mercoledì 24 aprile 2019

USA, le sue guerre ed i cambiamenti climatici

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In un articolo della giornalista Whitney Webb è riportato che "il Dipartimento della Difesa statunitense, che produce più residui pericolosi che le cinque compagnie chimiche più grandi degli Stati Uniti ha lasciato la sua eredità tossica in tutto il mondo sotto forma di uranio impoverito, carburante per aeroplani, pesticidi, defolianti come Agent Orange e piombo, tra gli altri".
Webb dice che "nel 2014, l'ex capo del programma ambientale del Pentagono affermò a Newsweek che il suo ufficio ha a che fare con 39 mila aree contaminate in 19 milioni di acri nei soli Stati Uniti”.
Le basi militari statunitensi nazionali ed estere sono tra i luoghi più inquinati del mondo, e il perclorato e gli altri componenti di combustibile per razzi inquinano le fonti di acqua potabile, le acque sotterranee e del suolo. Centinaia di basi militari possono essere trovate nell'elenco dei siti Superfund dell'Agenzia per la Protezione Ambientale, che sono descritte come sovvenzionate dal governo per opere di pulizia.
Circa 900 dei quasi 1.200 siti di Superfund negli Stati Uniti sono installazioni o siti militari abbandonati che altrimenti supportano i bisogni militari, per non parlare delle stesse basi militari.
"Quasi tutti i siti militari in questo paese sono seriamente inquinati", ha dichiarato John D. Dingell, un membro del Congresso in pensione del Michigan e veterano di guerra a Newsweek nel 2014. Camp Lejeune a Jacksonville, in Carolina del Nord, è una di quelle basi. La contaminazione di Lejeune si diffuse ed era persino mortale dopo che la sua acqua freatica fu contaminata da una notevole quantità di agenti cancerogeni dal 1953 al 1987.
Tuttavia, fino al febbraio 2018 il governo non ha permesso alle persone esposte alle sostanze chimiche di Lejeune di presentare richieste di risarcimento ufficiali.
Anche la base dell'aeronautica militare di Kadena ad Okinawa ha inquinato le forniture locali di acqua potabile.
Inoltre, gli Stati Uniti, che hanno condotto test nucleari più di tutte le altre nazioni messe insieme, sono anche responsabili per l'enorme quantità di radiazioni che continuano a contaminare molte isole dell'Oceano Pacifico. Le Isole Marshall, dove il Pentagono ha scaricato più di 60 armi nucleari tra il 1946 e il 1958, sono un esempio particolarmente significativo. Gli abitanti delle Isole Marshall e le vicinanze di Guam continuano a sperimentare un tasso di cancro estremamente alto.
Una delle più recenti testimonianze sull'orribile storia ambientale dell'esercito americano è l'Iraq. L'azione militare degli Stati Uniti ha portato la desertificazione nel 90% del territorio iracheno, paralizzando il settore agricolo e costringendo il paese a importare più dell’80 per cento del cibo.
L'uso da parte degli Stati Uniti di uranio impoverito in Iraq durante la Guerra del Golfo ha anche causato un enorme onere ambientale per gli iracheni. Inoltre, la politica militare USA di utilizzare i pozzi di combustione all'aperto per eliminare i rifiuti dall'invasione del 2003 ha causato un aumento del cancro tra i militari statunitensi e i civili iracheni.
(Traduzione de l’Antidiplomatico del 23 aprile 2019)

martedì 23 aprile 2019

Clima e CO2. La verità per legge...


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Mi sembra paradossale che qualcuno si ponga come “bocca della verità” sul clima quando:

1) Non vengono presentate né tanto meno discusse le serie storiche
delle temperature rilevate né quelle dedotte dagli anelli di
accrescimento egli alberi secolari

2) Non vengono forniti i dati reali delle attuali temperature

3) Non viene dimostrata scientificamente ma solo dichiarata una
generica correlazione tra inquinamento, percentuale di CO2 e modifiche del clima

4) Sono completamente ignorate le dichiarazioni argomentate di
Nobel come Carlo Rubbia ed altri 31'000 scienziati dissenzienti,
migliaia dei quali hanno competenza specifica nel dominio clima,
mentre si prende per oro colato dei brevi discorsetti preconfezionati
(e senza diritto di replica), fatti da un’adolescente poco studiosa,
inesperta e con parziale disabilità cognitiva

