lunedì 30 maggio 2022

Donbass. Nazisti ucraini aggiustano il tiro (grazie agli USA)

 


Donetsk, il 29 maggio 2022  i colpi dell’artiglieria ucraina hanno raggiunto tutti i distretti di Donetsk, colpendo anche luoghi che per otto anni erano stati risparmiati dai bombardamenti. Sono state colpite case, condomini, negozi e un asilo. Almeno sei civili hanno riportato ferite, nel distretto Kuibishevsky una ragazza classe 1995 è rimasta uccisa, mentre nel distretto Leninsky i colpi dell’artiglieria hanno ucciso una donna di classe 1959. Secondo le autorità locali, l’esercito ucraino ha colpito i distretti Kalininsky e Budyonovsky impiegando gli obici da 155mm forniti dagli USA...

Vittorio Rangeloni, inviato in Donbass






domenica 29 maggio 2022

British Medical Journal rompe il ghiaccio sugli effetti avversi da vaccini...



 "Le conseguenze non intenzionali della politica sui vaccini Covid-19: perché direttive, passaporti vaccinali e restrizioni possono causare più danni che benefici".

Sì inizia a parlare finalmente di effetti avversi fisici correlati al vaccino anticovid, grazie agli studi pubblicati sulle prestigiose riviste scientifiche Nature e Lancet.

Ma un aspetto fondamentale degli effetti collaterali negativi della gestione di questi due anni di Pandemia non era stato fino ad oggi oggetto di uno studio autorevole.
 
Si tratta delle drammatiche conseguenze psicologiche, sociali ed economiche che l'obbligo vaccinale ha determinato in modo dirimente nel rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
 
L'aver reso obbligatori, di fatto, i vaccini COVID-19 ha avuto effetti dannosi sulla fiducia nelle scelte politiche istituzionali, nell'efficacia dei vaccini, nella scienza medica e nella ricerca farmacologica, nella gestione della sanità, mettendo in discussione principi base che credevamo, nell'era pre covid, ormai acquisiti, come il rispetto dei diritti umani, la lotta alle discriminazioni, alle iniquità e alle diseguaglianze,  il benessere sociale quale finalità di uno Stato. È quanto afferma un'analisi pubblicata sul British Medical Journal:
 
 "Le conseguenze non intenzionali della politica sui vaccini Covid-19: perché direttive, passaporti vaccinali e restrizioni possono causare più danni che benefici"
 
Consigliamo vivamente la lettura completa del testo originale:    https://gh.bmj.com/content/7/5/e008684



Nota - Peter Doshi, editore associato della prestigiosa rivista scientifica scrive che "solo la piena trasparenza e il controllo rigoroso dei dati consentiranno un processo decisionale informato. I dati devono essere resi pubblici. Il rischio è che gli effetti collaterali siano più gravi del virus" 



venerdì 27 maggio 2022

Spread, illusion politica e sciarada poetica



Con DRAGHI sale spread a perdifiato

la vetta del duecento ha superato.

Con “LUI” – disser giornal – starà in cantina

ma non s’impietosì LAGARDE Cristina (*).

 

E’ stata certo MERKEL un’eccezione

ché fa donna al poter cader calzone.

La quota rosa si trasforma in nera

se un’ ”energia comun” METSOLA (**) invera.

 

Con ventisette nazion (e nove in arrivo)

cervel maltese par di giudizio privo.

Bionda tedesca (***) – per il ben comune –

megli’è s’addestri col tiro alla fune.

 

S’a breve MELONI bianca uscirà (IV)

con chi te la potrai allor piglià?

Consolazion donzel! Re de’ cretini

a vanvera scrive (V). Il nome è ......

 


 

(*) Francese, a capo di BCE, gli ha inviato una lettera quasi uguale a quella da Lui scritta al Berlusca il 5 agosto 2011.

(**) Maltese, Presidente del Parlamento europeo.

(***) Ursula Von Der Leyen, Presidente del Consiglio europeo.

(IV) Da “T’è piaciuta…” di Renato Carosone.

“Se il mellone è uscito bianco mò cu chi t’a vuoi piglià?”

(V) Sul giornal famoso.

 

Luigi Caroli


giovedì 26 maggio 2022

Caserta, 31 maggio 2022 - Ilan Pappé con “La doppia morale dell'Occidente”

 


Ilan Pappé è uno dei più autorevoli storici israeliani, professore all'Università britannica di Exeter, prima ancora a quella di Haifa, autore di moltissimi testi considerati tra le ricerche più importanti su Israele e questione palestinese. 

Sarà in Italia per un breve tour di due date, una all’Orientale di Napoli e l’altra a Caserta. L’evento, che rientra nella rassegna Femminile Palestinese, curata da Maria Rosaria Greco, sarà organizzato in collaborazione con Pagine Esteri e Malìa – Spring Edizioni, al Teatro Civico 14, Caserta, alle ore 18.00 di Martedì 31 maggio 2022 e trasmesso in diretta Facebook

Il titolo della rassegna, “La doppia morale dell’Occidente. Dalla Palestina alla crisi ucraina”, si lega a uno degli ultimi scritti dello storico israeliano, analisi che ha avuto eco e rilevanza internazionale a partire dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e che impone una riflessione sul ruolo dei Paesi occidentali nei vari conflitti in giro per il mondo e sulla coerenza delle loro scelte e decisioni.   

Miriam Garavaglia



Nota di Fulvio Grimaldi: "L
a presenza a Caserta di un grandissimo intellettuale israeliano, Ilan Pappè, è un evento molto importante e invidio coloro che, stando da quelle parti, hanno la fortuna di incontrarlo e esserne illuminati sulla realtà della pulizia etnica in Palestina.

mercoledì 25 maggio 2022

USA. Stragi senza senso? ... funzionali alla "guerra"!

 


Sono giovani maschi a compiere le stragi nelle scuole e altrove.
Anche se le armi sono libere, le femmine non lo fanno.

Vi siete chiesti/e perché?

Eppure il nesso è evidente e statisticamente chiarissimo. Però è un aspetto che non si vuole vedere, per rimozione collettiva.

Allora ve lo dico io.

C'è un collegamento diretto tra la violenza e i modelli culturali maschili di riferimento.
I maschi avvezzi all'uso delle armi, alla violenza come reazione, all'aggressività come relazione e caratteristica identitaria per essere riconosciuti a pieno titolo parte del proprio clan di genere sono funzionali alla guerra.

Servono.
Agli Stati per difendere le proprie posizioni geopolitiche che su rapporti di forza sono basati.
Ai capitali per aprire e mantenere sempre nuovi sbocchi di proliferazione.
Ai potenti per tenere soggiogati i non potenti di qualsiasi categoria.
È il potere della violenza ampiamente ed esplicitamente dichiarato in qualsiasi manuale di economia e sociopolitica classico.
È un aspetto costituente della realtà che viviamo.
Quindi i maschi devono essere educati e formati a questo tipo di funzione sociale.

Le stragi e la violenza interna di cellule impazzite sono effetti collaterali considerati fisiologici, ma strettamente legati al modello generale sopradescritto che è voluto e scelto e a cui non si vuole assolutamente rinunciare perché da esso dipendono gli attuali interessi e asset di potere.

Tutto è collegato.

Per cui cari e care mie che difendete la guerra come "naturale" e proponete società e modalità bellicose e marziali come soluzione ai problemi del mondo...sappiate che quel mondo che volete è già qui, é già quello che viviamo e comprende sopraffazione e comprende violenza. Solo che noi non siamo in alto nella scala di potere tutto qui. E proporre come "cambiamento" che noi facciamo la scalata della piramide con la forza guadagnando posizioni...lascia intoccata la struttura piramidale.

Perché se non cambia il modo non cambiano nemmeno i contenuti.
E se non si sovverte tutto dalla base con la costruzione di una realtà differente non più basata sulla "potenza" muscolare ma su altri valori di riferimento come la CURA (anche se vi viene l'orticaria) e il bene comune (ambiente compreso)... tutto resterà uguale nella sostanza anche se cambierà la forma.

Con buona pace dei bambini, degli insegnanti e delle donne che ogni tanto ci restano secchi per qualche giovane maschio che fa la strage.

Sacrificabili. Effetti collaterali.

Alessandra Pi






domenica 22 maggio 2022

Cessione di sovranità all’OMS per la gestione delle emergenze sanitarie



Nei prossimi giorni gli Stati aderenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità voteranno le risoluzioni relative alla gestione delle pandemie da parte dell’OMS, con le quali la sovranità relativa alla salute dei cittadini viene ceduta ad un organismo sovranazionale, finanziato in gran parte dall’industria farmaceutica e dalla Bill & Melinda Gates Foundation. Se queste risoluzioni verranno approvate a maggioranza, l’OMS avrà l’autorità di imporre in maniera esclusiva tutte le regole in caso di pandemia, ivi comprese quarantene, lockdown, vaccinazioni obbligatorie e passaporti vaccinali. Si tenga anche presente che questa organizzazione gode dell’immunità e i suoi membri non possono essere processati né condannati in caso di crimini. Tecnocrati non eletti avranno paradossalmente più potere di quello che i cittadini conferiscono ai propri rappresentanti con il voto democratico.

