martedì 31 gennaio 2023

La Rand Corporation ora sconsiglia una lunga guerra in Ucraina...



La strategia di logorare la Russia con una lunga guerra è fallita: "Non conviene agli Usa", scrive il think tank fondato dal Pentagono... La Rand Corporation sembra correggere la propria strategia che in passato invece puntava proprio su una sorta di "sanguinamento" della Russia per indebolirla sul lungo termine tramite l'Ucraina, concepita come una ferita da tenere aperta.

"Gli Stati Uniti hanno un forte interesse ad evitare una lunga guerra in Ucraina. Sebbene Washington non possa determinare da sola la durata della guerra, può adottare misure per rendere più probabile un’eventuale pace negoziata."

E' quanto sostiene una ricerca condotta dalla Rand Corporation, uno dei più influenti think tank Usa che aveva contribuito a elaborare un piano strategico a lungo termine per indebolire la Russia e costringerla a sbilanciarsi - tra le altre cose facendo ricorso alle sanzioni, sostenendo le proteste interne, boicottandola a livello internazionale e armando l’Ucraina - ma che ora nel suo ultimo studio si accorge che il gioco si è spinto troppo oltre e raccomanda di evitare l’escalation, distanziandosi dai falchi e avvicinandosi in qualche modo a quegli alti funzionari ed esperti che hanno fatto sentire la loro voce in tal senso. 

Gli autori del rapporto sostengono che, oltre a ridurre al minimo i rischi di una grave escalation, gli interessi degli Stati Uniti sarebbero meglio serviti evitando un conflitto prolungato. I costi e i rischi di una lunga guerra in Ucraina sono già significativi e superano i possibili benefici di una tale traiettoria per gli Stati Uniti. 
(Da varie fonti: Jure Eler, Alessandro Marescotti e Franco Boni)

Cosa è  la RAND

Fondata nel 1946 con il sostegno finanziario del Dipartimento della Difesa statunitense, attualmente impiega più di 1500 ricercatori presso le sedi di Santa MonicaWashington e Pittsburgh

Dal 1992 è attiva in Europa attraverso la controllata RAND Europe. Tra i suoi principali successi, la RAND Corporation annovera l'applicazione della teoria dei giochi per la decisione di differenti opzioni e metodologie per anticipare possibili sviluppi futuri attraverso scenari. (Fonte: Wikipedia)




Articoli collegati: 

https://www.affaritaliani.it/esteri/ucraina-tutto-scritto-nel-2019-da-rand-corporation-consulenti-usa-anti-russia-785693.html

http://www.conquistedellavoro.it/global/ucraina-evitare-una-lunga-guerra-conviene-agli-usa-lo-dice-la-rand-1.3070698 


Zelensky al Festival di Sanremo? Idea peregrina...

 

Fin dagli albori della televisione pubblica, il Festival di Sanremo si è accreditato come la più seguita manifestazione popolare italiana. Milioni di persone seguono lo spettacolo trasmesso in mondovisione dalla Rai.

Che piaccia o meno, il Festival rappresenta anche sul piano internazionale un aspetto dell’identità culturale del Bel Paese. L’Italia ha lanciato da Sanremo successi planetari che celebrano la vita, la felicità e l’amore.

Abbiamo appreso perciò con incredulità che, in una delle serate clou dell’evento, presumibilmente sabato 11 febbraio, interverrà Volodymyr Zelenskij, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass. Una guerra terribile, fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili, che ha portato il mondo sull’orlo di un olocausto nucleare per la prima volta dopo la crisi dei missili di Cuba. Una guerra che ha ragioni complesse, tra cui il fatto che la Nato sia andata ad “abbaiare ai confini della Russia” (utilizzando le parole di Papa Francesco), oltre alle conseguenze della brutale repressione del governo nazionalista di Zelenskij contro la popolazione russofona, soprattutto in Donbass.

Una guerra che come italiani abbiamo il dovere costituzionale di “ripudiare”, non soltanto di rifiutare, nel rispetto dell’ Art. 11 Costituzione, ma che invece continuiamo a finanziare, favorendone così in modo diretto e indiretto la letale escalation.

L’Italia non solo invia armi (ed aumenta il budget militare in una fase economica difficilissima per la maggioranza degli italiani), ma lascia che la NATO e gli Stati Uniti utilizzino a loro piacimento il suo territorio, in assenza di qualsiasi forma di controllo governativo, parlamentare e popolare. A causa di questa posizione acritica e supina, l’Italia ha rinunciato a svolgere l’importante ruolo di mediazione geopolitica che corrisponde alla sua vocazione storica, abdicando al contempo al proprio interesse nazionale e al proprio ruolo di fondatrice del processo di unificazione europea, come struttura per assicurare la pace fra le nazioni.