5) Non conosciamo le competenze tecnico-scientifiche ne le
qualifiche né l’ambito lavorativo di chi censura le notizie sul clima
che vanno contro il pensiero unico corrente

6) le posizioni di chi censura sono stranamente aderenti agli
interessi di chi lucra nel settore delle eco-tecnologie, quindi c’è
sospetto di un conflitto di interessi il quale, tra l’altro, imporrebbe delle pesanti, ulteriori ecotasse ai produttori, specie quelli di piccole e medie dimensioni

7) non si accenna quasi mai alle variazioni di irraggiamento del
Sole (le cosiddette macchie solari) e mai al contributo di
riscaldamento atmosferico dei 15 sistemi HAARP noti ognuno dei quali ha una potenza pari a circa 340 bombe di Hiroshima (cioè circa 7’500 Kton)

...allora perché censurare chi indica queste macroscopiche ignoranze, sottovalutazioni, omissioni ?


Lettera ricevuta tramite Accademia della Libertà da alexfocus56@gmail.com

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lunedì 22 aprile 2019

Il futuro prossimo dell'Italia... - Italiani, siete pronti ad affrontare le estreme conseguenze?



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Il Matteo Salvini sta facendo della questione "profughi" il  punto cruciale di tutta la sua politica. Ha chiuso i porti, ma è solo un pro forma poiché comunque i profughi in qualche modo continuano ad arrivare, magari nei porticcioli a bordo di  yacht o scaricati in "porti amici" dalle ONG amiche. Complici dell'esodo epocale sono  la teoria del "riscaldamento globale" e le guerre, peraltro scatenate dallo stesso occidente per depredare le risorse africane.  

Dopo il periodo della "grande accoglienza" favorita dal governo dell'altro  Matteo (il Renzi) per "creare lavoro" nelle coop dell'accoglienza e favorire la politica della  "casa di tutti"  del Bergoglio (a caro prezzo nostro), in Italia ormai risiedono, più o meno ufficialmente, registrati o non, almeno un paio di milioni di "clandestini". Quasi tutti provengono dall'Africa e quasi tutti son  musulmani.

La UE  non paga più per il loro mantenimento  e questi  "profughi" (termine improprio ma non saprei quale altro usare, forse "tagliagole" in incognito?),  ce li ritroviamo sul groppone...  Non possono lavorare finché la loro posizione giuridica non venga chiarita, ovvero non venga loro concesso il riconoscimento della qualifica di "rifugiato",  il che comporta un'attesa di anni (la burocrazia in Italia è lenta). Ma anche ammettendo che volessero lavorare in verità vengono utilizzati come manovalanza bruta, schiavi del caporalato mafioso con paghe miserabili (e conseguente abbassamento delle paghe anche per gli italiani). L'alternativa per loro è dedicarsi ad affari più redditizi, come spaccio di droga e prostituzione, furti e rapine, accattonaggio e arruolamento nei movimenti "politici" musulmani che aspettano il momento opportuno per l'operazione "change".

Salvini dice che li vuole rispedire tutti in Africa... ovviamente lo dice  per finta. Infatti  credete che sarà possibile rimpatriarli (dopo che siamo andati a prelevarli sin sulle coste libiche)? Quando arrivano non dichiarano le generalità, né la nazione di provenienza, si rifiutano di fornire le impronte digitali. Se la polizia cerca di fermarli scappano o pestano i poliziotti, se commettono reati vengono subito rilasciati da magistrati benevolenti.

Immagino alcune  centinaia di migliaia di sfaccendati che girano per le città e le campagne d'Italia  in attesa  del colpo di mano, poiché -come avvenne in passato- una città come Roma può essere presa da poche migliaia di desperados pronti a tutto (già è successo alla fine dell'impero romano, la storia insegna).

Tempo fa predissi che l’Italia è destinata alla frammentazione, né più né meno come all’inizio del basso medio evo. Piccoli poteri regionali sostituiranno lo Stato. Poteri che non sempre saranno rappresentativi del popolo italiano. A macchia di leopardo si costituiranno piccoli “ducati” indipendenti come sta già avvenendo, ad esempio, per quelle regioni dominate da mafia, ndrangheta, camorra ed altre associazioni. Alcune città saranno islamizzate, altre si circonderanno di nuove mura difensive per ostacolare l’islamizzazione, le basi NATO si attrezzeranno a proteggere i propri territori, etc. etc. insomma l’Italia scomparirà in quanto tale divenendo una sorta di terra di nessuno a fare da cuscinetto fra l’Europa del nord e il mondo islamico.