Premesso che la cessione di sovranità configura in tutte le legislazioni nazionali il crimine di alto tradimento, e che i Parlamenti non possono legiferare contro gli interessi della Nazione né tantomeno conculcare le libertà naturali e i diritti fondamentali dei propri cittadini, credo che non sfugga a nessuno che questo tentativo dell’OMS di appropriarsi di un potere che appartiene ai singoli Stati serva per impedire qualsiasi forma di opposizione all’Agenda 2030, che in ambito sanitario punta sostanzialmente anche alla drastica riduzione dei servizi medici e ospedalieri, alla privatizzazione dei sistemi sanitari e alla prevenzione delle malattie tramite vaccini.

La psicopandemia ha dimostrato l’asservimento dei governanti, della politica, dei media, dei magistrati, dell’intera classe medica e della stessa Santa Sede ai diktat di un gruppo di funzionari di un ente sovranazionale in palese conflitto di interessi. Si stanno solo ora riconoscendo i disastrosi effetti avversi del siero sperimentale mRNA, mentre da più parti vi è chi giustamente pretende che i responsabili di queste decisioni siano chiamati a risponderne dinanzi a un tribunale indipendente.

Suona quindi a dir poco assurdo che si vogliano proprio ora attribuire all’OMS poteri decisionali vincolanti, quando nella gestione della recente emergenza pandemica e della campagna vaccinale di massa si sono avuti i maggiori effetti avversi in termini di danni permanenti ai pazienti e di decessi. All’impunità dei crimini commessi nel silenzio dei media mainstream si aggiunge la totale discrezionalità sulle prossime emergenze, ampiamente programmate dalla lobby farmaceutica. L’emarginazione del personale sanitario che si appella al Giuramento di Ippocrate rischia di diventare la norma per eliminare ogni voce di dissenso.

A tale proposito, è significativo che le Nazioni che si oppongono al Nuovo Ordine Mondiale – come la Russia e il Brasile – siano consapevoli delle gravissime conseguenze che l’eventuale ratifica delle risoluzioni comporterà, e che per questo siano contrari alla loro approvazione. Anche il Presidente Trump, durante il suo mandato, volle lanciare un segnale inequivocabile tagliando i fondi dell’erario americano ai burocrati dell’OMS: anche per questo il deep state ha impedito la sua rielezione alle ultime Presidenziali, sostenendo un personaggio compromesso e corrotto, il cui figlio Hunter è coinvolto nel finanziamento dei biolaboratori americani in Ucraina.

Esprimo quindi tutto il mio appoggio ai cittadini, e specialmente agli scienziati, ai medici e agli esperti di diritto che denunciano questa minaccia alla sovranità nazionale dei Paesi aderenti, e che chiedono sia fatta luce sugli eventi pregressi e sulle conseguenze che le decisioni dell’OMS hanno provocato alla salute della popolazione mondiale. Esorto i capi di Stato e di governo, che saranno chiamati ad esprimersi sulla ratifica di queste risoluzioni, a bocciarle e respingerle, in quanto contrarie al bene comune e finalizzate al compimento di quel colpo di stato globale che l’ONU e il WEF hanno pianificato da anni sotto il nome di Agenda 2030 o di Great Reset. La governance sanitaria globale, come evidenziato da autorevolissimi esperti non compromessi con il sistema, rappresenta uno dei tasselli fondamentali del NWO, e come tale va respinta e combattuta. Alla logica del controllo, del profitto e della patologizzazione di massa, occorre sostituire una sanità pubblica che abbia come primo scopo la salute dei cittadini e la tutela dei loro inalienabili diritti.

La Santa Sede – che è Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite e da un anno anche presso l’OMS – ha il dovere di ribadire il diritto dei singoli alla libertà di accettare o rifiutare trattamenti sanitari, specialmente dinanzi al pericolo concreto di effetti avversi, in parte ancora sconosciuti, di questa terapia genetica sperimentale. E se finora Bergoglio e la sua cabala hanno assecondato i deliri di Gates, Schwab e Soros, è giunto il momento che la Chiesa Cattolica prenda le difese dei più deboli, degli indifesi nascituri, dei bambini e degli anziani, oltre che di quanti sono stati ricattati dal cinismo di affaristi e cospiratori, per costringerli a inocularsi un siero contaminato da linee cellulari fetali abortive. I silenzi omertosi del Vaticano, dopo frettolosi pronunciamenti a inizio pandemia e vergognosi endorsement a BigPharma, saranno imputati a condanna del Sinedrio romano, resosi complice di un crimine contro Dio e contro l’uomo. Mai, nel corso della Storia, la Gerarchia era giunta a prostituirsi al potere temporale in modo così servile e abbietto. Preghiamo perché qualche Vescovo trovi il coraggio di prendere le distanze dalla linea collaborazionista di Bergoglio e sappia trovare le parole per aprire gli occhi ai buoni sinora tratti in inganno dalla propaganda globalista.

 

Carlo Maria Viganò, Arcivescovo




venerdì 20 maggio 2022

Vladimir Putin come Pietro Micca?

 


....è chiaro che questa volta Putin dando fuoco alle polveri, come Pietro Micca, si è messo in trappola, reagendo alle provocazioni "americane" nel modo peggiore: invadendo l’Ukraina e mettendosi così formalmente e sostanzialmente dalla parte del torto. Il resto l’hanno fatto giornali e televisioni occidentali, propalando la fake new di una “invasione immotivata”. Tutto può dirsi di questa invasione, tranne che sia “immotivata”. Sarà anche sanguinosa, tragica, brutale, ma certamente non immotivata. Gli americani hanno organizzato un colpo-di-Stato in Ukraina per destituire il Presidente democraticamente eletto e per sostituirlo con un governo di loro proconsoli. Dopo di che hanno fatto chiedere all’Ukraina di aderire alla NATO e, nelle more, hanno effettuato minacciose manovre militari congiunte Ukraina-NATO (ben tre!). Infine, hanno cominciato fin da subito ad utilizzare il territorio ukraino come un gigantesco laboratorio per “studi” assai sospetti, taluno dice anche di natura chimico-batteriologica. In una di queste iniziative – affermano ambienti “complottisti” – sarebbe coinvolto addirittura il figlio di Biden, Hunter.

Ma, al di là delle ragioni e dei torti per quanto fin qui avvenuto, quello che più mi allarma é ciò che potrà succedere nel futuro, anche immediato; e soprattutto – scusate l’approccio egoistico – quali sarebbero le conseguenze per l’Europa.

L’Europa, infatti – o meglio questa nefasta Unione Europea che agisce in nome dell’Europa – ha finora operato come una protesi (artificiale) degli Stati Uniti d’America. Non soltanto sposando ciecamente la versione americana della crisi ukraina (quella della invasione “immotivata”), ma adottando tutta una serie di misure che sono oggettivamente lesive, fortemente lesive degli interessi dei popoli europei: si va dalle sanzioni che hanno azzoppato l’economia del nostro Continente, all’invio di armi che ci ha reso di fatto dei co-belligeranti (e quindi degli obiettivi potenziali di rappresaglie), alla balzana idea di “ridurre la dipendenza energetica” dalla Russia; riduzione che dovrebbe avvenire a prezzo sia di una ulteriore crescita dei costi (oramai insostenibili), sia di una maggiore dipendenza anche da paesi islamici e africani, evidentemente giudicati piú affidabili che non la Russia. Scenario, quest’ultimo, suscettibile di sviluppi semplicemente catastrofici, qualora alcuni di quei paesi dovessero finire nell’orbita del fondamentalismo islamico.

A Bruxelles non capiscono, non vogliono capire che la manovra americana contro la Russia ha anche effetti collaterali – fortemente voluti – contro l’Europa. L’Europa non aveva e non ha alcun interesse nella partita Russia-Ukraina. Men che meno l’interesse a tirar dentro l’UE un altro paese povero, che dovremo sorreggere con colossali esborsi. Ma questa é soltanto la cornice della manovra antieuropea di Washington.

Gli aspetti più pericolosi stanno dentro questa cornice. Gli USA continuano a provocare la Russia, a sospingerla verso una guerra generalizzata, estesa a tutti i paesi della NATO, noi compresi. In questa direzione – é chiaro anche ai ciechi – va l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO. Putin, finora, ha mantenuto i nervi saldi. Ma cosa potrebbe succedere nella disgraziatissima ipotesi che i nervi dovessero cedere? Basterebbe una fucilata in Carelia per far scattare il meccanismo dell’articolo 5 del trattato atlantico e farci ritrovare tutti in guerra.

Ora, nell’ipotesi di un conflitto del genere e avendo le forze armate russe dato una cattiva prova di sé nella guerra convenzionale, Mosca sarebbe certamente tentata dal ricorrere all’uso delle armi nucleari. Ove ciò avvenisse – continuo in un ragionamento assolutamente ipotetico – né i russi né gli americani lancerebbero i temutissimi missili balistici intercontinentali (suscettibili di provocare una “risposta” devastante), ma farebbero invece ricorso a piú modesti ordigni nucleari “tattici”, da utilizzare sul terreno di scontro o nelle retrovie: cioè in Europa.