Proprio in queste settimane, mentre la propaganda infuria sui giornali controllati dagli interessi del blocco finanziario che si riconosce nella NATO, è in corso da parte nordamericana la sostituzione dei precedenti ordigni nucleari. Questi già da anni collocati sul suolo italiano (in violazione del Trattato sulla non proliferazione nucleare a suo tempo sottoscritto sia dagli USA che dall’Italia) saranno ora sostituiti con dispositivi di ultimissima generazione, dotati di intelligenza artificiale e piena manovrabilità a distanza.

Un’operazione pericolosissima anche nell’immediato, di cui il popolo italiano, che più volte si è espresso contro il rischio nucleare anche civile, è tenuto all’oscuro.

Zelensky vieta per legge i negoziati di pace

Riteniamo dunque tragicamente ridicolo e profondamente irrispettoso di un’ampia fetta dell’opinione pubblica che non si riconosce nelle politiche militari dei governi Draghi e Meloni il fatto che Zelenskji sia invitato a Sanremo. Il dramma oggi in corso nel suo Paese non è altro, infatti, che l’epilogo di un conflitto ben più lungo, quale quello del Donbass, che i maggiori Stati della NATO (quegli stessi cui oggi l’Italia è accodata!) hanno contribuito ampiamente a fomentare, limitandosi ad appoggiare militarmente l’Ucraina, nel corso degli anni.

Come intellettuali abbiamo il dovere di comprendere ciò che avviene dietro le quinte, e ci mettiamo perciò a disposizione per parlare al popolo italiano, che a tal fine invitiamo alla mobilitazione sabato 11 febbraio a Sanremo, per partecipare ad una grande assemblea popolare di piazza. L’Italia deve uscire subito dalla guerra interrompendo ogni aiuto diretto o indiretto a una delle parti in conflitto.

L’ Italia non può rassegnarsi a restare un deposito di ordigni nucleari micidiali sotto controllo americano, né luogo di laboratori e centri di ricerca bellici. È necessario liberare il nostro territorio da questa presenza.

Saremo a Sanremo l’11 febbraio 2023 per dire al mondo in modo motivato e razionale ma forte e chiaro: Il ripudio della guerra significa ripudio senza se e senza ma.

La sovranità può essere limitata solo per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni (Art. 11 Cost.).



lunedì 30 gennaio 2023

Germania malata... dove i Verdi diventano Neri


Annelise la nera

Parlando al Consiglio Europeo la Ministra degli Esteri tedesca, la “verde” Annelise Baerbock, ha annunciato con malcelata soddisfazione: “siamo in guerra con la Russia”. Perfino il Governo tedesco si è dovuto affrettare a smentire dichiarando che "forniamo armi all’Ucraina ma non ci consideriamo in guerra con la Russia..."

Il commento migliore sulle dichiarazioni della "focosa" ministra è stato fatto dal Primo Ministro della Croazia (si badi bene un paese alleato della NATO, e non filo-russo come la Serbia!), il quale, preso da qualche dubbio, ha dichiarato ironicamente. “a quelli che vogliono fare guerra alla Russia auguro un esito migliore di quello di 70 anni fa”, chiaro riferimento all’Operazione “Barbarossa” voluta da Hitler nel 1941 per distruggere l’Unione Sovietica, per poi ritrovarsi i Sovietici a Berlino 4 anni dopo, che alzavano la bandiera rossa sulla Porta di Brandeburgo. Il Ministro croato ha anche detto che è assurdo che un partito che si dichiara pacifista come i Verdi tedeschi spinga per la guerra.

In effetti secondo i sondaggi il partito “verde” tedesco è quello più guerrafondaio con il 75% dei suoi elettori favorevole all’invio di armi in Ucraina (mentre ad esempio gli elettori del partito di sinistra Linke sono in maggioranza contrari). Ricordiamo d’altra parte che in occasione della guerra alla Jugoslavia del 1999, con il bombardamento di Belgrado, il Ministro degli Esteri “verde” Joschka Fischer fu il politico che spinse maggiormente per la guerra (c’erano anche al suo fianco Clinton, D’Alema e Mattarella, allora Ministro della Difesa). Per fortuna gli attuali Verdi italiani hanno assunto un atteggiamento molto più dignitoso schierandosi contro i decreti governativi di invio delle armi senza addirittura alcuna autorizzazione o dibattito parlamentare.

