Appena me ne uscii, in una lettera sul tema del destino e del come esso si manifesta, affermando che “l’anima nel momento dell’assunzione del corpo sceglie il proprio destino” immediatamente un’amica sempre attenta a queste cose mi scrisse: “…Vedo che per la prima volta parli di "scelta", quindi l'anima (almeno lei beata) può scegliere il destino della morte del corpo per soddisfare le esigenze della sua posizione evolutiva..“.
Per un po’ ho dovuto tacere sull’argomento, anche per evitare di dover controbattere su un tema che è assolutamente dubbio… se affrontato con motivazioni religiose. Ma che può essere analizzato in termini di spiritualità laica e facendo riferimento all’esperienza personale.
Il testo che segue è perciò limitato alla mia esperienza diretta e non viene discusso sulla base di ciò che è stato scritto su libri più o meno sacri (che in fondo sono solo un “sentito dire”).
Oggi sento il bisogno di fare ulteriore chiarezza, per quanto possibile, sul discorso della scelta del destino, della vita e morte dell’anima individuale e della libertà assoluta dello Spirito. Alla base di tutto pongo la mia esperienza, impiantata nella memoria, del momento in cui la coscienza stava illuminando la formazione di un corpo nel grembo di mia madre, essendo questa coscienza individuale denominata “anima”, in cui percepii chiaramente il decorso karmico che quella forma psicofisica (quel me stesso) era destinata a compiere. Vidi le sue propensioni, le sue radici geniche, le tendenze innate, le vicende destinate, le difficoltà, la gloria, il sacrificio, insomma tutto quel che doveva essere compiuto attraverso quello specifico individuo umano. Ebbene nel percepire tutto ciò chiaramente sentivo una certa riluttanza ad affrontare le prove, meglio dire a testimoniarle, o renderle possibili attraverso la presenza cosciente che io sono. Eppure, il delinearsi del destino incipiente nello specchio della mente, che lo registrava e quindi lo immagazzinava come una pellicola che poi sarebbe stata proiettata nel corso della vita, comportava una parvenza di libero arbitrio nell’accettare il fato o nel rifiutarlo. Certo questa sensazione di accettazione o rifiuto era totalmente soggettiva e non poteva in alcun modo modificare il corso degli eventi preordinati, ma avrebbe potuto lasciare una traccia sotto forma di insoddisfazione e rifiuto, con le conseguenze che potete immaginare nel dispiegamento della vita che stava per manifestarsi.
Il senso di ribellione che avrebbe comportato tale rifiuto avrebbe perniciosamente ritardato il compimento dello scopo prefisso dell’anima stessa…. Ma, un momento, occorre chiarire un concetto. Cos’è l’anima?
In sanscrito essa viene chiamata “Jivatman” che significa anima individuale, mentre l’Assoluto viene chiamato “Paramatman”. Avrete notato che il suffisso “Atman” permane in entrambi i termini, mentre cambia solo il prefisso. Da ciò si intuisce l’identità fra le due espressioni. L’anima individuale quindi è la "coscienza personale" che illumina la particolare forma non essendo però diversa nella sua natura dalla Coscienza Universale, che viene definita anche Ishwara o Dio. Allo stesso tempo questa suddivisione in Dio, Anima e Mondo è solo funzionale alla manifestazione, che si svolge nell’ambito dello spazio-tempo, in realtà esiste solo una pura ed assoluta consapevolezza non duale e priva di ogni empiricità, essendo Unica e quindi non osservabile né conoscibile. Questa consapevolezza è lo Spirito.
Allorché questa pura Consapevolezza si riflette in se stessa, come moto spontaneo della sua natura, sorge l’ “Io”. Da questa prima illuminazione nasce poi la sembianza “Io sono” (Dio è definito nella Bibbia “I Am That I am”) e dall’"io sono" deriva l'identificazione “Io sono questo” (ovvero lo specifico nome e forma). Da questo processo ne consegue un’osservazione e riflessione a tutto campo delle variegate espressioni vitali (viene posta in atto la creazione e la molteplicità degli esseri). Avrete però intuito che l’identità indivisa dell’Essere unico, lo Spirito, non perde le sue caratteristiche pur rivestendosi di un’ipotetica illusione separativa, utile ai fini della manifestazione. Insomma il puro ed assoluto “Io” non duale è sempre presente, in forma immanente e trascendente, in ogni cosa ed in ogni aspetto della coscienza manifesta. Nella materia bruta è latente (“in fieri”) e nella coscienza universale ed individuale è l’aspetto illuminante della consapevolezza.
Il compimento del destino globale, inscindibile nell'insieme, è presente nella summa di tutti i fotogrammi possibili (ed impossibili) delle infinite forme e nomi (che nascono e muoiono in continuazione) e che sono le varianti del decuplo aspetto dell’illusione (la Creazione stessa). Essendo questi dieci aspetti: coscienza ed energia; le tre qualità: armonia, moto, inerzia; i cinque elementi sottili e materiali (Etere, Aria, Fuoco, Acqua, Terra). Ma di questo ne abbiamo già parlato abbondantemente in altri articoli.
Occorre però capire che tutto questa descrizione in corso appartiene comunque al modo manifestativo, per cui rientra in una conoscenza relativa e dualistica. Non può essere perciò considerata “Conoscenza” spirituale, che è aldilà di ogni descrizione possibile essendo pura esperienza diretta del Sé, ma serve ad accontentare l’anima, o mente speculativa, che sente il bisogno di ragionamenti sottili per poter alfine decidere di sottomettersi al Potere Superiore del Sé. Non che la sua sottomissione sia necesaria alla realtà già in atto, nel senso che diviene operativa attraverso una specifica "scelta".... meglio infatti sarebbe dire che tale sottomissione corrisponde al riconoscimento della propria identità originaria ed alla rinunzia dell’illusione separativa.
Nel percorso apparente che l’anima compie verso il ritorno a casa (dalla quale non si è mai allontanata se non nella considerazione speculare dualistica) essa attraversa il mondo infernale dell’identità con le forze egoiche e materiali più dense, il mondo umano delle emozioni e dei sentimenti ed il mondo paradisiaco del compimento del bene e dell’amore. Queste chiaramente sono tappe intermedie, trappole della coscienza duale per mantenere l’anima avvinghiata all’illusione separativa, parte del gioco che “imprigiona” ciò che mai può essere imprigionato. Per cui l’anima sembra dover scegliere attraverso le esperienze di vita e di coscienza che l’attendono come portare a compimento questo percorso.
Ed a questo punto debbo riferire anche dell’esperienza diretta del Sé, che ognuno di noi può avere nel momento opportuno, in cui si ha la piena consapevolezza della propria natura originaria, dell’identità nello Spirito eternamente libero, e tale esperienza è uno degli aspetti che aiutano infine l’anima a rinunciare alla sua illusoria identità separata. Corrisponde al momento in cui la maturazione dell’anima è vicina al superamento dei vincoli infernali, mondani e religiosi e si manifesta sotto forma di “Grazia” del maestro interiore, dello Spirito che è la sola ed unica verità.
Ed ogni discorso tace.
Paolo D’Arpini
domenica 28 febbraio 2010
sabato 27 febbraio 2010
Sri Aurobindo: "Un poema dedicato a Savitri, la Madre Luminosa..." Traduzione di Paola De Paolis
Ante Scriptum
Ciao Paolo, visto che mi sono assunta la responsabilità di inviarti parte di SAVITRI, e, avendo capito che non lo conoscevi, ho fatto in modo che ti arrivassero, in merito, notizie più precise e corrette,
si da. il caso che conosco, da anni, la traduttrice dell'intero testo, e, a lei mi sono rivolta per maggiori precisazioni. Le due lettere seguenti sono le sue risposte. Mi ha anche autorizzato, nel caso ti servissero maggiori informazioni a usare i suoi recapiti telefonici, che ho lasciato, appunto a fine lettera.
Sono giorni strani, questi, e, non per il fatto che sto uscendo da una bella bronchite, ma perchè c'è, " in giro" una specie di "vortice" che si esprime su più piani, e, noto, individualmente in modo diversissimo,una cosa stranissima che mi è successa per due o tre volte in questi ultimi giorni è leggere marzo ed essere convintissima che si trattasse di febbraio... Franca
...........
Il testo di "Savitri" in italiano da me tradotto è pubblicato in due volumi e distribuito da anni dalle Edizioni Mediterranee, come la mia traduzione de "La Vita Divina", il capolavoro in prosa di Sri Aurobindo (due volumi in cofanetto). Non so cosa sia la traduzione di cui mi parli. Quanto al testo di "comprensione", forse si tratta di uno degli articoli che pubblicai in qualche rivista? Ci furono delle copie di un mio articolo (pubblicato su "Stargate") distribuite in occasione dello spettacolo teatrale "Savitri, la Scoperta dell'Anima e la Vittoria sulla Morte" tenuto tre anni fa all'Auditorium di Roma (c'eri?).
Mi trovo ora in Italia, a Roma, e vi devo restare ancora per vari mesi per sistemare varie cose lasciate in sospeso. Se ci sarà occasione, mi farà piacere far conoscere la visione di Sri Aurobindo in qualche incontro pubblico (ti terrò informata).
Ho tradotto recentemente un libro interessantissimo (già richiesto da un paio di editori) che ho scoperto per caso l'altr'anno in una libreria di Pondicherry, scritto da un'americana che vive ritirata a Tiruvannamalai - e che ho poi conosciuto. In questo libro, il cui titolo, in Italiano, dovrebbe essere "UNO", lo "yoga integrale" di cui Sri Aurobindo è stato il pioniere viene sviscerato da un punto di vista operativo profondamente ispirato (e l'Autrice non conosce Sri Aurobindo: ma, come diceva Mère nel '72, "fra cinquant'anni, tutta la parte ricettiva dell'umanità - dico "ricettiva", non intellettuale", sarà assorbita dalla potenza del pensiero di Sri Aurobindo. Quelli che lo sono ora hanno il vantaggio di essere fra i primi...")
In America ha venduto già 50.000 copie ed è alla seconda ristampa. Il tema, oggi, volenti o nolenti, è di estrema attualità.
Ti mando intanto un affettuoso saluto,
Paola De Paolis
Il brano dell'inno che segue è dedicato a Savitri, la Dea che rappresenta l'energia femminile della Luce, la sposa del Sole ed è sttao scritto da un altrettanto luminoso essere: Sri Aurobindo
“O Savitri, io sono la tua anima segreta.
Sono discesa sulla terra ferita e desolata
per guarirne le angosce, cullarne il cuore e indurlo al riposo
e per posare il suo capo sul grembo della Madre
perché possa sognare Dio e conoscerne la pace
e attirare l’armonia delle sfere superiori
nel ritmo dei suoi giorni duri e agitati.
Le mostro le immagini degli dei luminosi
E apporto forza e conforto sulla sua vita in lotta;
realtà sublimi che per ora non sono che parole e forme
le rivelo nel corpo del loro potere.
Sono la pace che s’infiltra nel petto dell’uomo esausto della guerra,
in mezzo al regno dell’inferno creato dai suoi atti,
un ostello ove possono abitare i messaggeri del Cielo;
sono la carità dalle amabili mani che benedicono,
sono il silenzio in mezzo al rumoroso calpestio della vita;
sono la Conoscenza che medita la sua carta cosmica.
Nelle anomalie del cuore umano
Ove il Bene e il Male sono intimi compagni di letto
E la Luce è a ogni passo pedinata dalla Tenebra,
ove il suo più vasto sapere è un’ignoranza,
io sono il Potere che avanza e fatica verso il meglio
ed opera per Dio ed alza gli occhi alle cime.
Anche del peccato e l’errore faccio delle pietre di guado
E di tutta l’esperienza una lunga marcia verso la Luce.
Partendo dall’Incoscienza costruisco la coscienza,
e la guido attraverso la morte perché giunga alla Vita immortale.
Molte sono le forme di Dio con le quali egli cresce nell’uomo;
esse marchiano di divinità i suoi pensieri e le sue azioni,
sollevando la statura dell’argilla umana
o la trasmutano lentamente nell’oro del cielo.
Egli è il Bene per il quale gli uomini combattono e muoiono,
egli è la guerra della Giustizia contro l’iniquità del Titano;
egli è la Libertà che risuscita eterna sul rogo;
egli è il Valore che difende ancora il valico disperato
o che si erge, solo, sulla barricata distrutta,
o una sentinella nel pericolo della Notte piena d’echi.
Egli è la corona del martire bruciato dalla fiamma,
la gioiosa rassegnazione del santo,
il coraggio indifferente alle ferite del Tempo
e la potenza dell’eroe alle prese con la morte del destino.
Egli è la Saggezza incarnata su un trono glorioso
E la calma autocrazia del governo del saggio.
Egli è il Pensiero nobile e solitario,
distante al di sopra della moltitudine ignorante:
egli è la voce del profeta, la visione del veggente.
E’ la Bellezza, nettare dell’anima appassionata,
è la Verità per la quale lo spirito vive.
Egli è le ricchezze della Vastità spirituale
Riversate a flotti benefici sulla Vita indigente;
è l’Eternità sedotta d’ora in ora,
è l’infinità in un piccolo spazio:
è l’immortalità nelle braccia della morte.
Questi poteri sono io al mio appello essi vengono.
Così lentamente sollevo l’anima dell’uomo più vicino alla Luce.
Ma la mente umana s’abbarbica alla propria ignoranza
E il cuore umano alla propria piccolezza
E la vita terrestre al proprio diritto d’affliggersi.
Solo quando l’Eternità prenderà il Tempo per mano,
solo quando l’infinità sposerà il pensiero del finito,
l’uomo potrà esser libero da se stesso e vivere con Dio.
Io porto intanto gli dei sulla terra;
riporto le speranze al cuore che dispera;
do la pace agli umili e ai grandi,
effondo la mia grazia sugli stolti e sui saggi.
Io salverò la terra, se la terra consente ad esser salvata.
Allora l’Amore potrà infine camminare illeso sul suolo della terra;
la mente dell’uomo accetterà la sovranità del Vero
e il corpo sopporterà l’immensa discesa di Dio”.
Ella disse, e dal piano inferiore ignorante
Giunse un grido, un’eco deformante, nuda e fremente.
Una voce della mente umana incatenata ai sensi
Trasmetteva il suo orgoglioso lamento di potere divino
Vincolato dai limiti dei pensieri d’un mortale,
legato ai ceppi dell’ignoranza terrestre.
Imprigionato nel suo corpo e nel suo cervello,
il mortale non può vedere la possente totalità di Dio…
…o condividere la vasta e profonda identità.
Di Colui che insospettato risiede nei nostri cuori ignoranti
E tutto conosce poiché è uno con tutto…
…
Ciascuna creatura vive grazie ai limiti della sua natura,
e come si può evadere il proprio innato destino?
Io sono umano, che io resti umano
Fin quando tacerò e dormirò nell’incosciente.
Estrema follia, chimera è questa,
di pensare che Dio viva celato nell’argilla
e che l’eterna Verità possa dimorare nel Tempo,
e d’invocarla per salvare il nostro se e il mondo.
Come può l’uomo diventare immortale e divino
Trasmutando la sostanza stessa di cui è fatto?
Questo, possono sognarlo gli dei maghi, non gli uomini pensanti.”
E Savitri udì la voce, udì la risposta deformante,
e rivolgendosi al Suo essere di luce disse:
“Madonna di luce, Madre di gioia e pace,
tu sei una porzione del mio sé incaricata
d’elevare lo spirito alle sue altezze dimenticate
e risvegliare l’anima ai contatti dei cieli.
Poiché tu sei, l’anima s’avvicina a Dio;
poiché tu sei, l’amore cresce nonostante l’odio
e la conoscenza marcia indenne nella fossa della Notte.
Ma non è rovesciando la pioggia dorata del cielo
Sull’aspro e roccioso terreno dell’intelletto
Che l’albero del Paradiso può fiorire sul suolo terrestre
E l’Uccello del Paradiso posarsi sui rami della vita
E i venti del Paradiso visitare l’aria dei mortali.
Anche se tu fai piovere i raggi dell’intuizione,
la mente dell’uomo li scambierà per il barlume proprio della terra,
il suo spirito sprofonderà sotto l’ego spirituale.
O la sua anima sognerà rinchiusa in una brillante cella di santità
Dove non può giunger che un’ombra luminosa di Dio.
Tu devi nutrire la sua fame dell’eterno
E colmare di fuoco celeste il suo cuore anelante
E far discendere Dio nel suo corpo e la sua vita.
Un giorno ritornerò, la Sua mano nella mia,
e tu vedrai il volto dell’Assoluto.
Allora sarà compiuto il matrimonio sacro,
allora nascerà la famiglia divina.
La luce e la pace regneranno in tutti i mondi.”
Sri Aurobindo
Ciao Paolo, visto che mi sono assunta la responsabilità di inviarti parte di SAVITRI, e, avendo capito che non lo conoscevi, ho fatto in modo che ti arrivassero, in merito, notizie più precise e corrette,
si da. il caso che conosco, da anni, la traduttrice dell'intero testo, e, a lei mi sono rivolta per maggiori precisazioni. Le due lettere seguenti sono le sue risposte. Mi ha anche autorizzato, nel caso ti servissero maggiori informazioni a usare i suoi recapiti telefonici, che ho lasciato, appunto a fine lettera.
Sono giorni strani, questi, e, non per il fatto che sto uscendo da una bella bronchite, ma perchè c'è, " in giro" una specie di "vortice" che si esprime su più piani, e, noto, individualmente in modo diversissimo,una cosa stranissima che mi è successa per due o tre volte in questi ultimi giorni è leggere marzo ed essere convintissima che si trattasse di febbraio... Franca
...........
Il testo di "Savitri" in italiano da me tradotto è pubblicato in due volumi e distribuito da anni dalle Edizioni Mediterranee, come la mia traduzione de "La Vita Divina", il capolavoro in prosa di Sri Aurobindo (due volumi in cofanetto). Non so cosa sia la traduzione di cui mi parli. Quanto al testo di "comprensione", forse si tratta di uno degli articoli che pubblicai in qualche rivista? Ci furono delle copie di un mio articolo (pubblicato su "Stargate") distribuite in occasione dello spettacolo teatrale "Savitri, la Scoperta dell'Anima e la Vittoria sulla Morte" tenuto tre anni fa all'Auditorium di Roma (c'eri?).
Mi trovo ora in Italia, a Roma, e vi devo restare ancora per vari mesi per sistemare varie cose lasciate in sospeso. Se ci sarà occasione, mi farà piacere far conoscere la visione di Sri Aurobindo in qualche incontro pubblico (ti terrò informata).
Ho tradotto recentemente un libro interessantissimo (già richiesto da un paio di editori) che ho scoperto per caso l'altr'anno in una libreria di Pondicherry, scritto da un'americana che vive ritirata a Tiruvannamalai - e che ho poi conosciuto. In questo libro, il cui titolo, in Italiano, dovrebbe essere "UNO", lo "yoga integrale" di cui Sri Aurobindo è stato il pioniere viene sviscerato da un punto di vista operativo profondamente ispirato (e l'Autrice non conosce Sri Aurobindo: ma, come diceva Mère nel '72, "fra cinquant'anni, tutta la parte ricettiva dell'umanità - dico "ricettiva", non intellettuale", sarà assorbita dalla potenza del pensiero di Sri Aurobindo. Quelli che lo sono ora hanno il vantaggio di essere fra i primi...")
In America ha venduto già 50.000 copie ed è alla seconda ristampa. Il tema, oggi, volenti o nolenti, è di estrema attualità.
Ti mando intanto un affettuoso saluto,
Paola De Paolis
Il brano dell'inno che segue è dedicato a Savitri, la Dea che rappresenta l'energia femminile della Luce, la sposa del Sole ed è sttao scritto da un altrettanto luminoso essere: Sri Aurobindo
“O Savitri, io sono la tua anima segreta.
Sono discesa sulla terra ferita e desolata
per guarirne le angosce, cullarne il cuore e indurlo al riposo
e per posare il suo capo sul grembo della Madre
perché possa sognare Dio e conoscerne la pace
e attirare l’armonia delle sfere superiori
nel ritmo dei suoi giorni duri e agitati.
Le mostro le immagini degli dei luminosi
E apporto forza e conforto sulla sua vita in lotta;
realtà sublimi che per ora non sono che parole e forme
le rivelo nel corpo del loro potere.
Sono la pace che s’infiltra nel petto dell’uomo esausto della guerra,
in mezzo al regno dell’inferno creato dai suoi atti,
un ostello ove possono abitare i messaggeri del Cielo;
sono la carità dalle amabili mani che benedicono,
sono il silenzio in mezzo al rumoroso calpestio della vita;
sono la Conoscenza che medita la sua carta cosmica.