Ed ecco che il cerchio si chiuderebbe nella maniera più drammatica, sulla nostra testa. Possibile che a Bruxelles non capiscano quali pericoli stiamo correndo? E possibile che non lo capiscano neanche a Roma, a Berlino o a Parigi? Possibile che non ci sia un momento di riflessione, di consapevolezza, di razionalità neanche davanti ad un pur remoto pericolo nucleare? Possibile che l’unica cosa che importi sia quella di dire yes alla “grande alleata”? Possibile che lo zerbinismo atlantista sia l’unico “valore” di questa nostra disgraziatissima Europa?

Michele Rallo



giovedì 19 maggio 2022

Appello a Luigi di Maio affinché intervenga per sollecitare la liberazione delle "prigioniere politiche" in India

 




Spett. ministro degli esteri , on.Luigi Di Maio    

Oggetto: donne indiane Adivasi e Dalit prigioniere politiche 

                                                                                       

Mi rivolgo a Lei, on Luigi Di Maio,  perché è appena stato in India e potrebbe interloquire con il Primo ministro dell’India, Narendra Damodardas Modi.   Spero comunque che Lei e altre  autorità italiane  possano interessarsi del problema.     Ho partecipato in questi giorni a Milano ad una conferenza in cui si è parlato delle tante donne che sono prigioniere politiche in India, dove viene portata avanti  una feroce e ampia repressione  per imporre gli interessi economici sul diritto alla vita delle popolazioni indigene  Adivasi e Dalit”.     


Negli ultimi anni, in particolare nel 2021 si è accentuata la politica di sterminio delle prigioniere e dei prigionieri politici. La repressione e la carcerazione sono aumentate, così come pure le denunce di aggressioni sessuali e violenza contro le donne prigioniere.   Un vero sterminio che si sta consumando in India nel silenzio  totale dei media con la complicità di tutti i Paesi, compresa l’Italia.    Le grandi aziende indiane e internazionali, appoggiate dal governo centrale, muovono guerra soprattutto alle popolazioni Adivasi, attraverso l’uso di militari e paramilitari, per costringerle ad abbandonare la loro terra ed impiantarvi miniere e fabbriche inquinanti.     


Le più colpite da questa repressione sono soprattutto le donne, che in prima linea lottano contro le ingiustizie di classe, di casta, contro le discriminazioni e le violenze sessuali, contro leggi razziali e la pulizia etnica, contro la militarizzazione dei villaggi,  la privatizzazione e lo sfruttamento delle risorse naturali da parte delle multinazionali a cui il governo svende non solo il territorio, ma anche gli Adivasi che lo abitano, costringendoli di fatto  ad abbandonare le loro terre ancestrali.  


Verso le donne questa repressione si accanisce in modo particolare, unendo la violenza delle armi della polizia e dell’esercito a quella degli stupri e delle torture sessuali, usate come armi di guerra.


       Nell’ultimo decennio 477 donne detenute sono morte all’interno del carcere.      Oggi migliaia di donne stanno deperendo nelle carceri, non vengono trattate come esseri umani, sono trattenute con false motivazioni, violentate e torturate da agenti di polizia. Numerose falsità sono state imbastite dalla polizia di ogni stato del subcontinente indiano per colpire le donne che sono state attive in prima linea nella protezione delle risorse naturali.            


Attiviste come Soni Sori e Sudha Bharadwaj, attiviste per i diritti forestali come Sukalo Gond, Rajkumari, Kismatiya, donne di Narmada Bachao, donne Andeolan nel Kudankulam, donne Adivasi , attiviste culturali come Sheetal Sathe sono tra le tante che continuano ad essere perseguitate quotidianamente dal governo indiano perché proseguono nella loro lotta per la sopravvivenza delle comunità emarginate degli Adivasi e dei Dalit.            


Oltre alla violenza fisica e sessuale, le donne anche in carcere sono strutturalmente discriminate rispetto agli uomini sia per quanto riguarda l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, sia per quanto riguarda il vitto carcerario, sia per le esigenze igienico-sanitarie specifiche legate al ciclo mestruale, alla gravidanza, alla nutrizione della prole. Molte donne infatti vivono in carcere con i propri figli, spesso concepiti durante gli stupri in custodia della polizia.    (“ women in Resistance, Women in Prison”Delhi,18/01/19: https://cjp.org.in/women-prisoners-recount-jail-horror-stories/).


Confido che Lei, on. Luigi Di Maio, affinché possa intervenire  con le modalità che riterrà più opportune ed efficaci.


Cordiali saluti,      

        

Amalia Navoni,   ex consigliera di zona 8 Milano.      email: amalia.navoni@gmail.com

                                                                                        

 

PS: ho tratto queste notizie anche dal fascicolo “India prigione dei popoli  Libertà per tutte le prigioniere politiche”.   https://femminismorivoluzionario.blogspot.com     





 

 

lunedì 16 maggio 2022

Lettera aperta di Adriano Colafrancesco ai direttori dei Tg Rai



Alla cortese attenzione di

·         Direzione Tg1 Rai

·         Direzione Tg2 Rai

·         Direzione Tg3 Rai

 

 

Gentili direttori,

 

ma voi - lautamente mantenuti con i soldi del canone pagati da me, insieme ad altri milioni di italiani - davvero non vi vergognate di mettere la faccia su un servizio pubblico televisivo ridotto a omissione, contraffazione e propaganda di regime, capace di proporre ogni sera

 

ignobili speculazioni pietistiche sui bambini,

servizi che oscillano tra il demenziale e il comico,

spaccio di informazione taroccata,

melodrammi musicali spacciati per giornalismo

https://youtu.be/2SpYY9p5t8k

 

tutto all’insegna e secondo i canoni del più becero Istituto Luce di tragica memoria?

 

Non pensate che possa venire un giorno in cui - magari da qualcuno che incrociate camminando per strada - vi si chiederà conto delle esaltazioni di farlocchi epocali eventi musicali come il neurovision pedo-satanico di queste ultime sere, che ha provato (senza riuscirci) a coprirsi le corna luciferine con la faccia di Gigliola Cinquetti?

 

Pensateci, forse siete ancora in tempo per chiedere scusa e defilarvi da tanto abominio, …. ne vale la pena!


Adriano Colafrancesco







venerdì 13 maggio 2022

Albert Einstein, sionismo e ideologia fascista in Israele...


Settantaquattro anni fa Israele e le radici fasciste del terrorismo sionista   nel giudizio di Albert Einstein


Lo scienziato ebreo più famoso della storia sapeva fin dalla sanguinosa fondazione di Israele che uno stato creato e gestito da zeloti di estrema destra non era auspicabile.  

Quando il 15 maggio 1948  gli Inglesi lasciano la Palestina e si impone lo Stato di Israele, le brigate del terrorismo sionista hanno quasi completato il lavoro di pulizia etnica iniziato già nel 1946.

La strage sionista del villaggio di Deir Yassin, dove il 9 aprile 1948 vengono uccisi tutti i suoi 250 abitanti, è il doloroso simbolo della creazione di Israele che avverrà la settimana dopo, il 15 maggio.  

Il giorno dopo la Strage di Dei Yassin Einstein invia questa lettera al responsabile dell’Associazione americana  “Amici  dei combattenti per Israele”:     10 aprile 1948  “ Egregio Signore, quando una catastrofe reale e definitiva si abbatterà su di noi in Palestina, i primi responsabili saranno i britannici e i secondi responsabili saranno le Organizzazioni Terroriste cresciute fra le nostre stesse fila. Non ho intenzione di incontrare nessuno che sia collegato a questa gente fuorviata e criminale. Distinti Saluti,  Albert Einstein ”    

Sette mesi dopo Menachem Begin corresponsabile della strage di Deir Yassin arriva negli Stati Uniti a chiedere soldi. Il 4 dicembre 1948, Albert Einstein,  Hannah Arendt e 17 accademici ebrei inviarono una lettera di protesta al New York Times contro la visita di Begin, già capo del gruppo terrorista sionista Irgun, venuto in America a chiedere soldi per il suo partito, Herut.  La lettera denuncia  il partito  di Begin, come “strettamente affine per metodi, organizzazione, filosofia politica e richiamo sociale ai partiti nazista e fascista”. Poi Begin trasformò Herut nel Likud, il partito di Shamir, Sharon e Netanyahu.

Da quel 15 maggio 1948 ad oggi i crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese sono continuati e continuano. Naqba, la Catastrofe, continua e la lotta per la sopravvivenza dei Palestinesi ha assunto le caratteristiche di lotta di liberazione e di lotta antifascista.

(Giorgio Stern - Trieste)





giovedì 12 maggio 2022

Storie geopolitiche (dietro le quinte) - Dialogo tra Oliver Stone e Vladimir Putin



Ante scriptum: "La verità che non vien detta... - Ieri sera (11 maggio 2022), complice un desiderio di capire qualcosa di più sulla situazione mondiale che stiamo vivendo, che non sia la solita divulgazione dei “giornali più venduti”, abbiamo assistito alla proiezione di un'intervista di Oliver Stone con Vladimir Putin. Il film molto intenso ed anche molto chiarificante è tratto dalle conversazioni tenute tra il luglio 2015 ed il febbraio 2017." (P.D'A e C.R.)