L’atteggiamento aggressivo della Baerbock è condiviso da un’altra ossessa guerrafondaia , la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, che ora chiede sanzioni anche contro i paesi che aiuterebbero la Russia (come la Bielorussia e l’Iran). Per l’Iran ci hanno già pensato USA e Israele mandando i droni a bombardare (illegalmente) una fabbrica di munizioni. Purtroppo, a dimostrazione che talvolta le donne al potere non si comportano meglio degli uomini, ricordiamo che la Prima Ministra della Finlandia, la graziosa socialdemocratica poco più che trentenne Sanna Marin, chiede l’entrata del paese (oggi ancora formalmente neutrale) alla NATO e invia armi in Ucraina. Ciò dimostra anche la bancarotta dei molti partiti, ex “progressisti” e ambientalisti, postisi alla testa del partito della guerra, come il PD, il partito più guerrafondaio  dell’Italia.

Ma parlando di uomini, il Segretario della NATO Stoltenberg (nomen/omen: il nome “stolten”coincide con la realtà) va a Seul ad invitare i Sudcoreani a riarmarsi (ma che c’entra l’alleanza tra Europa Occidentale e Nord-America con Seul?). Contemporaneamente si rivolge con arroganza alla Cina invitandola a chiarire la sua posizione verso la NATO. I Cinesi rispondono per le rime dicendo che la NATO dichiara di essere un’alleanza difensiva, ma che intanto continua ad espandersi aggressivamente. Se la NATO vuole un dialogo abbandoni i toni, le azioni e gli atteggiamenti da Guerra Fredda. E questo chiarisce quale sia la posizione di molti paesi extra-europei verso la guerra ucraina.     

Vincenzo Brandi

domenica 29 gennaio 2023

Oh grande meraviglia... La Guerra!



Gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina prefigurano drammatiche conseguenze che sembrano portarci verso una guerra totale dagli esiti nefasti.

Gli Stati Uniti ed il governo di estrema destra di Kiev rappresentato dal guitto Zelenzky – sempre più impegnato nella sua parte di cavaliere senza paura (https://www.controluce.it/notizie/il-iv-cavaliere-e-la-paura-epitaffio-aperto/)- avevano premuto a lungo sulla Germania perché inviasse sui fronti di guerra i suoi carriarmati di ultima generazione, i Leopard, segnando così un deciso innalzamento del livello dello scontro bellico con probabili esiti gravissimi. 

Il governo tedesco aveva saggiamente e disperatamente resistito rendendosi conto che alzare il livello dello scontro avrebbe danneggiato innanzitutto la Germania e tutta l’Europa e creato le premesse per una guerra globale. Ma alla fine anche il governo tedesco ha ceduto autorizzando l’invio dei modernissimi veicoli bellici sia direttamente, sia attraverso altri paesi, come la Polonia, che ne possiedono già una scorta. Questa decisione ha aperto le porte alla decisione di molti altri paesi di inviare sui fronti di guerra carriarmati e altre armi. Il Canada invierà le sua dotazione di Leopard; gli Stati Uniti invieranno i modernissimi carriarmati Abrams, anche la Spagna e persino la Finlandia (che non fa parte della NATO) faranno la loro parte.


A questo affannarsi verso l’intervento diretto in guerra l’Italia è in prima linea. In parlamento una larga maggioranza ha rinnovato l’autorizzazione all’invio di armi fino alla fine del 2023 attraverso decreti, senza passare nemmeno per un dibattito parlamentare. Il PD si è prontamente e vergognosamente allineato alle posizioni della Meloni. 

Hanno votato contro o si sono sottratti alla votazione solo i 5 Stelle e Sinistra Italiana, oltre a qualche deputato dissenziente del PD come Paolo Cioni. Il risultato è che l’Italia invierà a breve i modernissimi sistemi antiaerei Samp/T, mentre i Russi, per bocca del portavoce Peskov, fanno sapere che considerano tutto questo come un coinvolgimento diretto nella guerra dei paesi dell’Europa Occidentale aderenti alla NATO.

Queste azioni di interventismo bellico sono basate su una serie di bugie continuamente fornite al pubblico italiano attraverso tutti i mass media di sistema (si distingue tra tutti il mellifluo Mentana dagli schermi del TG7). La prima è che la crisi sarebbe iniziata il 24 febbraio del 2022 quando i Russi dettero il via alla cosiddetta “operazione speciale”. In realtà la crisi è iniziata nel 2014 quando l’Ucraina, che era un paese neutrale e rispettato da tutti, fu coinvolta dal colpo di stato di Piazza Maidan organizzato dagli Stati Uniti e dall’estrema destra ultranazionalista e nazista ucraina, che intendeva portare il paese in ambito NATO e anti-russo. 

