martedì 10 dicembre 2024

La Siria a tocchi e bocconi...

 

Siria. Barbudos al potere

In sostituzione di Assad fuggito in Russia, il liberatore Mohammed al-Bashir ha annunciato la sua nomina a capo del governo ad interim della Siria.


 Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che il sequestro da parte di Israele della zona cuscinetto   controllata dalla Siria non è una “misura temporanea”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha giustificato l'operazione dell'IDF come “antiterrorismo” perché “l'esercito siriano ha abbandonato le sue posizioni nell'area della zona cuscinetto concordata israelo-siriana, creando potenzialmente un vuoto che potrebbe essere riempito da organizzazioni terroristiche .”

In precedenza, i media siriani hanno riferito che le forze di difesa israeliane avevano raggiunto il sud della provincia di Damasco, la zona sotto il loro controllo si trova a soli 50 chilometri dalla capitale siriana.

Il 9 dicembre 2024 l’IDF ha affermato che le forze israeliane hanno effettuato 250 attacchi aerei contro basi dell’aeronautica siriana, centri di ricerca e strutture dell’industria della difesa in diverse province del Paese.

Washington è un amico che sarà sempre in grado di giustificare qualsiasi azione del suo principale alleato.

L’Europa non è ancora riuscita a capire che la gioia per il crollo del potere in Siria è molto prematura. Lo tsunami sta appena iniziando a muoversi; raggiungerà l’Europa tra un paio di settimane.

1. I rifugiati che (a parole) stanno per essere deportati non andranno da nessuna parte. Avvocati e giuristi si fregano le mani aspettandosi profitti milionari: il quadro giuridico in Germania e Austria è strutturato in modo tale che il processo di espulsione può durare anni e generalmente essere riconosciuto ingiustificato dal tribunale. A questi rifugiati si aggiungeranno inevitabilmente migliaia e migliaia di altri che fuggiranno in Europa dagli islamisti in Siria. Tra un paio d’anni, questi due gruppi di rifugiati che si odiano inizieranno una guerra tra loro in Europa.

2. Liberali e governi occidentali dovranno spiegare alla popolazione perché sono contenti dell'arrivo di Julani, per la cui testa precedentemente era stata annunciata negli Stati Uniti una ricompensa di 10 milioni di dollari.

3. Gli Stati Uniti e gli altri dovranno lucidare urgentemente l'immagine del terrorista che ha tagliato personalmente le teste dei suoi oppositori e renderlo uno statista rispettabile.

4. Ora nessuno impedirà all’Iran di creare la propria bomba atomica

5. La Turchia dice addio ai piani per aderire ai BRICS

6. La primavera curda inizierà nel prossimo futuro e non verrà affrontata, il che causerà un’altra ondata di rifugiati.

"Gli Stati Uniti credono che la Siria disponga di scorte di armi chimiche e, attraverso i loro partner, stanno cercando di trovarle per impedirne l'uso" Sabrina Singh, vice rappresentante del Pentagono.

Il consigliere di Trump Roger Stone: "La rimozione di Assad in Siria funzionerà allo stesso modo della rimozione di Gheddafi in Libia. Guardate i mercati degli schiavi lì oggi. La CIA doveva agire rapidamente prima che Trump diventasse presidente".

"L'amministrazione statunitense sta discutendo la possibilità di revocare lo status di organizzazione terroristica al gruppo Hayat Tahrir al-Sham, che ha guidato il rovesciamento di Assad".   Lo ha riferito Politico.  È stato indicato che i funzionari dell’amministrazione Biden monitoreranno il modo in cui HTS mantiene le sue promesse iniziali. Il Regno Unito e l’Unione Europea hanno assunto una posizione simile, osserva Politico.

"La guerra in Siria è il risultato di un intervento straniero.  I conflitti in Medio Oriente sono il risultato del confronto tra forze regionali ed esterne"- scrive il diplomatico egiziano Mohammed Badr ad-Din Zayed - Pertanto, uno dei motivi dell’instabilità in Siria è l’intervento degli Stati Uniti. I conflitti protratti nella regione che non sono ancora stati risolti, come Libia e Yemen, rischiano di aggravarsi nuovamente.  È necessario cercare soluzioni radicali per risolvere questi conflitti”, ha affermato l’autore.

"Assad ha deciso personalmente di lasciare la carica di presidente della Siria".  Lo ha dichiarato Dmitry Peskov.  Altre dichiarazioni dell'addetto stampa del presidente russo:  "Adesso è il momento di analizzare gli avvenimenti in corso in Siria. E' ancora difficile prevedere cosa seguirà questo periodo di incertezza.  Sullo status delle basi militari in Siria e sull'influenza della Russia nella regione: Mosca continua il dialogo con tutti i Paesi del Medio Oriente".

