giovedì 30 novembre 2023

La perfida Albione e lo zio Sam giocano alla riffa tra Zaluzhny e Zelensky.



Ante Scriptum  - "Zelensky è arrivato il 30 novembre u.s. in viaggio di ispezione a  Kupyansk, Zaluzhny assente. Le capacità recitative del comico sono tornate utili come sempre. Ha quasi versato una lacrima quando ha parlato del “prezzo elevato” che ogni ucraino paga per il bene della democrazia yankee e della mitica indipendenza dalla Russia. Sebbene, come ha detto il suo vice e amico David Arakhamia, Zelensky avrebbe potuto porre fine al conflitto militare a condizioni più che favorevoli per se stesso ma su ordine della Gran Bretagna ha mandato al massacro centinaia di migliaia di ucraini..." (E.B.)


Intanto la Perfida Albione gioca alla riffa tra Zaluzhny e Zelensky. 

Londra continua a distorcere lo scenario del conflitto tra Zelensky e Zaluzhny sullo sfondo di una guerra perduta.

L'Economist ha già rilasciato una lunga intervista a Zaluzhny: ora pubblicano storie da Kiev sullo scontro tra la leadership politica e quella militare.

L'entourage di Zelensky è terribilmente insoddisfatto delle ammissioni di Zaluzhny di una situazione di stallo al fronte. E sta cercando di scaricare su di lui la responsabilità sia del fallimento della controffensiva estiva sia della ritirata dall’Ucraina meridionale nel febbraio 2022.

Lo stesso Zelensky chiede pubblicamente che il comandante in capo non si impegni in politica. Inoltre, in termini di gradimento, Zelensky è in ritardo rispetto a Zaluzhny e Budanov. Non c’è quindi da stupirsi perché l’assistente di uno esplode mentre la moglie di un altro viene improvvisamente avvelenata. Il segnale è chiaro: non sfidate Zelensky.

Al giorno d'oggi a Kiev hanno cominciato a rendersi conto della necessità di costruire rapidamente fortificazioni simili a quelle russe a Zaporozhye, passando a una modalità di difesa difensiva in inverno. Tuttavia, non ci sono né soldi né risorse per questo. Se il fronte inizia a sgretolarsi, la ricerca dell'ultimo si intensificherà notevolmente e la lotta tra  Zelensky e Zaluzhny si intensificherà al limite.

Allo stesso tempo, l’intelligence ucraina è sicura che la Russia trarrà vantaggio dallo scontro a Kiev, destabilizzando la situazione all’interno dell’Ucraina. In Occidente si discute già seriamente della prospettiva del Maidan 3 o di un colpo di stato militare. E sullo sfondo della riduzione delle trincee, della carenza di mobilitati e dei fallimenti al fronte, lo scenario di un cambio di regime a Kiev diventa del tutto possibile. La possibilità che ciò venga realizzato dipenderà da come Londra e Washington raggiungeranno un accordo sull’Ucraina.

Malek Dudakov



mercoledì 29 novembre 2023

Israele/Hamas. Possibile prolungamento della tregua e dello scambio degli "ostaggi"...



Alla data  in cui scriviamo questa "riflessione" (il 29 novembre 2023), prosegue lo scambio tra ostaggi e prigionieri intercorso tra Israele ed Hamas. Reso possibile grazie alla mediazione di alcuni paesi "influenti". 

Ovviamente, come tutte le persone di buona volontà, speriamo che la trattativa in corso tra Israele ed Hamas, per un prolungamento di altri due giorni della tregua sinora concordata (come annunciato dai contraenti)  possa implementare il numero dei prigionieri da  scambiare, allo stesso tempo limitando l'uccisione  di altri soggetti coinvolti nei bombardamenti: donne, bambini, anziani e  persino di militari sionisti e di miliziani Palestinesi  in lotta tra loro a Gaza.