Nelle anomalie del cuore umano
Ove il Bene e il Male sono intimi compagni di letto
E la Luce è a ogni passo pedinata dalla Tenebra,
ove il suo più vasto sapere è un’ignoranza,
io sono il Potere che avanza e fatica verso il meglio
ed opera per Dio ed alza gli occhi alle cime.
Anche del peccato e l’errore faccio delle pietre di guado
E di tutta l’esperienza una lunga marcia verso la Luce.
Partendo dall’Incoscienza costruisco la coscienza,
e la guido attraverso la morte perché giunga alla Vita immortale.
Molte sono le forme di Dio con le quali egli cresce nell’uomo;
esse marchiano di divinità i suoi pensieri e le sue azioni,
sollevando la statura dell’argilla umana
o la trasmutano lentamente nell’oro del cielo.
Egli è il Bene per il quale gli uomini combattono e muoiono,
egli è la guerra della Giustizia contro l’iniquità del Titano;
egli è la Libertà che risuscita eterna sul rogo;
egli è il Valore che difende ancora il valico disperato
o che si erge, solo, sulla barricata distrutta,
o una sentinella nel pericolo della Notte piena d’echi.
Egli è la corona del martire bruciato dalla fiamma,
la gioiosa rassegnazione del santo,
il coraggio indifferente alle ferite del Tempo
e la potenza dell’eroe alle prese con la morte del destino.
Egli è la Saggezza incarnata su un trono glorioso
E la calma autocrazia del governo del saggio.
Egli è il Pensiero nobile e solitario,
distante al di sopra della moltitudine ignorante:
egli è la voce del profeta, la visione del veggente.
E’ la Bellezza, nettare dell’anima appassionata,
è la Verità per la quale lo spirito vive.
Egli è le ricchezze della Vastità spirituale
Riversate a flotti benefici sulla Vita indigente;
è l’Eternità sedotta d’ora in ora,
è l’infinità in un piccolo spazio:
è l’immortalità nelle braccia della morte.
Questi poteri sono io al mio appello essi vengono.
Così lentamente sollevo l’anima dell’uomo più vicino alla Luce.
Ma la mente umana s’abbarbica alla propria ignoranza
E il cuore umano alla propria piccolezza
E la vita terrestre al proprio diritto d’affliggersi.
Solo quando l’Eternità prenderà il Tempo per mano,
solo quando l’infinità sposerà il pensiero del finito,
l’uomo potrà esser libero da se stesso e vivere con Dio.
Io porto intanto gli dei sulla terra;
riporto le speranze al cuore che dispera;
do la pace agli umili e ai grandi,
effondo la mia grazia sugli stolti e sui saggi.
Io salverò la terra, se la terra consente ad esser salvata.
Allora l’Amore potrà infine camminare illeso sul suolo della terra;
la mente dell’uomo accetterà la sovranità del Vero
e il corpo sopporterà l’immensa discesa di Dio”.
Ella disse, e dal piano inferiore ignorante
Giunse un grido, un’eco deformante, nuda e fremente.
Una voce della mente umana incatenata ai sensi
Trasmetteva il suo orgoglioso lamento di potere divino
Vincolato dai limiti dei pensieri d’un mortale,
legato ai ceppi dell’ignoranza terrestre.
Imprigionato nel suo corpo e nel suo cervello,
il mortale non può vedere la possente totalità di Dio…
…o condividere la vasta e profonda identità.
Di Colui che insospettato risiede nei nostri cuori ignoranti
E tutto conosce poiché è uno con tutto…
…
Ciascuna creatura vive grazie ai limiti della sua natura,
e come si può evadere il proprio innato destino?
Io sono umano, che io resti umano
Fin quando tacerò e dormirò nell’incosciente.
Estrema follia, chimera è questa,
di pensare che Dio viva celato nell’argilla
e che l’eterna Verità possa dimorare nel Tempo,
e d’invocarla per salvare il nostro se e il mondo.
Come può l’uomo diventare immortale e divino
Trasmutando la sostanza stessa di cui è fatto?
Questo, possono sognarlo gli dei maghi, non gli uomini pensanti.”
E Savitri udì la voce, udì la risposta deformante,
e rivolgendosi al Suo essere di luce disse:
“Madonna di luce, Madre di gioia e pace,
tu sei una porzione del mio sé incaricata
d’elevare lo spirito alle sue altezze dimenticate
e risvegliare l’anima ai contatti dei cieli.
Poiché tu sei, l’anima s’avvicina a Dio;
poiché tu sei, l’amore cresce nonostante l’odio
e la conoscenza marcia indenne nella fossa della Notte.
Ma non è rovesciando la pioggia dorata del cielo
Sull’aspro e roccioso terreno dell’intelletto
Che l’albero del Paradiso può fiorire sul suolo terrestre
E l’Uccello del Paradiso posarsi sui rami della vita
E i venti del Paradiso visitare l’aria dei mortali.
Anche se tu fai piovere i raggi dell’intuizione,
la mente dell’uomo li scambierà per il barlume proprio della terra,
il suo spirito sprofonderà sotto l’ego spirituale.
O la sua anima sognerà rinchiusa in una brillante cella di santità
Dove non può giunger che un’ombra luminosa di Dio.
Tu devi nutrire la sua fame dell’eterno
E colmare di fuoco celeste il suo cuore anelante
E far discendere Dio nel suo corpo e la sua vita.
Un giorno ritornerò, la Sua mano nella mia,
e tu vedrai il volto dell’Assoluto.
Allora sarà compiuto il matrimonio sacro,
allora nascerà la famiglia divina.
La luce e la pace regneranno in tutti i mondi.”
Sri Aurobindo
venerdì 26 febbraio 2010
Pensieri sparsi di autori noti ed ignoti, raccolti da Franco Libero Manco
Non cogliere un fiore, potresti turbare le stelle.
Chi dorme per terra non cade mai dal letto.
Se cerchi un compagno senza difetti resterai solo.
L’amore è la follia dei saggi e la saggezza dei folli.
L’amore e la ragione non abitano mai nello stesso albergo: quando l’amore arriva la ragione parte.
Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce.
Non è la vittoria sugli altri ciò che conta ma il trionfo su se stessi.
Guardo sbocciare un fiore ed amo di più la vita.
La dolcezza è un tratto divino: nulla è più forte della dolcezza e nulla è tanto dolce quanto la vera forza.
Una lucciola riscalda più del sole quelli che la sanno guardare.
Tutte le cose parlano per chi sa ascoltare.
Un cielo troppo oscuro non può schiarirsi senza una tempesta.
Sapere senza sapere amare è niente e a volte è peggio di niente.
Bisogna aver fatto molto per capire che non si è fatto abbastanza.
La più grande disgrazia che possa capitarci è di non essere utili a nessuno.
Io nasco ogni giorno allo spuntar del sole e quando a sera vado a riposare
una sola preghiera rivolgo a te Signore: che io muoia invece di mia madre.
Mai la donna è tanto forte come quando si arma della sua debolezza.
Se Dio è nel mio verso io sono Dio, se Dio è nei tuoi occhi dolenti tu sei Dio: in questo mondo immenso non v’è alcuno che s’inginocchi a noi due.
Un uomo sciocco, pavoneggiandosi con un pizzico di autorità recita davanti al cielo commedie così grottesche da far ridere gli angeli.
La più grande scienza permette all’uomo di scoprire la sua sconfinata ignoranza.
Non esiste barriera che l’amore non possa infrangere.
Non desidero né glorie né ricchezze ma nobiltà d’intenti nelle umane cose
e che il mio cuore canti all’infinito.
Credo nell’amore come al fondamento della vera e forse unica realtà della vita.
Meglio ascoltare il rimprovero del saggio che il canto degli stolti.
I pensieri fanno paura: sono mani armate.
Scrivi sulla sabbia quel che dai, incidi sul marmo quel che ricevi.
L’uomo deve essere come il caffè: buono, forte e dolce.
La verità è una luce che acceca chi non è abituato a guardarla.
Non si insegna agli uomini ad essere onesti però si insegna loro tutto il resto, intanto questi non si vantano di sapere tutto il resto quanto di essere onesti.
Non si vede bene che col cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi.
Il solo modo di rendere felice un uomo è quello di renderlo migliore.
Meglio un povero di condotta integra che un ricco di costumi perversi.
Il fine dell’uomo è quello di essere il più possibile simile a Dio.
Veramente spregevole non è colui che fa del male ma chi non sa fare il bene.
Se cerchi la felicità in cose non dipendono da te ti voti ad essere infelice.
Sono più le cose che ci spaventano che quelle che realmente ci minacciano.
Equilibrio e moderazione sono sempre sinonimo di forza.
E quando cala il gelo che si vede se i pini e le querce sono gli ultimi a perdere le foglie.
L’uomo superiore cerca se stesso, l’uomo comune cerca gli altri.
Guai a chi ha bisogno degli altri per essere felice.
Sia maledetta la scienza che non si trasforma in amore.
L’amore è delirio, è cascata che frange le dighe, che scende atterrando tutto quanto non è amore.
Il viaggio più lungo è quello alla ricerca di se stessi.
Non badate a ciò che dicono gli altri ma a ciò che fanno.
Tutti vogliono cambiare il mondo ma nessuno vuole cambiare se stesso.
Tutti vorrebbero un amico ma nessuno si preoccupa di esserlo.
Se in te manca una virtù ti manca una parte di Dio.
Basta credersi migliori degli altri per diventare peggiori di tutti.
Non lamentarti che le rose hanno le spine, pensa che le spine hanno le rose.
Siamo sordi alle parole di Dio ma pretendiamo che Lui ascolti le nostre.
E’ meglio tacere e sembrare stupidi che parlare e levare ogni dubbio.
Molti pregano per ottenere quello che vogliono, il saggio per apprezzare quello che ha.
Vi sono pulcini che quando diventano grandi credono che il sole si levi per sentirli cantare.
Sii breve, al giudizio finale ciò non sarà che un vantaggio.
Da cosa mangia si riconosce un uomo.
Le difficoltà sono il cammino più breve per arrivare alla meta.
La povertà è un’indisposizione momentanea mentre la ricchezza è una malattia cronica.
La nostra colpa maggiore sta nel preoccuparci delle colpe degli altri.
La parola verità ha perso di significato da quando la menzogna è diventata utile.
Non credo in quello che dici ma lotterò fino alla morte per il tuo diritto a dirlo.
Se si andasse in fondo alle cose si avrebbe pietà perfino delle stelle.
Una parte degli uomini opera senza pensare, l’altra pensa senza operare.
La salute è come la coscienza: tiene conto di tutto.
Quando gli dei vogliono punirci esaudiscono le nostre preghiere.
Tutte le volte che gli altri sono d’accordo con me ho la sensazione di avere torto.
Chi dorme per terra non cade mai dal letto.
Se cerchi un compagno senza difetti resterai solo.
L’amore è la follia dei saggi e la saggezza dei folli.
L’amore e la ragione non abitano mai nello stesso albergo: quando l’amore arriva la ragione parte.
Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce.
Non è la vittoria sugli altri ciò che conta ma il trionfo su se stessi.
Guardo sbocciare un fiore ed amo di più la vita.
La dolcezza è un tratto divino: nulla è più forte della dolcezza e nulla è tanto dolce quanto la vera forza.
Una lucciola riscalda più del sole quelli che la sanno guardare.
Tutte le cose parlano per chi sa ascoltare.
Un cielo troppo oscuro non può schiarirsi senza una tempesta.
Sapere senza sapere amare è niente e a volte è peggio di niente.
Bisogna aver fatto molto per capire che non si è fatto abbastanza.
La più grande disgrazia che possa capitarci è di non essere utili a nessuno.
Io nasco ogni giorno allo spuntar del sole e quando a sera vado a riposare
una sola preghiera rivolgo a te Signore: che io muoia invece di mia madre.
Mai la donna è tanto forte come quando si arma della sua debolezza.
Se Dio è nel mio verso io sono Dio, se Dio è nei tuoi occhi dolenti tu sei Dio: in questo mondo immenso non v’è alcuno che s’inginocchi a noi due.
Un uomo sciocco, pavoneggiandosi con un pizzico di autorità recita davanti al cielo commedie così grottesche da far ridere gli angeli.
La più grande scienza permette all’uomo di scoprire la sua sconfinata ignoranza.
Non esiste barriera che l’amore non possa infrangere.
Non desidero né glorie né ricchezze ma nobiltà d’intenti nelle umane cose
e che il mio cuore canti all’infinito.
Credo nell’amore come al fondamento della vera e forse unica realtà della vita.
Meglio ascoltare il rimprovero del saggio che il canto degli stolti.
I pensieri fanno paura: sono mani armate.
Scrivi sulla sabbia quel che dai, incidi sul marmo quel che ricevi.
L’uomo deve essere come il caffè: buono, forte e dolce.
La verità è una luce che acceca chi non è abituato a guardarla.
Non si insegna agli uomini ad essere onesti però si insegna loro tutto il resto, intanto questi non si vantano di sapere tutto il resto quanto di essere onesti.
Non si vede bene che col cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi.
Il solo modo di rendere felice un uomo è quello di renderlo migliore.
Meglio un povero di condotta integra che un ricco di costumi perversi.
Il fine dell’uomo è quello di essere il più possibile simile a Dio.
Veramente spregevole non è colui che fa del male ma chi non sa fare il bene.
Se cerchi la felicità in cose non dipendono da te ti voti ad essere infelice.
Sono più le cose che ci spaventano che quelle che realmente ci minacciano.
Equilibrio e moderazione sono sempre sinonimo di forza.
E quando cala il gelo che si vede se i pini e le querce sono gli ultimi a perdere le foglie.
L’uomo superiore cerca se stesso, l’uomo comune cerca gli altri.
Guai a chi ha bisogno degli altri per essere felice.
Sia maledetta la scienza che non si trasforma in amore.
L’amore è delirio, è cascata che frange le dighe, che scende atterrando tutto quanto non è amore.
Il viaggio più lungo è quello alla ricerca di se stessi.
Non badate a ciò che dicono gli altri ma a ciò che fanno.
Tutti vogliono cambiare il mondo ma nessuno vuole cambiare se stesso.
Tutti vorrebbero un amico ma nessuno si preoccupa di esserlo.
Se in te manca una virtù ti manca una parte di Dio.
Basta credersi migliori degli altri per diventare peggiori di tutti.
Non lamentarti che le rose hanno le spine, pensa che le spine hanno le rose.
Siamo sordi alle parole di Dio ma pretendiamo che Lui ascolti le nostre.
E’ meglio tacere e sembrare stupidi che parlare e levare ogni dubbio.
Molti pregano per ottenere quello che vogliono, il saggio per apprezzare quello che ha.
Vi sono pulcini che quando diventano grandi credono che il sole si levi per sentirli cantare.
Sii breve, al giudizio finale ciò non sarà che un vantaggio.
Da cosa mangia si riconosce un uomo.
Le difficoltà sono il cammino più breve per arrivare alla meta.
La povertà è un’indisposizione momentanea mentre la ricchezza è una malattia cronica.
La nostra colpa maggiore sta nel preoccuparci delle colpe degli altri.
La parola verità ha perso di significato da quando la menzogna è diventata utile.
Non credo in quello che dici ma lotterò fino alla morte per il tuo diritto a dirlo.
Se si andasse in fondo alle cose si avrebbe pietà perfino delle stelle.
Una parte degli uomini opera senza pensare, l’altra pensa senza operare.
La salute è come la coscienza: tiene conto di tutto.
Quando gli dei vogliono punirci esaudiscono le nostre preghiere.
Tutte le volte che gli altri sono d’accordo con me ho la sensazione di avere torto.
giovedì 25 febbraio 2010
Florenzo Doino, dalla Basilicata: "Nella mia regione nessuno è straniero..."
Nei comizi elettorali di marzo 2010 per il rinnovo del consiglio regionale sarà presente anche il Partito comunista dei lavoratori, con candidato presidente Florenzo Doino, come polo autonomo e di classe, alternativo al Centro-Destra ed al Centro-Sinistra.
-Dinanzi ad una classe politica trasversale, ovvero i due poli borghesi dell'alternanza PD e PDL, uno la fotocopia dell´altro.Entrambi al servizio dei capitalisti dell´auto e dei petrolieri che sfruttano, perseguitano e devastano la Lucania per realizzare profitti sempre maggiori. Entrambi formazioni di un unico comitato d´affari che dispensa prebende in funzione del mantenimento del potere. Entrambi disinteressati alla troppo e vasta miseria e sofferenza lucana fatta di licenziamenti, di precarietà, di emigrazione sanitaria, di viabilità insufficiente, di diritto allo studio negato, di frane e di mancanza di sicurezza sociale, di degrado e di abbandono.
-Dinanzi a pateracchi di pseudo-antagonisti allo sbando, responsabili di confondere gli interessi dei lavoratori con quelli dei capitalisti di ogni risma e con quelli della casta. Interessati a sedere ai tavoli delle spartizioni per qualche incarico.
-Dinanzi alla comparsa, anche in Basilicata, di pericolose derive fondamentaliste rappresentate dai programmi di Europa cristiana e dell´odioso "padroni a casa nostra".
-Dinanzi allo spettacolo indecente della gazzarra mediatica su chi meglio deve porsi al servizio dei capitalisti della Fiat in primis.
Diventa sempre più una necessità praticare anche nelle istituzioni la difesa intransigente dei diritti dei lavoratori e degli oppressi.
-Occorre pertanto in Italia come in Basilicata la sinistra che non tradisce. Quella che è sempre e solo dalla parte dei lavoratori sfruttati ed oppressi.
- C´è bisogno anche in Basilicata consistenti investimenti pubblici in scuola, sanità e risanamento ambientale finanziato dall'abbattimento delle spese militari, l'abolizione dei trasferimenti pubblici alle grandi imprese.
- C´è bisogno anche in Basilicata di un salario minimo garantito
- C´è bisogno in Basilicata del blocco delle estrazioni petrolifere
- C´è bisogno in Basilicata di un piano di riforestazione che raddoppi le aree boschive espropriando le grandi proprietà incolte
- C´è bisogno in Basilicata di una politica sanitaria che abolisca la pratica sanitaria come occasione di profitti e rilanci pertanto il servizio pubblico. Abolendo, ad esempio, l´ odiosa intra-moenia, vera e propria vessazione a carico degli ammalati.
- C´è bisogno anche in Basilicata di una vera accoglienza nei confronti dei migranti e delle loro famiglie.
- C´è bisogno che nella nostra regione nessuno si senta straniero: i fratelli migranti ed i lavoratori licenziati e precari; gli anziani sofferenti per mancanza di servizi e gli ammalati costretti ad emigrare; i giovani laureati ed i portatori di handicap senza diritti.
- C´è bisogno di un grande movimento di popolo che rovesci questo governo di centro-destra razzista, antipopolare e servo dei capitalisti.
C´è bisogno del Partito Comunista dei Lavoratori.
Il candidato Presidente ed i candidati del PCL
(Florenzo Doino - ecologiapolitica@yahoogroups.com)
-Dinanzi ad una classe politica trasversale, ovvero i due poli borghesi dell'alternanza PD e PDL, uno la fotocopia dell´altro.Entrambi al servizio dei capitalisti dell´auto e dei petrolieri che sfruttano, perseguitano e devastano la Lucania per realizzare profitti sempre maggiori. Entrambi formazioni di un unico comitato d´affari che dispensa prebende in funzione del mantenimento del potere. Entrambi disinteressati alla troppo e vasta miseria e sofferenza lucana fatta di licenziamenti, di precarietà, di emigrazione sanitaria, di viabilità insufficiente, di diritto allo studio negato, di frane e di mancanza di sicurezza sociale, di degrado e di abbandono.
-Dinanzi a pateracchi di pseudo-antagonisti allo sbando, responsabili di confondere gli interessi dei lavoratori con quelli dei capitalisti di ogni risma e con quelli della casta. Interessati a sedere ai tavoli delle spartizioni per qualche incarico.
-Dinanzi alla comparsa, anche in Basilicata, di pericolose derive fondamentaliste rappresentate dai programmi di Europa cristiana e dell´odioso "padroni a casa nostra".
-Dinanzi allo spettacolo indecente della gazzarra mediatica su chi meglio deve porsi al servizio dei capitalisti della Fiat in primis.
Diventa sempre più una necessità praticare anche nelle istituzioni la difesa intransigente dei diritti dei lavoratori e degli oppressi.
-Occorre pertanto in Italia come in Basilicata la sinistra che non tradisce. Quella che è sempre e solo dalla parte dei lavoratori sfruttati ed oppressi.