Intanto nella Siria "liberata"  i liberatori sparano ai civili nelle strade e bullizzano i cristiani. Sono "il nuovo governo democratico".  Questa è la Siria democratica e prospera, libera dalla tirannia di Assad.  I boia  non sono più terroristi. E chi sono le persone uccise sulla strada e quelle che stanno per essere uccise al muro? Sono solo civili, che ieri ridevano contenti della caduta di Assad, abbattevano monumenti,   saccheggiavano le istituzioni statali. La libertà è arrivata.

E la fuga è preclusa. Sostenere i terroristi che hanno preso il potere in Siria è una cosa, ma ospitare circa 1,5 milioni di rifugiati siriani (secondo le previsioni Reuters) è un'altra. I siriani non possono contare su tale scappatoia. I Paesi dell’UE hanno iniziato a introdurre massicce restrizioni all’ammissione dei rifugiati provenienti dalla Siria. Così, Germania, Francia, Austria, Gran Bretagna, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia hanno deciso che i siriani avrebbero fatto meglio a vivere nel  “nuovo paradiso democratico” e hanno congelato l’esame di migliaia di domande di trasferimento. Successivamente, come opzione, c’è la riduzione dei benefici e l'espulsione dei siriani già insediati verso la “vecchia nuova patria”.

Pax et Bonum!



(Notizie da varie fonti raccolte e rielaborate da P.D'A.)

Siria. Epilogo di un esperimento laico sincretico...



La Siria baathista, ultima espressione del socialismo arabo rimasta dopo il crollo della Jamahiriya libica, è caduta. L’epoca degli Assad, cominciata nel 1971, si è conclusa con la fuga di Bashar in Russia, che sembra avergli concesso asilo politico. L’intera vicenda ha dell’incredibile, se si considera la totale arrendevolezza delle forze armate siriane e l’atteggiamento tenuto da tutti i grandi “comprimari”, dalla Turchia al Qatar, dall’Iran alla Cina, dalla Russia a Israele, dall’Arabia Saudita agli Stati Uniti.

La travolgente offensiva è stata condotta dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, storicamente collegato alla Turchia, ed è stata anticipata da una serie di raid aerei israeliani che hanno bersagliato depositi di armi, strutture militari e canali di comunicazione in svariate aree della Siria. Secondo il «Kyiv Post», gli specialisti di Kiev avrebbero contribuito ad addestrare il gruppo jiahdista appoggiato dalla Turchia, di cui era stata peraltro segnalata la presenza sul campo di battaglia ucraino a sostegno delle forze armate locali. Stando a quanto rivelato da «Reuters» sulla base di confidenze rese da ben cinque fonti anonime addentro alla questione, prima che il governo baathista crollasse, gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti avevano pianificato di proporre a Damasco la revoca delle sanzioni come contropartita per la fuoriuscita della Siria dall’Asse della Resistenza.

Mentre l’ambasciata iraniana veniva saccheggiata a poche ore di distanza dall’evacuazione del personale diplomatico, una fonte anonima assicurava alla «Tass» che «i funzionari russi sono in contatto con i rappresentanti dell’opposizione armata siriana, i cui leader hanno garantito la sicurezza delle basi militari russe e delle istituzioni diplomatiche in Siria». Il Centcom statunitense, dal canto suo, ha condotto decine di attacchi aerei in territorio siriano contro strutture militari controllate da gruppi jihadisti. Le forze armate israeliane, invece, sono penetrate oltre la linea di demarcazione del Golan ed hanno moltiplicato i raid contro basi aeree, sistemi militari, strutture di intelligence, militari e governative per prevenire una loro possibile cattura ad opera di forze giudicate “ostili”.

A Damasco, Aleppo, Hama e Homs, va diffondendosi il caos, e sul futuro del Paese, così come sulla sorte della miriade di minoranze etniche e religiose che lo abitano (a partire da quella alawita, ma non solo), aleggia la più totale incertezza...

Giacomo Gabellini


Video collegato con Gianandrea Gaiani, direttore della rivista «Analisi Difesa»: https://youtu.be/nJpr5qAyifA

lunedì 9 dicembre 2024

La Siria smembrata... da riformattare...

 



"Biden si è di fatto assunto la responsabilità di quanto sta avvenendo in Siria, del suo sostegno a Israele e del modo in cui gli Stati Uniti hanno gestito la situazione. E non c’è dubbio che l’indebolimento dell’Iran, l’indebolimento di Hezbollah e le azioni di Israele abbiano permesso che ciò accadesse. Per quanto riguarda la Russia, sospetto che il presidente iraniano e il presidente Putin abbiano già pensato a tutto. La base navale rimarrà lì. I terroristi non daranno fastidio ai russi".  (Dichiarazione dell'ex comandante della NATO in Europa, generale Wesley Clark).