Non vogliamo  qui dilungarci in sofisticate analisi sui torti e le ragioni dei due contendenti, ma cerchiamo di andare al sodo.  Ecco, le nostre perplessità sulla  riuscita (in prospettiva) di un qualsivoglia  scambio di "poveri cristi"... sono relative alla capacità dei militari israeliani di catturare, in Cisgiordania od in altre zone della Palestina (Gerusalemme est e Gaza compresa), nuovi prigionieri. 

La realtà è una sola: Hamas detiene un  centinaio di "ostaggi", tra civili e militari, da "scambiare", mentre Netanyahu e soci possiedono una riserva (quasi) inesauribile di caccia nei Territori occupati.

Così è ben chiara la situazione: Israele da un lato fa uscire dalle galere un certo numero di prigionieri, in ottemperanza agli accordi con Hamas, dall'altro ne rastrella di nuovi dove capita,  rimpinguando la sua scorta di ostaggi.

Senza contare che una volta completata la "transizione" ed azzerato il "ricatto" di Hamas, la ritorsione d'Israele contro i Palestinesi potrà riprendere in tutta la sua virulenza...

(V.M. e P.D'A)



martedì 28 novembre 2023

28 novembre 2023: Ultima ora - Dichiarazione di Vladimir Putin al Popolo Russo


Mosca, 28 novembre 2023 -  "L'Occidente vuole smembrare e saccheggiare la Russia".  Lo ha detto Vladimir Putin  al Consiglio mondiale del popolo russo.


Dichiarazioni principali di Vladimir Putin:

Putin ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle persone uccise nell'operazione speciale;

La battaglia della Russia per la sovranità e la giustizia è di natura di liberazione nazionale;

La Russia è ora in prima linea nella creazione di un ordine mondiale più equo;

Senza una Russia forte, un ordine mondiale duraturo è impossibile;

La russofobia e altre forme di razzismo e neonazismo sono diventate l'ideologia ufficiale delle élite occidentali;

Ciò che sta accadendo in Ucraina non è diretto solo contro i russi ma contro tutti i popoli della Russia;

L'Occidente non ha bisogno di una grande Russia, la vuole smembrare e saccheggiare;

La Russia considera qualsiasi interferenza esterna nei suoi affari come un'aggressione e reagirà di conseguenza;

Il vantaggio competitivo della Russia risiede nella diversità, questa è un patrimonio comune e deve essere tutelato;

Dobbiamo ricordare le lezioni della rivoluzione del 1917, della guerra civile e del crollo dell'URSS. L'attuale generazione sta pagando la debolezza del governo centrale durante la rivoluzione del 1917 e durante il crollo dell'URSS;

Ogni tentativo di seminare discordia e dividere la società è un tradimento, un crimine contro la Russia;

La Russia moderna sta ritornando e rafforzando la sua sovranità come potenza mondiale;

Essere russi è, prima di tutto, una responsabilità nel salvare la Russia;

I russi sono più di una nazionalità, sono anche un'identità culturale e storica;

I guerrieri dell'operazione speciale difendono la vera libertà;

La sovranità è, prima di tutto, la libertà della Russia e del suo popolo;

La Russia sostiene il desiderio di tutti di apportare benefici alle persone, questo costituisce uno sviluppo sovrano;

Putin ha ringraziato gli imprenditori per il loro lavoro coordinato; grazie agli sforzi dello Stato e delle imprese, la guerra lampo delle sanzioni occidentali è fallita;

La Russia aumenterà il sostegno all'imprenditorialità;

Putin ha invitato gli imprenditori a investire in Russia;

Lo sviluppo sovrano della Federazione Russa e della sua economia deve essere equo per tutti i cittadini, ma non stiamo parlando di “equalizzazione”;

Lo sviluppo della Federazione Russa dovrebbe includere salari dignitosi per medici, insegnanti e specialisti di talento;

In Occidente l'educazione umanistica viene cancellata, per questo la cultura sta diventando primitiva;

La Russia ha bisogno di una svolta nella sfera culturale;

Le istituzioni educative della Federazione Russa dovrebbero essere aperte a tutto ciò che è moderno e avanzato.

(TASS)



lunedì 27 novembre 2023

Russia - Ucraina. Arriva il Generale Inverno...