- C´è bisogno anche in Basilicata consistenti investimenti pubblici in scuola, sanità e risanamento ambientale finanziato dall'abbattimento delle spese militari, l'abolizione dei trasferimenti pubblici alle grandi imprese.
- C´è bisogno anche in Basilicata di un salario minimo garantito
- C´è bisogno in Basilicata del blocco delle estrazioni petrolifere
- C´è bisogno in Basilicata di un piano di riforestazione che raddoppi le aree boschive espropriando le grandi proprietà incolte
- C´è bisogno in Basilicata di una politica sanitaria che abolisca la pratica sanitaria come occasione di profitti e rilanci pertanto il servizio pubblico. Abolendo, ad esempio, l´ odiosa intra-moenia, vera e propria vessazione a carico degli ammalati.
- C´è bisogno anche in Basilicata di una vera accoglienza nei confronti dei migranti e delle loro famiglie.
- C´è bisogno che nella nostra regione nessuno si senta straniero: i fratelli migranti ed i lavoratori licenziati e precari; gli anziani sofferenti per mancanza di servizi e gli ammalati costretti ad emigrare; i giovani laureati ed i portatori di handicap senza diritti.
- C´è bisogno di un grande movimento di popolo che rovesci questo governo di centro-destra razzista, antipopolare e servo dei capitalisti.
C´è bisogno del Partito Comunista dei Lavoratori.
Il candidato Presidente ed i candidati del PCL
(Florenzo Doino - ecologiapolitica@yahoogroups.com)
mercoledì 24 febbraio 2010
Paese natale, posto d’origine, luogo elettivo, nazione… - La “casa comune” secondo Kiriosomega & Lavinia
La Patria, possesso di pochi, non è Patria di tutti, anzi questa nefandezza ne trasgredisce l’estensivo e vero pensiero di terra di tutti i natii.
La Patria non è casa solo per benestanti perché in questo modo essa è luogo di sofferenze per tanti, infatti, i ricchi, al fine di soddisfare le proprie ingordigie, specialmente oggi nell’epoca delle macchine tecnologicamente avanzate lasciano che il popolo muoia di guerre e d’inedia.
Però, attraverso la menzogna lanciata dalla complice stampa il Potere afferma per comodo: “Questa è la nostra Patria, la Patria di noi tutti qui natii", ma intanto tiene per sé ogni cosa, ogni produzione, e il popolo non ha lavoro e sostentamento economico pur producendo tutta la ricchezza della nazione.
Eppure il popolo ha sostenuto la Patria, l’ha nutrita più di quelli che se ne sono appropriati con leggi di favore da loro stessi create per tutelarsi nella propria frenesia di possesso, e questo ha distrutto il concetto di Patria ambiente di tutti i natii.
Così, se non hai niente, la razza padrona con le proprie leggi ti farà sentire estraneo nella tua Patria, e ti colpirà anche con altre leggi che ti costruiranno intorno per costringerti a credere la Patria casa “dell’homo homini lupus”.
Tutto questo non è Patria.
Per leggi inique, l’essere a casa per qualcuno non è più essere a casa per il popolo.
La Patria, deve capire il Potere, non è solo il luogo in cui si parla con la stessa lingua, o si schiamazza con gioia o dolore, o dove si cammina per via senza essere uccisi.
La patria è il luogo dove il popolo vive, è la casa dove esso può lavorare e guadagnarsi onestamente da vivere secondo necessità e giustizia.
La Patria è il luogo dove i cittadini non sono sfruttati, perché, se essi sono oppressi, vuol dire che qualcuno ruba, e se qualcuno ruba, la Patria non è di tutti in giusta misura.
L’Italia d’oggi non è più Patria degli italiani e non più è la loro casa, la migliore prova di questa verità sta nel fatto che decine di migliaia di famiglie con i loro bambini stanno male e devono spostarsi lontano per cercare lavoro, ma più spesso devono “aspettare Godot” perché migrare è una spesa non compensata da salari imposti da corrotti padroni che presto vorranno anche il ritorno alle gabbie salariali.
E tutto questo è vero, lo sanno i ladri che usano la Patria per i loro interessi, e lo sa il Popolo che alla fine si stancherà con corsa a forche e forconi.
Fate sapere al Berlusconi del malessere del popolo d’Italia, e ditegli che tutti quelli che in ogni tempo si sono sollevati, monarchici e anti monarchici, anarchici, fascisti, comunisti, nazionalsocialisti, neofascisti, post comunisti … hanno sempre avuto ragione nel farlo, proprio perché la Patria è di tutti i cittadini in maniera eguale… e il popolo non è bue!
E’ tempo che tutte le forze logiche del Paese, d’ogni Paese, con tutti i loro popoli si uniscano per creare un nuovo corso di pensiero in cui l’Uomo sia considerato con la dignità che gli spetta, senz’alcuna manipolazione per renderlo succube d’indimostrabili idee fideiste religiose che furono, e ancora sono, il primo baluardo dietro cui si schiera il Potere.
Kiriosomega & Lavinia
La Patria non è casa solo per benestanti perché in questo modo essa è luogo di sofferenze per tanti, infatti, i ricchi, al fine di soddisfare le proprie ingordigie, specialmente oggi nell’epoca delle macchine tecnologicamente avanzate lasciano che il popolo muoia di guerre e d’inedia.
Però, attraverso la menzogna lanciata dalla complice stampa il Potere afferma per comodo: “Questa è la nostra Patria, la Patria di noi tutti qui natii", ma intanto tiene per sé ogni cosa, ogni produzione, e il popolo non ha lavoro e sostentamento economico pur producendo tutta la ricchezza della nazione.
Eppure il popolo ha sostenuto la Patria, l’ha nutrita più di quelli che se ne sono appropriati con leggi di favore da loro stessi create per tutelarsi nella propria frenesia di possesso, e questo ha distrutto il concetto di Patria ambiente di tutti i natii.
Così, se non hai niente, la razza padrona con le proprie leggi ti farà sentire estraneo nella tua Patria, e ti colpirà anche con altre leggi che ti costruiranno intorno per costringerti a credere la Patria casa “dell’homo homini lupus”.
Tutto questo non è Patria.
Per leggi inique, l’essere a casa per qualcuno non è più essere a casa per il popolo.
La Patria, deve capire il Potere, non è solo il luogo in cui si parla con la stessa lingua, o si schiamazza con gioia o dolore, o dove si cammina per via senza essere uccisi.
La patria è il luogo dove il popolo vive, è la casa dove esso può lavorare e guadagnarsi onestamente da vivere secondo necessità e giustizia.
La Patria è il luogo dove i cittadini non sono sfruttati, perché, se essi sono oppressi, vuol dire che qualcuno ruba, e se qualcuno ruba, la Patria non è di tutti in giusta misura.
L’Italia d’oggi non è più Patria degli italiani e non più è la loro casa, la migliore prova di questa verità sta nel fatto che decine di migliaia di famiglie con i loro bambini stanno male e devono spostarsi lontano per cercare lavoro, ma più spesso devono “aspettare Godot” perché migrare è una spesa non compensata da salari imposti da corrotti padroni che presto vorranno anche il ritorno alle gabbie salariali.
E tutto questo è vero, lo sanno i ladri che usano la Patria per i loro interessi, e lo sa il Popolo che alla fine si stancherà con corsa a forche e forconi.
Fate sapere al Berlusconi del malessere del popolo d’Italia, e ditegli che tutti quelli che in ogni tempo si sono sollevati, monarchici e anti monarchici, anarchici, fascisti, comunisti, nazionalsocialisti, neofascisti, post comunisti … hanno sempre avuto ragione nel farlo, proprio perché la Patria è di tutti i cittadini in maniera eguale… e il popolo non è bue!
E’ tempo che tutte le forze logiche del Paese, d’ogni Paese, con tutti i loro popoli si uniscano per creare un nuovo corso di pensiero in cui l’Uomo sia considerato con la dignità che gli spetta, senz’alcuna manipolazione per renderlo succube d’indimostrabili idee fideiste religiose che furono, e ancora sono, il primo baluardo dietro cui si schiera il Potere.
Kiriosomega & Lavinia
martedì 23 febbraio 2010
Società in declino - Dove inizia la differenza fra un essere umano "uniformato e normale" ed uno "diversamente dotato"?
Forse non è più "di moda" apostrofare una persona con un "A mongoloide..".
Quand´ero bambina e ragazza, era "normale" che prima o poi trovavi qualcuno che te lo dicesse. Di moda invece sembra, dalle notizie, essere tornata la sindrome Down, con una bambola Arriva in Italia la "bambola down"«È contro ogni pregiudizio» era il 15 dicembre di quest´anno, per le Feste si sa...
Poi in un rigurgito del peggio che offre la rete era spuntato un "Nuovo gruppo shock su Facebook: "Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down". Il gruppo, che conta oltre 800 membri, si è collocato nella categoria `Salute e benessere´ e mostra una foto del profilo altrettanto scioccante con frasi offensive e denigratorie dei bambini down". Ma il 22 febbraio, dopo proteste indicibili contro gli 800 infami, è stato oscurato il gruppo su Facebook `Deridiamo i bambini Down´: "Ringrazio la Polizia postale per lo straordinario lavoro fatto e per la tempestività", ha detto il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che si è detta "indignata" dall´accaduto.E il mongoloide rimane appeso ed usato tra i 2 significati quello che abbia caratteristiche simili ai mongoli e quello che presenta caratteristiche simili a chi affetto da mongolismo.
Ora accade che da più un mese mi era arrivata la lettera di un´amica, Stefania Di Lino, prima di questo bell´ Evento, rimasta appesa, anch´essa. L´avevo pregata di pazientare, di farlo da sola, ho rimandato ma oggi le ho detto che il momento era davvero giunto perchè lei pure avesse diritto di dire cosa ne pensa. Stefania è una pittrice e un´insegnante di disegno e storia dell´arte ai bambini delle scuole elementari pubbliche, una persona con la quale ho personalmente lottato per le discriminazioni, "armata" di un´infinita costanza e coerenza, nonchè passione. Raccolgo dunque la sua testimonianza in quanto amica , donna e cittadina a cui stanno a cuore le sorti delle persone. Spero molto che Stefania Di Lino, riesca anche a trovare il tempo per diventare un´autrice, ne ha tutto il diritto e il merito. A voi la lettura e un video trovato tra i tanti in rete, Mongoloides ahahah, categoria umorismo tra giovani "normali". Va ancora di moda dunque, giocarci con il termine.
Ma non potremmo fare un Gruppo e ballare tutti quanti?
Doriana Goracci
Quand´ero bambina e ragazza, era "normale" che prima o poi trovavi qualcuno che te lo dicesse. Di moda invece sembra, dalle notizie, essere tornata la sindrome Down, con una bambola Arriva in Italia la "bambola down"«È contro ogni pregiudizio» era il 15 dicembre di quest´anno, per le Feste si sa...
Poi in un rigurgito del peggio che offre la rete era spuntato un "Nuovo gruppo shock su Facebook: "Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down". Il gruppo, che conta oltre 800 membri, si è collocato nella categoria `Salute e benessere´ e mostra una foto del profilo altrettanto scioccante con frasi offensive e denigratorie dei bambini down". Ma il 22 febbraio, dopo proteste indicibili contro gli 800 infami, è stato oscurato il gruppo su Facebook `Deridiamo i bambini Down´: "Ringrazio la Polizia postale per lo straordinario lavoro fatto e per la tempestività", ha detto il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che si è detta "indignata" dall´accaduto.E il mongoloide rimane appeso ed usato tra i 2 significati quello che abbia caratteristiche simili ai mongoli e quello che presenta caratteristiche simili a chi affetto da mongolismo.
Ora accade che da più un mese mi era arrivata la lettera di un´amica, Stefania Di Lino, prima di questo bell´ Evento, rimasta appesa, anch´essa. L´avevo pregata di pazientare, di farlo da sola, ho rimandato ma oggi le ho detto che il momento era davvero giunto perchè lei pure avesse diritto di dire cosa ne pensa. Stefania è una pittrice e un´insegnante di disegno e storia dell´arte ai bambini delle scuole elementari pubbliche, una persona con la quale ho personalmente lottato per le discriminazioni, "armata" di un´infinita costanza e coerenza, nonchè passione. Raccolgo dunque la sua testimonianza in quanto amica , donna e cittadina a cui stanno a cuore le sorti delle persone. Spero molto che Stefania Di Lino, riesca anche a trovare il tempo per diventare un´autrice, ne ha tutto il diritto e il merito. A voi la lettura e un video trovato tra i tanti in rete, Mongoloides ahahah, categoria umorismo tra giovani "normali". Va ancora di moda dunque, giocarci con il termine.
Ma non potremmo fare un Gruppo e ballare tutti quanti?
Doriana Goracci
lunedì 22 febbraio 2010
SRM Psicologia: "Psicoterapia killer, sta uccidendo gli psicologi!" - Appello agli psicologi per unirsi
Agli Psicologi degli Indirizzi Clinici attraverso continui messaggi provenienti dall'"alto" sembra che venga detto che:
1) DOPO 5 ANNI DI UNIVERSITA'
2) DOPO TIROCINI PRATICI
3) DOPO L'ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE
non possono usare gli strumenti conoscitivi e di intervento in ambito psicologico per finalità di cura di sintomi, disturbi e problemi di tipo psicologico... è come dire ad un medico abilitato che non può usare la medicin per curare problemi in ambito medico!
SOLO ALLO PSICOLOGO VIENE DETTO
CHE PER LAVORARE IN AMBITO CLINICO PER FINALITA' DI CURA PSICOLOGICA
DEVE OBBLIGATORIAMENTE FREQUENTARE UNA SCUOLA "PRIVATA" DI PSICOTERAPIA
In pratica è come se dicessero che solo lo PSICOTERAPEUTA può usare
la psicologia per curare! Ma anche il medico può diventare psicologo se diventa psicoterapeuta? Ovviamente NO!
Allora le CURE Psicologiche non sono la Psicoterapia!
C'E' UN PARADOSSO IN QUELLO CHE CI DICONO DALL'ALTO!
1) nessuna legge indica cosa sia la psicoterapia in termini procedurali
2) nessuna legge dice che la psicoterapia è una cura psicologica
3) sul tariffario nazionale degli psicologi il concetto di terapia è indicato sotto riabilitazione e non sotto psicoterapia
4) molti psicologi dicono che lo psicologo non cura perché non c'è scritto nell'art. 1 della L. 56/89 ma affermano che lo psicologo fa consulenza ma non c'è scritto neanche questo nell'art. 1 della L. 56/89!!!
LA RIABILITAZIONE E' UNA TERAPIA PSICOLOGICA!
Ma a qualcuno conviene che lo psicologo nonostante sia tutto scritto continui a credere che l'unica forma di cura in ambito psicologico sia la psicoterapia
MA ANCHE IL MEDICO ACCEDE ALLE SCUOLA DI PSICOTERAPIA E NON HA UN PROGRAMMA DIFFERENZIATO
Di fatto la PSICOTERAPIA non necessita di conoscenze psicologiche di livello universitario visto che per diventare psicoterapeuti si può anche essere a DIGIUNO di psicologia! non avere laurea in psicologia e neanche essere iscritto all'ordine degli psicologi (ricordiamo che è aperta ai medici, giustamente, non essendo una cura psicologica!)
DI FATTO IL MEDICO ABILITATO PUO' CURARE CON LA MEDICINA E SE SI SPECIALIZZA IN PSICOTERAPIA PUO' CURARE CON LA PSICOTERAPIA MA NON PUO' CURARE CON LA PSICOLOGIA!
ALLO PSICOLOGO INVECE DICONO
per curare con la psicologia devi essere psicoterapeuta!
MA LO PSICOLOGO CHE VUOLE CURARE CON LA PSICOLOGIA CON LA RIABILITAZIONE?
ALTRO FUMO NEGLI OCCHI ALLO PSICOLOGO
La specializzazione in psicologia clinica agli psicologi! OK, bene, perfetto! Ma non è necessaria la specializzazione in psicologia clinica per lavorare in ambito clinico! Così come il medico può somministrare antidepressivi senza essere psichiatra!
DI NUOVO LA CLINICA PSICOLOGICA NON E' LA PSICOTERAPIA!
Quando l'Emisfero Sinistro del Cervello Impedisce la Comprensione
Sappiamo che il cervello elabora le informazioni secondo almeno due modalità diverse. L'emisfero sinistro tende aD incastrare l'essere umano in un circuito chiuso, a non farlo uscire fuori dalle proprie premesse, dal già noto, perchè non elabora l'informazione ma associa le informazioni in modo rapido, cercando dei nessi logici basati sulla logica appresa (premessa). Ma se una premessa è sbagliata l'essere umano non se ne accorge nel momento che la accetta.
Se parto dall'idea che la cattiva informazione è corretta, tutto il resto sembra corretto.
MA SE LE COSE FOSSERO DIVERSE?
Quindi capiterà molto spesso che quando qualcuno porta informazioni nuove, in constrasto con gli assiomi fino ad ora accettati da una comunità di riferimento, il cervello cerca di collocarle nel già noto tali novità, andando spesso in cortocircuito. Questo "stress" relativo al cambiamento sembra oneroso per l'organismo e quindi la maggior parte delle persone cade nella trappola del "conformismo" ovvero tende ad annullare l'innovazione, a contrastarla pesantemente, anche senza conoscerla. Non è raro infatti vedere le persone leggere delle frasi ed interpretarle in un senso del tutto opposto a ciò che l'autore voleva venisse capito.
Dire ad uno psicologo che può curare con la psicologia, sia ai sensi dell'Art. 1 della L. 56/89 in quanto è implicito nel concetto di riabilitazione, sia ai sensi del D.M. 17/05/2002 che riconosce come sanitarie (ovvero ascrivibili a diagnosi, cura e riabilitazione) le prestazioni rilasciate dagli esercenti la professione di psicologo, quindi offrire una nuova visione lo inserisce in un mondo del tutto nuovo, in cui si trova in conflitto tra cio che VIENE DETTO (docenti, ordini professionali, colleghi) e ciò che E' SCRITTO UFFICIALMENTE.
Questo conflitto viene in genere by-passato aderendo al sistema conformista basato sulla comunicazione.
DI FATTO CHI LIBERA VIENE CONDANNATO ALL'ESILIO
Pensiamo a Galileo, lo stesso Freud, Darwin... ogni nuova concezione trova ostacolo proprio dove nasce perché cambia l'ottica
LA SRM PSICOLOGIA sta lottando da 10 anni per far valere queste ragioni
a marzo il nostro maggiore rappresentate cercherà di dimostrarlo in Tribunale contro l'Ordine degli Psicologi del Lazio, l'Ordine che tramite sanzioni, cerca di impedire agli psicologi di curare con la psicologia e lo dichiarano esplicitamente. Peccato però che in molti documenti pubblici affermano esattamente il contrario.
L'ordine del Lazio dice da una parte che lo psicologo CURA (Notiziario N. 6/2007 p. 64-65) e dall'altra impedisce agli psicologi di CURARE attraverso sanzioni!
Chi desidera contribuire a questa battaglia, gli psicologi che sono stanchi di essere subordinati al gioco di potere delle lobby psicoterapiche, che riconoscono il valore aggiunto della psicologia e della riabilitazione psicologica, che hanno capito che oggi i pazienti cercano di allontanarsi dalle vecchie forme di psicoterapia per avvicinarsi alle cure puramente psicologiche, chi vede nella psicologia scientifica il futuro della nostra disciplina, può offrire il proprio appoggio ed il proprio contributo sottoscrivendo la SRM CARD 2010
SE CI UNIAMO IN UNA VOCE FORTE
possiamo cambiare le cose per il nostro futuro scientifico-professionale
per il benessere comune vogliono frammentarci, vogliono impedire di unirci, perché il numero di iscritti determina il potere di un gruppo.
Gli Psicologi hanno Bisogno di una Nuova Voce Comune di un nuovo ordine
Come Muratori Costruiamo il Futuro con i Mattoni della Scienza insieme per vincere insieme per ridare dignità all'innovazione scientifica in psicologia insieme per il futuro della professione di psicologo.
www.srmpsicologia.com/tessera
1) DOPO 5 ANNI DI UNIVERSITA'
2) DOPO TIROCINI PRATICI
3) DOPO L'ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE
non possono usare gli strumenti conoscitivi e di intervento in ambito psicologico per finalità di cura di sintomi, disturbi e problemi di tipo psicologico... è come dire ad un medico abilitato che non può usare la medicin per curare problemi in ambito medico!