"Gli Stati Uniti potrebbero rimuovere il gruppo HTS dalla lista dei terroristi per stabilire un contatto con esso"Lo scrive il Washington Post riferendosi a un anonimo funzionario americano. Va notato che gli Stati Uniti interagiscono con tutti i partecipanti al conflitto siriano, compreso Hayat Tahrir al-Sham. "Quando gli è stato chiesto se il governo degli Stati Uniti avrebbe revocato lo status di terrorista al gruppo, cosa che avrebbe consentito a Washington di stabilire contatti più stretti e una cooperazione con esso, il funzionario non lo ha escluso", si legge nell'articolo.  Il britannico The Telegraph scrive che Londra potrebbe adottare misure simili. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non sono del tutto fiduciosi in un simile passo, poiché “temono la creazione di un vuoto di potere e una forte radicalizzazione del sentimento in Siria”.

Intanto le truppe israeliane entrano in Siria.  Come hanno già riferito le autorità israeliane, hanno prima catturato la zona cuscinetto sulle alture di Golan. La parte occidentale di queste alture fu conquistata da Israele nel 1967. Tuttavia, gli israeliani sono già andati oltre la zona cuscinetto e avevano attaccato gli insediamenti di Al-Quneitra, Al-Baath, Al-Hamidiya e, ancora più a nord, Khadr. Allo stesso tempo, gli aerei israeliani bombardano intensamente obiettivi nel sud della Siria, nell’area delle province di Daraa ed Es-Suwayda.  Vale anche la pena notare che né gli stati stranieri né le nuove autorità di Damasco hanno espresso proteste riguardo all’avanzata di Israele nel territorio siriano". (N.S.)

"La lobby israeliana promuove attivamente l’idea della creazione del Kurdistan. Adesso vede le condizioni ideali per questo, con il crollo della Siria e l’avvento al potere della squadra di Trump, che non ha alcuna simpatia per la Turchia. Tuttavia, anche lì ci sono opinioni diverse: per esempio, sebbene gli isolazionisti simpatizzino con i curdi, non vogliono spendere molte risorse per sostenerli e mantenere le truppe americane in Siria. Gli attori in Medio Oriente continueranno a trarre vantaggio da questa divisione a Washington come parte della lotta per riformattare la Siria". (M.D.)



Articolo collegato:   https://paolodarpini.blogspot.com/2024/12/lo-sfacelo-siriano.html


Video collegati: 

Il fallimento in Siria è una lezione per la Russia: https://www.youtube.com/watch?v=eFu4NziZbaQ

La Siria è un pezzo della scacchiera da sacrificare? Se ne parla a "Dietro il Sipario" con Pino Cabras, Umberto Pascali e Gianmarco Landi: https://www.youtube.com/watch?v=ukpE8WfwsWQ&list=PLEIfbcrxLG6cj0Tqk0GCH5a-j8OIdZOr0&index=1

sabato 7 dicembre 2024

Romania. L'elite filo-occidentale rifiuta il piatto elettorale indigesto...

 


Romania. Democrazia all'occidentale... - C'era una volta la “coda alla vaccinara” adesso siamo arrivati alla “democrazia all'occidentale”, se non piacciono i risultati si annullano le elezioni. E' ciò che sta accadendo in Romania, dove hanno vinto i non allineati e di conseguenza gli schifati difensori della democrazia certificata (controllati da NATO, USA, UE e oligarchi vari) hanno deciso di rimandare il piatto al cuoco del locale. La mossa è degna della sceneggiata “Il bucone” uno dei primi psicodrammi in cui mi cimentai tanti anni fa a Calcata, poi portato in tourné anche a Mazzano, con il titolo “vado a Mazzano e torno”, riedizione del vecchio film western “vado l'ammazzo e torno"...  (P.D'A.)


“Le elezioni presidenziali si erano tenute al primo turno il 24 novembre u.s. con risultati che avevano rovesciato tutte le previsioni elettorali: vincitore a sorpresa il diplomatico sovranista filorusso Calin Georgescu seguito dalla liberista filoeuropea Elena Lasconi. A seguito di questi risultati c'erano state contestazioni da parte di due candidati di minoranza che avevano chiesto un riconteggio. Avvenuta la conta, la Corte Costituzionale aveva comunque validato il voto ma la Procura ora ha avviato due indagini per chiarire l'origine sospetta dei finanziamenti della campagna elettorale di Georgescu. Le ipotesi di reato sono tentata corruzione degli elettori e riciclaggio” (Rai News)


“Elezioni rumene. Candidato "filorusso" dato per vincente? Elezioni annullate. Perchè i Rumeni hanno sbagliato a votare. I democratici doc dichiarano: "Impareremo ai Rumeni a votare bene". Vi ricorda qualcosa? Qualche anno fa lo disse Bruxelles agli italiani. In Georgia per lo stesso motivo si sta tentando una nuova Maidan modello Ukraina. A Seul per il momento gli è andata male. Chi sarà il prossimo ad essere piegato alla Democrazia DOC? La Francia in piena crisi politica? La Germania a elezioni a febbraio?” (J.K.)