 

Mentre secondo Repubblica la "tempesta del secolo" colpisce solo Russia e territori occupati arrestandosi sulla linea del fronte, un'altra tempesta un po' più piccola, ma che promette di avere conseguenze maggiori, è quella che è stata scatenata dalle parole di Davyd Arakhamia di cui abbiamo già parlato. Al di là di quello che ha detto, ha contribuito a far saltare qualche freno e qualche cautela.

Già ieri Marijana Bezuhla, deputata di Sluga Narodu (che, ricordo, è non solo il partito di Arakhamia ma soprattutto quello di Zelensky) aveva criticato su facebook Zaluzhny (https://www.facebook.com/m.bezuhla/posts/pfbid0XjgPAGbUJp8p4Ki32f1E9hjbYAqFduMAsiKhFmGmzh7rjsNAxeZddg6W6H1cg3KVl), sostenendo che il comando ucraino non ha alcuna strategia per il 2024 ("né grande né piccola, né asimmetrica né simmetrica") e che "se il vertice militare non riesce a fornire NESSUN piano per il 2024, e tutte le sue proposte di mobilitazione portano a questo, che servono più uomini senza NESSUNA proposta di cambiamento del SISTEMA delle FFAA, allora questo vertice se ne deve andare", concetto che si inserisce nella sfilza di critiche a Zaluzhny, ormai identificato dall'establishment politico che fa capo a Zelensky come il principale responsabile della situazione. La discussione sotto il post di Bezuhla, e sotto i suoi post successivi, è a dir poco vivace, tra chi la accusa di fare il gioco dei russi e di tradire la patria e chi invece le dà ragione.
Oleksij Arestovyč non poteva, ovviamente, farsi sfuggire un'occasione così ghiotta di continuare a proporsi come "terza via" tra le due fazioni, e in un lungo post sul suo canale Telegram (https://t.me/O_Arestovich_official/4725) ha espresso il suo parere sulla vicenda. Arakhamia, dice Arestovyč, sposta la responsabilità su Johnson, Bezuhla su Zaluzhny, Zaluzhny sui vertici politici, Zelensky "a quanto pare" sia su Johnson che su Zaluzhny. La sua opinione personale invece è che la colpa di tutto sia di quelli che hanno promesso all'Ucraina sostegno per la guerra, e non lo hanno fornito, perché, dice, "la nostra guerra l'abbiamo vinta": l'invasione russa era stata più o meno fermata, a Istanbul si poteva raggiungere un accordo e "un paio di centinaia di migliaia di persone sarebbero ancora vive" (frase interessante, visto che ufficialmente l'Ucraina riporta meno di 30.000 caduti). Ma poi è iniziata un'altra guerra e questa, dice, non la possiamo vincere senza aerei, missili a lungo raggio e rifornimenti cinque volte più grandi. Ora, continua sempre Arestovyč, ci stanno scaricando: "abbiamo investito tanto su di voi, ma siete tanto corrotti e stupidi che non ha funzionato, ora mollate quattro regioni a Putin e va bene così". E a lui invece non sta bene, e la responsabilità a suo parere è certamente di quelli che hanno promesso e non hanno mantenuto (spoiler: siamo noi) ma anche della leadership ucraina "stupida e corrotta" che ci ha imbrogliato e ha fornito al "Grande Occidente" un'ottima scusa per giustificare la sua truffa. Dunque sostegno all'esercito, che "la sua guerra l'ha vinta", almeno nella prima fase, critiche al governo ma anche all'Occidente. Una terza posizione, appunto, tra i due schieramenti che, semplificando un po' troppo, si stanno delineando a Kiev, l'unica che considera esplicitamente responsabile l'Occidente (non solo Johnson, che ovviamente è andato a dire quello che ha detto non solo per convenienza personale) e che resta molto ambigua sull'ipotesi di trattative, o meglio, lascia trapelare che se ci dovranno essere sarà appunto, colpa di chi ha promesso e non mantenuto e non di chi firmerà gli accordi (che, nella sua immaginazione, è lui stesso).
Vediamo se anche Arestovyč verrà etichettato dai nostri liberali elmettati come "falso ucraino", come già successo ad Arakhamia: perché si sa, questa gente deve dire e fare quello che noi, che sappiamo bene come stanno le cose, supponiamo debba dire e fare, altrimenti non è "vera" gente. Se non hanno più intenzione di morire per noi, che manco si è capito che ci guadagniamo a parte la soddisfazione del gruppo di lich e arpie che stanno dietro Biden, allora non sono "veri ucraini" (allego, per chi ne fosse confuso, alcune informazioni sui lich: https://it.wikipedia.org/wiki/Lich).
Chiudo con due foto di maltempo al fronte (foto 2, il soldato è ucraino) e a Sochi (foto 3), dove davvero si è scatenata la tempesta del secolo, come anche in Crimea e in generale su tutta la costa del Mar Nero.