Le regioni del sud e dell’est abitate da Russi si ribellarono e furono attaccate dalle milizie di destra ucraine dando inizio ad una sanguinosa guerra civile. La guerra in Ucraina dura quindi dal 2014 e non certo dal 2022. All’inizio i Russi furono molto prudenti e cercarono un accordo che sembrava essere stato raggiunto con la mediazione della cancelliera Merkel a Minsk. Questi accordi, che prevedevano un’autonomia delle regioni dell’Est pur nell’ambito dello stato ucraino, non sono mai stati rispettati dal governo di Kiev.

L’altra bugia è che a Kiev ci sia un governo democratico insidiato dai Russi. In realtà il governo di Kiev, che ha posto fuori legge e perseguitato tutti i partiti di sinistra e di opposizione, è dominato da formazioni ultra-nazionaliste e naziste eredi delle bande del criminale Stefan Bandera


(https://it.wikipedia.org/wiki/Stepan_Bandera#:~:text=Bandera%20aderiva%20a%20un'ideologia,tedeschi%20per%20combattere%20i%20sovietici -  oggi considerato un eroe dal governo ucraino) che durante la Seconda Guerra Mondiale si schierarono dalla parte di Hitler e massacrarono centinaia di migliaia di Ebrei. Ora il fantoccio Zelensky è addirittura invitato al Festival di Sanremo per fare i suoi show. Non si sa se ridere o piangere. 

Ma nonostante tutta questa oscena propaganda di guerra alimentata di comune accordo da Meloni e PD, risulta dai sondaggi che il 55% degli Italiani è contraria all’invio di armi ed al coinvolgimento dell’Italia. Il nostro governo, con la complicità della finta opposizione, agisce quindi contro la volontà della maggioranza dei cittadini.        

Vincenzo Brandi


Il modello che piace a zelensky



sabato 28 gennaio 2023

La storia del blog "Altra Calcata... altro mondo" e quel che c'era scritto sul frontespizio



Non so perché, misteri telematici insindacabili, alla fine "Altra Calcata... altro mondo",  blog “alternativo” e neanche troppo “serio”,  è diventato il più seguito fra tutti quelli da me gestiti. Dalla sua apertura ad oggi (28.01.23) ci sono state  3.565.052     letture, ultimamente la media mensile è di  centomila visite... E chissà perché non è stato  bannato da FB come altri miei blog, che in fondo preferisco, come ad esempio: Il Giornaletto di Saul, Bioregionalismo Treia, La Rete delle Reti, Spirito Laico... ? Ma voglio comunque raccontarvi come nacque questo blog "fortunato"...




Nella tarda primavera del  2009, un anno prima  di lasciare Calcata, ma non sapendo quel che sarebbe avvenuto di lì a poco, decisi di aprire un nuovo blog che chiamai  "Altra Calcata...  altro mondo"  per fare da tandem a quello già esistente del Circolo Vegetariano Calcata. La ragione? Pensavo che alcune notizie "diverse"  dovessero essere inserite in un contenitore più idoneo, che non fosse quello più "specifico" del Circolo. Ma poi -pian piano- come sempre succede nelle mie cose, in entrambi i blog cucinai la solita frikassea. Un melange di cose serie e meno serie, di Calcata e di fuori Calcata. Riporto qui di seguito la presentazione che inizialmente  era stata pubblicata nel frontespizio di quel blog (poi andata persa per un mio errore):

 "Altra Calcata... altro mondo" - Questo blog nasce per l'esigenza di restituire identità al luogo ed a noi  stessi.

Negli anni passati avevo coniato il motto "Una, cento, mille Calcata.." per significare  come l'esperimento in corso nel vetusto borgo potesse essere esemplificativo di un nuovo  modo di rapportarsi con la natura e con se stessi. Non è certo Calcata, in quanto  comunità o località, che va riprodotta ma un modo di percepire la presenza umana nel  luogo. Una presenza inserita nel contesto della natura, nel consesso dei viventi, in condivisione olistica e  simbiotica.

Infatti - come disse Nisargadatta Maharaj - noi non possiamo essere altro che una parte  integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera  possiamo esserne separati.

Molto spesso però ho notato che l´uomo tende a dare maggiore importanza al contesto  sociale in cui egli vive. E´ nella società umana, con le sue esigenze e movimenti, che si  fa la storia e si sancisce la caratteristica di un posto, molto spesso dimenticando  l'appartenenza al tutto, ignorando l´inscindibile co-presenza della natura e degli animali. Per tentare di riscoprire le  nostre radici naturali, continuando a prendere ad esempio un certo modo di vivere il  luogo e nel luogo, ho pensato di affidare le mie riflessioni a questo blog. In esso si  parla di Calcata ma anche di tutto il mondo, ma potremmo dire che è un'altra Calcata ed un altro mondo.

