “Bitcoin Jesus”.
Anche le frasi utilizzate dalla crypto nazione e i tatuaggi, spesso connessi ad altri segni religiosi, sono il segno di una fede nel movimento.
La tecnologia blockchain come anche l’intelligenza artificiale aggregano gruppi di visionari, sviluppatori, investitori ed “evangelizzatori” i quali, a loro volta, inventano parole e concetti che descrivono un nuovo sistema di credenze.
I token hodler si passano le notizie e cercano di far entrare più persone possibili nel loro mondo ristretto, acclamando un token piuttosto che un altro.
“L’estraneità delle idee e dei valori che generano può essere alienante e addirittura allarmante per coloro che non sono direttamente coinvolti. Nel caso delle blockchain, le iniezioni di capitale, speculazione e volatilità alimentano un’eccitazione inebriante. Il credo ha un ruolo importante da svolgere perché la reputazione e i mercati giocano un ruolo importante negli investimenti in corso nelle culture blockchain” ha detto a Wired Ruth Catlow, co-fondatrice della galleria Furtherfield.
Una chiesa della madonna dei debitori su blockchain
Nel 2019 l’imprenditore Vento Rosso (pseudonimo di uno dei migliori intellettuali della sinistra Italiana) e l’artista hypnos insieme all’avvocato Luigi Fratini lanceranno una chiesa su blockchain. Chiesa sdebita è il progetto di un protocollo di consenso sulla blockchain di Ethereum.
Acquisendo una partecipazione in chiesa esdebita i membri della chiesa possono votare su ciò che rappresenta meglio la loro identità religiosa e contribuire a saldare i debiti delle persone meno abbienti.
Un obiettivo pratico è aiutare a gestire le donazioni in modo più democratico, raggiungere accordi e identificare meglio i leader onesti.
La Forbice – ufficiostampalaforbice@gmail.com

mercoledì 25 luglio 2018

Roma. Il Monte sacro come luogo fondativo di una società organica

Il Monte Sacro di Roma -  Luogo dell’alchimia divina tra Popolo ed Aristocrazia

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“Il Cavallo di Troia” contro l’Europa è stata la sua iper-razionalità – , ovvero il suo “iper-apollinismo” Ad un certo punto della storia, Roma  incomincia a comportarsi in maniera Anti-Romana, la razionalità non è più un elemento di disputa e di guerra realizzata a parole e con il quale si conquista la razionalità di Apollo, diventa pian piano una razionalità che si degrada ad una sorta di Museo, cioè interiorizza gli impulsi della razionalità apollinea SENZA POTERLI RIVIVERE, RIPIEGANDO LA MEMORIA SU SE STESSA, è per questo che Nietzsche – un vero pensatore europeo – quando analizza la “tragedia greca” parte da Dioniso – Dio dell’oriente, dell’ebrezza e dei banchetti – e non parte da Apollo, Nietzsche fa questa operazione proprio per RIDIMENSIONARE LA FUNZIONE DI APOLLO e per poter distruggere L’IPER-APOLLINISMO – che ha poi generato il cristianesimo, la modernità il nichilismo la distruzione dell’Europa

In Grecia questa decadenza inizio probabilmente dalla crisi di Sparta, i Greci cominciavano ad avere paura dell’Epica e della Guerra e incominciarono a fraintendere la razionalità e i suoi impulsi, creando il socratismo e la maiuetica socratica, - la nascita della “Filosofia” –ora ha ragion4e Casalino ad affermare che la filosofia è uno strumento “moderno” della Grecia per Ritornare alla sapienza arcaica ed antica, ma dall’altra parte sarà anche l’arma a doppio taglio che distruggerà la dimensione Epica e mitologica della disputa – verbale, fisica, bellica, spirituale ecc – per realizzare una sorta di ripiegamento della razionalità su se stessa.

A Roma questa crisi giunge con la fine spirito aristocratico e guerriero, dopo la morte di Tiberio comincia a scatenarsi un pandemonio incredibile a Roma, la fine dello spirito aristocratico e della stirpe Giulio-Claudea si realizza dopo la morte di Tiberio, ed è dopo questa morte che si scatenano i costumi degli imperatori “orientalizzanti” come Calligola, che francamente della stirpe Giulio-Claudea portava solo il titolo e per nulla lo Spirito aristocratico e indoeuropeo, gli imperatori dall’indole asiatico-orientale come Calligola che aspirano ad una sorta di autocrazia imperiale che vuole scavalcare il Senato, le assemblee popolari, i comizi ecc si tratta di un dionisismo che NON E’ quello di “Europeo” che vediamo in Nietzsche ma è un dionisismo “anti-europeo” e dissolutore dell’Europa.

