giovedì 30 giugno 2022

Svezia e Finlandia si allargano e Kaliningrad si restringe...

 

Putin: «risponderemo a minacce NATO»

La Russia risponderà allo stesso modo se la Nato dispiegherà truppe e infrastrutture in Finlandia e Svezia dopo che si saranno unite all'alleanza militare guidata dagli Stati Uniti, ha affermato il presidente Vladimir Putin.

«Svezia e Finlandia vogliono unirsi alla NATO? Che lo facciano», ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin alla tv di stato, aggiungendo: «devono capire che prima non c’era alcuna minaccia, mentre ora se contingenti militari e infrastrutture saranno dispiegati, dovremo rispondere in modo simile e creare eguali minacce».

Ciò vuol dire che alla presenza militare NATO nei confini orientali, che passeranno a 2600km (dai 1300 attuali) con l’entrata di Finlandia e Svezia nell’Organizzazione, si affiancherà quella russa. Durante il vertice di Madrid, i membri NATO hanno annunciato che le forze di pronto intervento passeranno da 40000 a 20000 unità, da dispiegare a rotazione soprattutto sul fianco orientale europeo."

Intanto a Kaliningrad...  "un nuovo focolaio di tensione sembra accendersi sulll’Europa: la Lituania, infatti, ha deciso in via unilaterale di istituire un blocco ai danni di Kaliningrad, enclave russa sul Mar Baltico. Più i russi rafforzano la presa sul Mar Nero, maggiore diventa la pressione delle potenze marittime anglosassoni a settentrione"... 




mercoledì 29 giugno 2022

Kremenčuk. Ennesima montatura del romanziere zelensky...

Dal 25 al 27 giugno 2022

Ennesima montatura ucraina: Kremenčuk è stato colpito un deposito e una fabbrica di manutenzione di armi, non un centro commerciale con mille civili dentro.


Questo video, girato con un drone di notte, mostra chiaramente che l’attacco è avvenuto dove ancora ci sono le fiamme, ovvero DIETRO all’ex-centro commerciale divenuto poi magazzino - 
https://t.me/WarDonbass/70766 - e che il calore sprigionato da questo primo incendio, ancora non domato nel corso della notte, si è poi trasferito al deposito. Che è quello che sostengono anche i testimoni sul posto, parlando di un intervallo di circa 10-15 minuti fra il primo incendio e il secondo.
https://t.me/boris_rozhin/55400

E che è quello che sostiene anche il Ministero della Difesa russo nella sua comunicazione ufficiale:
la fabbrica stoccava armi occidentali destinate al fronte e per questo è stata colpita, mentre l’ex-centro commerciale era diventato da mesi un magazzino per stoccare quanto non riusciva più a stare nella fabbrica stessa.
https://t.me/boris_rozhin/55391
https://t.me/WarDonbass/70785



KREMENČUK - 27 giugno 2022 La montatura  ucraina comincia così...

Ogni giorno il suo “crimine di guerra”. Un centro commerciale, questa volta, l’“Amstor” di Kremenchuk: prime immagini, primi comunicati nel pomeriggio, ci sarebbero mille persone dentro.

Ma prima di sentire le versioni ufficiali, sono le stesse foto, le prime tra l’altro, riprese dall’ANSA, a mostrare le prime incongruenze rispetto a quanto dichiarato.

Primo: perché l’area antistante al centro commerciale è praticamente vuota? Le persone sono pochissime, le macchine ancora meno.

Uno potrebbe obbiettare: è successo prima. Bene. All’alba delle sette di sera, spunta un video, l’unico, ripreso da tutti. Attenzione, NON DA UN CITTADINO QUALUNQUE, MA DAL CONSIGLIERE DEL MINISTERO DELL’INTERNO ANTON GERAŠČENKO.
https://www.unian.net/war/udar-po-tc-v-kremenchuge-poyavilos-video-iznutri-kak-lyudi-pytayutsya-spastis-novosti-vtorzheniya-rossii-na-ukrainu-11881851.html?utm_source=unian&utm_medium=read_more_news&utm_campaign=read_more_news_in_post

Ovviamente anche dall’ansa che non aspettava di meglio
https://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2022/06/27/ucraina-il-mall-di-kremenchuk-in-fiamme-un-uomo-scappa-correndo-tra-le-macerie_5b47c1c0-dfe6-47dd-afaf-73bd1cf3e413.html

Un video discutibile, visto che mostra gli ultimi passi verso l’uscita di un uomo in calzoni corti… in piena solitaria e, uscito, trova… il nulla ad attenderlo. Oltre a questo, niente. Ma in una situazione del genere, chiunque abbia mai fatto anche solo una prova di evacuazione seria, sa che in un caso del genere, in un centro commerciale, ma anche in un semplice supermercato, o in un qualsiasi evento pubblico, dove si crea panico, ressa, calca, sa che il quadro, lo scenario che si presenta ai soccorritori, è decisamente DIVERSO. Gente a terra, o che corre di qua e di là, panico, dolore. Si crea un cordone, si presta soccorso. Niente, nulla di tutto questo.