Italiani, siete pronti ad affrontare le estreme conseguenze?

Paolo D'Arpini


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Canzoncina in sintonia:
https://www.youtube.com/watch?v=NqgGSkWTmMo

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sabato 20 aprile 2019

Non tutta la CO2 viene per nuocere...


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Il pianeta Terra rilascia energia attraverso fotoni ottici (durante il dì), infrarossi, ed una piccolissima frazione di radiazione ad alta energia, dipendente dal fondo radioattivo naturale, che è molto basso.

I fotoni ottici possono in condizioni oppor
tune reazioni chimiche, e non è il caso della nostra atmosfera, oppure assorbimenti seguiti da immediato rilascio per eccitazione e diseccitazione del guscio elettronico, che ritorna sempre spontaneamente allo stato di minima energia di equilibrio.


I fotoni infrarossi sono responsabili di scattering, cioè di urto, nel quale cede un po' della propria energia alla molecola colpita, che a sua volta ne cede ad altre con cui si urta, e le energie cinetiche si diffondono in questo modo tra le varie molecole, secondo una classica distribuzione statistica (alle nostre temperature dovrebbe andar bene una distribuzione di Maxwell)

Dopodiché tutto procede secondo il classico principio termodinamico di flusso spontaneo del calore dal corpo più caldo a quello più freddo, cioè dalla superficie terrestre, a circa 300 °K, verso lo spazio esterno a circa 3 °K (quando non è illuminato).

Tutta l'atmosfera fa ds gas serra, frenando (non impedendo) la perdita di calore, e infatti se così non fosse di notte la temperatura precipiterebbe rapidamente
verso lo zero assoluto, cosa che non accade proprio per l'azione termostatica dell'atmosfera (e del mare): il rilascio di calore è lento.

Certo, ogni tipo di molecola ha i suoi tempi più o meno lunghi (comunque sempre comparabili tra loro) per il trasferimento dell'energia, alcune sostanze sono più lente ed altre più veloci, le loro conducibilità termiche dono differenti.

Ma la CO2 contribuisce all'effetto totale per una parte ogni 25.000 (400 ppm in frazione molare).
E la sua frazione antropica è circa il 4% di tale 0,04%.

Qualunque cosa faccia, è davvero una miseria: temporalmente molto provvisoria e quantitativamente irrilevante.


Vincenzo Zamboni 

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P.S.   "Una delle sostanze chimiche naturali presenti sul pianeta è l'anidride carbonica. Sicché è impossibile definirla "inquinante": è una molecola naturale, non artificiale. La CO2 non è tossica, ed è invece indispensabile..."

mercoledì 17 aprile 2019

Roma il 19 aprile 2019 diventa "fantasyland", con l'operazione "Greta"...

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Greta è un personaggio sociopolitico ed economico creato ad hoc dal sistema per manipolare le masse. Appena è comparso il fenomeno Greta ho scritto che lo ritenevo elaborato in laboratorio, cioè artificialmente, che non vi fosse nulla di spontaneo, e l'articolo sottostante scritto da Maurizio Blondet lo dimostra. 
Claudio Martinotti Doria

Video in sintonia: https://www.youtube.com/watch?v=t4e3Hmu5BUw&feature=share&fbclid=IwAR23DAhlSCFcr-T18mxXCWjlHdUkpCL2I0xBDShhVyChadjsBcRRJgU6PwM



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FACCIAMO UN ESPERIMENTO CON GRETA.

Greta sarà a Roma il 19!”: esultate!   Siete pronti alla festosità  corale e intenerita  che i media dedicheranno a  questa ragazzina  Asperger che  “salva   il Pianeta” e delle belle  gioventù che si uniranno a lei a piazza del Popolo   sciopereranno “per il Clima”. Tutto così fresco e spontaneo, ecologico, senza suggeritori né finanziatori  della tournée   europea della cara piccina.
Noi  vi proponiamo, se  vi trovate a Roma, di provare un esperimento.  L’ha già fatto il giornalista francese Marc Reisinger.  Ecco l’antefatto.  A febbraio scorso, il giornalista era presente alla “marcia per  il Clima” che Greta guidava  a Bruxelles. Interrogando con gli studenti e scolari che seguivano la   ragazzina, ha avuto modo di constatare che dei  problemi del Clima, questi, non sapevano praticamente niente  (la stessa constatazione  s’è dovuta fare  allo “sciopero per il clima”  che gli studenti romani hanno fatto tanto, tanto spontaneamente, rispondendo all’incitamento di  Greta,  a Roma il 15 marzo:

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P.S. E adesso  si apprende che Bergoglio incontrerà Greta venerdì santo. Tutto come da programma, master Soros. Vedrete che le bacerà i piedi, alla bambina.


