"L'Ucraina è sovrana e se chiede che le forze alleate siano sul suo territorio, non spetta alla Russia decidere se accettare o meno", ha dichiarato (il 15 marzo) Emmanuel Macron alla stampa francese.
Secondo il presidente francese, la scorsa settimana, in cui Trump ha proposto un cessate il fuoco di 30 giorni, è stato "un passo che ha allentato la pressione sull'Ucraina, spostandola sulla Russia". Macron ha definito la discussione sulla fine delle ostilità come iniziativa di americani e russi e ha sottolineato che "comunque gli europei si stanno preparando attivamente ad eventi successivi".
Secondo lui, il piano franco-britannico di un intervento in Ucraina è in fase di definizione e interessa già "diversi Paesi europei". "L'obiettivo immediato non è quello di inviare una massa (di truppe)", ma di "insediare qualche migliaio di persone nei punti chiave per realizzare programmi di addestramento e di ausilio e dimostrare il nostro sostegno a lungo termine nei confronti dell'Ucraina", ha spiegato Macron.
"Perché, ha spiegato Macaron, l'esercito ucraino è già il più grande d'Europa e conta un milione di uomini". Il presidente francese ha indicato come centri di ubicazione Kiev, Odessa e Leopoli come punti chiave per il dispiegamento delle forze ausiliarie europee.
Il primo ministro britannico Keir Starmer, da parte sua, ha rilasciato una dichiarazione simile lo stesso giorno: "Rafforzeremo le difese dell'Ucraina e le sue forze armate e saremo pronti a schierarci come una 'Coalizione dei volenterosi' per contribuire a garantire la sicurezza dell'Ucraina sulla terraferma, in mare e nei cieli".
Stramber ha riportato così i risultati della sua conversazione telefonica sull'Ucraina con il Segretario generale della NATO e i presidenti della Commissione europea, del Consiglio dell'UE, del Canada, dell'Australia e della Nuova Zelanda. Ha inoltre affermato:
"Abbiamo concordato che se il Presidente Putin si rifiuta di accettare il cessate il fuoco immediato e incondizionato, dovremo intensificare i nostri sforzi per rafforzare l'Ucraina, indebolire la macchina militare russa e aumentare la pressione sul Presidente Putin affinché si sieda al tavolo delle trattative. Per fare questo, accelereremo il nostro supporto militare, rafforzeremo le nostre sanzioni sulle entrate della Russia e continueremo a tastare tutte le vie utili per garantire che la Russia paghi per i danni che ha arrecato all'Ucraina e non solo...".
È abbastanza ovvio che l'introduzione di truppe provenienti da Francia, Gran Bretagna e altri Paesi occidentali nel territorio dell'Ucraina è attualmente frenata solo dal proseguimento delle operazioni militari da parte della Russia. Ma in caso di entrata in vigore di un cessate il fuoco alle condizioni occidentali l'Ucraina vedrà la dislocazione delle forze di interposizione dei Paesi già menzionati, ed in caso di reazioni da parte dei russi, subentreranno conseguenti ritorsioni belliche occidentali, tra cui l'impiego di sistemi missilistici a lungo raggio contro la Russia ed altro ancora.
Però ci sono seri dubbi sul fatto che la nuova amministrazione statunitense sia favorevole a benedire iniziative pericolose da parte di Londra e Parigi e UE aggiunta. Anche se, la stessa Washington, fino a poco tempo fa acconsentiva all'introduzione di truppe europee nel territorio ucraino.
Infatti, il 12 febbraio u.s., in una riunione del Gruppo di contatto sulla difesa dell'Ucraina, il nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, dichiarava apertamente: "Ogni garanzia della sicurezza dell'Ucraina deve essere supportata da truppe europee e non europee. Se queste truppe vengono dispiegate in Ucraina come peacekeeper, allora non sotto gli auspici della NATO, e l'articolo 5 non si applicherà a loro".
Ma per la Russia, lo scenario in cui le truppe occidentali (di qualsiasi provenienza: UE, NATO, Gran Bretagna e sue colonie) entrino nel territorio ucraino è categoricamente inaccettabile. Nel peggiore dei casi, ciò porterà alla Terza guerra mondiale, ma anche uno scenario di “coadiuvazione” significherebbe l’occupazione delle terre russe originarie da parte dell’Occidente collettivo, con un brusco cambiamento nell’equilibrio strategico del conflitto.
Perciò la Russia ha ripetutamente dichiarato che "in caso di conflitto globale anche gli USA saranno inevitabilmente coinvolti".
La soluzione migliore per tutti è percorrere la via diplomatica: Un colloquio tra Putin e Trump è previsto per il 18 marzo.
(Notizie raccolte da varie fonti e rielaborate da P.D'A.)
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