Anche qui, siamo TUTTI, ricchi e poveri, tutti con un telefonino in mano, tutti social, e neanche un canale soltanto, ma due o tre, e nessuna immagine dall’interno del centro commerciale, o dell’evacuazione di massa, o del parcheggio pieno che si svuota nell’ammasso di un ingorgo in uscita, con conseguente intralcio dei soccorsi. Niente. Solo quel video girato da GERAŠČENKO.
https://t.me/rybar/34465

Sono le 24:00 e sono sul sito dell’UNIAN, l’ansa ucraina, non c’è nulla rispetto a quanto già presente SEI ORE PRIMA.
https://www.unian.net/war/udar-po-tc-v-kremenchuge-v-opu-nazvali-predvaritelnoe-kolichestvo-ranenyh-est-pogibshie-novosti-vtorzheniya-rossii-na-ukrainu-11881854.html

IN TUTTI I FILMATI, inclusi quelli qui sotto, sempre della UNIAN, che riprendono poi quelli già in giro, nulla di nuovo, SI VEDE SOLO UN’AMBULANZA (peraltro in un canale russo).
https://rusvesna.su/news/1656339514

Solo pompieri, curiosi che filmano a distanza ravvicinata, MILITARI CHE NON LI ALLONTANANO, che passano come se nulla fosse. IN UN CENTRO COMMERCIALE, IMMAGINI CON QUASI TUTTI UOMINI, POCHISSIME DONNE, NESSUN BAMBINO. Surreale, è il primo aggettivo per descrivere questa ennesima rappresentazione di una tragedia.
https://www.unian.net/war/kolichestvo-zhertv-nevozmozhno-predstavit-zelenskiy-pokazal-video-s-mesta-prileta-v-kremenchuge-novosti-vtorzheniya-rossii-na-ukrainu-11881815.html

Peraltro, i civili col telefonino in mano CI SONO, si vedono (per esempio, l’ultimo filmato di questa serie, in apertura filmato, il signore con la maglietta bianca sulla sinistra)
https://t.me/rybar/34465
ma anche questo, dal parcheggio a fianco:
https://t.me/s/SergeyKolyasnikov

EPPURE, nessuna immagine di tenore diverso da quelle che girano. SEMPRE LE STESSE. Dopo OTTO ore che un centro commerciale che si vorrebbe occupato da mille persone è andato completamente in fiamme. Un incendio sviluppatosi in un area di 10.300 kmq
https://www.bfm.ru/news/503222

Tra l’altro, uno dei miei primi pensieri è stato che è stato anche un bene che non ci sia stato un parcheggio pieno. Il mio ricordo va all’onda di calore sviluppata dalle fiamme nel 2018 in tangenziale a Bologna, per chi se lo ricorda o come me l’aveva passata pochi giorni prima:
https://www.youtube.com/watch?v=_xC7tPv158A
https://www.youtube.com/watch?v=qr3rZUuiCRk
E lì ad andare a fuoco era stata “solo” un’autocisterna.

Torniamo sul pezzo. DOMANI IN UCRAINA E’ FESTA NAZIONALE: 28 GIUGNO, FESTA DELLA COSTITUZIONE. IL GIORNO PRIMA DI UNA FESTA NAZIONALE UN CENTRO COMMERCIALE HA UN PARCHEGGIO PRATICAMENTE VUOTO.

Le macchine la benzina la fanno. Partiamo da questo presupposto. Questa immagine è stata scattata ieri a Kremenčuk, qualche macchina c’è. E anche più di qualche macchina.
https://transphoto.org/photo/1630203/

Evidentemente, all’interno dell’edificio non c’erano mille persone dentro. Questa forse, e per fortuna, è l’unica cosa certa: questo è quanto pensavo tra me e me ancora stasera.

Arriva infine la “spiegazione” delle ff.aa. ucraine. Non sono Kalibr (anche perché nessun kalibr lanciato contro un centro commerciale si limiterebbe a un danno dieci morti...), ora sono missili lanciati da aerei russi.
https://t.me/WarDonbass/70724
Aerei che si sarebbero alzati APPOSTA in volo dalla Russia per colpire, con due razzi X-22… il centro commerciale di Kremenčuk!

Due razzi colpiscono un centro commerciale… e le pochissime macchine parcheggiate fuori… hanno pure i vetri intatti e la carrozzeria intonsa!
https://t.me/voenkorKotenok/37906

Qualcuno che di razzi qualcosa ne capisce, si chiede come sia possibile, si chiede se più che razzi da fuori (nessun cratere, nessuna esplosione) non sia stato piuttosto un incendio appiccato dall’interno, con cisterne di combustibile a cui è stato dato fuoco. “Ma Zelenskij è uomo d’onore”… e infatti ora veniamo proprio a lui.