SOLO ALLO PSICOLOGO VIENE DETTO
CHE PER LAVORARE IN AMBITO CLINICO PER FINALITA' DI CURA PSICOLOGICA
DEVE OBBLIGATORIAMENTE FREQUENTARE UNA SCUOLA "PRIVATA" DI PSICOTERAPIA
In pratica è come se dicessero che solo lo PSICOTERAPEUTA può usare
la psicologia per curare! Ma anche il medico può diventare psicologo se diventa psicoterapeuta? Ovviamente NO!
Allora le CURE Psicologiche non sono la Psicoterapia!
C'E' UN PARADOSSO IN QUELLO CHE CI DICONO DALL'ALTO!
1) nessuna legge indica cosa sia la psicoterapia in termini procedurali
2) nessuna legge dice che la psicoterapia è una cura psicologica
3) sul tariffario nazionale degli psicologi il concetto di terapia è indicato sotto riabilitazione e non sotto psicoterapia
4) molti psicologi dicono che lo psicologo non cura perché non c'è scritto nell'art. 1 della L. 56/89 ma affermano che lo psicologo fa consulenza ma non c'è scritto neanche questo nell'art. 1 della L. 56/89!!!
LA RIABILITAZIONE E' UNA TERAPIA PSICOLOGICA!
Ma a qualcuno conviene che lo psicologo nonostante sia tutto scritto continui a credere che l'unica forma di cura in ambito psicologico sia la psicoterapia
MA ANCHE IL MEDICO ACCEDE ALLE SCUOLA DI PSICOTERAPIA E NON HA UN PROGRAMMA DIFFERENZIATO
Di fatto la PSICOTERAPIA non necessita di conoscenze psicologiche di livello universitario visto che per diventare psicoterapeuti si può anche essere a DIGIUNO di psicologia! non avere laurea in psicologia e neanche essere iscritto all'ordine degli psicologi (ricordiamo che è aperta ai medici, giustamente, non essendo una cura psicologica!)
DI FATTO IL MEDICO ABILITATO PUO' CURARE CON LA MEDICINA E SE SI SPECIALIZZA IN PSICOTERAPIA PUO' CURARE CON LA PSICOTERAPIA MA NON PUO' CURARE CON LA PSICOLOGIA!
ALLO PSICOLOGO INVECE DICONO
per curare con la psicologia devi essere psicoterapeuta!
MA LO PSICOLOGO CHE VUOLE CURARE CON LA PSICOLOGIA CON LA RIABILITAZIONE?
ALTRO FUMO NEGLI OCCHI ALLO PSICOLOGO
La specializzazione in psicologia clinica agli psicologi! OK, bene, perfetto! Ma non è necessaria la specializzazione in psicologia clinica per lavorare in ambito clinico! Così come il medico può somministrare antidepressivi senza essere psichiatra!
DI NUOVO LA CLINICA PSICOLOGICA NON E' LA PSICOTERAPIA!
Quando l'Emisfero Sinistro del Cervello Impedisce la Comprensione
Sappiamo che il cervello elabora le informazioni secondo almeno due modalità diverse. L'emisfero sinistro tende aD incastrare l'essere umano in un circuito chiuso, a non farlo uscire fuori dalle proprie premesse, dal già noto, perchè non elabora l'informazione ma associa le informazioni in modo rapido, cercando dei nessi logici basati sulla logica appresa (premessa). Ma se una premessa è sbagliata l'essere umano non se ne accorge nel momento che la accetta.
Se parto dall'idea che la cattiva informazione è corretta, tutto il resto sembra corretto.
MA SE LE COSE FOSSERO DIVERSE?
Quindi capiterà molto spesso che quando qualcuno porta informazioni nuove, in constrasto con gli assiomi fino ad ora accettati da una comunità di riferimento, il cervello cerca di collocarle nel già noto tali novità, andando spesso in cortocircuito. Questo "stress" relativo al cambiamento sembra oneroso per l'organismo e quindi la maggior parte delle persone cade nella trappola del "conformismo" ovvero tende ad annullare l'innovazione, a contrastarla pesantemente, anche senza conoscerla. Non è raro infatti vedere le persone leggere delle frasi ed interpretarle in un senso del tutto opposto a ciò che l'autore voleva venisse capito.
Dire ad uno psicologo che può curare con la psicologia, sia ai sensi dell'Art. 1 della L. 56/89 in quanto è implicito nel concetto di riabilitazione, sia ai sensi del D.M. 17/05/2002 che riconosce come sanitarie (ovvero ascrivibili a diagnosi, cura e riabilitazione) le prestazioni rilasciate dagli esercenti la professione di psicologo, quindi offrire una nuova visione lo inserisce in un mondo del tutto nuovo, in cui si trova in conflitto tra cio che VIENE DETTO (docenti, ordini professionali, colleghi) e ciò che E' SCRITTO UFFICIALMENTE.
Questo conflitto viene in genere by-passato aderendo al sistema conformista basato sulla comunicazione.
DI FATTO CHI LIBERA VIENE CONDANNATO ALL'ESILIO
Pensiamo a Galileo, lo stesso Freud, Darwin... ogni nuova concezione trova ostacolo proprio dove nasce perché cambia l'ottica
LA SRM PSICOLOGIA sta lottando da 10 anni per far valere queste ragioni
a marzo il nostro maggiore rappresentate cercherà di dimostrarlo in Tribunale contro l'Ordine degli Psicologi del Lazio, l'Ordine che tramite sanzioni, cerca di impedire agli psicologi di curare con la psicologia e lo dichiarano esplicitamente. Peccato però che in molti documenti pubblici affermano esattamente il contrario.
L'ordine del Lazio dice da una parte che lo psicologo CURA (Notiziario N. 6/2007 p. 64-65) e dall'altra impedisce agli psicologi di CURARE attraverso sanzioni!
Chi desidera contribuire a questa battaglia, gli psicologi che sono stanchi di essere subordinati al gioco di potere delle lobby psicoterapiche, che riconoscono il valore aggiunto della psicologia e della riabilitazione psicologica, che hanno capito che oggi i pazienti cercano di allontanarsi dalle vecchie forme di psicoterapia per avvicinarsi alle cure puramente psicologiche, chi vede nella psicologia scientifica il futuro della nostra disciplina, può offrire il proprio appoggio ed il proprio contributo sottoscrivendo la SRM CARD 2010
SE CI UNIAMO IN UNA VOCE FORTE
possiamo cambiare le cose per il nostro futuro scientifico-professionale
per il benessere comune vogliono frammentarci, vogliono impedire di unirci, perché il numero di iscritti determina il potere di un gruppo.
Gli Psicologi hanno Bisogno di una Nuova Voce Comune di un nuovo ordine
Come Muratori Costruiamo il Futuro con i Mattoni della Scienza insieme per vincere insieme per ridare dignità all'innovazione scientifica in psicologia insieme per il futuro della professione di psicologo.
www.srmpsicologia.com/tessera
domenica 21 febbraio 2010
ANCORA CASI DLEUCEMIA INFANTILE A MILANO: "NON SOTTOVALUTARE I DANNI DELL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO!"
Sta destando scalpore e preoccupazione la vicenda dei bambini colpiti da leucemia linfoblastica acuta a Milano.
Appena due settimane fa la stampa ed i telegiornali si erano soffermati sui tre casi di piccoli alunni che frequentano tutti lo stesso istituto scolastico. Oggi il numero dei bambini colpiti è salito a 7, anche se pare non vi sia attinenza con la frequenza in quella determinata scuola.
Si tratta, tuttavia, di una percentuale elevata ed insolita, che ha fatto scattare l'allarme sanitario ed obbligato gli organi competenti ad istituire controlli serrati e meticolosi, per individuare le possibili cause e, soprattutto, evitare che il fenomeno possa ulteriormente diffondersi.
Ma quando ci si trova in presenza di episodi tali da poter generare allarme sociale, ecco intervenire puntualmente gli "esperti" della c.d. scienza ufficiale, i quali con argomentazioni - spesso false e tendenziose - tentano di tranquillizzare l'opinione pubblica!
Così, ad es., prima ancora di monitoraggi e verifiche puntuali è stata già categoricamente (e frettolosamente) esclusa l'esistenza di ogni rapporto tra l'esposizione umana ai campi elettromagnetici e patologie tumorali e leucemiche dell'infanzia!
Al riguardo, abbiamo raccolto la testimonianza, autorevole ed illuminante, del prof. Angelo Gino Levis, già Ordinario di Mutagenesi Ambientale presso l'Università di Padova, uno dei massimi esperti di effetti sanitari da onde elettromagnetiche in campo internazionale. Ecco cosa sostiene in merito alla vicenda di Milano:
"Chi sostiene affermazioni categoriche sulla mancanza di effetti cancerogeni da parte dei campi elettromagnetici (CEM) dimostra di non essere minimamente documentato.
Mi limito a ricordare che nel 2002 l'Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC), che opera a Lione in Francia sotto l'egida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato una monumentale monografia sui CEM a bassissima frequenza (elettrodotti ecc.), nella quale riconosce che "per esposizioni residenziali superiori a 0,3-0,4 microTesla (valore del campo magnetico indotto dagli elettrodotti) i dati prodotti da un notevole numero di indagini epidemiologiche ben condotte (Ahlbom: Br. J. Cancer, 83:692-698, 2000: rianalisi di 9 studi con 3.203 casi di leucemia infantile; Greenland: Epidemiology, 11:624-634, 2000: rianalisi di 13 studi, 7 dei quali non compresi nel lavoro di Ahlbom) mettono in evidenza un raddoppio statisticamente significativo (al 95% di probabilità) e piuttosto costante del rischio di leucemia infantile....
Questo aumento del rischio non può essere dovuto al caso, anche se potrebbero esserci errori nella selezione dei soggetti in esame.... Se però la relazione osservata fosse di natura causale, il rischio associato all'esposizione potrebbe anche essere maggiore di quanto riportato".
In effetti i dati epidemiologici successivi hanno confermato questa relazione documentando aumenti anche più consistenti (fino a 3-5 volte) del rischio di leucemia infantile, anche a valori di campo magnetico inferiori a 0,3-0,4 microTesla. Ad es. Kabuto (Int. J. Cancer 119: 643-650, 2006) trova un aumento del 370% (quindi quasi quadruplicato) del rischio per la sola leucemia linfoblastica acuta (proprio il tipo di leucemia contratta dai 3 bambini di Milano), statisticamente significativo al 95% di probabilità, in bambini esposti a linee elettriche ad alta tensione.
La Magistratura Civile Italiana, dai Tribunali di 1° gado fino alla Corte Suprema di Cassazione, ha più volte riconosciuto il rischio di leucemia infantile in situazioni analoghe, imponendo misure cautelative nella gestione delle linee elettriche quando si superano 0,4 microTesla a tutela del solo rischio, anche in assenza di casi di malattia.
In conclusione: 1) medici, ricercatori e uomini di scienza, evitino di diffondere gratuitamente notizie falsamente tranquillizzanti e lascino che lo facciano solo i fin troppi personaggi stipendiati dai produttori e dai gestori delle tecnologie interessate; 2) se si vuole attribuire "al caso" il fatto rilevato a Milano, bisogna documentare qual'è la probabilità che su 400 casi di leucemia linfoblastica acuta distribuiti in tutta Italia, 7 si verifichino nella stessa città e ben 3 nella stessa scuola; 3) poichè questa probabilità risulterà estremamente bassa, il che dimostra che "il caso" non c'entra, date le sofferenze personali e i costi sociali che questo fatto comporta, se ne ricerchino con serietà le possibili cause e si verifichino anche i valori di campo magnetico presenti nelle aule della scuola in questione".
Prof. Angelo Gino Levis
già Ordinario di Mutagenesi Ambientale presso l'Univ. di Padova
Membro del Comitato Scientifico della International Society of Doctors fo the Environment (ISDE-Italia)
Appena due settimane fa la stampa ed i telegiornali si erano soffermati sui tre casi di piccoli alunni che frequentano tutti lo stesso istituto scolastico. Oggi il numero dei bambini colpiti è salito a 7, anche se pare non vi sia attinenza con la frequenza in quella determinata scuola.
Si tratta, tuttavia, di una percentuale elevata ed insolita, che ha fatto scattare l'allarme sanitario ed obbligato gli organi competenti ad istituire controlli serrati e meticolosi, per individuare le possibili cause e, soprattutto, evitare che il fenomeno possa ulteriormente diffondersi.
Ma quando ci si trova in presenza di episodi tali da poter generare allarme sociale, ecco intervenire puntualmente gli "esperti" della c.d. scienza ufficiale, i quali con argomentazioni - spesso false e tendenziose - tentano di tranquillizzare l'opinione pubblica!
Così, ad es., prima ancora di monitoraggi e verifiche puntuali è stata già categoricamente (e frettolosamente) esclusa l'esistenza di ogni rapporto tra l'esposizione umana ai campi elettromagnetici e patologie tumorali e leucemiche dell'infanzia!
Al riguardo, abbiamo raccolto la testimonianza, autorevole ed illuminante, del prof. Angelo Gino Levis, già Ordinario di Mutagenesi Ambientale presso l'Università di Padova, uno dei massimi esperti di effetti sanitari da onde elettromagnetiche in campo internazionale. Ecco cosa sostiene in merito alla vicenda di Milano:
"Chi sostiene affermazioni categoriche sulla mancanza di effetti cancerogeni da parte dei campi elettromagnetici (CEM) dimostra di non essere minimamente documentato.
Mi limito a ricordare che nel 2002 l'Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC), che opera a Lione in Francia sotto l'egida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato una monumentale monografia sui CEM a bassissima frequenza (elettrodotti ecc.), nella quale riconosce che "per esposizioni residenziali superiori a 0,3-0,4 microTesla (valore del campo magnetico indotto dagli elettrodotti) i dati prodotti da un notevole numero di indagini epidemiologiche ben condotte (Ahlbom: Br. J. Cancer, 83:692-698, 2000: rianalisi di 9 studi con 3.203 casi di leucemia infantile; Greenland: Epidemiology, 11:624-634, 2000: rianalisi di 13 studi, 7 dei quali non compresi nel lavoro di Ahlbom) mettono in evidenza un raddoppio statisticamente significativo (al 95% di probabilità) e piuttosto costante del rischio di leucemia infantile....
Questo aumento del rischio non può essere dovuto al caso, anche se potrebbero esserci errori nella selezione dei soggetti in esame.... Se però la relazione osservata fosse di natura causale, il rischio associato all'esposizione potrebbe anche essere maggiore di quanto riportato".
In effetti i dati epidemiologici successivi hanno confermato questa relazione documentando aumenti anche più consistenti (fino a 3-5 volte) del rischio di leucemia infantile, anche a valori di campo magnetico inferiori a 0,3-0,4 microTesla. Ad es. Kabuto (Int. J. Cancer 119: 643-650, 2006) trova un aumento del 370% (quindi quasi quadruplicato) del rischio per la sola leucemia linfoblastica acuta (proprio il tipo di leucemia contratta dai 3 bambini di Milano), statisticamente significativo al 95% di probabilità, in bambini esposti a linee elettriche ad alta tensione.
La Magistratura Civile Italiana, dai Tribunali di 1° gado fino alla Corte Suprema di Cassazione, ha più volte riconosciuto il rischio di leucemia infantile in situazioni analoghe, imponendo misure cautelative nella gestione delle linee elettriche quando si superano 0,4 microTesla a tutela del solo rischio, anche in assenza di casi di malattia.
In conclusione: 1) medici, ricercatori e uomini di scienza, evitino di diffondere gratuitamente notizie falsamente tranquillizzanti e lascino che lo facciano solo i fin troppi personaggi stipendiati dai produttori e dai gestori delle tecnologie interessate; 2) se si vuole attribuire "al caso" il fatto rilevato a Milano, bisogna documentare qual'è la probabilità che su 400 casi di leucemia linfoblastica acuta distribuiti in tutta Italia, 7 si verifichino nella stessa città e ben 3 nella stessa scuola; 3) poichè questa probabilità risulterà estremamente bassa, il che dimostra che "il caso" non c'entra, date le sofferenze personali e i costi sociali che questo fatto comporta, se ne ricerchino con serietà le possibili cause e si verifichino anche i valori di campo magnetico presenti nelle aule della scuola in questione".
Prof. Angelo Gino Levis
già Ordinario di Mutagenesi Ambientale presso l'Univ. di Padova
Membro del Comitato Scientifico della International Society of Doctors fo the Environment (ISDE-Italia)
sabato 20 febbraio 2010
Considerazioni di Danilo D'Antonio su: "L'Italia da distruggere - La meglio gioventù" - di Marco Tullio Giordana
Riporto la trascrizione di un breve passo del dialogo.
Il docente:
... lasci questo Paese. L'Italia è un Paese da distruggere.
Un posto inutile. Destinato a morire.
Lo studente:
Cioè, secondo lei, tra un poco ci sarà un'apocalisse?
Il docente:
Magari ci fosse ... almeno saremmo tutti costretti a ricostruire.
Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri.
Dìa retta, vada vìa.
Lo studente:
E lei allora professore perché rimane?
Il docente:
Ma poi perché ... mio caro io sono uno dei dinosauri da distruggere!
......
Come non provare una gran riconoscenza per Marco Tullio Giordana, regista di "Pasolini, un delitto italiano", "I cento passi" e tanti altri notevoli lavori? Cosa provare invece nei confronti di tutti quegli statali che si spacciano per progressisti, per persone impegnate socialmente, mentre sono univocamente centrate sul mantenimento del proprio indebito privilegio?
Gli statali dìano retta: pronunciatevi ORA in favore di una periodica restituzione dei ruoli della Funzione Pubblica al popolo che ne è sovrano detentore. Compiendo oggi questo passo spontanemante, vi sarà riconosciuta la buona fede e nessuno vi potrà togliere il diritto di continuare a prestare servizio, a turno come tutti gli altri cittadini, nei ruoli della Funzione Pubblica. Venendone costretti domani a volontà popolare, difficilmente potrete mantenere questo importante, fondamentale diritto di cui avete così a lungo privato i cittadini.
Il mio pensiero è: le persone per bene ed in gamba rimangano tranquillamente in Italia e continuino a darsi da fare. E' qui che è nato il progetto per una: http://Societa-Democratica.hyperlinker.org
sarebbe a dire per un: http://Equo-Impiego-Pubblico-a-Rotazione.hyperlinker.org
ed è qui che esso per prima si realizzerà.
Danilo D'Antonio,
Monti della Laga
Appennino Centrale
tel. 339 5014947
skp hyper.linker
Il docente:
... lasci questo Paese. L'Italia è un Paese da distruggere.
Un posto inutile. Destinato a morire.
Lo studente:
Cioè, secondo lei, tra un poco ci sarà un'apocalisse?
Il docente:
Magari ci fosse ... almeno saremmo tutti costretti a ricostruire.
Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri.
Dìa retta, vada vìa.
Lo studente:
E lei allora professore perché rimane?
Il docente:
Ma poi perché ... mio caro io sono uno dei dinosauri da distruggere!
......
Come non provare una gran riconoscenza per Marco Tullio Giordana, regista di "Pasolini, un delitto italiano", "I cento passi" e tanti altri notevoli lavori? Cosa provare invece nei confronti di tutti quegli statali che si spacciano per progressisti, per persone impegnate socialmente, mentre sono univocamente centrate sul mantenimento del proprio indebito privilegio?
Gli statali dìano retta: pronunciatevi ORA in favore di una periodica restituzione dei ruoli della Funzione Pubblica al popolo che ne è sovrano detentore. Compiendo oggi questo passo spontanemante, vi sarà riconosciuta la buona fede e nessuno vi potrà togliere il diritto di continuare a prestare servizio, a turno come tutti gli altri cittadini, nei ruoli della Funzione Pubblica. Venendone costretti domani a volontà popolare, difficilmente potrete mantenere questo importante, fondamentale diritto di cui avete così a lungo privato i cittadini.
Il mio pensiero è: le persone per bene ed in gamba rimangano tranquillamente in Italia e continuino a darsi da fare. E' qui che è nato il progetto per una: http://Societa-Democratica.hyperlinker.org
sarebbe a dire per un: http://Equo-Impiego-Pubblico-a-Rotazione.hyperlinker.org
ed è qui che esso per prima si realizzerà.
Danilo D'Antonio,
Monti della Laga
Appennino Centrale
tel. 339 5014947
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venerdì 19 febbraio 2010
Vegetarismo diffuso: "Il 17 e 18 aprile 2010 riparte la mobilitazione internazionale per eliminare la carne dalla dieta umana ..."