Video menzionato:  https://www.youtube.com/watch?v=kSvh5MLLb3o



Il vizio americano: "Esportare la Democrazia". Dal documentario di Oliver Stone, in cui il regista statunitense intervista Vladimir Putin, si capisce un po' di più la questione attuale e come gli Stai Uniti siano nascosti, spingendo Ucraina, Europa e Russia ad una guerra, senza che loro intervengano.

Nel 2019, un attore comico, laureato in legge, Zelensky, divenne presidente dell'Ucraina.

Dopo l'elezione di Zelensky sono state emanate delle leggi antirusse ed avanzate richieste di ingresso della Nato, da parte di un Paese diviso, che per lo meno doveva restare neutrale; invece per gli USA era importante togliere alla Russia gli sbocchi sul Mar Nero.

Ora, su pressioni americane, anche Paesi europei che avevano rapporti diplomatici con la Russia (Italia e Francia, in primis), sono stati costretti a schierarsi e non trattare, dando armi ad un paese non UE, non Nato, infrangendo ogni accordo militare del 2008. Le guerre, se uno ha aperto un libro di storia in vita sua, non sono mai fatte per principi, ma per interessi.

Questa non è una difesa della Russia, ma una riflessione di Paesi che entrano in guerre non loro, con la presunzione di parte e, la cosa più grave, senza avere un esercito, dato che Usa e Cina fanno a gatto con il topo. Questo mio scritto non è in difesa di Putin, ma sull'ipocrisia e sudditanza cieca, si "esporta la democrazia" solo quando conviene.

Stralcio di un post di Vincenzo Mucciaccio



P.S. La nato era presente militarmente già dal 2014 in Ucraina. Intervista di Alberto Simoni per La Stampa al generale americano Philip M. Breedlove che è stato il comandante delle forze Nato in Europa. «La resistenza ucraina si sta battendo bene grazie all'addestramento americano e alle armi che gli alleati hanno consegnato e continuano tutt' ora a far arrivare....Sono stati addestrati dagli americani e dagli alleati, d'altronde sono anni che nella base di Yavoriv, cinquanta chilometri a Ovest di Leopoli, Nato e ucraini collaborano e tengono esercitazioni congiunte».


mercoledì 11 maggio 2022

Ucraina. Aggiornamenti sulla guerra per procura...

 



La guerra per procura ha lasciato il posto al controllo diretto dei gruppi speciali NATO. In questo caso, le Special Air Service SAS britanniche.

Previsto imminente contrattacco ucraino su due fronti

A SUD:
- puntando verso Aleksandrovka (carta aggiornata, frecce azzurre https://i.ibb.co/p4dtS8Y/10-05-1.jpg)
- e quindi a Cherson
https://t.me/rybar/32523

A NORD (Da Charkov al confine con la Russia):
Carta aggiornata, anche qui frecce azzurre
https://i.ibb.co/nw6x3pb/10-05-1.jpg
Anche qui, ormai la guerra per procura ha lasciato il posto al controllo diretto dei gruppi speciali NATO. In questo caso, le Special Air Service SAS britanniche.
Il PRIMO MOVIMENTO di contrattacco sarebbe su grande scala e punterebbe a ricacciare i russi dietro i confini, quella zona cuscinetto di otto km che è visibile anche sulla carta sopra Charkov.
Poco più a sud, da Chepel’ partirebbe il SECONDO MOVIMENTO di contrattacco che punterebbe a Izjum.

Soprattutto il secondo, quello progettato, realizzato e diretto dalle SAS, sembra il più serio. A differenza di quella che il Ministero della difesa russo ha chiamato oggi una PIAR-AKCIJA (una azione da public relations), un'azione a scopo puramente propagandistico, ovvero la CATASTROFE dell'ISOLA DEI SERPENTI.
Ancora oggi, han mandato un Bayraktar TB-2 che è stato tirato giù. E con questo i droni abbattuti nel corso di questa catastrofica azione salgono a 30!
Ancora oggi, il mare ha restituito i corpi di tre soldati ucraini morti. E con questi il bilancio dei morti rimasti su quell'isolotto sale a 27.
https://t.me/rybar/32529




Aggiornamenti:

Un esercito a pezzi…

Un altro Su-25 abbattuto dalle parti di Charkov
https://t.me/boris_rozhin/47986
Che va ad aggiungersi ai velivoli persi in questi giorni, letteralmente buttati via insieme al loro equipaggio, e che hanno portato il bilancio attuale a
163 aerei,
124 elicotteri,
793 droni,
300 lanciamissili rotabili o cingolati,
2979 carri armati e blindati,
351 postazioni lanciamissili,
1440 pezzi di artiglieria pesante,
2789 autoveicoli militari.
https://t.me/rybar/32503

Se a questo aggiungiamo questa cifra, impressionante e comunque non definitiva, di 53.511 soldati fra deceduti, feriti, prigionieri dal 24/2 a oggi,
https://t.me/rybar/32505
davvero ci rendiamo conto che l’avanzamento, in questi due mesi, sul campo di battaglia da parte dei russi, è stato davvero un obbiettivo PARALLELO ad altri parimenti importanti: primo fra tutti, forse, lo smantellamento dell’arsenale ucraino.

… e precise responsabilità, passate sotto silenzio!

A questa distruzione hanno contribuito, stupidamente, cinicamente, ciecamente, le strategie del regime fascistoide di Kiev e dei suoi “kuratory”, che hanno mandato in bocca al nemico il meglio del loro esercito, LI HANNO GETTATI CONSAPEVOLMENTE IN UN TRITACARNE pensando che, GUADAGNANDO TEMPO, AVREBBERO OTTENUTO CON LE SANZIONI QUELLO CHE NON RIUSCIVANO A OTTENERE SUL CAMPO. Così non è stato, e ora hanno, sulla coscienza che non hanno, quasi cinquantamila morti, destinati a diventare molto di più.

Zrada (Зрада) in ucraino vuol dire “tradimento”. E’ la parola che usa questo commentatore russo lungo una sua analisi di quanto accaduto a Mariupol’.
https://t.me/aleksandr_skif/2147
Anche a Mariupol’, dove lo ricordiamo i “difensori” erano stati quantificati dalle 14 alle 20.000, gli “attaccanti” sono partiti in una condizione di inferiorità numerica, soprattutto rispetto a quello che la manualistica su questi argomenti decreta: mi ricordo ancora le parole di quel generale ucraino che era convinto che i russi non sarebbero mai entrati a Kiev perché il rapporto sarebbe dovuto essere di 1:7 fra “difensori” e “attaccanti” per essere in grado di rompere un assedio. Lo avevo anche riportato, in queste cronache. Eppure, pur essendo in inferiorità assoluta sono riusciti ad andare agli scontri in superiorità relativa. Un po’ quello che ci dicevamo qualche giorno fa. Mi hanno colpito queste parole, però:

Non dico questo per dimostrare che noi siamo eroi, ma perché penso che L’UCRAINA AVEVA TUTTE LE POSSIBILITA’ PER SBLOCCARE L’ASSEDIO DELLA CITTA’, E NON NE HA USATA UNA.
Я это говорю не для того, чтобы показать, какие мы герои, а для того, чтобы донести мысль: Украина имела все возможности для деблокирования города, но не использовала ни одну.

E ora invece glorifica “post mortem” i “suoi” squadristi ad Azovstal’ che sono ancora vivi. Creando una situazione surreale, ASSURDA, dove DA UNA PARTE c’è una città riprende a vivere, ritorna a vivere, e A FIANCO invece, A POCHI PASSI, rinchiusi dentro quello stabilimento, enorme, ma sempre uno stabilimento, ci sono gli squadristi, gli aguzzini che per otto anni hanno cercato di “de-russificare” una città abitata da cittadini di etnia russa e russofona, squadristi che non possono neppure uscire e alzare le mani ma devono, sempre nell’ottica criminale di Kiev, “immolarsi”. Altre migliaia di morti, non importa se in grigioverde, non importa se squadristi. Morti così, per un ordine di restare lì. Inutilmente e assurdamente. Ma qui facciamo tutti finta di niente, quindi...