Quest’altro collettivo ha ricostruito l’INTERA VICENDA, per come è stata diffusa sui social ucraini.
https://t.me/swodki/124073

Tutti i collegamenti sono ANCORA funzionanti, appena verificati:

15:42 Annunciato l’allarme aereo nella regione di POLTAVA, dove si trova Kremenčuk http://t.me/oleksandrmamay/7539

15:43 Si alzano in volo elicotteri dall’aeroporto civile a ovest di Poltava. Lo fanno sempre in caso di allarme aereo.

15:45 Uno dei due elicotteri fa partire due razzi in direzione di Kremenčuk.

16:00 Il governatore LUNIN scrive sul suo canale telegram: “voli su Kremenčuk, dettagli a seguire. Restiamo al chiuso!” - http://t.me/DMYTROLUNIN/2693

16:01 Esplosioni in città confermate dal sindaco di POLTAVA ALEKSANDR MAMAJ. - http://t.me/oleksandrmamay/7540

PASSA UN’ORA INTERA

17:05 Riappare sul suo canale il governatore LUNIN, per puntualizzare sulle esplosioni che i cittadini avrebbero potuto sentire: “Gli abitanti di Poltava hanno potuto sentire forte i rumori di esplosioni durante l’ultimo allarme aereo. TUTTAVIA NON CI SONO NOTIZIE DI ATTACCHI DI RAZZI NEMICI
http://t.me/DMYTROLUNIN/2696

17:18 POCO PIU’ DI DIECI MINUTI DOPO, A DARE LA NOTIZIA SUL CENTRO COMMERCIALE DI KREMENČUK E’ DIRETTAMENTE ZELENSKIJ! : “Gli occupanti hanno colpito con razzi un centro commerciale, DOVE STAVANO OLTRE MILLE CIVILI. Il centro commerciale brucia, i vigili del fuoco stanno spegnendo le fiamme, la quantità di vittime può solo aumentare.”

Ora, I RUSSI IN TUTTI QUESTI QUATTRO MESI NON HANNO MAI PRESO DI MIRA UN CENTRO COMMERCIALE DI GIORNO, NEANCHE QUANDO ERA DIVENTATO UN MAGAZZINO DI ARMAMENTI (cosa già capitata, ma ci arriviamo, al tempo...).

Questo, per limitare al minimo la possibilità di fare vittime fra i civili. Oggi, si sarebbero alzati addirittura in volo APPOSTA per fare una strage nell’ora della spesa…

A tarda serata, la svolta: IL CENTRO COMMERCIALE SAREBBE CHIUSO DA MARZO.

Questo sito di recensioni ha l’ultima recensione a marzo
https://uaotzyv.com/poltava/amstor-11299

E l’ultima foto su Istagram scattata lì risale al 27 febbraio, e idem per altri social.
https://www.instagram.com/p/CaeeEKzsgK1/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Su facebook, per esempio, dove la propaganda era martellante ogni giorno, l’ultimo post risale al 23 febbraio.
https://www.facebook.com/Amstorstore

La motivazione più plausibile della chiusura del centro commerciale era il suo utilizzo come deposito di armamenti, esattamente come RETROVILLE a KIEV (contraerea e sistemi a lanciarazzi multipli colpiti come da questo video del 21 marzo 2022 https://t.me/vzglyad_ru/48089).

Il perché proprio quel centro, dal punto di vista logistico, è abbastanza evidente. Infatti, questo deposito si trova a 90 metri da un’officina di riparazione armamenti e a fianco dei depositi ferroviari e della fabbrica di macchine ferroviarie DORMASH, entrambi impegnati nello stoccaggio e nella riparazione di armamenti, oltre che nella fornitura di carburanti all’esercito al fronte.
https://tehnowar.ru/368424-Ukrainskie-propagandisty-raskruchivayut-feyk-rossiyskaya-raketa-udarila-po-TC-s-1000-posetitelyami.html

Questo spiega anche come mai, nei filmati, soldati armati si trovano praticamente ovunque, subito sul posto, impegnati a far nulla, più che altro a intralciare insieme ai curiosi il lavoro dei vigili del fuoco.

Vigili del fuoco che, a lavoro ultimato, entravano fra le lamiere pericolanti del centro e uscivano... con nulla. Viceversa, in un incendio di tali proporzioni in un centro commerciale, le immagini sarebbero state ben diverse. Più ambulanze (lì nessuna) che autopompe.
https://t.me/SergeyKolyasnikov/39280

Già solo questo, qualche dubbio avrebbe dovuto farlo sorgere, anche senza la ricostruzione puntuale di chi ha annunciato che cosa e delle informazioni sulla fabbrica di riparazione armamenti a fianco e della nuova destinazione d’uso di tale centro, da qualche mese a questa parte, come deposito.