Articoli collegati (anche da ridere): 





domenica 14 aprile 2019

Viterbo, la città dell'acqua cara...


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Da anni gli scienziati di tutto il mondo ribadiscono che l’acqua è un bene prezioso che non va sprecato.  Da anni vengono promosse campagne di sensibilizzazione contro lo spreco d’acqua e pochi anni fa, in tutta Italia, sono stati persino distribuiti gratuitamente dei “rompigetto” da installare sui rubinetti di casa, che permettono un notevole risparmio idrico. Risparmio per l’ambiente e per il portafogli. 


Ci si aspetta che gli amministratori di una Città siano i primi a dare il buon esempio nel salvaguardare, appunto, ambiente e portafogli.
Non è così per Viterbo, purtroppo. 

Ogni anno ci vediamo costretti a ricordare agli organi istituzionali cittadini che le bellissime fontane che caratterizzano il nostro centro storico incidono sulle casse del Comune per la ragguardevole cifra di € 600.000 annue.
È ovvio che le fontane, specie quelle monumentali, debbano gettare acqua in continuazione per mantenere il proprio fascino.
È anche scontato, però, che non è necessario che questo avvenga pure di notte, né che l’acqua debba essere sempre “nuova” .
Per evitare inutili sprechi le soluzioni ci sono e sono anche di facilissima attuazione.
Basterebbe installare dei semplicissimi relé/temporizzatori (inventati verso la fine dell’800!) sulle condotte che portano acqua alle fontane, programmandone quindi gli orari di erogazione.
A fronte della chiusura del flusso idrico, ad esempio dalle 22:00 alle 06:00 del giorno dopo, si avrebbe un risparmio notevolissimo. 

Un terzo di acqua in meno!
Per non parlare di quello economico che si attesterebbe fra € 150.000 ed € 200.000. Come minimo.

Questo tipo di intervento sarebbe quindi un gran risultato con costi irrisori per la comunità.
Si può fare di più però.
Un'amministrazione lungimirante dovrebbe prendere in seria considerazione l’installazione di apparati di ricircolo dell’acqua, unico sistema per azzerare o quasi sprechi di acqua e soldi. Una fontana che impiega sempre la stessa acqua in circolo è ecologica ed economicamente vantaggiosa.
Alla fine viene naturale chiedersi: perché se è così facile ed economico intervenire in merito allo spreco di acqua gli amministratori non si adoperano in tal senso?
Attendiamo fiduciosi risposte in merito. Come ogni anno.

Massimo Erbetti

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Consigliere Comunale M5S


PS: La prossima volta che qualcuno si trovasse a visitare Prato Giardino/Lucio Battisti potrà a buon diritto canticchiare “Acqua azzurra, acqua chiara... acqua CARA”

venerdì 12 aprile 2019

Milano. Lista Civica Italiana s'incontra per l'Assemblea Statutaria e per Proposte di Legge

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Lista Civica Italiana ti invita a partecipare a due eventi che avranno luogo domenica 14 aprile 2018
presso  la Sala S.Ambrogio via Copernico 9 (a due passi dalla fermata Stazione centrale e dall’omonima fermata della MM2 – Linea Verde)

1 - Assemblea statutaria di Lista Civica Italiana
2 - incontro per conoscere due proposte di legge di iniziativa popolare:
a) beni comuni proposta dal Comitato Rodotà
b) economia solidale e sociale proposta per la Lombardia da vari enti tra cui la Rete di economia solidale della Lombardia, Cittadinanza Attiva, il Forum terzo settore e il Bio-Distretto di Bergamo,