Dopo il successo della Seconda Giornata Internazionale per l’abolizione della carne del 31 gennaio 2010, che ha visto la partecipazione di attivisti in molti paesi del mondo e di ben 22 città in Italia, il Coordinamento Italiano per l’Abolizione della Carne promuove un’altra giornata di mobilitazione in favore degli animali allevati e massacrati per l’alimentazione umana.
Crediamo infatti che sia ora di esprimere apertamente la rivendicazione di chiusura di tutti gli allevamenti, senza limitarci ad una giornata annuale, ma – al contrario – moltiplicando le iniziative nazionali e locali. Crediamo che sia ora di fare uno sforzo per rendere visibile il più possibile la sofferenza animale e per far conoscere a tutti una richiesta di cui è necessario iniziare a discutere pubblicamente, senza alcun tabù: abolire gli allevamenti, la caccia e la pesca.
Ci auguriamo quindi che cresca sia il numero delle città che la presenza degli attivisti, nonché la loro determinazione, fantasia e visibilità.
Come organizzare un’iniziativa nella vostra città:
E’ possibile organizzare un presidio, un banchetto o anche un semplice volantinaggio.
E’ ovviamente preferibile che venga svolta un’iniziativa capace di attirare attenzione sul tema della sofferenza animale e sulla rivendicazione di abolizione della carne, per esempio effettuando un presidio mascherati, con particolari rappresentazioni, e così via.
Le iniziative organizzate a gennaio possono fornire qualche spunto:
Foto: http://picasaweb.google.it/abolizionecarne
Materiali per l’iniziativa (volantini, locandina, questionari da distribuire): Tali materiali verranno a breve aggiornati con le date di aprile ove necessario.
Chiediamo a tutti i gruppi di distribuire tale materiale relativo alla Giornata Mondiale di Abolizione della Carne, che come sapete è un’iniziativa con contenuti particolari rispetto alle usuali attività informative veg: non cercheremo, infatti, soltanto di “convincere” i singoli a modificare i propri consumi (diventando vegetariani o vegani), ma proveremo soprattutto a dichiarare apertamente la nostra contrarietà al massacro degli animali, chiedendo l’abolizione di tale pratica. E’ per questo che molti gruppi daranno vita a presidi con rappresentazioni simboliche della sofferenza animale e della strage quotidiana (per es. con ceri e vestiti a lutto, con proiezione video, maschere, ecc.).
Abbiamo prodotto inoltre un questionario sugli allevamenti che può essere distribuito ai passanti e un sondaggio sulla sofferenza animale, che riteniamo essere molto utili per indurre le persone a riflettere sulla loro adesione ad un sistema inaccettabile.
E’ possibile organizzare l’iniziativa sabato 17 o domenica 18, a seconda della situazione locale (passaggio nelle ore di punta nel centro, presenza di attivisti, ecc.), o anche in altri giorni in casi particolari.
Chi fosse interessato ad organizzare un’iniziativa (da un semplice volantinaggio ad un presidio), ricevere materiali (volantini, ecc.) o informazioni sulle altre iniziative può contattare il Coordinamento Italiano al seguente indirizzo: abolizionecarne@gmail.com
E’ possibile richiedere la spedizione del materiale informativo.
A breve verranno pubblicati sul blog i recapiti delle prime città aderenti.
Che cos’è la Giornata per l’Abolizione della Carne?
La Giornata per l'Abolizione della Carne vuole promuovere presso il grande pubblico la rivendicazione politica di abolizione dell'assassinio di animali a scopo alimentare. Sei milioni di esseri sensibili vengono uccisi nel mondo ogni ora (!) per essere trasformati in carne; senza neanche contare il massacro dei pesci e la sofferenza di vacche e galline ovaiole, recluse, sfruttate ed infine ammazzate in giovanissima età.
Il consumo di carne e prodotti animali causa più sofferenza e morte di ogni altra attività umana, pur non essendo affatto necessario.
Sito del Coordinamento Internazionale: www.nomoremeat.org
--------------------------------------
Coordinamento Italiano per l’Abolizione della Carne: abolizionecarne@gmail.com -
infoline: 327-3209085 - 347-7241726
Crediamo infatti che sia ora di esprimere apertamente la rivendicazione di chiusura di tutti gli allevamenti, senza limitarci ad una giornata annuale, ma – al contrario – moltiplicando le iniziative nazionali e locali. Crediamo che sia ora di fare uno sforzo per rendere visibile il più possibile la sofferenza animale e per far conoscere a tutti una richiesta di cui è necessario iniziare a discutere pubblicamente, senza alcun tabù: abolire gli allevamenti, la caccia e la pesca.
Ci auguriamo quindi che cresca sia il numero delle città che la presenza degli attivisti, nonché la loro determinazione, fantasia e visibilità.
Come organizzare un’iniziativa nella vostra città:
E’ possibile organizzare un presidio, un banchetto o anche un semplice volantinaggio.
E’ ovviamente preferibile che venga svolta un’iniziativa capace di attirare attenzione sul tema della sofferenza animale e sulla rivendicazione di abolizione della carne, per esempio effettuando un presidio mascherati, con particolari rappresentazioni, e così via.
Le iniziative organizzate a gennaio possono fornire qualche spunto:
Foto: http://picasaweb.google.it/abolizionecarne
Materiali per l’iniziativa (volantini, locandina, questionari da distribuire): Tali materiali verranno a breve aggiornati con le date di aprile ove necessario.
Chiediamo a tutti i gruppi di distribuire tale materiale relativo alla Giornata Mondiale di Abolizione della Carne, che come sapete è un’iniziativa con contenuti particolari rispetto alle usuali attività informative veg: non cercheremo, infatti, soltanto di “convincere” i singoli a modificare i propri consumi (diventando vegetariani o vegani), ma proveremo soprattutto a dichiarare apertamente la nostra contrarietà al massacro degli animali, chiedendo l’abolizione di tale pratica. E’ per questo che molti gruppi daranno vita a presidi con rappresentazioni simboliche della sofferenza animale e della strage quotidiana (per es. con ceri e vestiti a lutto, con proiezione video, maschere, ecc.).
Abbiamo prodotto inoltre un questionario sugli allevamenti che può essere distribuito ai passanti e un sondaggio sulla sofferenza animale, che riteniamo essere molto utili per indurre le persone a riflettere sulla loro adesione ad un sistema inaccettabile.
E’ possibile organizzare l’iniziativa sabato 17 o domenica 18, a seconda della situazione locale (passaggio nelle ore di punta nel centro, presenza di attivisti, ecc.), o anche in altri giorni in casi particolari.
Chi fosse interessato ad organizzare un’iniziativa (da un semplice volantinaggio ad un presidio), ricevere materiali (volantini, ecc.) o informazioni sulle altre iniziative può contattare il Coordinamento Italiano al seguente indirizzo: abolizionecarne@gmail.com
E’ possibile richiedere la spedizione del materiale informativo.
A breve verranno pubblicati sul blog i recapiti delle prime città aderenti.
Che cos’è la Giornata per l’Abolizione della Carne?
La Giornata per l'Abolizione della Carne vuole promuovere presso il grande pubblico la rivendicazione politica di abolizione dell'assassinio di animali a scopo alimentare. Sei milioni di esseri sensibili vengono uccisi nel mondo ogni ora (!) per essere trasformati in carne; senza neanche contare il massacro dei pesci e la sofferenza di vacche e galline ovaiole, recluse, sfruttate ed infine ammazzate in giovanissima età.
Il consumo di carne e prodotti animali causa più sofferenza e morte di ogni altra attività umana, pur non essendo affatto necessario.
Sito del Coordinamento Internazionale: www.nomoremeat.org
--------------------------------------
Coordinamento Italiano per l’Abolizione della Carne: abolizionecarne@gmail.com -
infoline: 327-3209085 - 347-7241726
giovedì 18 febbraio 2010
Antonella Litta: "Richiesta di controlli sulla potabilità delle acque di Vico e Bolsena" - Lettera aperta alI'Istituto Superiore di Sanità
Al Direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità
e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo, all’Arpa Lazio sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, ai responsabili dell’Ato 1 - Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, alla Garante del Servizio Idrico Integrato della Regione Lazio, all’Assessore all’ambiente della Provincia di Viterbo, all’Assessore all’ambiente della Regione Lazio, all’Assessore alla sanità della Regione Lazio, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione
Oggetto: Richiesta informazioni e documenti relativi alla convenzione tra l’Ato 1 - Lazio e l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) per il monitoraggio ed abbattimento delle alghe nelle acque destinate a consumo umano captate dai laghi di Vico e Bolsena
*
Egregi signori,
L’Ato 1 - Lazio, in una nota del 15 gennaio 2010, n. protocollo 15/2010, inviata all’Isde di Viterbo, riferisce dell’esistenza di una convenzione tra l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) e questo stesso ente finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile”; sempre in questa nota si afferma che la suddetta attivita' di controllo e tuttora in corso.
Come noto, le acque del lago di Vico, oltre a presentare elevati livelli di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno di classe 1 dalla Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc), sono da diversi anni soggette a periodiche fioriture dell’alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica, classificata come cancerogeno di classe 2 b sempre dall’Iarc.
In tre rapporti di prova dell’Arpa Lazio - sezione di Viterbo, indicati con protocollo n. 3405, n. 3406 e n. 3407, effettuati su campioni di acqua prelevati nelle stazioni di potabilizzazione di Ronciglione e Caprarola il 10 dicembre 2009, si e' rilevata l’abbondante presenza di diversi tipi di alghe (Diatomeee, Cloroficee e Cryptophyceae) e in particolare una massiccia presenza di alghe Cianoficee a cui appartiene l’alga rossa Plankthotrix rubescens.
Il numero delle Cianoficee per litro di acqua nei tre campioni è risultato essere rispettivamente di 689760 cellule/litro, 107775 cellule/litro e 819090 cellule/litro.
Questi esami evidenziano in modo inequivocabile la mancanza di una adeguata filtrazione dell’acqua proveniente dal lago di Vico.
L’Isde di Viterbo, per documentazione scientifica e per valutare il possibile rischio sanitario a cui e' stata ed e' sottoposta la popolazione a causa della situazione descritta, chiede di conoscere i termini dell’integrazione della convenzione tra l’Ato 1 - Lazio e l’Iss relativamente a questa problematica, i metodi scientifici con i quali vengono svolte le attivita' di ricerca e controllo dell’eventuale presenza delle alghe, e in particolare della microcistina prodotta dall’alga rossa Plankthotrix rubescens, nelle acque destinate a consumo umano, e i risultati finora conseguiti da questa attivita' di controllo, persistendo la grave situazione della qualita' delle acque del lago di Vico.
In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti.
*
dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)
Viterbo, 17 febbraio 2010
Dottoressa Antonella Litta,
Tel. 3383810091 - e-mail: isde.viterbo@libero.it
e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo, all’Arpa Lazio sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, ai responsabili dell’Ato 1 - Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, alla Garante del Servizio Idrico Integrato della Regione Lazio, all’Assessore all’ambiente della Provincia di Viterbo, all’Assessore all’ambiente della Regione Lazio, all’Assessore alla sanità della Regione Lazio, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione
Oggetto: Richiesta informazioni e documenti relativi alla convenzione tra l’Ato 1 - Lazio e l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) per il monitoraggio ed abbattimento delle alghe nelle acque destinate a consumo umano captate dai laghi di Vico e Bolsena
*
Egregi signori,
L’Ato 1 - Lazio, in una nota del 15 gennaio 2010, n. protocollo 15/2010, inviata all’Isde di Viterbo, riferisce dell’esistenza di una convenzione tra l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) e questo stesso ente finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile”; sempre in questa nota si afferma che la suddetta attivita' di controllo e tuttora in corso.
Come noto, le acque del lago di Vico, oltre a presentare elevati livelli di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno di classe 1 dalla Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc), sono da diversi anni soggette a periodiche fioriture dell’alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica, classificata come cancerogeno di classe 2 b sempre dall’Iarc.
In tre rapporti di prova dell’Arpa Lazio - sezione di Viterbo, indicati con protocollo n. 3405, n. 3406 e n. 3407, effettuati su campioni di acqua prelevati nelle stazioni di potabilizzazione di Ronciglione e Caprarola il 10 dicembre 2009, si e' rilevata l’abbondante presenza di diversi tipi di alghe (Diatomeee, Cloroficee e Cryptophyceae) e in particolare una massiccia presenza di alghe Cianoficee a cui appartiene l’alga rossa Plankthotrix rubescens.
Il numero delle Cianoficee per litro di acqua nei tre campioni è risultato essere rispettivamente di 689760 cellule/litro, 107775 cellule/litro e 819090 cellule/litro.
Questi esami evidenziano in modo inequivocabile la mancanza di una adeguata filtrazione dell’acqua proveniente dal lago di Vico.
L’Isde di Viterbo, per documentazione scientifica e per valutare il possibile rischio sanitario a cui e' stata ed e' sottoposta la popolazione a causa della situazione descritta, chiede di conoscere i termini dell’integrazione della convenzione tra l’Ato 1 - Lazio e l’Iss relativamente a questa problematica, i metodi scientifici con i quali vengono svolte le attivita' di ricerca e controllo dell’eventuale presenza delle alghe, e in particolare della microcistina prodotta dall’alga rossa Plankthotrix rubescens, nelle acque destinate a consumo umano, e i risultati finora conseguiti da questa attivita' di controllo, persistendo la grave situazione della qualita' delle acque del lago di Vico.
In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti.
*
dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)
Viterbo, 17 febbraio 2010
Dottoressa Antonella Litta,
Tel. 3383810091 - e-mail: isde.viterbo@libero.it
mercoledì 17 febbraio 2010
Papa Ratzinger è alla frutta: "Pedofilia sacerdotale, diminuzione dei cattolici nel mondo, omissioni del vaticano... IOR a rischio bancarotta!"
Segue il sondaggio sulla diminuzione dei credenti in Francia ed il comunicato stampa della Santa Sede nel quale il Papa se la prende con i suoi sacerdoti pedofili e con i vescovi che hanno taciuto sulle malefatte dei loro dipendenti. Ed ora la banca del vaticano (IOR) rischia la bancarotta per il pagamento dei danni economici e morali...
Intervento di Peter Boom:
Il primo a dare le dimissioni dovrebbe essere proprio lui,
Joseph Ratzinger, e se fossero ancora in vita anche i suoi
predecessori, che tutti hanno cercato di nascondere e di
imporre il segreto sui tantissimi casi (moltissimi ancora
non scoperti)che hanno rovinato tante vite di ragazze e
ragazzi innocenti costretti a subire le represse voglie
sessuali clericali. Malgrado il fatto che Papa Benedetto XVI
sia considerato "non processabile" grazie alla sua alta
carica in qualità di Capo di uno Stato straniero dovrebbe
essere così cristiano da consegnarsi immediatamente alle
Forze dell'Ordine per farsi poi giudicare dal Tribunale per
i Diritti Umani per PLURIFAVOREGGIAMENTO DELLA PEDOFILIA in
quanto ha firmato il documento che ha imposto il segreto
sulla pedofilìa all'interno della chiesa cattolica con il
risultato che i preti trovati colpevoli venissero soltanto
trasferiti ad altre sedi da dove hanno continuato
impunemente ed ancora più tranquilli con le loro turpe
azioni.
Bisognerà altresì appurare la connivenza di tutti i
prelati dei quali nessuno mai ha protestato pubblicamente
contro le aberranti direttive della Santa Sede.
Tutto questo era già noto da parecchi anni!
Tutti i fedeli ed i credenti sono stati traditi da questa
gerarchia vaticana e dovrebbero far sentire forte le loro
voci.
........
(Articolo da Yahoo in data 16 febbraio 2010)
Papa Benedetto XVI ha detto ai vescovi irlandesi, parlando
dello scandalo sulla pedofilia che ha scosso la Chiesa
cattolica, che l'abuso sessuale sui bambini da parte di
sacerdoti è un "crimine abominevole" che deve essere
affrontato con determinazione, fa sapere il Vaticano.
"Il Santo Padre ha osservato che l'abuso sessuale sui
bambini e i giovani non è solo un crimine odioso ma anche
un peccato grave che offende Dio e ferisce la dignità
della persona umana creata a sua immagine".
Papa Benedetto XVI, i 24 vescovi irlandesi e gli alti
funzionari vaticani si sono incontrati dopo lo scandalo
emerso in Irlanda in seguito al Rapporto Murphy, dove si
condannano gli abusi contro i bambini perpetrati da alcuni
preti cattolici in Irlanda.
Nel rapporto, pubblicato a novembre, si sostiene che la
Chiesa abbia nascosto "in maniera ossessiva" questi abusi
sui bambini, perpetrati nell'arcidiocesi di Dublino dal 1975
al 2004, e abbia messo in atto una politica del "non
chiedere e non dire".
I colloqui, i primi di questo tipo in Vaticano in otto anni,
sono serviti per mettere a punto un piano di azione e
potrebbero portare ad altre dimissioni all'interno della
gerarchia ecclesiastica irlandese. Quattro prelati, per
altro, si sono già dimessi.
"Mentre ci rendiamo conto che l'attuale situazione dolorosa
non sarà risolta rapidamente, (il Papa) ha sfidato i
vescovi ad affrontare i problemi del passato con
determinazione e risolutezza, e ad affrontare la crisi
presente con onestà e coraggio", ha aggiunto il
comunicato.
I vescovi "hanno anche enfatizzato il loro impegno alla
collaborazione con le autorità civili in Irlanda - del
Nord e del Sud - e con il Comitato nazionale per la
salvaguardia dei bambini nella Chiesa cattolica in Irlanda
per garantire che gli standard, le politiche e le procedure
della Chiesa rappresentino la migliore pratica in
quest'area", si legge nella nota.
Il rapporto Murphy sostiene che tutti i vescovi di Dublino
fossero a conoscenza di alcune denunce, ma che fossero più
preoccupati di proteggere la reputazione dell'arcidiocesi
che di salvaguardare i bambini.
Quattro vescovi hanno già rassegnato le loro dimissioni, e
il Papa le ha già accettate in uno dei casi. Il gruppo
"One in Four", del quale fanno parte alcune vittime, ha
già fatto un appello ai vescovi irlandesi coinvolti in
questa "cultura di omertà", chiedendo loro di rassegnare
le proprie dimissioni.
...........
Intervento di Luigi Cascioli:
Dai seguenti sondaggi fatti in Francia dalla CSA nel 2007 appare evidente come il cattolicesimo sia irriversibilmente prossimo alla sua fine.
Sondaggio CSA 2007 rapportato al sondaggio 1994 sulla popolazione in generale:
1994 cattolici 67% 2007 cattolici 51%
(Diminuzione dei cattolici 16%)
1994 atei 23% 2007 atei 40%
(Aumento atei 17%)
Sondaggio CSA 2007 eseguito specificatamente sui battezzati: credono in Dio il 54 %, dubitano della sua esistenza il 30%, non credono in Dio il 18%. Da considerare che il 54% di coloro che credono in Dio, è formato per l'80% da appartenenti alla terza età.
Traendo da queste statistiche un rinforzato incoraggiamento, proseguiamo fiduciosi nella nostra marcia contro l´immoralita' e l´oscurantismo della "Grande Impostura".
Intervento di Peter Boom:
Il primo a dare le dimissioni dovrebbe essere proprio lui,
Joseph Ratzinger, e se fossero ancora in vita anche i suoi
predecessori, che tutti hanno cercato di nascondere e di
imporre il segreto sui tantissimi casi (moltissimi ancora
non scoperti)che hanno rovinato tante vite di ragazze e
ragazzi innocenti costretti a subire le represse voglie
sessuali clericali. Malgrado il fatto che Papa Benedetto XVI
sia considerato "non processabile" grazie alla sua alta
carica in qualità di Capo di uno Stato straniero dovrebbe
essere così cristiano da consegnarsi immediatamente alle
Forze dell'Ordine per farsi poi giudicare dal Tribunale per
i Diritti Umani per PLURIFAVOREGGIAMENTO DELLA PEDOFILIA in
quanto ha firmato il documento che ha imposto il segreto
sulla pedofilìa all'interno della chiesa cattolica con il
risultato che i preti trovati colpevoli venissero soltanto
trasferiti ad altre sedi da dove hanno continuato
impunemente ed ancora più tranquilli con le loro turpe
azioni.
Bisognerà altresì appurare la connivenza di tutti i
prelati dei quali nessuno mai ha protestato pubblicamente
contro le aberranti direttive della Santa Sede.
Tutto questo era già noto da parecchi anni!
Tutti i fedeli ed i credenti sono stati traditi da questa
gerarchia vaticana e dovrebbero far sentire forte le loro
voci.