Attendiamo ulteriori sviluppi, nuove prove, comunicazioni ufficiali. Ma il materiale sinora raccolto, la sua analisi, oltre alle modalità con cui è stato rimbalzato in ogni angolo dell'Occidente, lascia ben pochi dubbi sulla falsità e la strumentalità della versione ufficiale propagandata da Zelenskij sul suo canale oggi pomeriggio, prima di chiunque altro, pure delle autorità locali, connesse ogni ora coi loro cittadini. Come al Roddom di Mariupol’. Come a Kramatorsk. Come nella casa popolare di nove piani di alcuni giorni fa...

Paolo Selmi  



Fonte: SinistraInRete:   https://sinistrainrete.info/2-non-categorizzato/23122-provvisorio4.html


La favola di zelensky


sabato 25 giugno 2022

Esercizio di storia controfattuale… se l’accordo di Minsk fosse stato rispettato…

 

La così detta “storia controfattuale” è un esercizio del pensiero basato sulla domanda: “che cosa sarebbe successo se…”. Può avere diversi usi e fini, può servire ad esplorare in ipotesi percorsi alternativi, bivi in cui invece che A se B, anche per capire meglio cosa si è rischiato o cosa si è perduto seguendo un diverso percorso che è stato poi quello della storia fattuale.

Faremo l’esercizio domandandoci “che cosa sarebbe successo se… l’Europa avesse proposto all’Ucraina di rinunciare alla propria volontà di candidarsi per l’entrata nella NATO in cambio del riconoscimento dello status di candidato ad entrare nell’UE prima del 24 febbraio scorso?”. Aggiungendovi una subordinata ovvero l’imposizione come inizio del percorso auspicato, di un ritorno ad un tavolo di trattativa intitolato Minsk3, ovviamente previa verifica di pari volontà da parte della Russia.

Molti commentatori della guerra in Ucraina sembrano essersi svegliati ovvero aver preso in oggetto l’argomento, il 25 febbraio. È quello che intenzionalmente la centrale psico-cognitiva che indirizza il campo del discorso pubblico ha stressato in tutti i modi imponendo il frame “aggressore-aggredito”. Non doveva esserci storia pregressa a confondere giudizi ed opinioni, sebbene mai s’è visto alcun fenomeno del mondo, naturale o storico, privo di catene causative precedenti.

È così sfuggito a questi commentatori del giorno dopo che, a suo tempo, Germania e Francia, avevano sovrainteso a processi diplomatici di mediazione sulla difficile convivenza tra i due stati confinanti. Si era anche giunti ad accordi che poi non sono stati implementati, si dice “dall’una e dell’altra parte”. Sospendiamo analisi e giudizio su questo fatto che gli accordi vennero traditi “dall’una e dall’altra parte” e concentriamoci sulla domanda “cosa hanno fatto Francia e Germania che si erano posti a mediatori e garanti degli accordi?”. Niente.

Ma come? Se ti poni a ruolo e garanzia di un accordo di mediazione, ne sei tutore ed arbitro. Se l’accordo è infranto, l’arbitro dovrebbe comminare una punizione, altrimenti che arbitro è? Abbiamo poi scoperto che esiste uno strumento di pressione nelle relazioni internazionali, le sanzioni. Perché non si applicarono sanzioni a coloro che secondo gli arbitri avevano disatteso gli accordi? La guerra in corso ha radici nel fallimento del Protocollo Minsk 2, quindi un Minsk 3 avrebbe dovuto sostituirlo, ma pare che ad un certo punto, a Germania e Francia, il ruolo di mediatori garanti è cominciato a pesare e si sono defilate. Molte forze, dall’anglosfera ai paranoici-bellicosi paesi euro-baltici, dall’estremismo fascio-nazionalista ucraino a settori russi e financo delle due future auto-proclamate repubbliche secessioniste, hanno lavorato contro. Ma ogni accordo che tenta di trovare una soluzione mediana al sottostante conflitto implicito ha forze contrarie ovvero più favorevoli al conflitto che agli accordi.

Un ipotetico Minsk 3 avrebbe dovuto e potuto mettere sul piatto degli incentivi non solo la buona volontà e la semplice razionalità che le guerre è meglio evitarle, logica che ai tempi sembrava ben condivisa da ucraini e russi, ma proprio il riconoscimento dello status di candidato all’UE, sogno unificante gli ucraini e già motivo apparente del pasticcio Maidan che cambiò radicalmente il corso politico ucraino. Le sanzioni potevano, al tempo, esser lo strumento punitivo e correttivo per legare i contendenti all’accordo. Sappiamo tutti bene che il “riconoscimento” ha valore più simbolico che altro, dà forma alla scarsa sostanza delle aspettative, ma politicamente ha un suo peso in tutta evidenza.

Evidenza che però ci è chiara solo oggi dopo migliaia di morti, distruzione materiale, avvelenamento diplomatico, svolte insensate verso economia di guerra e ripresa di spesa militare in tempi in cui l’economia va male di suo e l’inflazione, la climatologia, la complessità geopolitica crescente per sue dinamiche endogene, promettono tempi ancor più complicati.