Programmi, storie, descrizioni dell´ambiente (sia naturale che umano), poesie, riflessioni... è ciò che troverete in questo blog. Non sarà quindi un sito di servizi, per promuovere il turismo o la speculazione commerciale, ma un luogo di incontro e di fusione delle anime.

Paolo D'Arpini  

Paolo nella casarsa di Calcata





L'asteroide si avvicina...



Diciamo subito che Zelensky a Sanremo fa vomitare tutti noi e fa vomitare la stessa anima della nazione e che Chiara Ferragni sullo stesso palco costituisce, col burattino nefasto, una fenomenale sintesi dei valori euroccidentali per i quali vale la pena correre il rischio della deflagrazione planetaria finale...  

Rimosso l’ascesso, amici benevolenti e indulgenti, ma anche non amici e perfino malevolenti, alla vostra occhiuta e perspicace attenzione segnalo la puntata XIII di MONDOCANE E ECOMONDOCANE, su Byoblu in onda domenica 29 gennaio 2023 alle 21.00 e poi in replica lunedì alle 12.30, martedì alle 08.00 e, per sfinirvi, giovedì alle 14.30.

In oggetto gli squilibrati psicopatici delle classi dirigenti, politico-economico-mediatiche europee e occidentali di obbedienza anglosassone che stanno soffiando venti avvelenati nelle vele del battello su cui tutti viaggiamo, per farci precipitare nell’abisso in fondo al quale non c’è che un oceano di sangue e di morte.

Tutto questo in bruciante corto circuito con la simultanea celebrazione del Giorno della Memoria, dedicato a quanto è accaduto nei campi di concentramento hitleriani, con una tragica e demenziale coazione a ripetere...

Fulvio Grimaldi



P.S. No zelensky al Festival di Sanremo. Questa è la petizione firmata da illustri personaggi che contestano la spettacolarizzazione e militarizzazione del Festival di Sanremo. La musica non deve avere nulla a che fare con la propaganda bellica. Se la condividi clicca qui: https://www.byoblu.com/sanremo-libera/#firmapetizione




venerdì 27 gennaio 2023

Sun Tzu aveva (ed ha) ragione...

 


"La Tattica senza Strategia è il Rumore che precede la Sconfitta",    è una citazione del famoso generale, stratega, filosofo e scrittore cinese Sun Tzu, vissuto 2500 anni fa. Se è vero che la guerra è cambiata radicalmente negli ultimi millenni (ad esempio, l’arte operativa è stata aggiunta come livello intermedio tra tattica e strategia), la logica fondamentale di Sun Tzu è ancora valida. Per semplificare grossolanamente la questione, si potrebbe dire che la tattica è il mezzo per raggiungere un fine che deve essere definito, e la definizione di tale fine è la strategia. Anche in questo caso, si tratta di una semplificazione ridicola, ma per i nostri scopi è sufficiente.

Quanto detto è molto pertinente alla situazione in Ucraina. Ma prima un promemoria fondamentale: l’esercito ucraino è stato praticamente distrutto nel primo mese di guerra. Sia Andrei Martyanov che io ne abbiamo scritto molte volte, ma se volete sentirlo da un’altra fonte, vi consiglio quest’articolo [in italiano] di Big Serge su Substack (un buon sito web che raccomando a tutti). Oppure ascoltate i video di Macgregor. E ce ne sono molti altri in giro (Moon of Alabama è un altro buon sito).

Durante il primo mese di guerra, l’Occidente era così occupato a cercare di presentare l’incursione russa verso Gostmel come:

  • Una grande sconfitta russa
  • Un grande massacro di civili 

che i media occidentali si concentravano su queste assurdità, mentre ciò che si perdeva completamente in questa guerra di propaganda era la distruzione delle forze armate ucronaziste.

Gli ucraini, tuttavia, capirono cosa stava accadendo e accettarono di negoziare. Come tutti sappiamo, gli anglosionisti inviarono Bojo a Kiev per fermare quella che sembrava un’imminente fine della guerra.

In ogni caso, analizziamo gli obiettivi di ciascuna parte nella fase iniziale della guerra:

  • Gli ucraini erano pronti ad attaccare il Donbass con la speranza di ripetere ciò che la NATO aveva fatto alle “aree di protezione” serbe disarmate nelle Krajinas (Operazione Tempesta).
  • I russi hanno anticipato l’attacco, ma non attaccando direttamente le forze ucronaziste nel Donbass, bensì distruggendo sostanzialmente le forze armate ucronaziste in tutta l’Ucraina.