“Le élite europee non hanno apprezzato i risultati inattesi delle elezioni presidenziali in Romania? Nessuna domanda! Hanno semplicemente cancellato questi risultati! Senza alcuna spiegazione sensata! Cioè, hanno detto che la Russia in qualche modo è intervenuta. Inoltre, è intervenuta in modo tale da fare vincere il candidato il cui punteggio prima del primo turno era dell'1%! Bisognava riuscire ad intervenire in modo tale da sceglierlo all'ultimo momento e portarlo al secondo turno! Ma sembra che la farsa rumena non solleverà alcuna questione tra i liberali europei! La democrazia europea è completamente degenerata...” (V.K.)


"Il presidente Iohannis non ha accettato la vittoria di Georgescu-Roegen al primo turno delle elezioni presidenziali. Ha declassificato i documenti dell'intelligence rumena che affermavano che la Russia era dietro una campagna per promuovere Georgescu-Roegen, che si sarebbe rifiutato di aiutare l'Ucraina se avesse vinto le elezioni. La Corte Suprema della Romania ha annullato i risultati del primo turno e ha ordinato una nuova votazione..." (O.S.)


Notizie raccolte da varie fonti e rielaborate da P.D'A.



Video collegato di Stefano Orsi: https://youtu.be/F9NQt7kxzNg


Nicolai Lilin. Romania. Il candidato presidente che spaventa l’Occidente: https://www.youtube.com/watch?v=tw-3ZL8q6bU


venerdì 6 dicembre 2024

Intervista di Sergey Lavrov con Tucker Carlson... e risvolti all'incontro OSCE di Malta

 


6 dicembre 2024 - Una curiosità. Lavrov nell'intervista ha detto a Carlson che gli europei scappano da lui quando lo vedono:  “Diventa tossico quando qualcuno vede un americano o un europeo parlare con me. Gli europei generalmente scappano quando mi vedono. Questo è stato il caso durante l’ultimo vertice del G20. Sono adulti ma si si sono comportati come bambini. Incredibile". 

(Nota del redattore: " La stessa cosa  è avvenuta recentemente a Malta,  in cui alcune delegazioni europee, tra cui quelle dei Paesi Baltici e della Polonia, guidata dal ministro Radoslaw Sikorski, hanno lasciato la sala del vertice ministeriale dell'Osce non appena Lavrov ha preso parola").  

Punti chiave dell'intervista

• Ufficialmente noi non siamo in guerra con gli USA. Alcuni definiscono quella che sta accadendo in Ucraina una guerra ibrida. La chiamerei così anche io. Ovviamente, gli ucraini non potrebbero fare ciò che fanno con le armi avanzate a lungo raggio senza la partecipazione diretta del personale militare americano.

• Non vogliamo peggiorare le cose. Ma poiché l’ATACMS e altre armi a lungo raggio vengono utilizzate su tutta la Russia, inviamo segnali.

Ci auguriamo che un paio di settimane fa il nuovo sistema Oreshnik sia stato preso sul serio.

• Nella sua ultima dichiarazione, il presidente V.V. Putin ha chiarito che siamo pronti a qualsiasi sviluppo degli eventi. Preferiamo una soluzione pacifica attraverso negoziati basati sul rispetto dei legittimi interessi di sicurezza della Russia, del rispetto del popolo russo che vive in Ucraina, dei suoi diritti fondamentali, linguistici e religiosi, distrutti da una serie di leggi adottate dal parlamento ucraino.

• Se vuoi rispettare la Carta delle Nazioni Unite, devi rispettarla nella sua interezza. Permettetemi di ricordarvi che questo documento, tra le altre cose, afferma che tutti i paesi devono rispettare l’uguaglianza degli stati e il diritto delle nazioni all’autodeterminazione.

• Le persone nell'est e nel sud dell'Ucraina, nel Donbass e nella Novorossiya non ritengono che il regime di Zelensky rappresenti i loro interessi. Come possono rappresentarli quando la loro cultura, lingua, tradizioni, religione, tutto questo è proibito?

• Prendiamo qualsiasi conflitto: gli USA, la Gran Bretagna, l'Unione Europea intervengono, dicono che i diritti umani sono stati gravemente violati <...>. In Ucraina non si parla mai di “diritti umani” perché vedono che questi stessi diritti umani per la popolazione russa e di lingua russa sono completamente vietati dalla legge.

• Gli occidentali stanno lottando per mantenere la loro egemonia nel mondo, in qualsiasi Paese, regione, in qualsiasi continente. Noi stiamo combattendo per i nostri legittimi interessi di sicurezza. <...> Stanno lottando per un regime pronto a vendere o cedere tutte le risorse naturali e umane all'Occidente. Stiamo lottando per le persone che vivono in queste terre, i cui antenati le hanno sviluppate per secoli, hanno costruito città e fabbriche.