Il fatto assai semplice è che così come con la finta logica dell’aggredito-aggressore, oggi si dice che non potrà esserci alcuna pace tra i due contendenti visto che i russi vogliono la Novorossiya e gli ucraini cacciarli dal territorio fino anche alla ripresa della Crimea. Eppure, appena due anni fa, un presidente ucraino anche più nazionalista di Zelensky e lo stesso Putin per parte russa, quegli accordi li avevano firmati. Putin non vagheggiava di diventare il nuovo zar di tutte le Russia e gli ucraini avevano ingoiato il rospo della Crimea senza neanche un ruttino, ai tempi?
La verità è che tali questioni “prima” hanno margini di manovra diplomatica stante che secondo logica reale e non fittizia, ucraini e russi sapevano che trovare una quadra era ben meglio che ficcarsi nel pasticcio che oggi vediamo compiersi, “dopo” no.

La conclusione dell’esercizio allora ci sembra esser che Francia e Germania, ai tempi pure convinte che loro erano l’Europa e gli altri erano comparse di secondo piano, hanno fallito tragicamente. L’Europa ha fallito tragicamente, le sue élite, le sue opinioni pubbliche, i suoi intellettuali privi di intelletto e soprattutto onestà intellettuale nel riconoscere le ampie voragini di conoscenza che fanno di questo intelletto contemporaneo un emmenthal svizzero con più buchi che formaggio, più forma che sostanza.

Una meta-conclusione dell’esercizio ci dice anche un’altra cosa utile: noi siamo irriflessivi. Noi esuberiamo nell’esercizio critico, ma se l’esercizio critico non lo applichiamo mai a sé stesso, se cioè non critichiamo la facoltà critica per vedere dove ha sbagliato, cosa non ha considerato, cosa ci siamo dimenticati di considerare, noi ci perdiamo il contenuto del nostro pensare e del nostro dire. Non apprendiamo dagli errori e così, come diceva Santayana: “Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla”.

Un bel modo per affrontare l’era complessa, una vera e propria garanzia di catastrofe annunciata. Ah, dimenticavo, gli Accordi di Minsk scadevano il 22 febbraio 2022.

Pierluigi Fagan

venerdì 24 giugno 2022

I governanti italiani non rappresentano più il popolo Italiano



Dopo il dibattito parlamentare sulla mozione governativa per l'invio di armi all'Ucraina è diventato evidente che  gli italiani contrari alla fornitura di armi italiane all'Ucraina (e in sostanza alla nostra cobelligeranza contro la Russia) sono rappresentati solo da un quarantina di parlamentari, mentre gli italiani favorevoli alla linea governativa (sicuramente minoritaria nel Paese) sono rappresentati da una percentuale grandissima di parlamentari, tutti quelli del Governissimo Draghi e della pseudo opposizione della Meloni.

Inoltre i media dedicano tutto il loro spazio, in modo quasi esclusivo, a questa grande maggioranza di deputati pro Armi e pro Guerra, che però  rappresenta meno del  50% degli italiani.

Insomma,  pochi parlamentari contro le armi e la cobelligeranza, direi 40/50 su circa, e quasi nessuno spazio sui media, mentre l'opinione pubblica che si professa contraria alla guerra non viene presa in considerazione, anzi viene ignorata e  boicottata...

Ma l'impatto delle poche decine di parlamentari No armi sarebbe molto superiore se costruissero un coordinamento tra loro e fossero sostenuti da tutte le aggregazioni politiche che oggi rappresentano. 

I parlamentari No armi sono quasi tutti ex M5S, ma comunque oggi rappresentano: Alternativa c è, ManifestA, Rifondazione comunista, Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Italexit, PC di Marco Rizzo. 

Ed alcuni parlamentari od esponenti dei partiti che sostengono questi deputati sono abbastanza conosciuti anche singolarmente:

Petrocelli, Paragone, Nunes, Fattori, Fratoianni, tutte le esponenti di ManifestA e DeMagistris, Acerbo; Eleonora Forenza, Cremaschi, Nicoletta Dosio, Viola Carofalo, Sergio Cararo che sono a loro collegati, Marco Rizzo visto che il senatore Dessi oggi milita nel suo Pc.

Credo che non ci sia alcun dubbio:  un coordinamento dei parlamentari No Guerra con il sostegno dei loro gruppi politici avrebbe una visibilità molto superiore a quella che i deputati No guerra hanno avuto finora, e potrebbe essere un riferimento per centinaia, forse migliaia, di italiani " No guerra " e per decine di comitati territoriali.

Mi piacerebbe che questa proposta fosse lanciata  da un numero di attivisti superiore almeno alle dita di una mano...

Grazie per l'attenzione, per chi ha letto fin qui, ed aspetto eventuali reazioni,soprattutto se favorevoli a costruire e lanciare la proposta.