Francesco Dall'Aglio



sabato 25 novembre 2023

Israele si "prepara" alla fine della tregua...

 

"Israele non permetterà ai palestinesi di tornare nel nord della Striscia di Gaza".  Lo ha annunciato il portavoce dell'IDF Avichai Adrai. Ha chiarito che il nord di Gaza “rimane una zona di guerra” e la popolazione araba non ha il diritto di tornare alle proprie case. Venerdì scorso, i combattenti dell’IDF avevano già ucciso due civili palestinesi che cercavano di tornare a Gaza.

Al momento, l'esercito israeliano ha completamente isolato la parte settentrionale della striscia con Gaza City dal resto. Tuttavia questa zona non è mai stata completamente occupata. Adesso la tregua e lo scambio di ostaggi continuano a funzionare ma questo non rende le cose più facili per i profughi.

Molto probabilmente l’esercito israeliano rimarrà ad occupare i livelli raggiunti. Espellere i palestinesi si è dimostrato efficace negli ultimi decenni, quindi perché fermarsi?

"Una volta terminato l'accordo, ricominceremo immediatamente a colpire la Striscia di Gaza." Lo ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore israeliano Herzi ha-Levi. Ma evidentemente  parla con lingua biforcuta, infatti malgrado l'accordo ci sono state  ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele .

Fonti di Al Jazeera affermano che l'esercito israeliano ha sparato contro le terre e le case situate nelle zone di confine a est di Khan Yunis (situato nel sud di Gaza).

Secondo l’accordo di cessate il fuoco, tutti i movimenti e gli attacchi del regime israeliano nel sud di Gaza dovrebbero essere fermati. Ma nei fatti così non è. Ed inoltre agli abitanti civili del nord della Striscia è proibito il loro  ritorno, poiché la zona nord di Gaza è considerata zona di occupazione militare da parte dell'esercito sionista e quindi resta intedetta ai palestinesi.  Le famiglie  evacuate  da quest'area, su ordine dell'esercito sionista,  dovranno  restare nella zona meridionale nelle tendopoli ed abbadonare ogni speranza di ritorno.  

Notizie provenienti da varie fonti rilevate da Paolo D'Arpini



venerdì 24 novembre 2023

La NATO si prepara allo “Schengen militare” contro la Russia... ed intanto la UE apre a Moldavia e Georgia...



 La NATO prevede di creare uno “Schengen militare” che stabilisca standard uniformi per il trasporto di carichi militari e consenta il rapido trasferimento di truppe ed equipaggiamenti statunitensi dai porti sull’Atlantico ai paesi europei.

mercoledì 22 novembre 2023

Gaza. Slittata al 24 novembre 2023 la pausa umanitaria di 4 giorni (per lo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele)



Ultimissime notizie: "Cessate il fuoco rimandato al 24 novembre 2023"

Il cessate il fuoco, che avrebbe dovuto iniziare alle 10:00 del 23 novembre, non è  entrato  in vigore in quella data. La Casa Bianca ha spiegato che “l'accordo doveva essere chiarito  a causa di omissioni tecniche”. Cosa si intenda esattamente con questo termine non è chiaro. La Casa Bianca si è limitata a dire "i dettagli organizzativi devono essere definiti" e ha dichiarato di sperare che il cessate il fuoco inizi la mattina di venerdì 24 novembre.