1) Assemblea statutaria di Lista civica italiana ai sensi dell’art.4 dello statuto
Ordine del giorno
ore 10.00
- Nomina del presidente dell’Assemblea e del verbalizzante
- Conta dei presenti in regola
- Presentazione ed eventuale approvazione della relazione sintetica sulle attività svolte nel 2018 e del bilancio.
Discussione e votazione su:
- attività di LCI nel 2019
- nomina dei membri del coordinamento nazionale ex Art. 16 comma 2 e Art. 7 comma 5 tenendo conto che la metà dei membri in carica non può essere rieletta
- nomina dei revisori dei conti e del Collegio di garanzia
ore 13.30 chiusura dell’assemblea nazionale

Pranzo - dalle 13.30 alle 14.30. (vedi aspetti logistici in calce, è richiesta prenotazione)

2) Incontro per l’approfondimento di due leggi di iniziativa popolare
Nel pomeriggio del 14 aprile 2019 LCI organizza a Milano sempre presso la Sala Sant’Ambrogio in via Copernico 9 (dalle 14.30 alle 17.30) una riunione alla quale parteciperà
Roberto Bossi (Rete di economia solidale italiana) per presentare la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sull’economia solidale e sociale (maggiori info qui https://www.economiasocialesolidalelombardia.it/)
Ugo Mattei (Comitato nazionale Rodotà) per presentare la proposta di legge nazionale di iniziativa popolare sui beni comuni (maggiori info qui https://benipubbliciecomuni.it/). Si tratta di due iniziative molto importanti e tra loro collegate perché facenti parte di una medesima visione della società: non a caso durante la fiera “Fa la cosa giusta di Milano” un unico banchetto ha raccolto le firme per entrambe le leggi.
L’obiettivo generale è di approfondire le due proposte e di valutare come collaborare alla raccolta di firme 50.000 per la legge nazionale e 5.000 per la legge regionale.

Lista Civica Italiana ha tra i propri obiettivi quello di creare una rete (aperta, paritetica e inclusiva) tra le migliaia di gruppi - spesso isolati - impegnati per migliorare la società italiana. Mettersi in rete non implica la perdita della propria identità e permette di diventare più efficaci... Per fare un primo importante  passo avanti sarebbe sufficiente coordinarsi per informare su temi condivisi.

Contiamo sulla tua partecipazione alla giornata! Aiutaci a diffondere indirizzando qui .
Grazie per l'attenzione e a presto.

Lista Civica Italiana

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P.S.: l'assemblea statutaria è aperta a tutti però per poter votare occorre essere in regola con il versamento della quota di iscrizione a LCI

P.P.S.: Il pranzo del 14 aprile è costituito da un buffet con prodotti di filiera corta e bio. E' richiesto un contributo alle spese vive. Per prenotare il pranzo e/o la propria presenza, (possibilmente entro il 10 aprile) e per informazioni scrivere a info@listacivicaitaliana.org

giovedì 4 aprile 2019

Il macro-eolico danneggia l'ambiente


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Stiamo stravolgendo il bene più prezioso del popolo italiano: il paesaggio e la natura, soprattutto delle regioni meridionali. Interessi mafiosi, connivenze politiche locali, società di comodo di stranieri, personaggi “disinvolti”, ecc. 

Tutti stanno “dandosi da fare” per distruggere quel poco di bello che è rimasto nel nostro Paese. Cime delle montagne e colline del Sud sono ormai preda di uno scempio senza fine attraverso antiestetiche torri eoliche le cui pale il più delle volte sono ferme a causa dell’assenza di vento. Già alcuni mesi fa insieme agli amici di Italia Nostra, attraverso questo notiziario, avevamo 4 denunciato il fatto dimostrando con dati scientifici l’inutilità di tale scelta per la produzione di energia rinnovabile, soprattutto in aree geografiche del nostro Paese dove il vento è carente. Pensavamo di aver sensibilizzato l’attuale Governo, in particolare Cinque Stelle, che si era sempre dichiarata ambientalista. Oggi purtroppo dobbiamo ricrederci. Il servizio che segue del periodico “Terre di Frontiera” ne è la dimostrazione: Eolico «no limits» Inchieste/Territori - di Antonio Bavusi - Pubblicato il 22 Gennaio 2019 Diverse aree del Sud Italia sono interessate da grandi impianti eolici con potenza oltre i limiti (non prescrittivi) indicati nei Piani di indirizzo energetico ambientali regionali (Piear). In alcune regioni, come la Basilicata dello sfruttamento petrolifero e di quello eolico, si assiste al fenomeno della “saturazione”, che sta causando lo stravolgimento dei connotati fisici e geografici del territorio. A chi fa capo il business delle società eoliche? 