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(Articolo da Yahoo in data 16 febbraio 2010)
Papa Benedetto XVI ha detto ai vescovi irlandesi, parlando
dello scandalo sulla pedofilia che ha scosso la Chiesa
cattolica, che l'abuso sessuale sui bambini da parte di
sacerdoti è un "crimine abominevole" che deve essere
affrontato con determinazione, fa sapere il Vaticano.
"Il Santo Padre ha osservato che l'abuso sessuale sui
bambini e i giovani non è solo un crimine odioso ma anche
un peccato grave che offende Dio e ferisce la dignità
della persona umana creata a sua immagine".
Papa Benedetto XVI, i 24 vescovi irlandesi e gli alti
funzionari vaticani si sono incontrati dopo lo scandalo
emerso in Irlanda in seguito al Rapporto Murphy, dove si
condannano gli abusi contro i bambini perpetrati da alcuni
preti cattolici in Irlanda.
Nel rapporto, pubblicato a novembre, si sostiene che la
Chiesa abbia nascosto "in maniera ossessiva" questi abusi
sui bambini, perpetrati nell'arcidiocesi di Dublino dal 1975
al 2004, e abbia messo in atto una politica del "non
chiedere e non dire".
I colloqui, i primi di questo tipo in Vaticano in otto anni,
sono serviti per mettere a punto un piano di azione e
potrebbero portare ad altre dimissioni all'interno della
gerarchia ecclesiastica irlandese. Quattro prelati, per
altro, si sono già dimessi.
"Mentre ci rendiamo conto che l'attuale situazione dolorosa
non sarà risolta rapidamente, (il Papa) ha sfidato i
vescovi ad affrontare i problemi del passato con
determinazione e risolutezza, e ad affrontare la crisi
presente con onestà e coraggio", ha aggiunto il
comunicato.
I vescovi "hanno anche enfatizzato il loro impegno alla
collaborazione con le autorità civili in Irlanda - del
Nord e del Sud - e con il Comitato nazionale per la
salvaguardia dei bambini nella Chiesa cattolica in Irlanda
per garantire che gli standard, le politiche e le procedure
della Chiesa rappresentino la migliore pratica in
quest'area", si legge nella nota.
Il rapporto Murphy sostiene che tutti i vescovi di Dublino
fossero a conoscenza di alcune denunce, ma che fossero più
preoccupati di proteggere la reputazione dell'arcidiocesi
che di salvaguardare i bambini.
Quattro vescovi hanno già rassegnato le loro dimissioni, e
il Papa le ha già accettate in uno dei casi. Il gruppo
"One in Four", del quale fanno parte alcune vittime, ha
già fatto un appello ai vescovi irlandesi coinvolti in
questa "cultura di omertà", chiedendo loro di rassegnare
le proprie dimissioni.
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Intervento di Luigi Cascioli:
Dai seguenti sondaggi fatti in Francia dalla CSA nel 2007 appare evidente come il cattolicesimo sia irriversibilmente prossimo alla sua fine.
Sondaggio CSA 2007 rapportato al sondaggio 1994 sulla popolazione in generale:
1994 cattolici 67% 2007 cattolici 51%
(Diminuzione dei cattolici 16%)
1994 atei 23% 2007 atei 40%
(Aumento atei 17%)
Sondaggio CSA 2007 eseguito specificatamente sui battezzati: credono in Dio il 54 %, dubitano della sua esistenza il 30%, non credono in Dio il 18%. Da considerare che il 54% di coloro che credono in Dio, è formato per l'80% da appartenenti alla terza età.
Traendo da queste statistiche un rinforzato incoraggiamento, proseguiamo fiduciosi nella nostra marcia contro l´immoralita' e l´oscurantismo della "Grande Impostura".
martedì 16 febbraio 2010
Tiziano Bagarolo: "Costi (e rischi) finanziari dell'energia nucleare" - Secondo i finanzieri il nucleare non conviene..
In un documento del novembre scorso - New Nuclear - The Economics Say No (pdf) - gli esperti della Citigroup, la più grande holding di servizi finanziari del mondo, hanno esaminato i costi e i rischi finanziari degli investimenti in centrali nucleari. Lo studio, su cui ha richiamato l'attenzione Greenpeace, è stato diffuso in occasione dell'annuncio del governo inglese dell'adozione di una procedura rapida per l'autorizzazione di nuove centrali nucleari in Gran Bretagna, contestuale all'indicazione di 10 possibili siti.
Detto fra parentesi: attualmente sono in funzione in Gran Bretagna 19 centrali nucleari che hanno contribuito nel 2009 per il 19% (69 milioni di kWh) ai fabbisogni elettrici del paese; l'ultima centrale è entrata in servizio nel 1995; al momento nessuna è in costruzione; tutte le centrali oggi in funzione, eccetto l'ultima, saranno dismesse entro il 2023; sia la francese Areva che la statunitense Westinghouse hanno preannunciato progetti per nuove centrali (4-6 EPR da 1600 MW Areva; 6 AP1000 la Westinghouse), le prime delle quali potrebbero entrare in funzione non prima del 2020; in altre parole si delinea una strategia di "sostituzione del nucleare con il nucleare" (fonte WNA).
Nelle intenzioni del governo inglese questa annuncio avrebbe dovuto essere un semaforo verde a un maggiore ricorso all'energia nucleare, giudicata necessaria per contrastare i cambiamenti climatici ed assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti. Non è stato previsto, tuttavia, alcun aiuto finanziario diretto per le nuove centrali. Lo studio di Citigroup stima, però, che il rischio del nucleare per gli investitori sia così elevato da bloccare ogni passo in tale direzione.
L'analisi del documento della Citigroup. Il rapporto non considera i tradizionali argomenti degli ambientalisti e degli antinucleari (rischio di incidente, impatto ambientale ecc.). Si limita ad esaminare la cosa esclusivamente dal punto di vista finanziario, della convenienza dell'investimento per gli operatori privati. Data la fonte, il punto di vista e le conclusioni, vale senz'altro la pena di riferire questi ragionamenti.
Il rapporto indica cinque fattori di incertezza con cui devono fare i conti gli investitori nell'energia nucleare: 1) le incertezze della fase di progettazione-autorizzazione; 2) i costi di costruzione; 3) il prezzo di mercato dell'energia; 4) i costi di gestione e 5) i costi di decommissioning (smantellamento). A questi elementi di rischio dal lato degli investitori privati andrebbero aggiunti altri due elementi, esterni al settore ma che possono influire negativamente: la crisi del sistema finanziario e le difficoltà fiscali dei governi.
Alcuni governi di paesi avanzati, volendo incoraggiare il ritorno all'energia nucleare, hanno semplificato le procedure di autorizzazione, ma la prima variabile è quella meno significativa dal punto di vista finanziario.
Per gli investitori i problemi maggiori sorgono soprattutto in relazione ai punti 2, 3 e 4. Riguardo i costi di costruzione e di funzionamento lo studio esamina molti elementi di costo e osserva che quasi tutti presentano negli ultimi anni un andamento crescente: "Vediamo difficile che questi costi scendano e molto probabile che crescano ancora".
Per ripagare l'investimento, il prezzo dell'energia elettrica in Gran Bretagna dovrebbe poi restare stabilmente sopra i 65 euro al MWh. Negli ultimi 10 anni un prezzo del genere è stato raggiunto per non più di 20 mesi su 115.
La stessa Citigroup afferma però che è molto probabile che i costi dei nuovi reattori siano maggiori e che è molto difficile prevedere in quanto tempo saranno costruiti. Nell´ipotesi di un aumento dei costi del 20% e di ritardi di due anni nella costruzione e nel raggiungimento del picco del fattore di carico delle centrali, il prezzo dell´energia dovrà salire almeno a 70 euro al MWh perché gli investimenti risultino convenienti.
Se questi dati contengono una morale, ci sembra questa: i programmi nucleari, per non far fallire gli investitori, comportano un aumento del prezzo di mercato dell'energia elettrica, non certo una diminuzione, come vanno in giro a promettere Scajola e Berlusconi (Scajola ha ipotizzato un incredibile costo di 40 euro al megawatt sulla base di un fantomatico piano di finanziamento in 40 anni da parte delle banche!).
Lo studio conclude che gli operatori del settore privato non sono in grado di sostenere autonomamente i rischi di costruzione, i rischi di prezzo dell´energia e i rischi operativi delle nuove centrali nucleari. Per sostenere questi rischi i rendimenti avrebbero bisogno di essere sostenuti dal governo e i rischi condivisi con i contribuenti e i consumatori. Ovvero, al solito: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite.
Il caso esemplare della centrale di Olkiluoto. Con tutto ciò, anche la stima di 70 euro al MWh avanzata da Citigroup appare molto ottimistica. Il caso della centrale di Olkiluoto in Finlandia (modello EPR della francese Areva, stesso modello di reattore di quelli previsti dal piano nucleare italiano), è molto istruttivo in proposito. Secondo i piani, la centrale, in costruzione dal 2004, doveva entrare in funzione nel maggio 2009, ma ora si prevede che sarà operativa solo nel giugno del 2012. Nel frattempo, i costi sono lievitati da 3 a 5,3 miliardi di euro, ossia del 77%!
La centrale di Olkiluoto illustra un altro problema che sta oggi di fronte all'industria nucleare e che è stato segnalato dal rapporto Renaissance of Nuclear Energy, preparato dal fisico Christoph Pistner per l'Istituto tedesco di ecologia applicata. L'industria nucleare ha pochi punti di riferimento per i costi di costruzione perché sono poche le unità in costruzione, e dunque l'incertezza riguardo i costi è molto elevata. Un fattore che blocca i progetti, quando si consideri che una centrale nucleare deve funzionare a pieno regime per vent'anni, senza deprezzamento e senza costi di adeguamento, prima di ripagare il costo d'investimento e di cominciare a dare profitti.
Elevati costi d'investimento e lunghissimi tempi di costruzione. Sull'insostenibilità finanziaria delle centrali nucleari ha richiamato di recente l'attenzione anche un esperto francese del settore energetico, Thibaut Madelin (citato da Julio Godoy, Energy: Nuclear Does Not Make Economic Sense, su Inter Press Service). La costruzione di una centrale turbo gas a ciclo combinato da 800 MW richiede quattro anni e costa 550 milioni di euro. La costruzione di un reattore EPR da 1600 MW richiede minimo otto anni e 6 miliardi di euro di investimento iniziale. Ciò significa che l'investimento nel nucleare comincerà a ripagarsi, se va bene, dopo 8 anni che è stata anticipata una enorme montagna di denaro su cui si pagano gli interessi. "Se la costruzione di una centrale nucleare dura più di 10 anni, il progetto diventa una catastrofe finanziaria." Ora, secondo dati dell'AIEA (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica), i tempi di costruzione di una centrale nucleare sono passati da 64 mesi (quasi 5 anni e mezzo) a 146 mesi (più di dodici anni) fra il 1976 e il 2008.
Osservazioni simili sono svolte in un recente studio da una ricercatrice statunitense, Sharon Squassoni (citato da Julio Godoy). La Squassoni giunge alla conclusione che la crisi finanziaria e i costi di costruzione sono oggi "ostacoli insormontabili" per il rilancio dell'energia nucleare da parte dell'industria privata: "I costi di finanziamento ammontano ormai dal 25 all'80% del costo totale, perché costruire un impianto nucleare richiede molto più tempo di qualsiasi impianto alternativo" (18 mesi per una centrale eolica; 36 mesi una centrale combinata-turbogas; almeno 60 mesi una centrale nucleare). E molto più capitale anticipato. E, come osserva lo studio della Citigroup, "data la dimensione di questi costi, se qualcosa va storto in un progetto, ciò può seriamente compromettere il bilancio anche delle maggiori società".
Tiziano Bagarolo
...........
Altri articoli sullo stesso argomento:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio
Detto fra parentesi: attualmente sono in funzione in Gran Bretagna 19 centrali nucleari che hanno contribuito nel 2009 per il 19% (69 milioni di kWh) ai fabbisogni elettrici del paese; l'ultima centrale è entrata in servizio nel 1995; al momento nessuna è in costruzione; tutte le centrali oggi in funzione, eccetto l'ultima, saranno dismesse entro il 2023; sia la francese Areva che la statunitense Westinghouse hanno preannunciato progetti per nuove centrali (4-6 EPR da 1600 MW Areva; 6 AP1000 la Westinghouse), le prime delle quali potrebbero entrare in funzione non prima del 2020; in altre parole si delinea una strategia di "sostituzione del nucleare con il nucleare" (fonte WNA).
Nelle intenzioni del governo inglese questa annuncio avrebbe dovuto essere un semaforo verde a un maggiore ricorso all'energia nucleare, giudicata necessaria per contrastare i cambiamenti climatici ed assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti. Non è stato previsto, tuttavia, alcun aiuto finanziario diretto per le nuove centrali. Lo studio di Citigroup stima, però, che il rischio del nucleare per gli investitori sia così elevato da bloccare ogni passo in tale direzione.
L'analisi del documento della Citigroup. Il rapporto non considera i tradizionali argomenti degli ambientalisti e degli antinucleari (rischio di incidente, impatto ambientale ecc.). Si limita ad esaminare la cosa esclusivamente dal punto di vista finanziario, della convenienza dell'investimento per gli operatori privati. Data la fonte, il punto di vista e le conclusioni, vale senz'altro la pena di riferire questi ragionamenti.
Il rapporto indica cinque fattori di incertezza con cui devono fare i conti gli investitori nell'energia nucleare: 1) le incertezze della fase di progettazione-autorizzazione; 2) i costi di costruzione; 3) il prezzo di mercato dell'energia; 4) i costi di gestione e 5) i costi di decommissioning (smantellamento). A questi elementi di rischio dal lato degli investitori privati andrebbero aggiunti altri due elementi, esterni al settore ma che possono influire negativamente: la crisi del sistema finanziario e le difficoltà fiscali dei governi.
Alcuni governi di paesi avanzati, volendo incoraggiare il ritorno all'energia nucleare, hanno semplificato le procedure di autorizzazione, ma la prima variabile è quella meno significativa dal punto di vista finanziario.
Per gli investitori i problemi maggiori sorgono soprattutto in relazione ai punti 2, 3 e 4. Riguardo i costi di costruzione e di funzionamento lo studio esamina molti elementi di costo e osserva che quasi tutti presentano negli ultimi anni un andamento crescente: "Vediamo difficile che questi costi scendano e molto probabile che crescano ancora".
Per ripagare l'investimento, il prezzo dell'energia elettrica in Gran Bretagna dovrebbe poi restare stabilmente sopra i 65 euro al MWh. Negli ultimi 10 anni un prezzo del genere è stato raggiunto per non più di 20 mesi su 115.
La stessa Citigroup afferma però che è molto probabile che i costi dei nuovi reattori siano maggiori e che è molto difficile prevedere in quanto tempo saranno costruiti. Nell´ipotesi di un aumento dei costi del 20% e di ritardi di due anni nella costruzione e nel raggiungimento del picco del fattore di carico delle centrali, il prezzo dell´energia dovrà salire almeno a 70 euro al MWh perché gli investimenti risultino convenienti.
Se questi dati contengono una morale, ci sembra questa: i programmi nucleari, per non far fallire gli investitori, comportano un aumento del prezzo di mercato dell'energia elettrica, non certo una diminuzione, come vanno in giro a promettere Scajola e Berlusconi (Scajola ha ipotizzato un incredibile costo di 40 euro al megawatt sulla base di un fantomatico piano di finanziamento in 40 anni da parte delle banche!).
Lo studio conclude che gli operatori del settore privato non sono in grado di sostenere autonomamente i rischi di costruzione, i rischi di prezzo dell´energia e i rischi operativi delle nuove centrali nucleari. Per sostenere questi rischi i rendimenti avrebbero bisogno di essere sostenuti dal governo e i rischi condivisi con i contribuenti e i consumatori. Ovvero, al solito: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite.
Il caso esemplare della centrale di Olkiluoto. Con tutto ciò, anche la stima di 70 euro al MWh avanzata da Citigroup appare molto ottimistica. Il caso della centrale di Olkiluoto in Finlandia (modello EPR della francese Areva, stesso modello di reattore di quelli previsti dal piano nucleare italiano), è molto istruttivo in proposito. Secondo i piani, la centrale, in costruzione dal 2004, doveva entrare in funzione nel maggio 2009, ma ora si prevede che sarà operativa solo nel giugno del 2012. Nel frattempo, i costi sono lievitati da 3 a 5,3 miliardi di euro, ossia del 77%!
La centrale di Olkiluoto illustra un altro problema che sta oggi di fronte all'industria nucleare e che è stato segnalato dal rapporto Renaissance of Nuclear Energy, preparato dal fisico Christoph Pistner per l'Istituto tedesco di ecologia applicata. L'industria nucleare ha pochi punti di riferimento per i costi di costruzione perché sono poche le unità in costruzione, e dunque l'incertezza riguardo i costi è molto elevata. Un fattore che blocca i progetti, quando si consideri che una centrale nucleare deve funzionare a pieno regime per vent'anni, senza deprezzamento e senza costi di adeguamento, prima di ripagare il costo d'investimento e di cominciare a dare profitti.
Elevati costi d'investimento e lunghissimi tempi di costruzione. Sull'insostenibilità finanziaria delle centrali nucleari ha richiamato di recente l'attenzione anche un esperto francese del settore energetico, Thibaut Madelin (citato da Julio Godoy, Energy: Nuclear Does Not Make Economic Sense, su Inter Press Service). La costruzione di una centrale turbo gas a ciclo combinato da 800 MW richiede quattro anni e costa 550 milioni di euro. La costruzione di un reattore EPR da 1600 MW richiede minimo otto anni e 6 miliardi di euro di investimento iniziale. Ciò significa che l'investimento nel nucleare comincerà a ripagarsi, se va bene, dopo 8 anni che è stata anticipata una enorme montagna di denaro su cui si pagano gli interessi. "Se la costruzione di una centrale nucleare dura più di 10 anni, il progetto diventa una catastrofe finanziaria." Ora, secondo dati dell'AIEA (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica), i tempi di costruzione di una centrale nucleare sono passati da 64 mesi (quasi 5 anni e mezzo) a 146 mesi (più di dodici anni) fra il 1976 e il 2008.
Osservazioni simili sono svolte in un recente studio da una ricercatrice statunitense, Sharon Squassoni (citato da Julio Godoy). La Squassoni giunge alla conclusione che la crisi finanziaria e i costi di costruzione sono oggi "ostacoli insormontabili" per il rilancio dell'energia nucleare da parte dell'industria privata: "I costi di finanziamento ammontano ormai dal 25 all'80% del costo totale, perché costruire un impianto nucleare richiede molto più tempo di qualsiasi impianto alternativo" (18 mesi per una centrale eolica; 36 mesi una centrale combinata-turbogas; almeno 60 mesi una centrale nucleare). E molto più capitale anticipato. E, come osserva lo studio della Citigroup, "data la dimensione di questi costi, se qualcosa va storto in un progetto, ciò può seriamente compromettere il bilancio anche delle maggiori società".
Tiziano Bagarolo
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Altri articoli sullo stesso argomento:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio
lunedì 15 febbraio 2010
Società natura animali antropocentrismo, secondo Massimo Sega & Risposta indiretta con Manifesto Ecozoico di Thoma Berry
Per una par condicio pubblico il commento di Massimo Sega che segue, non esercito alcuna censura sul tema trattato e nemmeno rispondo per evitare di polemizzare inutilmente... ma non sono completamente d'accordo con i contenuti... pur rispettando la sincerità in cui vengono espressi. Comunque rispondo indirettamente con il manifesto ecozoico di Thomas Berry.
(Paolo D'Arpini)
....
Caro Paolo, debbo sempre ringraziarti in quanto il tuo Giornaletto di Saul mi da ogni giorno di più la possibilità di esercitare la mia mente o il mio cervello. E questo è estremamente importante. Tu dici: "ho notato che l’uomo tende a dare maggiore importanza al contesto sociale in cui egli vive. E’ nella società umana, con le sue esigenze e movimenti, che si fa la storia e si sancisce la caratteristica di un posto, molto spesso dimenticando l’appartenenza al tutto, ignorando l’inscindibile co-presenza della natura e degli animali".
Tu ritieni che se oggi abbiamo la pensione e non dobbiamo più, come una volta avveniva da vecchi, dipendere dai figli o dalla carità, se oggi possiamo dedicare più ore alle nostre vocazioni fisiche e intellettuali, se oggi i nostri operai per costruire un palazzo o una strada non debbono sforzare i propri fisici sino alla loro distruzione, se oggi abbiamo i gabinetti, mentre una volta non l’avevano nemmeno i castelli, ecc. ecc, tutto questo si sarebbe avuto se i nostri avi avessero sentito più forte l’appartenenza al tutto e la inscindibile co-presenza della natura e degli animali?