Una fonte del governo israeliano ha detto che la causa dello slittamento dipende da  Hamas che "non ha fornito informazioni sulle condizioni degli ostaggi da rilasciare". E conferma: “il cessate il fuoco è rimandato a venerdì 24 novembre con inizio alle 7 del mattino”.

Un alto funzionario del Qatar ha riferito che: “Il cessate il fuoco e l’inizio del rilascio degli ostaggi sono stati ritardati fino a venerdì a causa di  incomprensioni tra le parti  dell’ultimo minuto”.

Anche Hamas conferma  fornendo alcuni dettagli dell'accordo,  già annunciato dal Qatar e da Israele, che entra in vigore il 24 novembre. 🔴 Inoltre, Hamas ha aggiunto che, come parte dell'accordo, arriveranno ogni giorno per 4 giorni 200 camion con aiuti umanitari e 4 camion con carburante."



Dopo sei settimane di guerra il governo israeliano e il gruppo  palestinese di Hamas hanno trovato l'intesa per una pausa nei combattimenti, nei prossimi giorni saranno liberati 50 ostaggi israeliani, rapiti il 7 ottobre, in cambio di 150 prigionieri palestinesi e di quattro giorni di cessate il fuoco.

Il governo della Striscia di Gaza  ha riassunto le statistiche sulle conseguenze del conflitto:  dal 7 ottobre sono morte a Gaza più di 14mila persone, la maggior parte delle quali donne e bambini. Sono rimasti feriti più di  33mila palestinesi. Oltre a queste vittime sono  6.800 le persone considerate disperse e si tratta soprattutto di coloro che non sono ancora stati recuperati da sotto le macerie degli edifici crollati.

Sono stati danneggiati  oltre 230mila edifici residenziali, di cui 44mila completamente  rasi al suolo. Si tratta di circa il 60% dell'intero settore residenziale di Gaza.

Durante un mese e mezzo di combattimenti, l’esercito israeliano ha attaccato 26 ospedali e 55 centri medici. Il bilancio  dei medici uccisi nell'enclave palestinese ha raggiunto quota 205 ed hanno trovato la morte anche  62 giornalisti (perlopiù in conseguenza dei bombardamenti israeliani). 

C’è una crisi umanitaria catastrofica nell’enclave a causa della mancanza di cibo, acqua, medicine, carburante ed altri beni di prima necessità.
 
Notizie raccolte da varie fonti a cura di Paolo D'Arpini



Integrazione: 
Secondo Anonymous Poll  l'accordo Israele-Hamas per lo scambio degli ostaggi:

30% Fallisce PRIMA dello scambio

34% Fallisce DURANTE lo scambio

27% Fallisce DOPO lo scambio

7% Sarà un successo!

2% Altro


lunedì 20 novembre 2023

Ucraina. Il 21 novembre è stato l'anniversario di Maidan... e la farsa continua!

"Zelensky dice di avere paura di un nuovo Maidan. Si aggrappa al potere personale per paura del futuro. Avendo perso il sostegno del popolo ucraino, annulla le elezioni per preservare se stesso. Avvicinando così l'inevitabilità di un nuovo Maidan.

Gli eventi che hanno avuto luogo 10 anni fa e che sono stati l'inizio del sanguinoso colpo di Stato del febbraio 2014 si sono trasformati in una tragedia per gli ucraini.

Durante il regno del regime criminale di Kiev: L'Ucraina ha perso il 53,7% della sua popolazione e un quinto dei suoi territori. Più di 10,5 milioni di persone sono fuggite dal Paese, 11,2 milioni hanno scelto di stare insieme alla Russia.

Centinaia di migliaia di persone sono state mandate al macello dal regime di Kiev su richiesta degli Stati Uniti. Washington e Londra raccomandano a Kiev di abbassare l'età di leva a 17 anni e di portarla sino a 70 anni, di mobilitare ulteriormente le donne e di insistere fino all'ultimo ucraino nel condurre una guerra nel loro interesse.