Qual è il ruolo delle rinnovabili in Italia, trasformate in poco tempo, da opportunità ad affare per pochi? Il Sud Italia è sempre più terra di conquista per le società energetiche, da quelle petrolifere a quelle eoliche. Infatti, sono stati depositati presso il ministero dell’Ambiente, come previsto dalla legge sulla Valutazione d’impatto ambientale (Via), nuovi progetti di mega-impianti eolici con potenza superiore a 30 megawatt. I progetti di parchi eolici con potenze inferiori, invece, continuano il loro iter presso gli uffici preposti delle Regioni. Ma l’intenso sfruttamento energetico al Sud, e in Basilicata, sta creando impatti significativi sul territorio (il paesaggio e la bellezza non riguardano solo Matera), mentre le infrastrutture energetiche (pozzi petroliferi, elettrodotti, centri di trattamento e stoccaggio, cavidotti, centrali di smistamento) e quelle di supporto (strade, cementificazione) creano profitto per pochi ed impatti rilevanti per l’ambiente e le comunità locali. SERVITÙ ENERGETICHE La Basilicata in questi ultimi anni è interessata da una nuova corsa al vento con una infrastrutturazione eolica da parte delle multinazionali dell’energia che sta avvenendo in sordina, nel disinteresse mediatico, al di fuori di ogni criterio di programmazione (Piano di indirizzo energetico ambientale regionale) e in assenza di un Piano paesistico regionale che avrebbe potuto scongiurare impatti ambientali in aree protette e sensibili dal punto di vista paesaggistico. 

La Regione Basilicata per cercare di tamponare la “saturazione” e il consumo di suolo è corsa ai ripari, seppur in ritardo, con alcune modifiche normative inserite nella legge regionale di Bilancio 2018 (la n.38/2018), che il Governo ha pensato di impugnare 5 presso la Corte Costituzionale nella recente riunione del Consiglio dei ministri datata 17 gennaio 2019. Norme regionali che avevano l’intento tardivo di arginare il cosiddetto “effetto cumulo” degli impianti eolici sul territorio che stanno causando impatti ambientali e paesaggistici rilevanti. Dietro queste decisioni governative ci sarebbe la decisione (non dichiarata dall’Italia) di vendere l’energia prodotta nel nostro Paese alla Francia – considerato il fermo di un terzo delle centrali nucleari francesi – causando il rialzo dei prezzi in mezza Europa, mentre società francesi preferiscono entrare direttamente oggi nel business delle rinnovabili italiane e in Basilicata. LA TRASFIGURAZIONE FISICA E GEOGRAFICA DEL TERRITORIO DELLA BASILICATA In Basilicata, in due anni, sono stati presentati progetti mega eolici (presso la Regione e presso il ministero dell’Ambiente) da 18 società eoliche con 178 nuove torri eoliche e un incremento di 541,1 megawatt, che porterebbero nei prossimi anni la potenza installata per la fonte eolica in Basilicata ad oltre 1.744 megawatt, come già documentato da Terre di frontiera nell’approfondimento “Dove soffia il vento eolico?”. 

Il Piano di indirizzo energetico ambientale della Basilicata prevedeva invece, al 2020, per la sola fonte eolica un fabbisogno di 981 megawatt, pari al 60 per cento delle altre fonti rinnovabili, mentre per il solare-fotovoltaico prevedeva, al 2020, 359 megawatt (20 per cento), per le biomasse 50 megawatt (15 per cento) e, infine, per l’idroelettrico 48 megawatt. Quote, queste, che già nel 2017 risultavano ampiamente superate, specialmente per la fonte eolica. Così come mostrano i dati elaborati da quelli del Gse (Gestore servizi elettrici). La tabella che segue mostra dove sono ubicati i nuovi impianti eolici, con lo status attuale delle procedure in corso. Lo saranno ancor di più nei prossimi anni. LE SOCIETÀ DEL VENTO Solo apparentemente i nomi delle nuove 18 società – la maggior parte a responsabilità limitata – i cui progetti sono in fase di approvazione, ricondurrebbero ad investitori locali, i quali entrano solo in qualità di mediatori e/o progettisti delle opere, con attività in alcuni settori dei media e del turismo regionale. In realtà, dietro le sedi fisiche (spesso solo postali o in qualche caso addirittura fittizie) ci sono le multinazionali che si sono lanciate nel business dell’eolico italiano, investendo e fruendo dei notevoli incentivi pubblici erogati dallo Stato, “compensando” per le concessioni delle aree, i singoli proprietari dei suoli e i mediatori locali e, solo in qualche caso, i Comuni. È il caso della Bel Lavello srl, con sede a Venosa, interessata ad un impianto eolico denominato “Forentum” (da 39,6 megawatt), che è una filiale locale della multinazionale “casa madre” con capitali franco-svizzeri e sede in Lussemburgo, che possiede il 100 per cento della società. Il caso dell’Eolica Muro Lucano srl, vede la filiale italiana, con sede a Potenza, ricondurre al colosso dell’eolico francese Usb Energies Nouvelles con sedi a Parigi e altre città della Francia. 