Avanti così, avanti tutta: altri sette miliardi di dollari “aiuti” pagabili in comode rate…

Ma, tutto sommato, ai “kuratory” sta bene così. Se sta bene che restiamo senza gas, se sta bene che la nostra industria vada a rotoli, figurati cosa gliene importerà loro di milioni di persone che moriranno di fame e decine di migliaia di morti per ordini neanche sbagliati, ma proprio criminali e basta. Quindi, il Senato USA sta votando in fretta e furia un altro pacchetto di “aiuti”, sempre lend-lease, per altri sette miliardi di dollari. Che porterebbero (porteranno) il totale da saldare, sempre in comode rate, a QUARANTA MILIARDI DI DOLLARI. Ho paura che tra un po’ fisseranno di nuovo il golden standard e in casse di proiettili, non più in lingotti. Lo chiameranno… “bullet standard”?
https://t.me/WarDonbass/62563

Ancora sui Bayraktar-TB2

Aggiungiamo, infine, un dato sui Bayraktar-TB2. OTTANTA abbattuti in due mesi e mezzo, di quei 793 droni in totale. Anche se non sembrerebbe (per il numero), non sono gli aeroplanini da mezzo stipendio del centro commerciale. Nel Nagorno-Qarabagh hanno fatto stragi di soldati e hanno letteralmente seminato il panico sia nelle retrovie che sulla linea di fronte armena.
https://t.me/readovkanews/33366
Sono questa cosa qui, dal sito del produttore: 105 cavalli di motore, 12 metri di apertura alare, 2.2 m di altezza, 6.5 m di lunghezza, 27 ore di autonomia, 150 kg di ordigni e schifezze varie caricabili.
https://baykartech.com/en/uav/bayraktar-tb2/?msclkid=606328b6d04111ecb33b3df7c7265ba5
Van via come il pane perché, come abbiam già avuto modo di vedere, costano “solo” dai 2.5 ai 5 milioni di dollari (i turchi vogliono ammazzare il mercato…)
https://www.popmech.ru/weapon/1531423-kak-bayraktary-stali-hitom-pochemu-vse-govoryat-o-tureckih-bespilotnikah-bayraktar-tb2/
Per esempio, sempre dallo stesso sito imparo che un MQ-9 Reaper a stelle e strisce costa 30 milioni di dollari.
Vanno via come il pane ma, quel che è peggio, VANNO VIA IN CAMBIO DEL PANE, OVVERO DEL GRANO! E quando le scorte saranno finite, il raccolto di quest’anno se ne sarà andato, e in Ucraina ci sarà la FAME, cosa si inventeranno il regime di Kiev e i suoi kuratory?

“Dai a me che non sei capace!”: verso il superamento della “guerra per procura”

A Zaporozh’e sono arrivati i promessi AS-90: dei carri armati britannici in grado di lanciare proiettili da 155 mm
https://t.me/rybar/32414
Sono arrivati, insieme a “istruttori” britannici, ovvero CONDUTTORI in grado di portarli, visto che i tempi per l’addestramento sono talmente ridotti che, se andiamo avanti così, tra un po’ l’addestramento glielo faranno direttamente i russi sul posto.
https://t.me/rybar/32501
Oltre al pacchetto di carri armati, sempre a Zaporozh’e sono arrivati anche “istruttori” britannici e polacchi che PRENDERANNO DIRETTAMENTE IL COMANDO DELLE OPERAZIONI, visto che “il nemico è alle porte” e, se perdono Zaporozh’e, i russi dopo qualche giorno saranno a Kiev di nuovo, ma da sud (ibidem).

Gli ammutinati della 101°: un segnale da non sottovalutare

Qualcosa tuttavia, sottotraccia, si muove. Chiamiamola presa di coscienza, chiamiamolo istinto di autoconservazione. Fatto sta che i gruppi di difesa territoriale della 101° brigata, come abbiamo già scritto, anche se appena arrivati nelle retrovie, a farsi ammazzare proprio non ci vogliono andare. E pubblicano un video, dove dicono che non sono preparati, che molti di loro hanno problemi di salute, e non vogliono morire. E’ DA TRE GIORNI CHE SONO NELLE RETROVIE MA NESSUNO DEI LORO CAPI RIESCE A RISOLVERE IL “PROBLEMA”.
Secondo le loro parole, il gruppo di difesa territoriale è stato creato per presidiare posti di blocco nelle retrovie, non è previsto il suo coinvolgimento nel conflitto armato.
По их словам, соединение создано для охраны блокпостов в тылу и не предназначено для ведения боевых действий.
E’ UN DOCUMENTO MOLTO IMPORTANTE, PRESENTE IN QUESTI DUE LINK:
https://t.me/readovkanews/33366
https://t.me/anna_news/31571

Aggiornamenti a seguire.

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10/05 ore 08:00 aggiornamento

FRONTE EST


La carta più aggiornata a cura del collettivo Rybar
https://i.ibb.co/QKYnsHf/09-05-1-1.jpg
Cirillica, ma passo passo riusciamo a leggerla lo stesso (dati che seguono recuperati dall’analisi testuale qui sotto).
https://t.me/rybar/32498

Partiamo da nord ovest e teniamo d’occhio i segmenti colorati di colore più intenso (arancione, indicano gli avanzamenti). Appena sopra il primo segmento arancione c’è un “lampo”. Indica gli scontri a est di Čepel’, dove gli ucraini cercano ancora di sfondare, “a testa bassa”: l’unica tattica seguita finora, dall’inizio del conflitto fino alla disfatta dell’Isola dei serpenti di ieri. Se la mossa aveva ancora un senso fino a qualche giorno fa (tagliare e isolare le truppe russe a sud), per come si stanno mettendo ora gli eventi a sud di quelle posizioni diventa sempre più difficile comprenderla. Ma tant’è.

Per l’appunto, il segmento arancione subito dopo è Velikaja Kamyševacha, appena liberata. Se vediamo le carte, tornando al discorso di prima, loro avanzerebbero aldilà del Severskij Donec, che è un po’ il limite naturale di molte operazioni in questa fase del conflitto, con un CUNEO. Che spinge finché spinge, poi senza rinforzi (e in questo momento ce ne sono davvero pochi…) più si è spinto e più resta esposto ai fianchi. Dall’altra parte, invece, è tutto uno sconfinare sull’altra riva del fiume, quella controllata dagli ucraini fino a poco fa. E le flange cominciano a formarsi e le sacche a chiudersi.

Passiamo al centro e a LIMAN (ЛИМАН), nonostante divampino incendi paurosi, visibili dal satellite, un altro segmento è diventato arancione e il cerchio, sull’ultimo avamposto in quell’area aldilà della riva del fiume, si sta chiudendo.

Spostiamoci a est, seguendo sempre il fiume. Un’altra freccia indica un altro segmento arancione: Belgorovka (che è il riquadro poi anche ingrandito in basso a sinistra). Lì è evidente che il passaggio dall’altra parte del fiume, cui ieri è seguito un tentativo di contrattacco parzialmente riuscito, è per il momento il maggior pericolo per le ff.aa. ucraine. Cosa è successo: all’attraversamento è seguito il contrattacco ucraino, che martellando le postazioni appena acquisite è riuscito a fermare parzialmente l’attraversata, danneggiando peraltro anche il ponte galleggiante costruito dai genieri. Tuttavia, l’arresto verso sud ha provocato un allargamento della linea a ridosso del fiume già dall’altra parte. Dalle mie parti si usa il verbo “spantegare”, che vuol dire che di una macchia sulla tovaglia fai un disastro. Di fatto, le forze che sono riuscite ad attraversare si sono distribuite sia a ovest di Belgorovka (Serebrjanka), sia a est (da Šipilovka fino a Privol’e). Per le ff.aa. ucraine ributtarli indietro tutti sarà un problema da risolvere.

Se non lo risolveranno, gli converrà abbandonare Lisičansk e Severodoneck, e in fretta, perché la sacca. Dati confermati, è di OTTOMILA SOLDATI.

Proseguendo lungo il corso del fiume, infatti, da Nižnee stanno salendo e sono entrati a Toškovka, dove ci sono al momento scontri. Perdere quella, significa lasciarli andare dritti a Lisičansk da sud.

A Popasnaja, ieri non han fatto altro che girare i pezzi di artiglieria che han trovato e cominciare a martellare le postazioni sottostanti ancora, improvvidamente, in mano agli ucraini, a cui i superiori han dato l’ordine di tenere. Una cosa che non è possibile tenere neanche col doppio delle forze.

Aggiornamenti a seguire.

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09/05 19:20 aggiornamento

BILANCIO DI DUE GIORNI DI ATTACCHI FALLITI ALL’ISOLA DEI SERPENTI

Le marionette di Kiev cercano la vittoria sull’isola dei serpenti. Magari la troveranno prima o poi, chi lo sa. Finora, a oggi, hanno solo accumulato gravissime perdite. In due giorni si sono susseguiti attacchi a ripetizione, attacchi a testa bassa, senza criterio, tutti respinti. Peggio ancora, per le ff.aa. ucraine. Attacchi, questi, tutti contornati da lanci di missili alle basi di partenza scoperte grazie a tali attacchi. Un bilancio del genere, in termini di mezzi costosissimi e messi fuori uso per niente, non c’è stato neppure in fronti molto più caldi dove si combatte da settimane:
- 3 aerei Su-24
- 1 aereo Su-27
- 3 elicotteri Mi-8 con squadre di parà a bordo
- 1 elicottero Mi-24
- 29 droni, di cui 8 BAYRAKTAR TB-2 (4 abbattuti solo oggi)
- 3 navi da sbarco “Kentavr” solo ieri
- oltre 70 soldati (quelli accertati).
https://t.me/boris_rozhin/47898
https://t.me/rybar/32479
A questo, aggiungiamo gli hangar individuati grazie a questi attacchi e messi fuori uso a Odessa e dintorni, ivi compreso il loro contenuto: nella sola Arciz (aeroporto militare), 6 elicotteri Mi-8 e un aereo Mi-24. Seguiranno ulteriori aggiornamenti.
https://t.me/rybar/32481