• Storicamente, gli Stati Uniti in politica estera hanno cercato di creare alcuni problemi per poi vedere se riuscivano a “catturare un pesce nel torbido”: l'aggressione irachena, l' “avventura” libica con la distruzione dello Stato, la fuga dall'Afghanistan... ecc.

• Nella Siria orientale, gli americani stanno alimentando i separatisti curdi utilizzando i profitti derivanti dalla vendita di petrolio e grano, risorse che utilizzano rubandole alla Siria stessa.

• L'Alleanza del Nord Atlantico, almeno sotto l'amministrazione Biden, guarda all'intero continente eurasiatico. Queste “strategie indo-pacifiche”, il Mar Cinese Meridionale e il Mar Cinese Orientale sono già nell’ ”agenda” della NATO.

• Gli americani affermano che non possono permettere alla Russia di vincere in Ucraina perché ciò minerebbe l' “ordine mondiale basato sulle regole”, che sono le regole americane.

 Per quanto riguarda gli Stati Uniti, non vogliamo la guerra con nessuno. <...>

Parlare di uno scambio nucleare limitato è un invito a un disastro che non vogliamo.

L'intervista integrale di Serghey Lavrov con Tucker Carlson in inglese: https://rutube.ru/video/2072a0489a5711c72ec0376660dcaae6/ 

L'intervista, tradotta da Visione TV, in italiano:   https://www.youtube.com/watch?v=qJ7I74lj3ok




Commento di Daniele Lanza: "Malta, riunione dell'OCSE. I delegati di alcuni Paesi europei non trovano di meglio che alzarsi indignati ed allontanarsi dalla sala in ordine appena si da la parola a Lavrov (per la prima volta davanti a tanti capi di stato occidentali da 2 anni ad oggi). In realtà i media non precisano che ad allontanarsi sono i ministri di: Polonia, Baltico, Rep.Ceca e Romania (ossia coloro che una cippa beneamata contano). Gli USA invece non se ne vanno (Blinken resta ad ascoltare), come a dire che alcuni europei sono divenuti più antirussi degli americani medesimi per condizionamento... cioè quel meccanismo in base al quale il burattino interiorizza i comandi del padrone a tal punto che lo scimmiotta in modo caricaturale anche quando necessario non è (difficile spiegargli quando non è il caso). Non importa. Di polacchi e baltici il ministro Lavrov può fare a meno... dalla sua parte ha ME e questo compensa..."




Commento di V.RF: "A giudicare dalle dichiarazioni del capo Ministero degli Esteri, in questa fase non sono previsti negoziati sull’Ucraina.  La posizione della Russia non cambierà e nessuno si adatterà a nessuno nelle realtà esistenti sulla terra. È importante che secondo la Costituzione ci siano 4 regioni, il che significa che non ci saranno concessioni in prima linea.  Nei confronti degli Stati Uniti la posizione è quanto più pacifica possibile, come al solito. Non ci sarà alcuna guerra nucleare, tutti potranno dormire sonni tranquilli..."

(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

giovedì 5 dicembre 2024

Georgia. Le proteste filo UE non bucano... - L'Occidente annuncia sanzioni punitive!

 

Georgia. Protestanti invocano l'intervento della UE


Il Ministero degli Interni georgiano ha riferito del ritrovamento di oggetti esplosivi e di bombe molotov durante perquisizioni negli uffici dei partiti che cavalcano la protesta. Un video distribuito dal dipartimento mostra gli oggetti incriminati. (S.)

Zelenski ha affermato che l’Ucraina sta preparando sanzioni contro la Georgia “per aver disperso le proteste”.  Il degenerato  ha deciso di fare il giudice della pace. Forse per la rabbia che  la Georgia abbia trovato la forza di rifiutare lo scenario ucraino? (M.Z.)

Washington ha annunciato  azioni contro la Georgia  per sostenere le proteste delle opposizioni sconfitte alle urne.  “Gli Stati Uniti condannano fermamente la repressione del partito al governo Sogno Georgiano contro i georgiani manifestanti dell’opposizione.  Gli Stati Uniti  si stanno ora preparando a utilizzare quegli strumenti ritenuti opportuni, comprese sanzioni aggiuntive, per punire il governo georgiano” (POOL N3)

Il  primo ministro georgiano, Irakli Kobakhidze, vincitore alle elezioni,  ha sottolineato che "lo scenario “Maidan” non si ripeterà a Tbilisi grazie a istituzioni forti e persone sagge".

Nota: 
Il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze, democraticamente eletto, ha sospeso fino al 2028, i negoziati per l’adesione all’Unione europea. 




Corea del Sud. Yoon Seok Yeol svergognato...



mercoledì 4 dicembre 2024

Fuga dall'inferno occidentale... di Maria Zakharova

 


Ucraina: Armi ed armati a gogò - Tajani: "Sempre all'erta sto..." Baerbock: "Mandiamo l'esercito..."


martedì 3 dicembre 2024

La Siria vittima di interessi neocoloniali occidentali e sionisti...