Altre società afferiscono direttamente o indirettamente a società operanti nel settore delle rinnovabili (Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto e Emilia Romagna) con immobiliari, finanziarie e banche del nord nel ruolo di investitori. Non mancano società operanti nel settore fossile che hanno interessi anche nel settore eolico nel sud Italia e in Basilicata. Analogamente per le altre società interessate ad investire con i loro progetti in Basilicata, che vedono nelle loro società partecipazioni anche straniere. Tra i casi di “compensazioni” ambientali promesse ai Comuni che dovrebbero ospitare il nuovo “mega eolico” in via di autorizzazione presso il ministero dell’Ambiente, c’è il caso della Milonia srl, società controllata da Termomeccanica group spa di La Spezia interessata a realizzare una mega wind farm da 60 megawatt nei comuni di Montemilone ed opere infrastrutturali a Venosa, Genzano di Lucania, Palazzo San Gervasio. La società ha promesso di sostenere economicamente il progetto del Comune di Montemilone con interventi e opere edili e civili. Per due impianti eolici pubblicati di recente sul sito del ministero dell’Ambiente le osservazioni da parte del pubblico nell’ambito della procedura Via ministeriale (da presentarsi da parte di associazioni, enti locali e cittadini) scadono nel mese di marzo 2019. 

Antonio Bavusi - Accademia Kronos

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Commento di Max Bianco di European Consumers:

L'eolico pesante ha danneggiato habitat prioritari anche in zone protette.
Ha trasformato in zone antropiche le cime di montagne.
Ha aumentato la penetrazione in zone forestali con aumento degli incendi.
Ha favorito la deturpazione del paesaggio per non parlare delle innumerevoli infiltrazioni mafiose. L'unico eolico compatibile è nelle zone antropizzate e il migliore è il microecolico.



Integrazione di Salvatore La Malfa:

Andrebbero resi OBBLIGATORI, sulle nuove costruzioni, ed ben incentivata l'installazione sulle vecchie, dei pannelli solari e del microeolico (l'eolico pesante con le enormi pale mi sta sulle b...). Ma questa  idea, decentralizza la produzione e rende quasi inutili gli enormi, ultrapotenti, elettrodotti (pugno negli occhi dell'ambiente oltre che fonte di malattie) e toglie potere e SOLDI ai produttori/distributori di energia (leggasi Enel Terna, ecc.ecc.).

mercoledì 3 aprile 2019

Tuttologia Vitaliana - Vaccini, religioni, cultura post-quantistica, movimenti pseudo-spiritualisti e catto-comunisti, etc.


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Vorrei evidenziare l'importanza, in qualsiasi ricerca, di riferirsi SEMPRE a documenti SCRITTI, onde non derogare da un tracciato già delineato. Il ché non vuol dire che si debba continuare pedissequamente, come fanno le religioni, su percorsi di PENSIERO ormai esauriti e usurati del tempo nelle monotone ripetizioni, ritmiche quanto al limite delle farneticazioni, che le caratterizzano inesorabilmente  specie quelle cosiddette "del libro", ma semplicemente per eliminare il sospetto di "invenzioni" di qualcuno che NON conosce il passato. 

Il primo testo da prendere in considerazione, vista l'urgenza, è il seguente: Tetyana Obukhanych: I vaccini sono un'illusione (Edizioni MACRO). Titolo quanto mai azzeccato perché sottintende molto bene ciò che pensiamo e che ci sforziamo da tempo di far capire. Poi occorre riferirsi all'immortale "Le Radici del Caso" di Arthur Koestler (ed Astrolabio 1972). Di cui ho parlato a lungo nei miei soliloqui su Facebook.