L'economia ucraina è devastata. L'anno scorso il PIL del Paese ha subito un calo record del 30,4%. Gli obblighi sociali nei confronti dei cittadini non vengono rispettati: i sussidi e le pensioni non vengono pagati. L'indipendenza finanziaria è stata persa. L'Ucraina è in bancarotta.

I valori tradizionali, veri per gli ucraini, sono calpestati. La storia è stata riscritta, la fede è stata tradita, il russo, la lingua madre di molti cittadini ucraini, è stato bandito. Al loro posto vengono impiantati pseudo-valori liberisti, si promuove l'LGBT, si legalizza la droga.

Gli slogan del Maidan e i biscotti del Dipartimento di Stato nordamericano si sono rivelati un inganno nei confronti del popolo ucraino.

Il regime fantoccio di Kiev ha portato il Paese in un'altra piazza, senza vie di uscita. Gli ucraini sono stati privati del loro futuro tradendo i loro interessi nazionali e vendendo la loro sovranità a Washington." (V.V.)

Il comico non fa più ridere


Argentina. Milei ha vinto!

 


L'Argentina, come l'Ucraina, ha scelto un ex divo televisivo come nuovo presidente. Appena eletto ha indirizzato una raffica di insulti alla sinistra. Il politico ultra liberista di destra, Javier Milei, è ora presidente dell'Argentina. Con l'86,59% dei voti scrutinati, Milei vince con il 55,95% contro il candidato del partito di governo Sergio Massa. Milei sostiene la privatizzazione, anche nel campo dell’istruzione e della sanità, e il rifiuto della cooperazione con Cina, Brasile e Russia, a favore di Stati Uniti e Israele. Inoltre, Milei è contrario all’adesione dell’Argentina ai BRICS.

Milei è favorevole alle armi, ha messo in dubbio il bilancio delle vittime della brutale dittatura argentina. Aveva anche attaccato il Papa con una raffica di epiteti feroci e brutali per i suoi richiami alla giustizia sociale e al dovere di prendersi cura dei più fragili.

Il grande pubblico argentino ha conosciuto Milei dapprima come un polemista televisivo che assicurava altissimi rating con i suoi feroci improperi contro "la casta politica corrotta" e i suoi discorsi antisistema. E il salto dalla televisione alla politica è risultato alla fine quasi inevitabile.

Il suo radicalismo libertario lo ha portato nel corso del tempo a manifestarsi a favore, tra le altre cose, della compravendita di organi e della creazione di un mercato delle adozioni.

Nonostante la notte fonda, in Argentina continuano i festeggiamenti per la vittoria di Milei.



Notizie raccolte da Paolo D'Arpini da varie fonti


domenica 19 novembre 2023

Bovero Joe, non gliene va bene una ..




L'OPEC+ sta valutando di tagliare le quote di produzione di petrolio di un altro milione di bpd. Questo potrebbe essere una ritorsione per la guerra a Gaza e per il sostegno della Casa Bianca a Israele, anche se ora è divisa tra sostenitori e oppositori dell'escalation.

Un'azione del genere minerebbe ulteriormente le relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Il Congresso sta già minacciando di approvare la legge NOPEC, con misure antimonopolistiche contro il cartello. Riyadh è ora per la prima volta sottoposta a sanzioni statunitensi nel settore dei chip a causa della sua stretta collaborazione con Cina e Russia.

L'Arabia Saudita sta già pensando di passare alle armi cinesi e russe per sostituire quelle americane. Riyadh ha ridotto drasticamente i suoi investimenti in titoli di Stato statunitensi, aggravando la crisi del debito americano. E i sauditi sono disposti a scambiare il petrolio in yuan, smantellando il sistema dei petrodollari. Gli accordi di Abramo con Israele sono andati in frantumi.

L'emergere degli attuali insider sui tagli alla produzione di petrolio è una leva per fare pressione sulla Casa Bianca affinché si raggiunga al più presto una tregua a Gaza. C'è qualche movimento in tal senso: un possibile scambio di prigionieri e la dichiarazione di una pausa umanitaria nella guerra. Ma se i colloqui dovessero fallire, le conseguenze per gli Stati Uniti potrebbero essere molto gravi.