Questa crisi della polis Romana esce e rientra come un fiume carsico – dunque la stabilità di comincia a non essere più così ferma come un tempo – a questa crisi la Romanità risponde con l’epicureismo e con lo stoicismo, che sono delle grandi filosofie degne e rispettabili, ma che creano quel ripiegamento della razionalità su se stessa, quel ripiegamento della razionalità su se stessa iper apollinismo – quell’iper-apollinismo che ha portato a pensare che fosse possibile un “dialogo inter soggettivo” tra pagani e cristiani, quando invece – come ben sappiamo – in origine della disputa NON vi è un’intersoggettività fra le persone << Io parlo con te e tu parli con me, e così facendo discutiamo sulle nostre idee”  all’origine della disputa NON VI E’ la razionalità di Apollo, MA VI E’ LA GUERRA E L’EPICA per CONQUISTARE la razionalità di Apollo!, la potenza Apollinea non è ciò che “già esiste nella ragione”, è semmai una conquista che si afferma nella battaglia, che è realizza l’alchimia divina e magica tra trascendenza e immanenza.

Ebbene, cosa avrebbero dovuto fare i Romani contro i cristiani per mantenere il loro paganesimo indoeuropeo? I Romani avrebbero dovuto comportarsi in modo Epico e Guerriero – svuotare tutti ogni Tempio Sacro di Roma e desacralizzarlo – a cominciare dal Tempio del Pontefice Romano, così non avremmo avuto neanche il Papa cattolico – infatti togliendo ogni potenza sacra agli edifici del culto non sarebbe rimasto niente per il “vampirismo energetico” dello spirito semitico, per lo spirito ebraico-cristiano.

Inoltre i Romani per poter distruggere l’avanzata del cristianesimo avrebbero dovuto fare come nella Secessione dell’Aventino e del Monte Sacro, spostarsi ed insediarsi come una nuova legione nell’Aventino e al Monte Sacro, e dire alle istituzioni di quell’epoca storica. "Noi da qui non ci muoviamo finché non ripristinate il culto dei nostri dèi e dei nostri padri" e riguardo alla figura del Cristo occorreva aggiungere  "Noi potremmo anche accettare la figura di Gesù nel nostro Pantheon, ma nessuno si azzardi a fondare una religione in cui Cristo viene adorato come “Unico Dio”, perché ciò è irrispettoso per noi come Romani, cittadini della città eterna".

Ma non vi fu niente di tutto questo, perché? Perché i Romani erano ormai degradati dalla codardia del loro iper-apollinismo, che ha creato il cristianesimo, il razionalismo, la modernità, il capitalismo, il comunismo, perfino il fascismo ed il nazionalsocialismo – che aspiravo ad essere Indoeuropei – erano infettati da questo iper-apollinismo, quel che occorre fare oggi è rinnovare la nostra fedeltà all’Aventino come unione tra Patrizi e Plebei – unione che però si è avuta solo grazie allo contro Epico e Guerriero – il discorso di Agrippa, quello in cui Agrippa evidenzia che Roma sia una società organica che ha Necessità sia dei patrizi che dei plebei, ma questa alchimia divina tra patrizi e plebei – e della potenza della società organica si ha solo grazie allo scontro tra Patrizi e Plebei, in questo senso bisogna vedere il giuramento al Monte Sacro di Giorgio Romano Vitali ed Orazio Fergnani di “Accademia della Libertà”, un Ritorno all’Epica Romana e al nobile spirito guerriero di Roma, che fu da custode della Pax Romana fra Patrizi e Plebei e per la realizzazione per la società organica.

 Maurizio Rubicone

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Roma. Giuramento al Monte Sacro: Orazio Fergnani e Giorgio Vitali

lunedì 23 luglio 2018

Crowdfunding benefico per produrre crocchette per umani indigenti ed acqua potabile a basso costo