LADRI DI GRANO

Intanto, continuano a rubare il grano al loro stesso popolo per comprare armi.
Colonna di camion ribaltabili per trasporto cereali in coda direzione Giurgiulești, porto moldavo sul Danubio.
https://t.me/rybar/32460

E, finché possono, concentrato di carbone dal Donbass (Concentrati bruciati per il riscaldamento in caldaie a vapore e nelle centrali termoelettriche) come se non ci fosse un domani (anche perché il domani per questi traffici sarà molto incerto…): 10 convogli son riusciti a partire dal 26/04 a oggi per il confine ovest del Paese, e da lì in Europa.
https://t.me/rybar/32461

Sinceramente, dispiace per il carbone, ma dispiace di più per il grano. Perché il primo non si mangia e questi sono i dati che il secondo potrebbe contrastare attivamente:
Link permanente del World Food Program, anzitutto:
https://www.wfp.org/publications/situation-report-ukraine

E questo è il link al report più recente (07/05)
https://api.godocs.wfp.org/api/documents/c57cf2ff71224969b201812b547b67ca/download?_ga=2.54752619.1311097751.1652103475-1035940546.1652103475

Dove le cifre che colpiscono sono:

3.46 million (cumulative) conflict-affected people assisted by WFP
10.2 million people in need for food and livelihood assistance
(UN Flash Appeal, April 2022)
10 milioni e 200.000 persone bisognose di cibo e assistenza. Di cui il WFP arriva ad assisterne 3 milioni e 460.000.

Infine, QUEL grano esportato ERA PREVISTO ANCHE verso Nord Africa e Medioriente. Ora, la Germania in testa e altri Paesi europei si stanno accaparrando tutto. E l’Africa? E il Medioriente? Siamo in presenza di una nuova speculazione che avrà come oggetto il grano?
https://ukraina.ru/news/20220509/1033934957.html

“DI NUOVO COME UN TEMPO...”

Celebrazioni del 9 maggio, scene dalle manifestazioni:

- A Mariupol’
https://t.me/readovkanews/33300
https://t.me/boris_rozhin/47791
In questa peraltro si mettono a confronto Mariupol’ 2014 + 2022
https://t.me/boris_rozhin/47864

- A Melitopol’
https://t.me/readovkanews/33293
https://t.me/boris_rozhin/47761

- A Cherson
https://t.me/boris_rozhin/47775

- A Berdjansk
https://t.me/boris_rozhin/47760

- E persino a Izjum, ancora sotto il fuoco dell’artiglieria ucraina
https://t.me/rybar/32445

- E a Odessa un messaggio che correva fra i canali Telegram russi, Odessa dove è passibile di pestaggio, ad andar bene e dal massacro del 2014 e relative, successive, “rese dei conti”, uscire il Nove Maggio con “la georgievskaja lentochka” (il nastro a strisce prima onorificenza e ora simbolo del Bessmertnyj polk, del “reggimento immortale”, iniziativa dove i figli, i nipoti e i bisnipoti scendono in piazza con il ritratto dei loro parenti che hanno combattuto nell’Armata Rossa):
“Buona festa della Grande Vittoria del popolo sovietico nella II Guerra Mondiale! E anche se ci tengono chiusi in casa, non ci cancelleranno mai la memoria! E la giustizia sicuramente trionferà! Dalla russa Odessa un inchino profondo a chi forgerà la Vittoria futura!”
"С Днём Великой Победы советского народа в Великой Отечественной войне! И пусть нас в Одессе заперли по домам, память не сотрёшь! И справедливость обязательно восторжествует! Низкий поклон всем кующим грядущую Победу из русской Одессы!”
https://t.me/mig41/17192

È su quest’ultimo messaggio che mi vorrei soffermare. “ORA COME ALLORA” un filo rosso che unisce passato e presente, qualcosa ne sappiamo anche noi: “Di nuovo come un tempo / sopra l’Italia intera / fischia il vento e infuria la bufera”.

Opolchenochka ("Ополченочка", Lugansk, 2021, "Miliziana") è un film dell’anno scorso: LA VICENDA DI TRE DONNE, tre percorsi COMPLETAMENTE diversi, TRE DESTINI CHE SI INTRECCIANO CON LA TRAGEDIA DELLA GUERRA NEL DONBASS. TRE LUTTI, CHE FANNO SI CHE, nell’estate 2014, FORMINO LA PRIMA SQUADRA DI DONNE CARRISTE LNR. Un film triste, di orgoglio, di tragedia e di riscatto. E’ in russo, purtroppo, anche se integralmente disponibile.
https://www.youtube.com/watch?v=LfUWaPKKGiU

Ebbene, a 1:43:25
Durante una tavolata dove i capi delle milizie si trovano a cena, uno di loro imbraccia la chitarra e canta “Den’ Pobedy”.
Ovvero questa canzone, di Lev Leschenko, composta e incisa per il Trentesimo della Vittoria (1975), quindi neanche risalente alla guerra stessa.
https://www.youtube.com/watch?v=cHo2skHHi_g

Un esempio, per mostrare questo continuo alimentarsi, questo solido filo rosso che unisce passato e presente. Noi non lo capiamo e non possiamo capirlo. Non abbiamo avuto venti milioni di morti, non abbiamo subito assedi a Leningrado per 4 anni, non abbiamo perso e ripreso, pezzo a pezzo, Stalingrado. Oggi a malapena ci ricordiamo, del 25 Aprile. Nel mio paese son più quelli come me che tengono in mano il gonfalone di qualcosa che quelli che partecipano e basta, quando dovrebbe essere, e di gran lunga, il contrario! Un paese che la Resistenza l’ha fatta, peraltro, con vie intitolate ai suoi partigiani.

Lì non è così. E non lo è in ogni senso. Oggi nella sola Mosca, col ritratto dei loro parenti soldati nell’Armata Rossa, sono scesi in piazza in un milione.
https://t.me/boris_rozhin/47888

Ora l’onda anomala è tornata. Anomala perché nessuno a Kiev, a Bruxelles o a Washington se la aspettava. Ma chi per otto anni ha mangiato amaro, la aspettava, eccome se l’aspettava. “My dol’go vam zhdali”, era la frase che risuonava nei video dei civili che andavano incontro ai soldati russi e alle milizie del Donbass: “Era da tanto che vi aspettavamo”. E suonava più come un rimprovero che come un complimento.

Ecco allora che quello che, a mio avviso, Zelenskij e sodali temono di più, sembra si stia verificando. UNA STORIA CHE SI RIPETE, E QUESTA VOLTA NELLA REALTA' E, SOPRATTUTTO, NON COME FARSA O "NARRAZIONE": NON SI TRATTA QUINDI,
- SOLO CHE I SOLDATI RUSSI E DEL DONBASS RIPRENDANO LA SIMBOLOGIA DI 77, 80 ANNI FA,
- O SOLO CHE LA ESIBISCANO E SI DICHIARINO EREDI DEI LORO NONNI E BISNONNI,
- MA CHE AVANZINO, GIORNO DOPO GIORNO, CAMPO DOPO CAMPO, VILLAGGIO DOPO VILLAGGIO, CONCRETAMENTE, REALMENTE, COME I LORO NONNI E BISNONNI.
- CHE SI COMPORTINO, CONCRETAMENTE, REALMENTE, CON I CIVILI COME I LORO NONNI E BISNONNI; PARENTI CHE, TRA L'ALTRO, SONO GLI STESSI, IDENTICI PARENTI PER ENTRAMBI; LA RADICE COMUNE SIA DEI SOLDATI CHE DEI CIVILI STESSI.
- CHE NEI POPOLI DEL SUD DELL’UCRAINA SI CREI, prima più tacitamente, poi sempre più apertamente, LA STESSA ASPETTATIVA CHE ESISTE ORA NEI POPOLI DEL DONBASS E CHE ERA LA STESSA CHE PROVAVANO LE LORO NONNE E BISNONNE QUANDO SENTIVANO LE NOTIZIE DELL'AVANZAMENTO DEI "LORO".

Aggiornamenti a seguire, salvo notizie rilevanti, domattina.

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09/05 ore 12:30 Aggiornamento

Il BLOCCO LISICHANSK+SEVERODONECK E’ OPERATIVAMENTE ACCERCHIATO


Truppe russe hanno passato il Severskij Donec all’altezza di Belogorovka (cartina qui sotto, la città in alto sottolineata in rosso)
https://t.me/boris_rozhin/47774
La città sottolineata più sotto è Nizhnee
Le due città in grassetto fra le due città sottolineate sono Lisichansk e Severodoneck

“Accerchiamento operativo” significa che, anche senza esserci ancora fisicamente arrivato con truppe, pezzi, posti di blocco, eccetera, già da dove sono con l’artiglieria esercito il controllo sulle vie di accesso (in questo caso, la strada gialla a sud di Belogorovka e la strada gialla a ovest di Nizhnee).
https://t.me/wargonzo/6895
ATTENZIONE: stiamo parlando, a meno di un fuggi fuggi generale non da escludere, di una SACCA DA OTTOMILA SOLDATI.
Peraltro, quella che si vede a malapena sotto, sottolineata in rosso sul margine inferiore della mappa, è Popasnaja, che ora è in mano delle milizie del Donbass e dei russi e che consente di controllare operativamente DA SUD la stessa strada che è controllata DA NORD dai russi che hanno sfondato a Belogorovka. Vedremo gli sviluppi.