Marco Palombo - palombo.marco57@gmail.com



giovedì 23 giugno 2022

Lituania in ebollizione... (il pancotto è quasi cotto)

 


Ho appena appreso maggiori dettagli sulla decisione della Lituania di attuare il blocco di accesso alla enclave russa di Kaliningrad per le "merci soggette alle sanzioni" e la conseguente risposta di Mosca al governo di Vilnius, ai vertici comunitari e pure agli Stati Uniti. 

Non posso e non voglio impegnare chi dovesse leggere con riferimenti a corsi e ricorsi storici, peraltro interpretati dalle parti sempre faziosamente. 

Vorrei  far comprendere che "assediare" una città-piazzaforte, negando agli abitanti di poter ricevere null'altro che "beni di prima necessità", sia solo una folle provocazione che rischia di far precipitare una situazione già "sul filo di rasoio".

Un paio di cose faccio presente...

Le "sanzioni" statunitensi, ueiste e di altri stati servi di Washington, non hanno alcuna legittimazione internazionale. 

Non è stata l'ONU a deciderle ma, come al solito, Biden ed il codazzo che gli sta dietro. 

Di per sé sono un atto di guerra economica, dichiarato contro uno stato per fiaccarne la capacità di reazione e resistenza ai voleri del Grande Satana statunitense. 

Operazione vista e rivista nei secoli precedenti per centinaia di volte.

Ricordo pure cosa fecero gli americani quando, a Berlino ovest, l'Unione Sovietica tentò di strangolare la parte sotto controllo alleato con un rigido blocco su ogni tipo di trasporto ferroviario e stradale.  Tra il 1948 ed il '49 si arrivò quasi allo scoppio di un nuovo conflitto perché Truman non volle cedere a Stalin.

Ora, per non farla troppo lunga, Putin sta sempre più spingendo la propaganda ai richiami del patriottismo dell'epoca: proprio quelli  della "vittoria sul nazismo" da parte del popolo russo. 
Vista la piega presa in Ucraina dove, dal 2014, ha inutilmente cercato una pacifica soluzione ai problemi del Donbass ed al golpe organizzato dagli USA per destituire il filo russo Janukovic, non credo proprio che la farà passar liscia alla arrogante decisione di Vilnius. 

A costo di strafottersene dello articolo 5 della NATO, citato da Washington, che "obbliga" gli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco di un "socio" aggredito. 

Ovviamente glissando sul fatto che, come avvenuto con l'Ucraina, la povera vittima se la sia proprio cercata.

Strano, sembra davvero fatto tutto apposta.

Vincenzo Mannello 




mercoledì 22 giugno 2022

Di Maio evacua dal M5S e si accorpa con i "responsabili"... di “Insieme per il futuro”

 


La frattura dentro il Movimento 5 Stelle tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio è insanabile. Così, il ministro degli Esteri ha deciso di compiere la creazione di un gruppo parlamentare autonomo. In conferenza stampa ha annunciato la nascita del nuovo gruppo chiamato “Insieme per il futuro”. L’iniziativa è già partita con la raccolta delle firme da parte dei deputati e senatori vicini a Di Maio. Pronti ad andare con Di Maio, al momento,  una cinquantina di deputati e una dozzina di senatori, salvo sorprese... 

Ma scopriamo come la pensava Di Maio il  31 gennaio 2017:

 In Italia, oltre ai furbetti del cartellino, abbiamo i voltagabbana del Parlamento. Dal 2013 ad oggi, ci sono stati 388 cambi di partito! Alcuni parlamentari hanno cambiato partito anche 6 volte negli ultimi 4 anni. Pensate che la terza forza politica del Senato e della Camera è il gruppo misto. Un vero mercato. Per il MoVimento 5 Stelle, se uno vuole andare in un partito diverso da quello votato dai suoi elettori, si dimette e lascia il posto a un altri... - (vedi: https://www.facebook.com/watch?v=1244451545591389)


Commenti e pareri aggiunti: 

"Tra i deputati e senatori ex-5stelle alla ricerca di poltroncine che hanno seguito l'opportunista guerrafondaio Di Maio compare anche Manlio Di Stefano che  in passato faceva il pacifista e il rivoluzionario. Vergogna per lui e per gli altri piccoli portaborse di Draghi, della NATO e degli USA che si sono accodati a Di Maio". (V.B.) 

"Il caso Di Stefano è triste e miserrimo. Nessuna meraviglia invece per Di Maio. Appena è apparso sulla scena politica ho pensato: "Questo è un democristiano". Ma c'erano democristiani con la spina dorsale. Lui invece ne è privo. Abbonda invece in arroganza e opportunismo." (P.P.)

Di Maio è uomo di Draghi  ed il nuovo gruppo  è di Draghi.  Gigino essendo molto bravo ad eseguire le disposizioni nonché ad usare il pennello (cioè la lingua) non scomparirà sarà uno dei tanti parassiti che noi italiani manterremo per i prossimi  anni..." (L.N.)