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Vorrei lanciare un crowdfunding in rete per promuovere un progetto imprenditoriale a favore dei pensionati al minimo, degli anziani indigenti e di tutte le famiglie che vivono in località dove l’acqua potabile è imbevibile, per produrre e commercializzare un’acqua oligominerale low cost. 
Circa cinque anni fa ebbi  l’idea di produrre delle crocchette per alimentazione umana destinate soprattutto a garantire la sopravvivenza degli anziani indigenti, in particolare a causa della riforma Fornero, che prevedetti avrebbe causato molte difficoltà finanziarie a milioni di persone ultracinquatacinquenni negli anni successivi, come infatti avvenne e sta avvenendo.
Solo che all’epoca non mi venne in mente di ricorrere al crowdfunding in rete e così l’idea venne archiviata come provocazione sarcastica, mentre invece sia dal punto di vista imprenditoriale che umano e sociale aveva la sua bella motivazione e ragione di esistere ed essere implementata. 
Se pensate che attualmente sono in commercio crocchette per cani di ottima qualità per pochi euro al kg, si potrebbe fare altrettanto per l’alimentazione umana, fornendo in tal modo il minimo vitale alla popolazione stremata che non può permettersi il lusso di due o addirittura tre pasti quotidiani nelle modalità tradizionali. 
Altroché dieta mediterranea! I circa 5 milioni di poveri assoluti in Italia come si alimentano ogni giorno? Fanno tutti la coda alle mense della Caritas? O ingeriscono qualsiasi schifezza più o meno commestibile che riescono a reperire?
Con le crocchette per alimentazione umana anche le varie Caritas ed associazioni di solidarietà sociale potranno garantire il minimo vitale ai loro assistiti a bassissimo prezzo….
Claudio Martinotti Doria – claudio@gc-colibri.com
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sabato 21 luglio 2018

Corruptissima republica plurimae leges

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“Oggi parleremo di corruzione nel settore pubblico, mettetevelo ben in testa: non c’è corruzione senza legge.” Ovviamente, per noi studenti, per di più in una facoltà di diritto e scienze economiche, un’affermazione di questo genere suonava quasi come un’eresia. Ma il nostro visiting professor svolse molto bene il suo lavoro docente e poco a poco ci fece capire che molte idee che portiamo in giro nelle nostre menti, non sono il risultato di osservazioni, ragionamenti e riflessioni razionali bensì meri preconcetti che ci siamo lasciati mettere in testa durante i nostri anni di scuola obbligatoria.

Perché “non c’è corruzione senza legge”? Vi sono almeno 3 condizioni necessarie perché si instauri la corruzione:

1) Potere decisionale discrezionale: Le leggi in vigore devono dare a determinati funzionari pubblici il potere di applicare le disposizioni con una certa – anche se, ovviamente, non totale – discrezionalità; i funzionari in questione naturalmente cercheranno di nascondere questa discrezionalità per mezzo di procedimenti complicati e lunghi che coinvolgano più di un funzionario per dare così l’impressione che tutto viene eseguito correttamente;

2) Rendite economiche: A seconda delle decisioni prese da questi funzionari si creano vantaggi o svantaggi per i cittadini sottoposti a queste pratiche; alcuni cittadini perderanno la pazienza e cercheranno di “ungere” le vie burocratiche per “influenzare” le decisioni a loro favore; ma l’iniziativa può venire sia da parte dei cittadini (corruzione) che da parte dei funzionari pubblici (estorsione);

3) Istituzioni deboli: Più i regolamenti – molte volte elaborati con la collaborazione degli stessi funzionari pubblici – prevedono vie burocratiche complesse che coinvolgono più funzionari, più diventa difficile controllare le azioni del singolo funzionario e più sarà forte l’incentivo di “sfruttare” questa sua posizione.

Si osserva, perciò, che i benefici percepiti da atti di corruzione dipendono in modo importante dal numero di persone nella stessa organizzazione o nella società che agiscono abitualmente in modo corrotto:

1) Più è diffusa la corruzione e più diventa difficile eseguire dei controlli per scoprire atti di corruzione;

2) Individui corrotti cercano sempre di interagire con altri individui corrotti per spartirsi i proventi e ridurre le probabilità di essere scoperti;

3) Più vantaggi si ottengono per mezzo di atti di corruzione che invece non si otterrebbero con una sana imprenditorialità, e più si diffonde la corruzione; ossia, più la concorrenza si sposta dall’ambito del mercato all’ambito della burocrazia pubblica e più si rinforzano i meccanismi e gli incentivi che promuovono la corruzione.

Ovviamente, all’epoca di quella lezione memorabile, non c’erano dati statistici che avrebbero permesso di mettere a prova empirica le spiegazioni esposte, c’erano soltanto argomenti teorici, aneddoti su casi di corruzione ed alcune sentenze giudiziarie. Ma nel frattempo le cose sono cominciate a cambiare. Per lo meno dall’inizio del millennio, l’organizzazione “Transparency International” pubblica ogni anno il conosciuto “Corruption Perception Index (CPI)”, l’Indice di Percezione della Corruzione. In verità sarebbe meglio chiamarlo “Indice di percezione della trasparenza” (il contrario della corruzione), poiché questo indice ordina le nazioni del mondo in una scala da 0 (massima corruzione, nessuna trasparenza) a 100 (nessuna corruzione, massima trasparenza).