 


L’attacco delle formazioni jihadiste e terroriste nella Siria settentrionale è l’ennesimo atto del martirio che la Siria - paese dove diverse etnie e religioni hanno sempre convissuto pacificamente per secoli - sta subendo da 13 anni.
 
Dopo una feroce guerra interna alimentata da bande armate e finanziate dall’esterno durata quasi 10 anni, che ha semidistrutto il Paese, causando anche milioni di sfollati, la Siria si trovava ancora in una situazione molto critica. La povertà attanagliava il paese sottoposto tuttora alle feroci sanzioni occidentali che le impedivano di approvvigionarsi anche dei generi di prima necessità. Persino l’elettricità scarseggiava. La Siria avrebbe potuto approvvigionarsi di valuta per acquistare i beni essenziali grazie alla vendita del suo petrolio, ma tutte le zone petrolifere dell’Est siriano, tra il fiume Eufrate ed il confine iracheno, sono sotto il controllo di truppe statunitensi supportate purtroppo dai loro alleati delle milizie curde dell’YPG (i Curdi, nel loro comprensibile sogno di autonomia politica e indipendenza, sono però disponibili ad allearsi anche col diavolo). Il petrolio è stato quindi esportato verso la Turchia e poi rivenduto in gran parte in Israele, con gli USA che ne incassavano i profitti.
 
Vaste zone di confine con la Turchia erano e sono sotto il controllo diretto dell’esercito turco, mentre altre zone erano indirettamente controllate servendosi di bande terroriste, che occupavano gran parte della provincia nord-occidentale di Idlib confinante con la stessa Turchia.
 
Proprio dalla zona di Idlib è partito l’attacco improvviso delle bande terroriste di Hayat el Tahir e del sedicente Esercito Nazionale Siriano che ha colto di sorpresa l’esercito del governo di Damasco in gran parte dislocato al Sud per fronteggiare eventuali attacchi di Israele che negli ultimi anni ha bombardato varie zone della Siria quasi ogni giorno. Il fatto più significativo di questa vicenda è che queste bande si sono dimostrate perfettamente addestrate, ben organizzate e pesantemente armate con armi moderne, compresi i droni. Tutto questo indica chiaramente una mano esterna che ha dato anche l’ordine dell’attacco.
 
Il punto da cui partire per capire la situazione è quindi quello di capire chi ha addestrato, armato e manovrato le bande. Su questo vi sono varie ipotesi diversificate, per cui vi rimando anche alle analisi (su Youtube) di Gabellini, Orsi e Michelangelo Severgnini, esperto di politiche turche per aver vissuto anni in Turchia. Certamente la Turchia, che controllava la zona, non poteva non essere a conoscenza di quanto si stava preparando. La Turchia è interessata ad estendere la sua influenza su parte della Siria, ma soprattutto a regolare i conti con le milizie curde della Siria (legate al PKK attivo in Turchia) che vede come una minaccia alla propria sicurezza. Tuttavia personalmente non penso, come anche Severgnini, che la pur ambigua Turchia dello spregiudicato uomo forte Erdogan sia la principale artefice di questo attacco così massiccio. La Turchia aveva iniziato un difficile colloquio con la Siria, mediato anche dagli alleati di Damasco, Russia e Iran, colloquio bloccatosi sul fatto che Assad aveva chiesto preventivamente ai Turchi di lasciare il suolo siriano. Quindi Erdogan era certamente interessato a fare pressione sulla Siria.
 
Tuttavia l’ipotesi più probabile è che la spinta principale in tutta questa criminale e vasta operazione sia venuta da più lontano, cioè dai servizi segreti occidentali e della NATO, con l’aiuto di istruttori ucraini e mercenari stranieri: Uiguri anticinesi del Sinkiang, Ceceni antirussi già attivi in Ucraina, persino Albanesi, per destabilizzare la Siria e mettere in difficoltà la Russia, già impegnata in Ucraina, e anche l’Iran, facendo ripiombare la Siria nel caos. Giornali ucraini di Kyiv hanno trionfalmente rivendicato la presenza di loro istruttori.
 
A tutto questo sta reagendo l’Esercito governativo siriano con l’aiuto dell’aviazione russa e l’afflusso di combattenti sciiti dall’Iraq. Gli Hezbollah, per ora, non sono in grado di intervenire perché sottoposti alla pressione di Israele, che ha violato numerose volte la tregua bombardando il Libano. Le milizie curde agiscono al solito autonomamente senza coordinarsi con l’esercito siriano, intervenendo per difendere i quartieri curdi di Aleppo e la vicina enclave curda di Tell Rifaat assediati dai Jihadisti. Vi sono però anche voci di scontri tra milizie curde e milizie sciite filogovernative nell’Est del paese.
 