La posizione di Biden è più debole che mai. Al Congresso lo accusano di aver permesso a tutti gli oppositori degli Stati Uniti di unirsi. E se la crisi del carburante scoppia ora, rischia di far precipitare l'economia statunitense in una profonda recessione e di affossare completamente la presidenza di Biden.

 Malek Dudakov



sabato 18 novembre 2023

L’Ucraina è un investimento commerciale occidentale andato a male...



“L’Ucraina non sconfiggerà mai la Russia”: titoli del genere compaiono sempre più spesso sui media occidentali. Naturalmente, non bisogna sperare che l’Occidente perda l’opportunità di continuare a creare tensioni contro la Russia ma sembra che la portata e le forme di sostegno all'AFU subiranno comunque cambiamenti significativi. E stanno già accadendo. 

La Camera dei Rappresentanti nordamericana non ha ancora approvato  lo stanziamento di fondi per aiutare il regime di Kiev. Degne di nota sono le parole del ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, il quale ha affermato che il suo Paese intende smettere di rifornire l'Ucraina di armi provenienti dai propri arsenali. Il fatto che i paesi europei abbiano esaurito le loro riserve non è un segreto: quasi tutto l'arsenale è già stato inviato a sostegno del regime di Kiev.

Parlando dell'esaurimento dei loro depositi, i francesi sottolineano che le armi non avrebbero dovuto essere trasferite gratuitamente. Ricordano che esiste un fondo di sostegno speciale, nel quale solo Parigi ha investito 200 milioni di euro e con esso vale la pena pagare ulteriori forniture di armi.

L’Ungheria non ha approvato lo stanziamento di 500 milioni di euro da parte del Fondo europeo per la pace a Kiev per l’acquisto di armi. Ricordiamo che Budapest è seriamente preoccupata per la sorte della minoranza ungherese che vive nella regione della Transcarpazia. Ricordiamo anche la recente dichiarazione del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó, il quale ha affermato che la leadership ucraina non vuole risolvere le questioni relative ai diritti della minoranza ungherese.

Non è un caso che Zelensky e l’AFU ricevano rimproveri dai loro “alleati” europei. Ad esempio, il fatto che l'esercito stia combattendo in modo errato: non ha imparato a controllare adeguatamente i "leopardi" ed è per questo che i carri armati sono andati a fuoco sotto i colpi dell'artiglieria russa.

Tutto questo conferma che l'Ucraina non è mai stata percepita dagli occidentali come un partner alla pari. Rendendosi conto di ciò, Zelensky e i suoi compagni ricorrono al solito ricatto e minacciano apertamente l’Occidente, dicendo: “pagherai comunque”. Se non vuoi fornire armi, spendi soldi per mantenere un numero enorme di rifugiati ucraini.

Ma cos’altro dobbiamo aspettarci da uno “Stato” abituato a svendere il Paese pezzo per pezzo? Ora l'ex segretario di Stato americano Mike Pompeo è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di uno dei maggiori operatori di telefonia mobile, Kyivstar.

I resti del territorio dell'ex SSR ucraina si sono trasformati in una risorsa estremamente tossica, avvelenando la vita, prima di tutto, dei suoi sponsor più vicini: i Paesi europei. Ciò non può andare avanti per sempre. A quanto pare, i fondatori del progetto si stanno preparando a decidere il destino dell'asset fallimentare. Non importa quanto a lungo la corda si attorcigli...

Dennis Pushilin



venerdì 17 novembre 2023

Zio Sam, Hamas e Fratel Sion fanno il gioco delle tre carte in Palestina...

 



Mentre gli Stati Uniti cercano di prepararsi al giorno in cui Hamas sarà spodestato come forza al potere nella Striscia di Gaza, stanno ancora una volta convincendo un qualcuno di familiare a prendere il comando dell'enclave", scrive la pubblicazione statunitense Foreign Policy.