Intanto, i “rinforzi” provenienti da OVEST, i gruppi di difesa territoriale mandati al fronte, si sono già ribellati ai loro capi che li volevano spedire in bocca al nemico.
In particolare, stiamo parlando della 101° brigata di difesa territoriale. Appena arrivata a Konstantinovka, a ovest di Popasnaja, i loro superiori, sia per impreparazione, sia per scarsa motivazione, sia per gli attacchi missilistici che avevano appena colpito la loro caserma, hanno smembrato la brigata e ne hanno trasferito le parti su vari punti nelle retrovie, sotto il comando della 25° delle ff. aa. Ucraine.
https://t.me/rybar/32426

Aggiornamenti a seguire.

 

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9 Maggio 2022

Buona Festa della Vittoria a tutti! С Днем Победы!


Senza quegli oltre venti milioni di morti, a quest’ora non ci sarebbe stata la giornata di ieri e neppure quella bella giornata di fine aprile, prima dopo due anni di chiusura forzata per covid. D’altronde, come ha riconosciuto anche Wali, il mercenario canadese d’élite, cecchino portato su un palmo di mano dai media nazionali e ucraini, manco fosse l’arma segreta tanto agognata, salvo poi tornarsene a casa con la coda fra le gambe e con tutt’altra idea rispetto a quella che aveva durante il viaggio di andata, « La guerre, c’est une déception terrible ».
https://www.lapresse.ca/actualites/2022-05-06/retour-du-tireur-d-elite-wali/la-guerre-c-est-une-deception-terrible.php
E detto da uno non di primo pelo, ma che dal 2002 ha girato Afghanistan, Siria, Iraq, fino a “vedere la luce” non durante una messa gospel con James Brown a celebrare, ma sulle sponde del Don, la cosa assume un certo spessore:
https://t.me/rybar/32348

E a noi, gli stessi cinegiornali luce che ultimamente tanto parlano dei “fake russi”, è da due mesi che non fanno altro che ripetere quelli fabbricati ogni giorno a Kiev, incessantemente, come mantra che rimbalzano da una parte all’altra dell’etere, amplificandosi di volta in volta. Con la differenza che i mantra veri, uniti ai mudra creano, nell’intenzione del fedele indo-buddhistico, non solo una comunione di intenti fra Soggetto e Oggetto, ma modificano entrambi. Qui, per quanto girino sulla rete, per quanto occupino tutti gli spazi vitali dell’informazione, ormai restano lettera morta fra sempre più persone, scettiche ormai su tutto (il che, peraltro, non è neppure un bene...), dopo due anni di dittatura pandemica dell’informazione, funzionale all’ulteriore giro di vite dei rapporti di classe in atto e alla ristrutturazione capitalistica in corso.

FRONTE EST

Un’intera brigata sembra si sia ritirata da Lisičansk.
https://t.me/rian_ru/162354
Questo significa che presto il “blocco” Lisičansk-Severodoneck dovrebbe cedere. Avrebbe ceduto comunque, restava da capire se come Mariupol’ o come Melitopol’. Sembrerebbe più probabile, da queste scarne informazioni, la seconda ipotesi. Vedremo nel corso della giornata se la notizia corrispondeva al vero.

Nella linea di fronte sopra Mariupol’, la linea di fronte è avanzata di due paesi nella provincia di Volnovacha. Anche lì, qualche cedimento.
https://t.me/readovkanews/33253

Per il resto nulla di nuovo al momento.

Omissis

Ieri la prima frase citata dal Sunzi, quella della guerra come “Dao dell’inganno”, è sì il “penultimo paragrafo” (dipende comunque sempre da quale testo si ha davanti, visto che all’epoca non esistevano paragrafi e punteggiature…), ma del “capitolo primo”. Già che ci sono, torno sul lavoro di ieri per sottolineare un punto, che forse non è apparso chiaramente e di cui, come di tutti i refusi, frasi lasciate a metà, eccetera, chiedo scusa (putroppo scrivo “quando posso e come posso”). Quando scrivevo sul fatto che a mio avviso i russi fossero “andati oltre”, intendevo l’andare oltre la semplice applicazione della regoletta, IL RICORSO AL SEMPLICE STRATAGEMMA, tipo “III Stratagemma” dei “Trentasei” famosi: “Uccidi con la spada presa a prestito” 借刀殺人 (pardon, ho “svelato” una tattica NATO di cui ormai solo i cinegiornali luce non si sono accorti… ). Intendevo ipotizzare che in un preciso contesto storico e in una precisa situazione di conflitto, la STRATEGIA COMPLESSIVA ADOTTATA SIA STATA, DI FATTO, MOLTO SIMILE A QUELLA STRATEGIA DESCRITTA: il movimento, il mantenimento dell’iniziativa, il pieno contro vuoto, la forma (della linea di fronte e della composizione organica delle truppe dietro di essa), afferiscono a un disegno generale i cui contorni si avvicinano molto a quanto mi trovai all’epoca da leggere e tradurre. Semplice coincidenza, prima o poi si arriva tutti, per vie traverse, alla stessa conclusione, certamente può essere, anzi sarà sicuramente così. Ma a me questo aveva fatto venire in mente.

Forse perché quando un essere antropomorfo si trova a comandare un altro essere antropomorfo e non intende buttarlo semplicemente in un tritacarne per fare un favore a un altro essere antropomorfo, si pone le stesse domande.

Aggiornamenti a seguire.

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Il Sunzi bingfa (孙子兵法) e la strategia russa di questi primi due mesi

Il Sunzi bingfa, da noi conosciuto come “L’arte della guerra”, forse sarebbe meglio tradurlo come “La grammatica della guerra (del maestro Sun)”. Fa 法 è la “legge”, il codice delle regole da adottare e delle misure da intraprendere nelle varie situazioni di conflitto entro cui ci si può trovare. Testo risalente a circa duemilasettecento anni fa, in un periodo abbastanza turbolento per il Paese di mezzo.

Testo che mi è venuto in mente molte volte, dovendolo studiare prima per la mia Tesi di dottorato in riferimento alla guerriglia maoista e a un grande dirigente militare, il generale Zhu De 朱德, che fra il 1927 e il 1928 diede forma compiuta a una tattica millenaria cinese, intuita a suo tempo anche dalle nostre parti da un certo Quinto Fabio Massimo, e non solo:
敌进我退, il nemico avanza, noi ci ritiriamo
敌驻我扰, il nemico si accampa, noi lo tormentiamo
敌疲我打, il nemico è stanco, noi lo attacchiamo
敌退我追. il nemico si ritira, noi lo bracchiamo.
(Cfr. Agnes SMEDLEY, The Great Road: The Life and Times of Chu Teh, Monthly Review Press, New York, 1956, pp. 219–220, 229))

Ebbene, in un mio lavoro di qualche vita fa, accennavo proprio al fatto che comunque la primogenitura di questa espressione fosse da attribuire a un pensiero millenario che trovava una sua forma scritta nel Sunzi Bingfa. E che poi un generale l’avesse fatta stare in 16 caratteri in tutto (十六字诀, come poi fu canonizzata e attribuita a Mao), era, di fatto, secondario. È come disputare su chi ha inventato il dribbling o la triangolazione nel giuoco del calcio.

“La guerra è il Dao dell’inganno” 兵者,诡道也。

Così il penultimo paragrafo del Sunzi Bingfa, che prosegue:
“Così , quando sei capace, fingi di non esserlo, 故能而示之不能,
quando sei operativo, fingi di non esserlo. 用而示之不用,
Se sei vicino, fingi di essere lontano, 近而示之遠,
Se sei lontano, fingi di essere vicino.” 遠而示之近。

Qui la logica di opposizione binaria semplice, finora esposta, lascia il campo a un pensiero che porta, come è facile notare, al sopra esposto Zhu De.
“Se il nemico cerca il vantaggio (li 利), getta l’esca per ingannarlo. 利而誘之
Se il nemico è nel caos, attaccalo 亂而取之
Se è potente, stai in guardia 實而備之
Se è in superiorità, evitalo 強而避之,
Se è già infuriato, fallo uscire dai gangheri 怒而撓之,
Appari debole così da aumentare la sua superbia 卑而驕之,
Se le sue forze sono fresche, logoralo 佚而勞之,
Se ha alleati, separalo da loro. 親而離之。
Attaccalo quando non è pronto, 攻其無備,
Compari quando meno se lo aspetta” 出其不意,

Che dire...il pensiero militare millenario cinese è intriso di considerazioni analoghe a queste. I russi, nell’attaccare simultaneamente su tre fronti un Paese grande il doppio dell’Italia in condizioni di totale inferiorità numerica, nel raggiungere in due giorni le porte di Kiev e, dopo aver ottenuto l’obbiettivo prefissato, in altrettanto poco tempo abbandonare non solo la capitale ma l’intero fronte Nord, quindi redistribuire GLI STESSI uomini e mezzi lungo un’altra configurazione, completamente diversa da quella di pochi giorni prima, e risolvere situazioni che si trascinavano da due mesi, hanno dimostrato di conoscere e applicare non solo i principi di quella che Ritter chiama “guerra di manovra”. La mia impressione è che si siano spinti molto oltre.