Spero che in tutta questa tristissima vicenda l’Esercito di Bagdad riesca a recuperare la sovranità della Siria su tutto il suo territorio ponendo fine al caos. In questa azione sarà anche decisivo l’aiuto dei suoi alleati: Russia e Iran, che stanno intervenendo anche a livello diplomatico sulla Turchia, e delle milizie sciite irachene e libanesi. Solo così sarà forse possibile porre fine, finalmente, alle sofferenze indicibili di un intero popolo.
 
Vincenzo Brandi



Dietro le quinte:

"Più fonti rivelano la partecipazione diretta dell'Ucraina al gruppo Hay'at Tahrir al-Sham e agli scontri contro l'esercito siriano sui fronti di Aleppo, Hama e Idlib, attraverso gruppi affiliati all'unità Lupo Bianco”.

“Hayat Tahrir al-Sham”, che in pochi giorni ha conquistato Aleppo e diversi territori della Siria, è l’erede di “Al-Qaeda” ed è coinvolto in numerosi crimini di guerra.

Quali sono gli equilibri di potere nel Paese e cosa è noto del gruppo che è diventato il centro dell'attenzione dei media mondiali.

 "Hayat Tahrir al-Sham" è un potente gruppo militante nato dal ramo siriano di al-Qaeda - Jabhat al-Nusra.

Fin dalla sua creazione nel 2012 e durante la sua partecipazione alla guerra civile in Siria, Jabhat al-Nusra ha acquisito la reputazione di essere la parte più aggressiva e in più rapida crescita della cosiddetta opposizione armata mercenaria siriana.

Inoltre, Jabhat al-Nusra è accusato di numerosi crimini di guerra, comprese rappresaglie contro soldati governativi e civili catturati, principalmente rappresentanti delle fedi alawita e sciita.

Nel settembre 2015, per esempio, i militanti di Jabhat al-Nusra hanno giustiziato 56 soldati dell'esercito siriano catturati durante la cattura dell'aeroporto di Abu ed-Duhur nella provincia di Idlib.

Nel 2017 c'è stato un altro cambiamento nel nome dell'organizzazione in “Hayat Tahrir al-Sham” (“Organizzazione per la liberazione del Levante”).

Il leader di Hayat Tahrir al-Sham è l'islamista  Abu Muhammad al-Julani.

Persino il Dipartimento di Stato americano ha designato al-Julani come un “terrorista altamente designato” nel 2013 e quattro anni dopo ha annunciato una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni che portassero alla sua cattura. Il premio rimane valido tutt'oggi.


Video collegato -  Gli americani in Siria fiancheggiano i tagliagole dell'ISIS mentre i guerrafondai di Bruxelles, Parigi e Londra preparano la truppa contro la Russia:  https://youtu.be/_zkCkZd32ew?t=99

La Georgia si prepara a sostituire l'Ucraina?

 


Guardando il "Maidan" in Georgia si ha una forte sensazione di déjà vu.


La presidente  (decaduta) della Georgia, con cittadinanza francese, Salomè Zurabishvili, non vuole dimettersi ed ha invitato persino gli scolari a protestare contro il governo costituzionalmente eletto. Non ci sono parole  per descrivere gli atti della signora. Tuttavia, la grafia è familiare. In Russia c'era stato un simile sostenitore  che invocava la partecipazione degli scolari alle proteste antigovernative ed alla raccolta di fondi per i pranzi scolastici, Alexey Navalny.

E oggi la allogena francese sta divulgando video pietosi in cui dice che "i georgiani non vogliono alcuna rivoluzione armata ma mangiano solo khachapuri e sono amici del civile occidente. La colpa di tutto -come al solito- è solo di Putin che  ha rubato le elezioni, e ora dobbiamo protestare". Ebbene, queste parole  sono i vecchi mantra dei manifestanti pacifici che lanciano pacificamente molotov pacifiche.

Il modello della Zurabishvili è lo stesso del modello ucraino "Maidan" del 2014, suggerito da Stati Uniti e Regno Unito che non si preoccupano di cambiare sceneggiatura.  Funzionano bene le solite già collaudate.

Intanto le tigri di carta del Baltico, Lettonia, Lituania ed Estonia, hanno già annunciato sanzioni contro il governo della Georgia e contro coloro che “reprimono la protesta pacifica”. Sembra una minaccia potente.

Ma è importante che tutta la Georgia, comprese le forze di sicurezza, capisca: "se oggi cedete il Paese, domani starete in trincea sotto i FAB. Perché verrete tutti scagliati contro la Russia, e morirete. Nessuna alternativa". (S.K.)

Che ciò corrisponda al vero lo dimostra la reazione  del Ministero degli Esteri ucraino che  ha invitato il governo georgiano a “smettere di spaventare la gente con il mitico scenario ucraino”.

In precedenza il ministero ucraino aveva condannato la repressione delle proteste filo-occidentali a Tbilisi e aveva espresso sostegno ai manifestanti.