Poi dobbiamo trarre i riferimenti a due testi essenziali: Stephen Toulmin: "Quanti e realtà" (Sansoni 1967). Quando noi ci riferiamo alla cultura (Meglio: Kultur) post-quantistica, ci troviamo SEMPRE come in un deserto, cioè come nel deserto abbiamo SEMPRE bisogno di Ri-orientamento e di una bussola adeguata al compito.

Quando si comunica la propria opinione bisogna riferirsi NON solo alle letture ma anche alla coordinate. Ciò dovrebbe riguardare TUTTE le nuove idee teoriche. Già negli anni sessanta si trattava di elaborare una "strategia intellettuale" tendente a riportare la fisica teorica nel campo della "filosofia naturale" (David Bohm), che non significa REGREDIRE al livello pre-newtoniano, ma inserire a pieno diritto nel pensiero ideologico comune il principi essenziali della fisica post-quantistica. 

Ma la Storia è come l'Oracolo di Delfo, le sue profezie sono SEMPRE ambigue. Tuttavia l'atteggiamento corretto da tenere di fronte alla Storia è solo una sorgente di ammonimenti e di incitamenti. Pertanto, qualsiasi riferimento a quel magico periodo che vide il fiorire di movimenti pseudo "spiritualisti" è quanto mai pertinente, anche perché per spontanea evoluzione della società (che dovrebbe impensierire ma fortunatamente NON lo capiscono i gestori dell'ideologia katto-komunista) la conoscenza, anche se solo superficiale del pensiero e delle opere dei promotori di quei movimenti si sta allargando con velocità superiore alle aspettative.

Un altro testo essenziale ( e non potrebbe essere altrimenti) è: Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo di J. Evola, pubblicato da Bocca nel 1931. In questo testo si fa il punto su molte questioni e tutti coloro che si interessano, anche solo per interesse storico, dell'evoluzione di quei movimenti lo dovrebbero tenere sempre a portata di mano.  (
Per quanto riguarda l'Antroposofia  vale la pena di leggere: Lidia Arreghini: Il Pensiero antroposofico di R. Steiner, Stavolta editori, pagg.192). A conclusione del suo libro Evola scrive: " Qui era solo da dare il senso di due direzioni, che dal personale possono portare: l'una verso il sub personale (NOTA MIA: Noi viviamo oggi in pieno questo clima che porta alla LORO decadenza totale), l'altra verso il superpersonale, nei riguardi della natura dello spiritualismo contemporaneo, per poter scoprire ciò che in questa è MASCHERA, e ciò che in questa è VOLTO; per poter sorpassare sia le limitazioni filistee, sia l'ingenuità di tante adesioni e di tante "rivelazioni"; per poter opporre a coloro che difendono una tradizione in , abitudinario, devozionale, il senso della possibilità di qualcosa di ben più vasto, di ben altrimenti universale, di ben diversamente riflettente una realtà metafisica."... "Lo spirituale valga come una conoscenza, non come una tentazione. Ci faccia superare sia l'attitudine irrealistica religiosa, sia l'attitudine gretta scientista e positivista. Lo si senta come una realtà presente, non miracolosa ma evidente, nei quadri di una visione del mondo più completa, più vasta, più libera."

Quanto scritto è sufficiente per recepire ed accettare le tante elaborazioni concettuali che convergono nella definizione di [apparentemente differenti] VISIONI DEL MONDO e della Vita, alcune delle quali, come Scientology, si tramutano automaticamente in religioni a contatto con le differenti ma omologate percezioni delle MASSE. 

Così entriamo naturalmente a contatto e, soprattutto, comprendiamo, il pensiero di R. Guénon, [quand'ero giovane (inizio anni 50) totalmente ignorato], oggi NOME notissimo per le forze evolutive della civiltà che si muove per conto proprio anche CONTRO i blocchi posti negli snodi sociali dal pensiero positivista che si incarna nella dottrina catto-komunista. 

Voglio concludere con una frase di Marco Todeschini (1899-1988): "nell'Universo non esiste nulla di paranormale, ma tutto quanto i avviene segue solo ed esclusivamente leggi fisiche a cui possiamo avere accesso solo se apriamo un po' di più la Mente, e non ci lasciamo condizionale ipnoticamente e acriticamente dall'inganno del paradigma corrente".

Giorgio Vitali

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