Il vuoto e il pieno 虛實

Nel capitolo V troviamo questa espressione. “Un’operazione militare che ha forza, è come una pietra che colpisce un uovo: si tratta di VUOTO e di PIENO” 兵之所加,如以碬投卵者,虛實是也。

È il capitolo dedicato all’impeto, allo shi 勢. L’impeto è proprio l’effetto di quella pietra scagliata contro un uovo. Il successo di uno scontro è tutto qui, quanto nel mio scontro incontrerò un uovo e non un’altra pietra ovvero quanto impeto riuscirò a imprimere alla mia azione.

Torniamo a questi due mesi. In pochi casi i russi si sono messi a fare “pietra”contro “pietra”: Mariupol’, Avdeevka, Popasnaja. Non me ne vengono in mente altri. Tutti e tre di importanza strategica vitale: la prima per assicurare la via di terra alla Crimea, la seconda e la terza per scardinare l’intera linea difensiva del Donbass. Nessuna Abnutzungskrieg, nessuna “guerra di logoramento”, checché ne pensino i cinegiornali luce locali, abituati da trent’anni di guerre NATO fatte a suon di bombardamenti a tappeto, bombe all’uranio impoverito per settimane ed esercito di terra catapultato a raccogliere i cocci. Non è che se una cosa non è così, e non è neppure il Blitzkrieg, la guerra lampo, allora basta, c’è solo il pantano del “logoramento”.

Per gli ucraini, che han mandato per due mesi uomini e mezzi a morire e distruggersi nel tritacarne russo, lo è stato indubbiamente. Ma questo è accaduto perché il regime fascistoide di Kiev ha assecondato in tutto e per tutto i suoi kuratory, che non si sono fatti scrupoli nel considerare un intero popolo carne da cannone, dai civili usati come ostaggi nelle case popolari dei combattimenti casa per casa, a migliaia di uomini mandati all’assalto davanti alle bocche di fuoco del nemico.

Capitolo VI, interamente dedicato al “vuoto” (xu 虛) e al “pieno” (shi 實), dove si dice chiaramente:
“Anche se un nemico è numericamente superiore, lo si può portare in condizione di impotenza” 敵雖眾,可使無鬥

E poco prima esplicita il concetto come segue. Al primo posto il segno xing 形, “formare”, “dare forma”: “E così, PORTARE IL NEMICO AD ASSUMERE LA FORMA (la configurazione ) VOLUTA e restare noi stessi SENZA FORMA (wu xing 無形), restare noi concentrati e frazionare il nemico, NOI UNITI COME UNO e IL NEMICO DIVISO COME DIECI, e allora SAREMO NOI DIECI CONTRO UNO nei confronti del nemico. Allora saremo noi in tanti (il “PIENO”, NdT) e il nemico in pochi (il “VUOTO”, NdT). E se noi potremo attaccare il nemico RIDOTTO COSI’, CON TALE GRANDE FORZA, il nemico sarà nostra preda da tutte le parti.”
故形人而我無形,則我專而敵分,我專為一,敵分為十,是以十攻其一也。則我眾而敵寡,能以眾擊寡,則我之所與戰者,約矣。

E torniamo a questi due mesi di scontri. In tutti gli altri casi i russi hanno cercato la superiorità relativa, non essendo in quella assoluta. HANNO PORTATO gli ucraini ad ASSUMERE LA FORMA da loro voluta, hanno deciso loro dove e come attaccare, hanno disegnato loro la linea di fronte su cui hanno obbligato il nemico a confrontarsi. Quando non serviva più, l’hanno fatta sparire. Come l’intero fronte nord.

E per quanto riguarda Charkov, abbandonata di punto in bianco per assestarsi intorno alla città, a otto km dalla linea di confine, quindi con una penetrazione minima in quel punto, un cuscinetto, mi è venuto in mente quello che nel weiqi 围棋, un gioco da tavolo cinese, si dice: “Piuttosto che cercare di mantenere in vita posizioni deboli, è meglio abbandonarle e acquisire nuove posizioni forti” (与其恋子以求生,不若弃子而取势。).

Non so come andranno i prossimi sviluppi. Nessuno ha la sfera di cristallo. Ma leggere questi due mesi e mezzo di conflitto armato con questa chiave di lettura, mi è servito a chiarirmi molte cose.

FRONTE EST

Nessun mutamento sostanziale della linea di fronte rispetto all’ultimo aggiornamento.
Carta aggiornata:
https://i.ibb.co/5sJRNCr/08-05.jpg

L’ingrandimento riguarda Popasnaja appena espugnata, dove si stanno raggruppando le truppe per un’ulteriore progressione. Verso nord o verso ovest lo scopriremo presto.

Più a EST è possibile vedere come la presa di Nižnee consenta un’ulteriore avanzamento verso nord a Lisičansk, così come ormai Severodoneck sia completamente circondata sui tre lati e abbia proprio in Lisičansk il proprio “polmone” oltre che via di fuga.

Aggiornamenti a seguire domani.

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08/05 ore 12:00 aggiornamento

FRONTE SUD


Questa volta iniziamo da sud, dove ormai recupero notizie di più “pace” che di “guerra”. È così oppure è soltanto una tregua? Né la prima, né la seconda. È, purtroppo, ancora guerra. Ma una guerra “congelata”, se così si può dire.
https://t.me/rybar/32353
Questa è la carta aggiornata.
https://i.ibb.co/8Xz6fwG/07-05-1.jpg
I russi tengono “congelate” le loro posizioni da oltre un mese. Lo stato maggiore ucraino ci ha messo un po’ a capirlo e ora sta raggruppando forze per una “vera” controffensiva, non quelle farlocche che sfruttano carne da macello a disposizione per fare qualche filmato da dare in pasto ai “piar” (pronuncia anglofona di PR) di Kiev e poi tornare indietro.

Qui non si tratta più di addetti alle pubbliche relazioni, ovvero propagandisti. Qui lo stato maggiore ucraino vuole fare sul serio. Per due buoni motivi:
1. sfruttare la concentrazione totale dei russi nel Donbass per riportare a casa fette di territorio, come fatto a Charkov e dintorni;
2. costringere, alla peggio, i russi a dislocare un maggior quantitativo di risorse DISTRAENDOLE dal Donbass, dove dopo la caduta di ieri di Popasnaja le cose nel breve periodo non possono che peggiorare.
Negli scacchi si direbbe una “forchetta”: in ogni caso ti mangio un pezzo. Formalmente è così, ma potrebbe non esserlo nella prassi.

Torniamo a quella cartina. Il fronte disegnato dai russi (e unicamente dai russi, che mantengono ovunque da due mesi l’iniziativa tattica) si sviluppa lungo una lunga diagonale. Gli ucraini intendono premere a Sud-ovest, a partire dall’ultima città in basso a sinistra nella carta, dove hanno già provato a sfondare. Senza successo e con gravi perdite.

Ritorniamo alla linea di fronte: da manuale, senza punti scoperti attaccabili da più fronti, per oltre un terzo (e più metà che un terzo, a ben vedere) disegnata lungo la riva di un fiume. Vicina quanto basta a Nikolaev per un’eventuale fase successiva, così come a Zaporož’e.

In questa situazione, dove la maggior parte delle risorse è dislocata tutta al FRONTE EST, ci si limita a controllare. Gli ucraini si raggruppano? Li individuano e li disperdono con attacchi missilistici mirati. Si raggruppano e fanno in tempo ad attaccare, ci si difende. Colonne di blindati sono presenti nelle retrovie, pronti a intervenire per ripristinare un’eventuale superiorità tattica nei punti di sofferenza. Andrà avanti così fino al completamento delle operazioni dell’intero Donbass.

Nel frattempo, si tolgono bandiere, si passa al rublo, si aprono vie commerciali, si legano le infrastrutture locali ai gestori del sud, eccetera: SI CREA EX NOVO UNO SPAZIO ECONOMICO, SOCIALE, CULTURALE orientato verso SUD (Crimea) e verso EST (Donbass + Russia). Un processo che, a ogni giorno che passa, assume sempre più i caratteri di irreversibilità. E alle ff.aa. ucraine non resta che ricorrere alle ritorsioni e alle rappresaglie: taglio di luce, gas, telefono (internet), lanci missilistici a distanza (e a casaccio), terrorismo, psicologico e non. Misure che non fanno altro che approfondire la frattura socioeconomica esistente fra SUD e NORD del Paese, un SUD che ormai si sente più parte dello stesso spazio condiviso con l’EST.

Nulla ancora di rilevante pervenuto sugli altri fronti, in termini di movimenti, attacchi o avanzamenti. A Popasnaja prosegue l'attività di bonifica della città e di messa in sicurezza.

Aggiornamenti a seguire stanotte.

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Guerra in Ucraina - Paolo Selmi - SinistraInRete :
https://sinistrainrete.info/2-non-categorizzato/22954-provvisorio3.html