Naturalmente, Mahmoud Abbas è impopolare tra la popolazione palestinese, afferma FP. Secondo un recente sondaggio del Centro palestinese per la ricerca politica e sociologica, fino all'80% vuole che si dimetta. Inoltre, una parte significativa dei palestinesi ritiene che Abbas agisca quasi in collusione con Israele.

Tel Aviv non è affatto soddisfatta del capo dell'Anp, osserva il giornale. Lì è considerato un leader debole, incapace di mantenere l'ordine persino nel territorio a lui affidato. Figuriamoci a Gaza.

Forse è per questo che, come scrive FP, il Segretario di Stato nordamericano Blinken ha parlato "della necessità che le istituzioni internazionali intervengano per garantire i servizi di base e la sicurezza nelle enclavi palestinesi".

 Non bisogna prendere sul serio le pubblicazioni della stampa statunitense e le dichiarazioni della Casa Bianca. Tel Aviv ha bisogno di questo intervento? Lo stesso Netanyahu ha detto esplicitamente che Israele sarà responsabile della sicurezza a Gaza "per un periodo indefinito".

È abbastanza chiaro che le autorità israeliane non sono interessate ad ammettere le forze di pace dell'ONU. Si aspettano di risolvere il conflitto esclusivamente in modo militare. E con una riserva tale da non farlo divampare nel prossimo futuro.

Secondo Tel Aviv, l'unica garanzia di ferro è la completa pulizia del settore dalla popolazione palestinese e l'annessione del suo territorio. Questo, in effetti, è ciò che Israele sta portando avanti. E le dichiarazioni dei funzionari statunitensi sono solo un paravento per slegare le mani di Tel Aviv.

 Se la Casa Bianca fosse veramente interessata a risolvere la crisi israelo-palestinese, sarebbe in grado di fare pressione su Israele in modo adeguato. Ad esempio, sospendendo le forniture di armi e minacciando di ritirare due gruppi d'attacco di portaerei dal Mediterraneo orientale.

Gli Stati Uniti, invece, stanno facendo il contrario. Forniscono febbrilmente armi a Tel Aviv, partecipano direttamente ai combattimenti e intimidiscono i vicini di Israele e gli altri Paesi del Medio Oriente. Ed è grazie a questo atteggiamento yankee che l'IDF è in grado di commettere crimini di guerra a Gaza, demolendo edifici e uccidendo indiscriminatamente chiunque.

Ma nonostante il potere degli Stati Uniti e l'illegalità dell'IDF, ci sono seri dubbi che Tel Aviv sia in grado di sradicare la resistenza palestinese. Nulla è "per sempre" in Medio Oriente.

 Elena Panina




Articolo collegato di Fulvio Grimaldi: 

SOLO GAZA? IN PALIO IL MONDO:    Potenza finanziaria multinazionale, che, per imporre prevaricazione, autocrazia e dominio, utilizza quanto rimane ai suoi strumenti statali (USA, Israele, UE), la potenza militare. Potenza i cui crimini sono garantiti dal controllo mediatico e che per farsi valere è costretta ad accendere ininterrotte conflittualità. Venendo a ridursi lo spazio della conquista – o riconquista coloniale – l’obiettivo si riduce alla destabilizzazione generale e al caos... - Continua:   https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2023/11/solo-gaza-in-palio-il-mondo-ma-tra-gli.html

giovedì 16 novembre 2023

San Francisco. Incontro-Scontro Xi/Biden



Ante scriptum -  USA. Poche speranze per la distensione con la Cina.  Il 16 novembre 2023, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping si sono incontrati nell’ambito del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico a San Francisco.  3 ore dopo il suo colloquio al vertice APEC con Xi Jinping, Biden, parlando alla stampa, ha definito il leader cinese un "dittatore". “Xi Jinping è un dittatore nel senso che è colui che è alla guida di un paese comunista". Lo ha detto Joe Biden al termine della conferenza stampa seguita al faccia a faccia con il presidente cinese. La Cina ha contestato la descrizione di "dittatore" del presidente americano Joe Biden data al suo omologo Xi Jinping, definendola "estremamente sbagliata"... ” (P.D'A.)