"Ma perché c'è qualcuno che potrà ancora votare Di Maio? Fino a che come un parassita stava dentro un organo sano che lo nutriva, è potuto vivere. Adesso è pronto a sparire..." (V.M.)

Il Controcanto - "C'è lo fatta! Il letterato Luigi Di Maio è riuscito a realizzare il suo progetto politico abolendo la povertà. La sua:  https://www.youtube.com/watch?v=uX-1mTQ71sE"


Il parere di Pino Cabras:

"Racconterò l’incredibile e vivida scena a cui ho assistito poco fa, che sembra la messa in opera teatrale del finale della Fattoria degli animali". Protagonista Luigi Di Maio.

La famosa scena è il drammatico e grottesco punto finale che conclude la triste parabola della rivoluzione. Gli animali della fattoria si erano ribellati agli umani e l’avevano conquistata, guidati dagli spregiudicati maiali. I quali diventano sempre più spregiudicati fino ad assumere a danno degli altri animali tutte le forme di comando degli esseri umani. La scena finale mostra una festa nella casa padronale dove i maiali si mescolano agli uomini, si alzano in piedi per brindare, e visti dalla finestra diventano indistinguibili, parte di un unico potere che fa cincin e si perpetua con pacche sulle spalle.
Quelle pacche le ho viste anche stamane, mentre i ministri arrivavano alla spicciolata per sedersi sui banchi del governo nell’aula di Montecitorio in vista del discorso di Mario Draghi sulla nuova Europa belligerante. Fra quei ministri c’era anche il ministro degli esteri Di Maio, l’uomo che aveva promesso la rivoluzione e ora si presenta fresco di scissione e parricidio politico. Gli si sono avvicinati i maggiorenti di tutti i partiti. Lo sbaciucchiavano, gli stringevano la mano calorosamente, gli facevano tap tap sulla spalla con la complicità cameratesca di vecchi compagni di gavettoni. E lui gongolava, con una postura rinvigorita dai calli del potere, dalla soglia attraversata verso il mondo degli ottimati, dove tutto diventa possibile. Passata l’ondata delle pacche dei membri del club che onorava il suo nuovo e rispettabile membro, arrivava la seconda ondata, quella dei baciapantofole. Decine di deputati del suo nuovo partito lo omaggiavano di riverenze con saltelli all’Alberto Sordi, ricevevano la sua benedizione, puntuale e condiscendente, e se ne tornavano sui banchi galleggiando su una nuvola di idrogeno. Luigi Di Maio si sedeva poi composto tra Draghi e Guerini, felice come una mortadella di Pomigliano fra due fette di establishment. Tutto molto bello.
Oltre a questo, mi è venuta in mente una scena del film "Quei bravi ragazzi", quella in cui i mafiosi più grandi si vestono come per le grandi occasioni e festeggiano il primo arresto di un picciotto: “Ti sei pigliato la laurea, finalmente”, “ti hanno 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐠𝐠𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨”, “bravo!”
Ti hanno 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐠𝐠𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨, Luigi!" (Pino Cabras)



Il parere di Paolo Mario Buttiglieri:

"In questi giorni molti parlano dell'attaccamento alla poltrona di Di Maio. Forse non tutti sanno che certe poltrone hanno una colla potentissima che quando ci si siede alzarsi diventa drammatico. L'unico che ricordo che si sia rialzato dalla poltrona senza lamentarsi è stato Franco Battiato quando il governatore della Sicilia Crocetta gli revocò l’incarico da assessore regionale ai Beni Culturali.
Ricordo con dispiacere cosa successe all'europarlamentare Alex Langer dei Verdi che per senso del dovere si sacrificò stando seduto sulla "poltrona" fino a quando il 3 luglio 1995 non ce la fece più e si impicco sotto un albero a Firenze.
Nel suo ultimo messaggio autografo Alex scrisse: «Non ce la faccio più» («Ich derpack's einfach nimmer», nel testo originale, scritto da Alex in tedesco).
Io lo avevo intervistato qualche giorno prima e quando giunse la notizia della sua morte, ripensando alle sue parole, capì cosa lo aveva spinto a quel gesto disperato. Il senso inevitabilmente autodistruttivo del dovere.
In conclusione Di Maio e tutti quelli che sono attaccati a qualsiasi poltrona, anche quella di casa davanti alla TV, mi fanno tenerezza e compassione. La vita è bella, dice mio figlio, senza poltrona.
E Gesù che mi è sempre piaciuto ha preferito la croce alla comoda poltrona."

(Paolo Mario Buttiglieri)

martedì 21 giugno 2022

Draghi ai parlamentari riottosi: "O si fa come dico io oppure tutti a casa..."



Aggiornata alla mattina del 21 giugno 2022 la riunione sulla mozione che sarà poi votata l'indomani al Senato.