Secondo qualsiasi standard di buon senso, la guerra sarebbe dovuta finire a marzo. Perché? Perché, lo ripeto, l’intero esercito ucraino era sostanzialmente distrutto e disorganizzato. Allora i “geni” dell’Occidente hanno trovato una soluzione molto semplice:

  • Inviare in Ucraina tutte le attrezzature dell’ex OTV (l’Organizzazione del Trattato di Varsavia, no, non è mai stato chiamato “patto”) da tutti i paesi dell’ex OTV.
  • Inviare più soldati ucraini al fronte.

Inizialmente quest’approccio sembrava molto promettente, ma non è durato a lungo.

Anche la seconda iterazione dell’esercito ucronazista è stata distrutta dalla Russia, anche se ad un ritmo molto più lento, perché i russi si sono trovati di fronte a problemi molto spinosi:

  • Gran parte dell’hardware dell’ex OTV era molto efficace, non solo perché il kit sovietico è generalmente tale, ma perché la gran parte era stata modernizzata.
  • Gli ucronazisti erano più che disposti a subire gravi perdite se ciò poteva ritardare l’avanzata russa.
  • I russi semplicemente non avevano il tipo di personale necessario né per la difesa statica né per controllare l’intera linea di contatto.
  • E poiché i russi avevano scelto un tipo di difesa mobile e di manovra ad economia di forze (che era comunque la loro unica opzione, dato che i militi ucraini superavano in numero i russi di gran lunga), non poterono mantenere il terreno e questo, a sua volta, significava che gli ucraini russofoni non potevano contare sul fatto che i russi rimanessero a proteggerli.
  • L’intera capacità C4ISR della NATO è stata gradualmente messa a disposizione degli ucraini, il che ha complicato seriamente le operazioni russe e ha aiutato notevolmente l’artiglieria e l’aviazione ucraine (sono stati consegnati anche centinaia di aerei dell’ex OTV).
  • Le forze ucronaziste nel Donbass erano *molto* trincerate (hanno avuto 8 anni e una quantità infinita di denaro occidentale per costruire difese!), e i russi non erano disposti a sacrificare i loro soldati in sanguinosi attacchi frontali. Anche l’uso di armi pesanti non era un’opzione, perché gli ucraini si nascondevano all’interno di paesi e città, e quindi spianare le difese ucronaziste avrebbe significato uccidere migliaia di civili.

Eppure, nonostante tutto, la Russia riuscì a distruggere la maggior parte dell’hardware dell’ex OTV e a costringere gli ucraini a scambiare “corpi per proiettili d’artiglieria” – una tattica folle, immorale e futile che semplicemente non poteva essere sostenibile. Di conseguenza le cifre dei KIA/MIA ucraini salirono ulteriormente alle stelle, ma nessuno in Occidente se ne preoccupò minimamente.

Ciò che è importante qui è che non solo gli ucraini hanno perso un sacco di hardware e di soldati, ma anche molti dei loro *migliori* soldati (intere brigate, e le migliori, sono state perse intorno a Bakhmut!). Ciò significa che mentre la NATO poteva dire a Kiev di mobilitare sempre più uomini da inviare al fronte, la maggior parte di quelli che erano mobilitati e frettolosamente addestrati non poteva realmente compensare le enormi perdite ucroniche. Addestrare i soldati ucraini in Ucraina era pericoloso (gli attacchi missilistici russi significavano che in nessuna parte dell’Ucraina c’era un luogo sicuro per l’addestramento), mentre era più sicuro addestrare gli ucraini all’estero, ma richiedeva anche uno sforzo molto maggiore per una forza molto più piccola.

E, inevitabilmente, anche l’hardware ex-OTV consegnato al regime di Kiev in numero enorme è stato gradualmente distrutto dagli attacchi russi.

Inoltre, la geografia è una brutta bestia e, nel nostro caso, l’intero Donbass è un enorme calderone, aperto solo sul lato occidentale, il che rende piuttosto difficile pianificare qualcosa di più dei piccoli attacchi locali. Per i russi, invece, questo significa che possono attaccare da uno qualsiasi di questi assi: da nord, da est e da sud o anche da qualsiasi combinazione di questi. A questo punto, dopo la mobilitazione parziale, la Russia ha le cifre necessarie per scegliere qualsiasi opzione ritenga utile.

Ben presto l’Occidente esaurì le armi dell’ex OTV e rispose inviando ondate su ondate di “volontari”, mercenari, persino “disertori” (come questo [su RT, visibile con VPN,in inglese] US Navy SEAL). Gli uffici di reclutamento sono stati organizzati in fretta e furia in tutto il mondo, e la parte russa ha iniziato a sentire sempre più trasmissioni radio non in russo o ucraino, ma in polacco e inglese (e persino in arabo!).