Tutto questo è, per me, il frutto del contesto sociale nel quale sono vissuti i nostri avi grazie ai quali oggi abbiamo detti benefici, benefici che tutti noi utilizziamo, anche coloro che vengono dall’oriente vestiti d’arancione e con i capelli rasi. Permettimi di concludere dicendo che non dobbiamo vergognarci dell’antropocentrismo, certo di un antropocentrismo intelligente che come tale vedrebbe nell’ambito della tutela dell’uomo, anche la salvaguardia della natura e degli animali. Se questo non c’è stato, dico se, non passiamo emotivamente dall’altra parte. Per me difendere in assoluto la natura e gli animali mi fa pensare alla costituzione dello Stato d’Israele. Allora gli Europei si sono sentiti in colpa per non essere intervenuti per scongiurare il genocidio degli Ebrei, e, per salvare la propria coscienza, hanno accolto le richieste degli Ebrei, con le conseguenze che ben conosciamo.
Così oggi vale per la natura e per gli animali. A forza di voler salvare la natura, corriamo il rischio di uccidere gli uomini, come quando per non abbattere qualche pianta ci opponiamo alla costruzione di una ferrovia o di una strada.
Saluti.
Massimo Sega - socialita@tiscali.it
............
Manifesto dell'Era Ecozoica:
1. L'Universo è una comunione di soggetti e non una collezione di oggetti.
2. La Terra esiste e può continuare a esistere solo in un funzionamento integrale. Essa non può sopravvivere frammentata, proprio come qualunque altro organismo. Tuttavia la Terra non possiede un'uniformità globale. Essa è un complesso differenziato di cui va sostenuta l'integrità e l'interrelazione delle varie espressioni bioregionali.
3. La Terra è un bene che ci è stato offerto in godimento soggetto a scadenza. å destinata a danni irreversibili nei suoi maggiori sistemi di funzionamento.
4. Gli esseri umani rappresentano un elemento derivato rispetto alla Terra, che è primaria. Ogni istituzione umana, professione, programma e attività, devono porla al centro dei propri interessi. Nella teoria economica, per esempio, la prima legge deve essere quella della tutela dell'economia terrestre. Un Prodotto Nazionale Lordo in crescita a cui si affianca un Prodotto Terrestre Lordo in deficit rivela l'assurdità della nostra attuale situazione. Per la categoria medica deve essere chiaro che non si può avere gente sana su un pianeta malato.
5. L'intero sistema di funzionamento della Terra si è alterato nella transizione dall'Era Cenozoica a quella Ecozoica. I principali sviluppi del Cenozoico avvennero interamente al di fuori di ogni intervento umano. Nell'Ecozoico noi umani avremo invece un'influenza determinante in quasi tutti i processi evolutivi: anche se non sappiamo come produrre un filo d'erba, questo non potrà crescere se non è accettato, protetto e sostenuto da noi. Il potere costruttivo della nostra creatività nei sistemi naturali della vita è minimo, il nostro potere di negazione, immenso.
6. Per essere valido il "progresso" deve coinvolgere globalmente la Terra e tutti i suoi aspetti. Definire "progresso" lo sfruttamento umano del pianeta è una distorsione inaccettabile.
7. L’Ecozoico potrà diventare una realtà solo mediante il riconoscimento della dimensione femminile della Terra, mediante la la liberazione delle donne dall’oppressione e dalle costrizioni da loro sopportate in passato e mediante l’assunzione di una responsabilità comune, sia maschile che femminile, per stabilire una comunità terrestre integrata.
8. Nel periodo Ecozoico emerge un nuovo ruolo sia per la scienza che per la tecnologia. La scienza dovrebbe provvedere a una comprensione integrale del funzionamento della Terra e delle modalità in cui le attività umane e terrestri possono vicendevolmente potenziarsi. Le scienze biologiche dovrebbero sviluppare un “sentimento per tutto ciò che vive”, un rispetto più profondo della soggettività presente nei vari esseri viventi della Terra. Le tecnologie umane devono armonizzarsi con quelle del mondo naturale.
9. Nuovi principi etici devono emergere attraverso il riconoscimento del male assoluto del biocidio e del genocidio, come pure di tutti gli altri mali che riguardano più specificamente gli umani.
10. È necessaria una nuova sensibilità religiosa, una sensibilità che riconosca la dimensione sacra della Terra e accetti il mondo naturale come manifestazione primaria del mistero ultimo dell’esistenza.
11. È necessario un nuovo linguaggio ecozoico. Il nostro idioma cenozoico è radicalmente inadeguato. Si dovrebbe procedere alla compilazione di un nuovo dizionario che comprenda nuove definizioni dell’esistente e l’introduzione di neologismi per i nuovi modi di essere e per i comportamenti che stanno emergendo.
12. Psichicamente tutti gli archetipi dell’inconscio collettivo acquistano una nuova validità, come pure nuove vie di funzionamento; specialmente nella nostra comprensione simbolica del viaggio iniziatico, del mito della morte-rinascita, della Grande Madre e dell’albero della vita.
13. Si prevedono nuovi sviluppi nel rituale, in tutte le arti e nella letteratura. Specialmente il teatro può trovare straordinarie opportunità nelle tematiche grandiose che vengono elaborate in questi tempi. I conflitti, finora limitati alla semplice dimensione umana, acquisteranno risvolti impensati nella stupenda transizione tra la fine del Cenozoico e l’emergente Ecozoico: dimensioni epiche che superano ogni aspettativa.
14. La mitigazione dell’attuale rovinosa situazione (attraverso il riciclaggio di materiali, il contenimento dei consumi e la cura degli ecosistemi) sarà vana se il nostro intento è quello di limitarci a rendere accettabile il presente sistema. Queste attività indispensabili daranno i loro frutti solo se lo scopo è quello di costruire un nuovo ordine.
Thomas Berry
(Traduzione di Paolo D’Arpini e Stefano Panzarasa – Revisione del testo di Mariagrazia Pelaia)
(Paolo D'Arpini)
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Caro Paolo, debbo sempre ringraziarti in quanto il tuo Giornaletto di Saul mi da ogni giorno di più la possibilità di esercitare la mia mente o il mio cervello. E questo è estremamente importante. Tu dici: "ho notato che l’uomo tende a dare maggiore importanza al contesto sociale in cui egli vive. E’ nella società umana, con le sue esigenze e movimenti, che si fa la storia e si sancisce la caratteristica di un posto, molto spesso dimenticando l’appartenenza al tutto, ignorando l’inscindibile co-presenza della natura e degli animali".
Tu ritieni che se oggi abbiamo la pensione e non dobbiamo più, come una volta avveniva da vecchi, dipendere dai figli o dalla carità, se oggi possiamo dedicare più ore alle nostre vocazioni fisiche e intellettuali, se oggi i nostri operai per costruire un palazzo o una strada non debbono sforzare i propri fisici sino alla loro distruzione, se oggi abbiamo i gabinetti, mentre una volta non l’avevano nemmeno i castelli, ecc. ecc, tutto questo si sarebbe avuto se i nostri avi avessero sentito più forte l’appartenenza al tutto e la inscindibile co-presenza della natura e degli animali?
Tutto questo è, per me, il frutto del contesto sociale nel quale sono vissuti i nostri avi grazie ai quali oggi abbiamo detti benefici, benefici che tutti noi utilizziamo, anche coloro che vengono dall’oriente vestiti d’arancione e con i capelli rasi. Permettimi di concludere dicendo che non dobbiamo vergognarci dell’antropocentrismo, certo di un antropocentrismo intelligente che come tale vedrebbe nell’ambito della tutela dell’uomo, anche la salvaguardia della natura e degli animali. Se questo non c’è stato, dico se, non passiamo emotivamente dall’altra parte. Per me difendere in assoluto la natura e gli animali mi fa pensare alla costituzione dello Stato d’Israele. Allora gli Europei si sono sentiti in colpa per non essere intervenuti per scongiurare il genocidio degli Ebrei, e, per salvare la propria coscienza, hanno accolto le richieste degli Ebrei, con le conseguenze che ben conosciamo.
Così oggi vale per la natura e per gli animali. A forza di voler salvare la natura, corriamo il rischio di uccidere gli uomini, come quando per non abbattere qualche pianta ci opponiamo alla costruzione di una ferrovia o di una strada.
Saluti.
Massimo Sega - socialita@tiscali.it
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Manifesto dell'Era Ecozoica:
1. L'Universo è una comunione di soggetti e non una collezione di oggetti.
2. La Terra esiste e può continuare a esistere solo in un funzionamento integrale. Essa non può sopravvivere frammentata, proprio come qualunque altro organismo. Tuttavia la Terra non possiede un'uniformità globale. Essa è un complesso differenziato di cui va sostenuta l'integrità e l'interrelazione delle varie espressioni bioregionali.
3. La Terra è un bene che ci è stato offerto in godimento soggetto a scadenza. å destinata a danni irreversibili nei suoi maggiori sistemi di funzionamento.
4. Gli esseri umani rappresentano un elemento derivato rispetto alla Terra, che è primaria. Ogni istituzione umana, professione, programma e attività, devono porla al centro dei propri interessi. Nella teoria economica, per esempio, la prima legge deve essere quella della tutela dell'economia terrestre. Un Prodotto Nazionale Lordo in crescita a cui si affianca un Prodotto Terrestre Lordo in deficit rivela l'assurdità della nostra attuale situazione. Per la categoria medica deve essere chiaro che non si può avere gente sana su un pianeta malato.
5. L'intero sistema di funzionamento della Terra si è alterato nella transizione dall'Era Cenozoica a quella Ecozoica. I principali sviluppi del Cenozoico avvennero interamente al di fuori di ogni intervento umano. Nell'Ecozoico noi umani avremo invece un'influenza determinante in quasi tutti i processi evolutivi: anche se non sappiamo come produrre un filo d'erba, questo non potrà crescere se non è accettato, protetto e sostenuto da noi. Il potere costruttivo della nostra creatività nei sistemi naturali della vita è minimo, il nostro potere di negazione, immenso.
6. Per essere valido il "progresso" deve coinvolgere globalmente la Terra e tutti i suoi aspetti. Definire "progresso" lo sfruttamento umano del pianeta è una distorsione inaccettabile.
7. L’Ecozoico potrà diventare una realtà solo mediante il riconoscimento della dimensione femminile della Terra, mediante la la liberazione delle donne dall’oppressione e dalle costrizioni da loro sopportate in passato e mediante l’assunzione di una responsabilità comune, sia maschile che femminile, per stabilire una comunità terrestre integrata.
8. Nel periodo Ecozoico emerge un nuovo ruolo sia per la scienza che per la tecnologia. La scienza dovrebbe provvedere a una comprensione integrale del funzionamento della Terra e delle modalità in cui le attività umane e terrestri possono vicendevolmente potenziarsi. Le scienze biologiche dovrebbero sviluppare un “sentimento per tutto ciò che vive”, un rispetto più profondo della soggettività presente nei vari esseri viventi della Terra. Le tecnologie umane devono armonizzarsi con quelle del mondo naturale.
9. Nuovi principi etici devono emergere attraverso il riconoscimento del male assoluto del biocidio e del genocidio, come pure di tutti gli altri mali che riguardano più specificamente gli umani.
10. È necessaria una nuova sensibilità religiosa, una sensibilità che riconosca la dimensione sacra della Terra e accetti il mondo naturale come manifestazione primaria del mistero ultimo dell’esistenza.
11. È necessario un nuovo linguaggio ecozoico. Il nostro idioma cenozoico è radicalmente inadeguato. Si dovrebbe procedere alla compilazione di un nuovo dizionario che comprenda nuove definizioni dell’esistente e l’introduzione di neologismi per i nuovi modi di essere e per i comportamenti che stanno emergendo.
12. Psichicamente tutti gli archetipi dell’inconscio collettivo acquistano una nuova validità, come pure nuove vie di funzionamento; specialmente nella nostra comprensione simbolica del viaggio iniziatico, del mito della morte-rinascita, della Grande Madre e dell’albero della vita.
13. Si prevedono nuovi sviluppi nel rituale, in tutte le arti e nella letteratura. Specialmente il teatro può trovare straordinarie opportunità nelle tematiche grandiose che vengono elaborate in questi tempi. I conflitti, finora limitati alla semplice dimensione umana, acquisteranno risvolti impensati nella stupenda transizione tra la fine del Cenozoico e l’emergente Ecozoico: dimensioni epiche che superano ogni aspettativa.
14. La mitigazione dell’attuale rovinosa situazione (attraverso il riciclaggio di materiali, il contenimento dei consumi e la cura degli ecosistemi) sarà vana se il nostro intento è quello di limitarci a rendere accettabile il presente sistema. Queste attività indispensabili daranno i loro frutti solo se lo scopo è quello di costruire un nuovo ordine.
Thomas Berry
(Traduzione di Paolo D’Arpini e Stefano Panzarasa – Revisione del testo di Mariagrazia Pelaia)
domenica 14 febbraio 2010
Calcata dalla leggenda alla realtà - Psicostoria dagli annali del borgo con riferimenti fantastici ma veri..
Mi sono accorto che su questo blog "Altra Calcata... altro mondo" non c'è nemmeno un articol che parli, almeno fantastoricamente del borgo antico. Ho pensato di rimediare a questa carenza pubblicando questo testo. Un sunto cronologico per gli appassionati di dati statistici con sprazzi psicostorici per gli amanti della fantasia.
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Si narra che il capostipite degli Anguillara -la famiglia che regnò a Calcata fino alla metà del XVIII secolo, avendo ucciso un terribile drago che infestava la Tuscia meridionale, ricevette dal papa in dono tutto il territorio che riuscì a percorrere a cavallo in una giornata. Questa è una leggenda che, come tutte le leggende, non è suffragata da alcun documento.
Altre sono le testimonianze di insediamenti umani nelle colline circostanti e sul promontorio di Calcata. I più antichi reperti risalgono al Villanoviano, anche se sono stati rinvenuti resti di un'epoca più remota, 40 mila anni fa. Le ricerche archeologiche della Brítish School di Roma dal 1966 al 1972 identificarono resti di fondamenta in muratura, per edifici che dovevano essere di legno - nonché fori per pali nel tufo per altre strutture in legno, focolari, pozzi per la raccolta delle acque e delle derrate - risalenti all'ultimo millennio avanti Cristo e testimonianti l'importante insediamento di una popolazione del mondo proto-etrusco, i Falisci.
Il più antico nucleo di questo insediamento venne individuato ai piedi della collina che oggi si chiama Narce. La comunità, dedita all'agricoltura e alla pastorizia, si sviluppò e l'insediamento si estese alle colline della Pietrina, di Monte Li Santi e di Pizzo Piede. Un'opera muraria di notevoli, dimensioni è ancora oggi facilmente identificabile nel fondo valle dai resti di una struttura - viadotto che documenti di fine 1800 descrivono alta 30 metri e lunga 150. Questa struttura univa Narce a Monte Li Santi e venne tagliata negli anni `60 per far passare la strada provinciale Mazzano -Calcata. A partire dal 5° secolo a.C. i Falisci cominciarono a scontrarsi con l'emergente Roma. Lo storico romano Tito Livio narrò le vicissitudini dì quello scontro che, conclusosi nel 241 a.C. con la sconfitta falisca, vide la definitiva scomparsa di quel mondo e di quella cultura. Con ogni probabilità l'insediamento falisco interessò anche colline vicine, come quella su cui sorge Calcata e quella di Santa Maria, su cui ancora oggi si conservano i resti di una torre di avvistamento di epoca medioevale.
La tipica conformazione del promontorio roccioso che emerge dalla valle del fiume Treja, dalle pareti alte e ripide, con un solo punto di collegamento con il circostante territorio, oltre alla caratteristica non sottovalutabile che il villaggio risulta come sprofondato nelle colline circostanti e quindi “scopribile” solo da distanza ravvicinata, sono state sicuramente all'origine della scelta della località Calcata per
l'insediamento umano in tempi successivi, quando l'Italia centrale divenne campo di incursioni barbare o semibarbare di agguerriti invasori: Goti, Unni, Saraceni, Longobardi, ecc.. All'intenso poi la roccia stessa su cui sorge il villaggio - il tufo - essendo materiale che si presta ad una facile lavorazione, permetteva, con la formazione di grotte, cunicoli e cantine, la creazione di magazzini per derrate e stallaggi per bestiame in caso di assedio.
In origine, più che di villaggio, si deve parlare di fattoria - fundus - con una rudimentale costruzione in legno e muratura per il signore. Lavoranti e servi dimoravano nelle grotte che raggiungevano la sera dopo il lavoro nei campi e la cura del bestiame. Più o meno identico insediamento si deve essere verificato sulla collina di Santa Maria che intorno alla metà del 900 d.C. risulta già essere una postazione fortificata con un fossato e un muro di recinzione risalenti al 7°/8° secolo. Sembra essere questa località il centro del Castrum Sinibaldorum che in un atto del 1180 risulta di proprietà di Pietro e Ottone Sinibaldi. Già nel 1192 il Castrum, di cui Calcata faceva parte, risulta tributario della Chiesa nel Liber Censuum.
Nel secolo successivo, perdurando lo stato di disagio economico dei Sinibaldi, forse dovuto a guerra o a pestilenza, avvenne il passaggio del feudo dalla famiglia Sinibaldi a quella degli Anguillara. Il Castello dei Sinibaldi, ormai un rudere secondo il registro dell'esattore papale Lanfranco di Scano - 1291 - venne abbandonato. Un nuovo Castello viene costruito dagli Anguillara sul promontorio di Calcata, utilizzando come fondamenta i resti delle mura del periodo falisco. Con gli Anguillara, Calcata conobbe un periodo di relativa prosperità. Oltre al Castello, si provvide alla costruzione di opere più adeguate alla pericolosità dei tempi: una cinta muraria, una torre, una stretta e ripida rampa di accesso munita di bocche per lo scarico di sassi e acqua bollente sui nemici, con due porte, ad una delle quali viene agganciato un ponte levatoio, in uso fino alla metà del XIX secolo e di cui si possono vedere ancora i buchi attraverso i quali scorrevano le catene. (Oggi da questi buchi non vi sarà difficile vedere entrare od uscire piccioni o, a pieno rispetto di un patrimonio comune che andrebbe conservato e difeso, i cavi della Sip e dell'Enel...).
Il Castello non divenne però mai dimora ufficiale degli Anguillara che gli preferivano quello di Stabula o Stabbia, l'attuale Faleria. Notizie del Castello o del feudo di Calcata risultano sempre da atti notarili di donazione - 1352 –Ad inventario - 1363 - di permuta -1432-, di confisca, di vendita odi riacquisto tra i Sinibaldi e gli Anguillara. Allo stesso periodo risale l'edificazione della Chiesa, dedicata ai Santi Cornelio e Cipriano, tuttora patroni di Calcata. Questa Chiesa raggiunse una notevole fama verso la metà del XVI secolo, grazie al ritrovamento del Santo Prepuzio di Gesù, rubato durante il Sacco di Roma - 1527 - da un soldato lanzichenecco che in punto di morte confessò di averlo nascosto a Calcata. Accertata l'autenticità della reliquia - 1559 -, la Chiesa di Calcata divenne meta di pellegrinaggi e di visite apostolico - pastorali di vescovi, cardinali e pontefici con una sarabanda di concessioni di indulgenze plenarie che da quella di 10 anni nel 1584 di Sisto V venivano rinnovate più o meno a scadenze regolari di 10 o 7 anni, fino ad arrivare a quella del 1728 di Benedetto XIII che decise di concederla una volta per tutte, a perpetuità.
Naturalmente alla Chiesa pervenivano anche doni di reliquiari via via più consoni all'importanza e alla popolarità della.reliquia che sempre più manifestava la propria capacità miracolistica con addensamenti improvvisi di nubi profumate o scatenarsi di violenti intemperie con lampi e fulmini. Purtroppo queste proprietà miracolistiche non sono valse nel 1984 ad avvisare il parroco o i paesani di quanto qualcuno stava tramando per la misteriosa sparizione della reliquia.