Il decreto sulle armi all'Ucraina prevede che ogni tre mesi i ministri degli esteri e difesa riferiscano in Parlamento, ma senza possibilità di votare di nuovo, in pratica è una delega in bianco al governo Draghi fino al 31 dicembre 2022.

Il nodo è la richiesta del Movimento 5 stelle di inserire un “maggiore coinvolgimento del Parlamento” in caso di invio di altri armamenti...

Sembra quindi che manchino solo alcune parole appropriate per non scontentare nessuno. Ma chi ha sentito qualche decina di minuti dei dibattiti al Senato e alla Camera delle ultime settimane sa che il nervosismo è forte nelle aule parlamentari.

I parlamentari del "Parlatorio"  durante la discussione se ne diranno di tutti i colori, con polemiche incrociate, e poi -infine- dovrebbero votare lo stesso documento.

Questo quadro decisamente brutto è possibile e probabile  ma è possibile anche qualche sorpresa, se riusciamo  a dire insieme: "Basta con la dittatura. Basta  con la guerra!" 

Siamo decine di migliaia di attivisti a pensarla così, centinaia di migliaia  di cittadini pensanti, facciamoci sentire...

Marco Palombo


Integrazioni interessanti nel controcanto di Visione TV – Draghi: “Lo stato sono io”: https://www.youtube.com/watch?v=qubYfbJjCKQ 


Articolo in sintonia: Appello all’unità contro la guerra e contro la Nato – Scrive Coordinamento Nazionale Comunista: “La spinta imperialista alla guerra segna totalmente di sé questa fase storica. Da questa spinta assume verosimiglianza anche la tragica possibilità di una terza guerra mondiale, che addirittura potrebbe essere già iniziata, anche se non si combatte su tutti i fronti. Tre fattori, tra gli altri, concorrono a determinare quel “combinato disposto” che si offre come base materiale all’estensione, sul piano planetario, del sistema di guerra imperialista…” - Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2022/06/20/coordinamento-nazionale-comunista-appello-allunita-contro-la-guerra-imperialista-e-contro-la-nato/


Nota - Dopo la fine del II conflitto mondiale le truppe di occupazione statunitensi si sono insediate in una serie di basi militari, con limitazione di sovranità unilaterale, in contrasto con quanto disposto dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica. Pertanto, si tratta di una occupazione incostituzionale. L'occupazione U$A procede ininterrotta sotto l'egida della Nato. Giusto per non dimenticare dove ci troviamo: in una nazione occupata (da tre quarti di secolo). Qui tutte le basi Nato in Italia:    https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2022/02/il-soave-profumo-dellimperialismo-e-la.html

lunedì 20 giugno 2022

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio...



Spogliare la Grecia è stato uno scherzo.
Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati ridicoli, demanio interessante.
Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore al Triveneto
E’ bastato un sol boccone.
Per l’Italia è diverso.
Un capitale assolutamente enorme.
Secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose.
Quinta potenza industriale al mondo prima dell’euro, ottava oggi. Il Made in Italy è ancora oggi il marchio numero uno al mondo, davanti a Coca Cola.
Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei.
Come capitale artistico monumentale, non ne parliamo neanche: è superiore a quello di tutto il resto del mondo.
Francia e Germania, più qualche fondo americano, cinese o arabo hanno fatto la spesa da noi a “paghi uno e prendi quattro”.
Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total.
Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana.
Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all’alimentare.
I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento.
Gli indiani tutto l’acciaio.
I Cinesi si son presi quote di Terna, e tutto Pirelli agricoltura.
Se ne sono andate Tim, Telecom, Giugiaro, Pinin Farina, Pernigotti, Buitoni, Algida, Gucci, Valentino, Loro Piana, Agnesi, Ducati, Magneti Marelli, Italcementi, Parmalat, Galbani, Locatelli, Invernizzi, Ferretti Yacht, Krizia, Bulgari, Pomellato, Brioni, Valentino, Ferrè, la Rinascente, Poltrona Frau, Edison,
Saras, Wind, Ansaldo, Fiat ferroviaria, Tibb, Alitalia, Merloni, Cartiere di Fabriano…..
Ma…non hanno finito.
Ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani.
E i loro risparmi. Circa 4300 miliardi di euro.
Ora vogliono quelli.
I fondi di investimento, i mercati, che, come ricordavo raccolgono i soldi delle mafie, tutte, grandi e piccole, dei traffici di droga, di umani, di truffe internazionali, si salvataggi bancari, del “nero” delle grandi multinazionali, siano esse del commercio, dei telefonini, della cocaina o delle armi, questi fondi di investimenti dicevo, non hanno finito.
Ora tocca alle poche industrie rimaste, ai fondi pensioni, ai conti privati, agli immobili.
Ora tocca a noi.
Ecco perché non serve a nulla mediare, arretrare un po’.
Non si placheranno, l’abbiamo già visto.
Bisogna fermarli ora.
Il 24 maggio non vi è venuto in mente nulla ?
Ogni generazione ha il suo Piave.
Questo è il nostro.