Il problema ora è l’hardware.

In primo luogo, la NATO non può sostituire “una per una” le attrezzature militari dell’ex OTV (gli MBT, i IFV/APC, i SAM, eccetera). Non solo l’hardware della NATO è costoso, ma semplicemente non ci sono abbastanza scorte per compensare completamente le enormi perdite inflitte dai russi.

In secondo luogo, i macchinari dell’ex OTV non  erano familiari agli ucraini, ma era molto più facile assicurarsi il tipo di flussi di rifornimento/manutenzione necessari per farli funzionare, rispetto a quanto sarebbe accaduto con l’hardware della NATO (che è per lo più inferiore al kit ex-OTV, con poche eccezioni).

In terzo luogo, la maggior parte dell’hardware NATO ha funzionato malissimo. Nessuna delle Wunderwaffen promesse ha fatto la differenza, almeno in termini militari. In termini di civili uccisi, i russi hanno riferito che dalla consegna di munizioni a lunga gittata dalle forze NATO in Ucraina (perché di questo si tratta), il numero di vittime civili uccise dalla NATO è aumentato di quattro volte!

Ma, ovviamente, questo non interessa a nessuno in Occidente.

Inizialmente, l’Occidente ha risposto inviando tutte le proprie attrezzature in eccedenza, le vecchie scorte, soprattutto a fronte della promessa degli Stati Uniti di compensare i sistemi inviati all’Ucraina con sistemi molto più nuovi. Ben presto anche queste scorte sono finite nel tritacarne russo.

In altre parole, i russi hanno distrutto anche questa terza iterazione delle forze armate “ucraine” (in realtà della NATO).

Il che ci porta alla situazione odierna.

L’Impero si trova ora di fronte ad un dilemma semplice ed estremamente pericoloso: le forze NATO in Ucraina stanno esaurendo sia l’hardware che il personale.

Se l’Occidente invia, ad esempio, una compagnia o addirittura un battaglione di MBT a Lvov e diverse batterie di Patriot per proteggere Kiev, ciò non farà alcuna differenza militare sul campo. Certo, la quantità ha una dimensione qualitativa, e tali consegne limitate di sistemi d’arma e di personale possono fare molto “rumore” (nel senso di Sun Tzu), ma non fare la differenza.

E se l’Occidente inviasse una forza sufficientemente grande da fare la differenza, ciò si tradurrebbe inevitabilmente in una grande guerra continentale che la NATO non può vincere.

Tutto questo porta alla domanda: qual è il vero obiettivo dell’Occidente in Ucraina?

Permettetemi di suggerirne alcuni:

  1. Impedire una sconfitta ucraina/NATO.
  2. Rendere la guerra il più costosa possibile per la Russia.
  3. Salvare la faccia.

Ci sono problemi con tutti e tre questi obiettivi, il principale dei quali è che nessuno di essi si qualifica come “strategia” (sono troppo vaghi, per cominciare). Il secondo problema è che l’Occidente non ha i mezzi per raggiungere nessuno di questi obiettivi. E il terzo è che attaccarsi a questi obiettivi assolutamente irrealistici renderà ancora peggiore l’inevitabile sconfitta e la conseguente figuraccia dell’intero Occidente.

Quindi, cosa possono buttare sul tavolo gli Stati Uniti e la NATO?

  • Un C4ISR di livello mondiale (molto utile, ma anche potenzialmente molto vulnerabile).
  • Una forza sottomarina di livello mondiale (utile solo per sparare missili da crociera).
  • Una grande quantità di missili da crociera subsonici e per lo più obsoleti.
  • Una forza di terra relativamente piccola (senza vere difese aeree).
  • Forze aeree che non hanno l’esperienza per operare in un ambiente *molto* pericoloso.
  • Una triade nucleare molto robusta.

Poiché sappiamo da Sun Tzu che “la tattica senza strategia è il rumore che precede la sconfitta”, possiamo immediatamente vedere che nessuna di queste capacità ha alcuna possibilità di evitare una sconfitta della NATO. In altre parole, i comandanti statunitensi dovranno presto affrontare una scelta ancora peggiore: sconfitta o guerra nucleare.

Io sostengo che l’Occidente attualmente non ha né le tattiche (reali e significative) né una strategia.

Nessuna.

Tutto ciò che vedo è un pensiero magico, illusioni narcisistiche, una mentalità plasmata da secoli di relativa impunità e un odio generale e cieco per la Russia e tutto ciò che è russo.