Orbene, con animo di presentare una piccola investigazione sul tema di questa nota, partiamo dalla nostra mini-ricerca in internet (già contenuta nella prima nota pubblicata in questo blog “Manteniamo la democrazia diretta di stampo elvetico!”) sul numero di leggi in vigore: Svizzera 300 leggi (solo Confederazione), Gran Bretagna 3’000 leggi, Germania 5’500 leggi, Francia 7’000 leggi, Italia 150’000 – 200’000 leggi. In seguito, per ciascuna delle 5 nazioni calcoliamo il valore medio del CPI degli ultimi 5 anni. Infine, mettiamo in relazione i due indicatori nel Grafico sottostante (l’asse orizzontale corrispondente al numero di leggi è in scala logaritmica).


Che cosa osserviamo? Una conferma sorprendente di ciò che ci insegnava il nostro visiting professor ben 42 anni fa! Più sono le leggi in vigore in una nazione e meno trasparente e più corrotta è quella nazione. Allora aveva ragione il nostro docente quando affermava: “mettetevelo ben in testa: non c’è corruzione senza legge.”

Ma perché si arriva a questa “inflazione di leggi”? Si possono elencare diversi argomenti:

1) Dal punto di vista del “reddito politico”, sembrerebbe che un partito “guadagni” di più, proponendo una nuova legge che non proponendo la riforma, la revisione oppure l’eliminazione di una legge obsoleta.

2) Molte volte i procedimenti legali-amministrativi per risolvere determinati problemi sono troppo complicati e perciò troppo lunghi, cosa che crea disagi. E dato che è molto difficile mettersi contro la burocrazia esistente e riformare, ossia semplificare, i procedimenti esistenti, si opta di percorrere la strada più semplice e di varare una nuova legge che crea un nuovo ufficio pubblico al quale viene affidato il compito specifico di trattare quel problema.

Come si può dedurre facilmente dagli argomenti elencati, l’inflazione legislativa si deve principalmente a leggi troppo complicate e procedimenti troppo lunghi, che creano burocrazie pubbliche troppo grandi e pesanti che inaspriscono i problemi dei cittadini invece di risolverli. Di fronte a questo stato di cose il settore politico risponde con l’approvazione di nuove leggi più specifiche, che creano nuovi uffici pubblici che dovrebbero risolvere i problemi che la burocrazia preesistente non risolveva in modo soddisfacente. Purtroppo, com’è facile prevedere, a questo modo si entra poco a poco in quel circolo vizioso che si può descrivere come
più leggi à più burocrazia à più lentezza à più corruzione à più leggi à ecc.

Considerando che molte nuove leggi creano nuovi uffici pubblici con i problemi elencati e troppo ben conosciuti, si capisce molto bene perché Milton Friedman è arrivato ad affermare che “The government solution to a problem is usually as bad as the problem – Molte volte, la soluzione governativa di un problema è cattiva quanto il problema stesso.” Ma non c’è bisogno di essere un economista liberale per rendersi conto di questa problematica. In uno dei suoi “suggerimenti per il successo”, Martin Betschart (psicologo, oratore e coach nel campo dello sviluppo personale) dice: “Viele Menschen glauben immer noch, wir leben in einer Demokratie, doch leider stimmt das immer weniger. Wir leben immer mehr in einer Diktatur der Verwaltung… – Molte persone continuano a credere che viviamo in una democrazia, ma purtroppo questo vale sempre meno. Viviamo sempre di più in una dittatura della burocrazia pubblica.”

Gli argomenti esposti costituiscono infine una chiara e pesante avvertenza contro quella strisciante e subdola adesione all’Unione Europea, portata avanti dietro la schiena del popolo sovrano svizzero da alcuni Consiglieri federali, aiutati dai loro burocrati non eletti ed in continua crescita numerica.

Concludiamo con una frase di Publio Cornelio Tacito, molto significativa ed espressa quasi 2000 anni fa; evidentemente, Tacito vedeva chiaro e lontano quando disse: Corruptissima republica plurimae leges – In uno Stato totalmente corrotto si fanno moltissime leggi.

Historicus Ticino Live

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