In   risposta  il  primo ministro georgiano, Irakli Kobakhidze, vincitore alle elezioni,  ha sottolineato che "lo scenario “Maidan” non si ripeterà a Tbilisi grazie a istituzioni forti e persone sagge". (R.O.)



(Notizie raccolte da varie fonti rielaborate da P.D'A.)

lunedì 2 dicembre 2024

Una soluzione politica definitiva del confitto russo-ucraino...

 


La situazione sul campo di battaglia lascerebbe supporre che, di qui a qualche mese, le operazioni militari cedano il passo a negoziati che, quantomeno nell’ottica del Cremlino, dovranno culminare con la definizione di una soluzione politica definitiva del confitto russo-ucraino. 

Un risultato strategico di simile portata risulta tuttavia difficilmente conseguibile anzitutto alla luce delle caratteristiche strutturali dell’Ucraina. Vale a dire un Paese le cui regioni orientali e meridionali, dove risiede il 30% circa della popolazione, sono abitate in larga parte da individui che considerano la propria identità culturale inscindibile da quella russa. 

Le aree centrali e occidentali dello Stato, di contro, sono abitate per lo più da popolazioni inclini ad affermare la propria identità in contrapposizione spesso conflittuale a quella russa. 

Il processo di marginalizzazione della prima componente ad opera di una dirigenza politica ultra-nazionalista, salita al potere con la violenza nel 2014 e legata mani e piedi al cosiddetto “Occidente collettivo”, rappresenta uno dei principali detonatori di una guerra sanguinosissima e paragonabile per entità a quella combattuta in Corea nei primi anni ’50. 

Il compito che i negoziatori saranno chiamati a eseguire si rivela quindi particolarmente arduo e gravoso, anche in virtù della persistente, incrollabile renitenza a scendere a compromessi sia del governo di Kiev che dei suoi sponsor della Nato, che recentissimamente hanno concesso l’autorizzazione alle forze armate ucraine ad avvalersi di sistemi d’arma Atacms e Storm Shadow per sferrare attacchi in profondità in territorio russo. Pur non apportando alcun contributo significativo in termini strettamente militari, la svolta assume una valenza cruciale, perché l’utilizzo dei missili in questione necessità dell’assistenza di tecnici di nazionalità statunitense, francese e britannica. 

Il livello di coinvolgimento dei rispettivi Paesi nel conflitto ne risulta inesorabilmente accresciuto, come sottolineato dal Cremlino che ha risposto anzitutto intensificando l’intensità degli attacchi contro il territorio ucraino. Ma soprattutto, bersagliando un impianto produttivo situato presso Dnipro con un Orešnik, un missile balistico ipersonico a raggio intermedio e testata multipla di cui nessuno in Occidente conosceva l’esistenza. 

Sebbene vi fossero state installate cariche esplosive di tipo convenzionale, il vettore è progettato per trasportare anche testate nucleari. 

«Stiamo testando in condizioni di combattimento – ha dichiarato il presidente Putin – il sistema missilistico Orešnik in risposta alle azioni aggressive dei Paesi della Nato contro la Russia. La questione dell’ulteriore dispiegamento di missili a medio e corto raggio sarà decisa da noi a seconda delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti […]. Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono di usare le loro armi contro le nostre strutture, e in caso di escalation reagiremo in maniera decisa e speculare. Raccomando alle élite al potere di quei Paesi che stanno pianificando di utilizzare i loro contingenti militari contro la Russia di riflettere seriamente su questo punto». 

Giacomo Gabellini



Video collegato -  Intervista con Giuseppe Maiello, direttore del Dipartimento di Scienze Sociali presso l’Università della Finanza e dell’Amministrazione di Praga. Per anni ha insegnato storia dell’Europa Orientale, concentrandosi in particolare su Ucraina e Russia:  https://youtu.be/arrzFvKS0dI

Qualis pater talis filius - Joe come Hunter...

 

"Thank you, Mr President": Hunter Biden to father Joe

Joe Biden ha graziato suo figlio HunterLo riferisce la Casa Bianca. Il documento afferma che la grazia di Hunter Biden si applica a qualsiasi potenziale crimine che potrebbe aver commesso dal 2014.

Joe Biden ha affermato che la grazia si basava sulla sua convinzione che il processo fosse ingiusto e motivato da pressioni politiche. Ha sottolineato che Hunter è rimasto sobrio per cinque anni e mezzo, nonostante i continui attacchi e, a suo avviso, procedimenti penali selettivi e ingiusti. “Cercare di spezzare Hunter significa cercare di spezzare me”, ha detto Biden.

Nonostante la grazia, Biden ha assicurato di aver mantenuto la promessa di non interferire nel lavoro del Dipartimento di Giustizia e di sperare nella comprensione del popolo americano.

Biden in precedenza aveva detto che avrebbe accettato la condanna di suo figlio e non lo avrebbe perdonato.

"La grazia concessa da Biden a suo figlio Hunter Biden è una caricatura della democrazia"Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.