Non sono certo gli ingredienti per una vittoria (secondo qualsiasi definizione) contro il più potente esercito da guerra continentale del pianeta.

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Articolo di The Saker pubblicato su The Saker il 24 gennaio 2023
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia



giovedì 26 gennaio 2023

Scoperti nuovi scheletri nell'armadio di zelensky

 


L’ondata di dimissioni e destituzioni di alti funzionari ucraini è solo l’ultimo scossone di un più ampio terremoto politico che sta facendo tremare Kiev. Tutto è iniziato con le dimissioni di Oleksij Arestovych, uno dei consiglieri più di spicco del presidente Volodymir Zelensky, travolto dalle polemiche dopo aver messo in dubbio la causa del disastro di Dnipro.

Il giorno dopo la sua lettere di rinuncia, il 18 gennaio, un elicottero si schianta su un asilo a Brovery, a bordo c’erano il ministro degli Interni, il suo vice ed il segretario di Stato, tutti e tre morti. Nell’indagine, affidata ai servizi di sicurezza ucraini (SBU), non è escluso il sabotaggio.

Nel frattempo un nuovo scheletro viene tirato fuori dall’armadio dell’SBU. Il capo dell’intelligence militare, (GUR), Kirill Budanov, in un’intervista al Wall Street Journal, accusa i servizi di sicurezza dell’omicidio di Denis Kireev, uno dei suoi più stretti uomini di fiducia, a cui aveva dato l’incarico di sedere al tavolo dei negoziati con la Russia  di Gomel. Inutilmente il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, aveva cercato di minimizzare, parlando di “mancanza di coordinamento” tra SBU e GUR. In una successiva intervista rilasciata a Radio Svodoba, Kireev ha dichiarato che il suo funzionario era stato eliminato da agenti dell’SBU al fine di affossare il processo di negoziazione. Poche ore dopo arrivano le dimissioni di Kyrilo Timoshenko, vice capo dell’Ufficio presidenziale, arrivate dopo l’annuncio di Zelensky riguardo “decisioni sul personale”, seguite da quelle del vice ministro della Difesa ucraino Vyacheslav Shapovalov, del sostituto procuratore generale, Oleksiy Symonenko, e alcuni governatori di diverse regioni controllati da Kiev, tra cui Kherson e Zaporizhye.

Davanti a questa rapida e drammatica successione dei fatti, l’apparato di potere costruito attorno a Zelensky potrebbe implodere? Rischiamo di assistere ad una notte dei lunghi coltelli?

Clara Statello



Consigli utili in caso di guerra nucleare ed affini...












                  Luoghi  maggiormente a rischio in Italia

I tempi si stanno avvicinando sempre più. Negli ultimi  anni vi abbiamo familiarizzato con l'evento preconizzato. In caso di guerra nucleare se siete abbastanza lontani dal luogo della deflagrazione, e quindi ancora in vita,  ascoltate con attenzione i consigli che seguono:  
"Preparatevi e sappiate che, dopo l'annuncio  dello scoppio del conflitto non potrete  muovervi dal luogo in cui siete  per  almeno 14 giorni. L 'attacco crea una polvere mortale nota come fall out che colpirà tutti, compresi quelli nelle zone rurali. Preoccupatevi di fare scorte essenziali per 14 giorni di cibo, bevande e medicinali. Se avete cibo fresco in casa per evitare di sprecarlo vi consigliamo di collocarlo nella parte più bassa e centrale della  casa, lontano da porte e finestre esterne. Dovete assicurarvi di avere tutto ciò di cui avete bisogno  per sopravvivere almeno 14 giorni.

Considerate pertanto una fornitura di acqua potabile (circa 3 litri e 1/2 a persona per ogni uso dovrebbe bastare).  Assicuratevi che il gas e altre fonti di carburante siano chiuse, spegnete gli impianti di aria condizionata e tutti i sistemi   di   presa d'aria esterna. Non dormite fino a quando non vi è permesso farlo. Sarà  in vigore la legge marziale e dovrete seguire le  istruzioni governative. Se siete senza un luogo sicuro trovate il più vicino edificio e rifugiatevi nella posizione più bassa e centrale per essere preparati ai tre fattori delle esplosioni nucleari: calore estremo, luci estreme e onda d'urto. Non cercate di guardare in alto. 


Se potete munitevi anticipatamente di  materiale contro le  radiazioni gamma. Ricordate che non c'è nulla da guadagnare tentando di scappare dai vostri rifugi. Rimanete tutti nelle vostre stanze con le  finestre e porte chiuse e bloccate. Seguiranno poi man mano altre  istruzioni...".



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