La prima avvisaglia di una ridotta capacità economica degli Anguillara si ebbe nel 1642, quando i baroni pretesero che la comunità di Calcata provvedesse al restauro delle mura e del ponte levatoio. Nel 1725 un inventario del Castello la dice lunga sullo stato di abbandono in cui lo tenevano gli Anguillara. Ed infatti un atto notarile del 13.2. 1734 attesta che Carlo Anguillara ha venduto il Castello a Fabrizio Sinibaldi per 16.000 scudi. Nel 1793 Cesare Sinibaldi fece demolire alcuni edifici nella piazza antistante il Castello, per costruire un nuovo palazzo, sul cui portone ancora oggi è conservata la lapide commemorativa dell'edificazione. Negli anni successivi si ripristinarono le strade del borgo con ciotoli di fiume e si restaurò il Castello sia all'esterno che all'interno. Nel salone principale sulle pareti gli affreschi con lo stemma degli Anguillara e al centro del soffitto quello dei Massimo, duchi di Rignano, la famiglia che nel 1805 ereditò il feudo, avendo il Marchese Angelo Massimo sposato la Marchesa Sinibaldi. Negli anni ’80 e ‘90 del secolo scorso tutto il complesso del Castello cadde in uno stato di completo abbandono: per la maggior parte crollati il tetto e i solai, pericolanti le stesse strutture portanti: una testimonianza di storia italiana, un piccolo gioiello che si lasciò andare in rovina ma che fortunatamente venne in seguito acquistato dalla Regione Lazio e restaurato.
Nel 1817 il Marchese Angelo Massimo rinunciò ai diritti su Calcata e con l'elezione a “sindaco” di Leopoldo Ferrauti -un tempo fattore dei duchi- fa la sua comparsa questa famiglia senza titoli di nobiltà che giocherà un ruolo di primaria importanza nella vita del paese. È del 1819 il primo catasto grafico della zona, detto catasto gregoriano: avrà aggiornamenti nel 1832 e nel 1834. È del 1872 il primo catasto del Regno d'Italia. Risultano proprietari di beni in Calcata il Duca di Rignano Emilio Massimo e sua figlia Maria. Nello stesso anno inizia l'espansione fuori porta con l'edificazione di alcuni edifici, oggi per lo più adibiti ad abitazione. Nel 1875 donna Maria Massimo sposò Fabrizio Colonna. A partire dal 1889 ha inizio una notevole attività di escavazione archeologica nella zona intorno a Calcata, a cura del conte Adolfo Cozza, direttore generale del Ministero per le Antichità e Belle Arti. Per testimoniare i risultati delle ricerche, alcuni anni dopo venne pubblicato un volume che fu accolto da aspre critiche e dall'accusa ai ricercatori di aver trafugato parte dei ritrovamenti. Fu aperta un'inchiesta e fu provato che in realtà per ordine dello stesso Cozza oggetti di notevole valore erano stati nottetempo sottratti all'inventario per essere venduti privatamente. Nel 1899 con l'inaugurazione a Roma del Museo di Villa Giulia, tutto il materiale frutto degli scavi nella zona dell'Agro Falisco trovò ospitalità e una parvenza di sistemazione.
Nel 1909 con la morte del duca Emilio Massimo, il titolo si estinse, ma la figlia Maria ottenne con decreto il diritto di successione al padre. In un aggiornamento del catasto del regno d'Italia del 1925, risulta proprietario del feudo di Calcata il signor Giovanni Ferrauti. Nel 1932 verme inaugurato un ponte sulla strada che unisce Calcata a Faleria. Nel 1935 Giovanni Ferrauti, divenuto podestà, fa iscrivere Calcata tra i comuni beneficianti delle provvidenze di una legge per la Sicilia, Basilicata e la Calabria dei 1908 che prevedeva il “consolidamento di frane minaccianti ,abitati e trasferimento di abitati in nuova sede a spese dello Stato. Questa è una data importante nella storia di Calcata: raccontiamo la rocambolesca storia dì diritto che da questo decreto ebbe origine in una scheda a parte. Nel 1939 con la legge n. 1089 a tutela delle cose d'interesse artistico e storico e con la legge n. 1497 a protezione delle bellezze naturali, tutta la zona intorno a Calcata venne sottoposta a vincolo.
Nel 1940 si sciolse la confraternita di S. Giovanni e fu sconsacrata l'omonima chiesa nel borgo. Nel 1954 il Provveditorato alle Opere Pubbliche sollecita il Genio Civile a redigere il progetto definitivo del nuovo insediamento che aveva avuto una prima stesura nel lontano 1934. Nel 1959 viene ultimato il progetto del Genio Civile e ha inizio la lottizzazione. Il progetto prevede tra l'altro la costruzione dell'edificio comunale proprio nel punto in cui in località Vigna Grande nel 1600 era stato costruito un casale baronale. Verrà quindi demolito per far posto alla nuova costruzione e non sarà questa l'unica opera “benemerita” del Genio Civile nel 1960, come abbiamo visto, viene tagliata nel fondo valle una struttura di epoca falisca per far passare la nuova strada provinciale Mazzano-Calcata che nell'ultimo tratto poi diviene un vero e proprio viadotto un'opera che ancora oggi risulta di notevole impatto con l'ambiente circostante.
Tra il 1966 e il 1972 vengono effettuati dalla British School di Roma importanti scavi archeologici nel bacino idrografico del Treja, soprattutto nella zona di Narce. Nel 1966 hanno inizio i trasferimenti degli abitanti dal centro storico al nuovo abitato. Nel 1980 con contributi regionali si provvede al restauro del tetto e della facciata della chiesa parrocchiale, nonché del tetto della sacrestia. Nel 1982 con la legge n. 43 della Regione Lazio viene istituito il Parco suburbano Valle del Treja. Nello stesso anno tutto il territorio di Calcata viene assoggettato al vincolo paesistico.
Il 25 novembre 1992 il Consiglio della Regione Lazio approva la legge per il “consolidamento - risanamento igienico-sanitario e riacquisizione della titolarità dell'abitato storico del Comune di Calcata” che viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale il 1 febbraio 1993.
Sì... qualcosa manca... ma quel che manca, soprattutto inerentemente la storia del Circolo Vegetariano VV.TT. potete leggerlo su:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/testimonianze-sul-circolo/
Cari saluti a tutti, Paolo D'Arpini
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Si narra che il capostipite degli Anguillara -la famiglia che regnò a Calcata fino alla metà del XVIII secolo, avendo ucciso un terribile drago che infestava la Tuscia meridionale, ricevette dal papa in dono tutto il territorio che riuscì a percorrere a cavallo in una giornata. Questa è una leggenda che, come tutte le leggende, non è suffragata da alcun documento.
Altre sono le testimonianze di insediamenti umani nelle colline circostanti e sul promontorio di Calcata. I più antichi reperti risalgono al Villanoviano, anche se sono stati rinvenuti resti di un'epoca più remota, 40 mila anni fa. Le ricerche archeologiche della Brítish School di Roma dal 1966 al 1972 identificarono resti di fondamenta in muratura, per edifici che dovevano essere di legno - nonché fori per pali nel tufo per altre strutture in legno, focolari, pozzi per la raccolta delle acque e delle derrate - risalenti all'ultimo millennio avanti Cristo e testimonianti l'importante insediamento di una popolazione del mondo proto-etrusco, i Falisci.
Il più antico nucleo di questo insediamento venne individuato ai piedi della collina che oggi si chiama Narce. La comunità, dedita all'agricoltura e alla pastorizia, si sviluppò e l'insediamento si estese alle colline della Pietrina, di Monte Li Santi e di Pizzo Piede. Un'opera muraria di notevoli, dimensioni è ancora oggi facilmente identificabile nel fondo valle dai resti di una struttura - viadotto che documenti di fine 1800 descrivono alta 30 metri e lunga 150. Questa struttura univa Narce a Monte Li Santi e venne tagliata negli anni `60 per far passare la strada provinciale Mazzano -Calcata. A partire dal 5° secolo a.C. i Falisci cominciarono a scontrarsi con l'emergente Roma. Lo storico romano Tito Livio narrò le vicissitudini dì quello scontro che, conclusosi nel 241 a.C. con la sconfitta falisca, vide la definitiva scomparsa di quel mondo e di quella cultura. Con ogni probabilità l'insediamento falisco interessò anche colline vicine, come quella su cui sorge Calcata e quella di Santa Maria, su cui ancora oggi si conservano i resti di una torre di avvistamento di epoca medioevale.
La tipica conformazione del promontorio roccioso che emerge dalla valle del fiume Treja, dalle pareti alte e ripide, con un solo punto di collegamento con il circostante territorio, oltre alla caratteristica non sottovalutabile che il villaggio risulta come sprofondato nelle colline circostanti e quindi “scopribile” solo da distanza ravvicinata, sono state sicuramente all'origine della scelta della località Calcata per
l'insediamento umano in tempi successivi, quando l'Italia centrale divenne campo di incursioni barbare o semibarbare di agguerriti invasori: Goti, Unni, Saraceni, Longobardi, ecc.. All'intenso poi la roccia stessa su cui sorge il villaggio - il tufo - essendo materiale che si presta ad una facile lavorazione, permetteva, con la formazione di grotte, cunicoli e cantine, la creazione di magazzini per derrate e stallaggi per bestiame in caso di assedio.
In origine, più che di villaggio, si deve parlare di fattoria - fundus - con una rudimentale costruzione in legno e muratura per il signore. Lavoranti e servi dimoravano nelle grotte che raggiungevano la sera dopo il lavoro nei campi e la cura del bestiame. Più o meno identico insediamento si deve essere verificato sulla collina di Santa Maria che intorno alla metà del 900 d.C. risulta già essere una postazione fortificata con un fossato e un muro di recinzione risalenti al 7°/8° secolo. Sembra essere questa località il centro del Castrum Sinibaldorum che in un atto del 1180 risulta di proprietà di Pietro e Ottone Sinibaldi. Già nel 1192 il Castrum, di cui Calcata faceva parte, risulta tributario della Chiesa nel Liber Censuum.
Nel secolo successivo, perdurando lo stato di disagio economico dei Sinibaldi, forse dovuto a guerra o a pestilenza, avvenne il passaggio del feudo dalla famiglia Sinibaldi a quella degli Anguillara. Il Castello dei Sinibaldi, ormai un rudere secondo il registro dell'esattore papale Lanfranco di Scano - 1291 - venne abbandonato. Un nuovo Castello viene costruito dagli Anguillara sul promontorio di Calcata, utilizzando come fondamenta i resti delle mura del periodo falisco. Con gli Anguillara, Calcata conobbe un periodo di relativa prosperità. Oltre al Castello, si provvide alla costruzione di opere più adeguate alla pericolosità dei tempi: una cinta muraria, una torre, una stretta e ripida rampa di accesso munita di bocche per lo scarico di sassi e acqua bollente sui nemici, con due porte, ad una delle quali viene agganciato un ponte levatoio, in uso fino alla metà del XIX secolo e di cui si possono vedere ancora i buchi attraverso i quali scorrevano le catene. (Oggi da questi buchi non vi sarà difficile vedere entrare od uscire piccioni o, a pieno rispetto di un patrimonio comune che andrebbe conservato e difeso, i cavi della Sip e dell'Enel...).
Il Castello non divenne però mai dimora ufficiale degli Anguillara che gli preferivano quello di Stabula o Stabbia, l'attuale Faleria. Notizie del Castello o del feudo di Calcata risultano sempre da atti notarili di donazione - 1352 –Ad inventario - 1363 - di permuta -1432-, di confisca, di vendita odi riacquisto tra i Sinibaldi e gli Anguillara. Allo stesso periodo risale l'edificazione della Chiesa, dedicata ai Santi Cornelio e Cipriano, tuttora patroni di Calcata. Questa Chiesa raggiunse una notevole fama verso la metà del XVI secolo, grazie al ritrovamento del Santo Prepuzio di Gesù, rubato durante il Sacco di Roma - 1527 - da un soldato lanzichenecco che in punto di morte confessò di averlo nascosto a Calcata. Accertata l'autenticità della reliquia - 1559 -, la Chiesa di Calcata divenne meta di pellegrinaggi e di visite apostolico - pastorali di vescovi, cardinali e pontefici con una sarabanda di concessioni di indulgenze plenarie che da quella di 10 anni nel 1584 di Sisto V venivano rinnovate più o meno a scadenze regolari di 10 o 7 anni, fino ad arrivare a quella del 1728 di Benedetto XIII che decise di concederla una volta per tutte, a perpetuità.
Naturalmente alla Chiesa pervenivano anche doni di reliquiari via via più consoni all'importanza e alla popolarità della.reliquia che sempre più manifestava la propria capacità miracolistica con addensamenti improvvisi di nubi profumate o scatenarsi di violenti intemperie con lampi e fulmini. Purtroppo queste proprietà miracolistiche non sono valse nel 1984 ad avvisare il parroco o i paesani di quanto qualcuno stava tramando per la misteriosa sparizione della reliquia.
La prima avvisaglia di una ridotta capacità economica degli Anguillara si ebbe nel 1642, quando i baroni pretesero che la comunità di Calcata provvedesse al restauro delle mura e del ponte levatoio. Nel 1725 un inventario del Castello la dice lunga sullo stato di abbandono in cui lo tenevano gli Anguillara. Ed infatti un atto notarile del 13.2. 1734 attesta che Carlo Anguillara ha venduto il Castello a Fabrizio Sinibaldi per 16.000 scudi. Nel 1793 Cesare Sinibaldi fece demolire alcuni edifici nella piazza antistante il Castello, per costruire un nuovo palazzo, sul cui portone ancora oggi è conservata la lapide commemorativa dell'edificazione. Negli anni successivi si ripristinarono le strade del borgo con ciotoli di fiume e si restaurò il Castello sia all'esterno che all'interno. Nel salone principale sulle pareti gli affreschi con lo stemma degli Anguillara e al centro del soffitto quello dei Massimo, duchi di Rignano, la famiglia che nel 1805 ereditò il feudo, avendo il Marchese Angelo Massimo sposato la Marchesa Sinibaldi. Negli anni ’80 e ‘90 del secolo scorso tutto il complesso del Castello cadde in uno stato di completo abbandono: per la maggior parte crollati il tetto e i solai, pericolanti le stesse strutture portanti: una testimonianza di storia italiana, un piccolo gioiello che si lasciò andare in rovina ma che fortunatamente venne in seguito acquistato dalla Regione Lazio e restaurato.
Nel 1817 il Marchese Angelo Massimo rinunciò ai diritti su Calcata e con l'elezione a “sindaco” di Leopoldo Ferrauti -un tempo fattore dei duchi- fa la sua comparsa questa famiglia senza titoli di nobiltà che giocherà un ruolo di primaria importanza nella vita del paese. È del 1819 il primo catasto grafico della zona, detto catasto gregoriano: avrà aggiornamenti nel 1832 e nel 1834. È del 1872 il primo catasto del Regno d'Italia. Risultano proprietari di beni in Calcata il Duca di Rignano Emilio Massimo e sua figlia Maria. Nello stesso anno inizia l'espansione fuori porta con l'edificazione di alcuni edifici, oggi per lo più adibiti ad abitazione. Nel 1875 donna Maria Massimo sposò Fabrizio Colonna. A partire dal 1889 ha inizio una notevole attività di escavazione archeologica nella zona intorno a Calcata, a cura del conte Adolfo Cozza, direttore generale del Ministero per le Antichità e Belle Arti. Per testimoniare i risultati delle ricerche, alcuni anni dopo venne pubblicato un volume che fu accolto da aspre critiche e dall'accusa ai ricercatori di aver trafugato parte dei ritrovamenti. Fu aperta un'inchiesta e fu provato che in realtà per ordine dello stesso Cozza oggetti di notevole valore erano stati nottetempo sottratti all'inventario per essere venduti privatamente. Nel 1899 con l'inaugurazione a Roma del Museo di Villa Giulia, tutto il materiale frutto degli scavi nella zona dell'Agro Falisco trovò ospitalità e una parvenza di sistemazione.
Nel 1909 con la morte del duca Emilio Massimo, il titolo si estinse, ma la figlia Maria ottenne con decreto il diritto di successione al padre. In un aggiornamento del catasto del regno d'Italia del 1925, risulta proprietario del feudo di Calcata il signor Giovanni Ferrauti. Nel 1932 verme inaugurato un ponte sulla strada che unisce Calcata a Faleria. Nel 1935 Giovanni Ferrauti, divenuto podestà, fa iscrivere Calcata tra i comuni beneficianti delle provvidenze di una legge per la Sicilia, Basilicata e la Calabria dei 1908 che prevedeva il “consolidamento di frane minaccianti ,abitati e trasferimento di abitati in nuova sede a spese dello Stato. Questa è una data importante nella storia di Calcata: raccontiamo la rocambolesca storia dì diritto che da questo decreto ebbe origine in una scheda a parte. Nel 1939 con la legge n. 1089 a tutela delle cose d'interesse artistico e storico e con la legge n. 1497 a protezione delle bellezze naturali, tutta la zona intorno a Calcata venne sottoposta a vincolo.
Nel 1940 si sciolse la confraternita di S. Giovanni e fu sconsacrata l'omonima chiesa nel borgo. Nel 1954 il Provveditorato alle Opere Pubbliche sollecita il Genio Civile a redigere il progetto definitivo del nuovo insediamento che aveva avuto una prima stesura nel lontano 1934. Nel 1959 viene ultimato il progetto del Genio Civile e ha inizio la lottizzazione. Il progetto prevede tra l'altro la costruzione dell'edificio comunale proprio nel punto in cui in località Vigna Grande nel 1600 era stato costruito un casale baronale. Verrà quindi demolito per far posto alla nuova costruzione e non sarà questa l'unica opera “benemerita” del Genio Civile nel 1960, come abbiamo visto, viene tagliata nel fondo valle una struttura di epoca falisca per far passare la nuova strada provinciale Mazzano-Calcata che nell'ultimo tratto poi diviene un vero e proprio viadotto un'opera che ancora oggi risulta di notevole impatto con l'ambiente circostante.
Tra il 1966 e il 1972 vengono effettuati dalla British School di Roma importanti scavi archeologici nel bacino idrografico del Treja, soprattutto nella zona di Narce. Nel 1966 hanno inizio i trasferimenti degli abitanti dal centro storico al nuovo abitato. Nel 1980 con contributi regionali si provvede al restauro del tetto e della facciata della chiesa parrocchiale, nonché del tetto della sacrestia. Nel 1982 con la legge n. 43 della Regione Lazio viene istituito il Parco suburbano Valle del Treja. Nello stesso anno tutto il territorio di Calcata viene assoggettato al vincolo paesistico.
Il 25 novembre 1992 il Consiglio della Regione Lazio approva la legge per il “consolidamento - risanamento igienico-sanitario e riacquisizione della titolarità dell'abitato storico del Comune di Calcata” che viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale il 1 febbraio 1993.
Sì... qualcosa manca... ma quel che manca, soprattutto inerentemente la storia del Circolo Vegetariano VV.TT. potete leggerlo su:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/testimonianze-sul-circolo/
Cari saluti a tutti, Paolo D'Arpini
sabato 13 febbraio 2010
Foibe, l'altra faccia della medaglia: "Conseguenza della persecuzione fascista in Yugoslavia, Grecia ed Albania"
Caro Paolo, mi spiace per i singoli esuli di Fiume e della Dalmazia e ancora di più per gli innocenti che sono finiti nelle foibe.
Mi piacerebbe, da persona obiettiva che guarda tutto il mondo come sua patria, che coloro che ancora parlano e scrivono su certi avvenimenti ci raccontassero quello che dal 1920 fino al 1945 hanno fatto in Yugoslavia, non solo le camice nere, ma anche il Regio Esercito nei riguardi degli Sloveni, dei Croati, degli Albanesi e dei Greci.
Come primo dato storico, mi si consenta di ricordare che l’Itala, grazie a quel soggetto sul quale poco tempo fa hanno fatto una mostra a Roma dal titolo L’UOMO, IL VATE, L’EROE, cioé Gabriele D’Annunzio, personaggio di debiti, di donne e di droga, senza alcun rispetto per gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia, volle andare a sottrarre agli aventi diritto su Fiume, oltretutto con grave danno economico per i relativi cittadini. questa città, e di fatto l’ottenne perché gli altri avevano perso la guerra e non si sarebbero potuti ribellare. Come al solito GUAI AI VINTI.
Mi si permetta una esperienza personale. Nel 1939, io, con i miei genitori, andai a visitare Fiume. Mia madre chiese ad una latteria di poter avere del latte per me che allora ero un bambino. La risposta fu, come più volte mi ha ricordato mia madre: non c'è latte per gli italiani. Questo in conseguenza dell'arroganza di D’Annunzio, come vincitore di una guerra 15/18, e perchè mai dovremmo scandalizzarci di analoga arroganza del vincitore del 1945, per quanto riguarda la sottrazione dell’Istria e della Dalmazia?
Ma ancora tornando al ventennio, che dire della fascistizzazione e dell’italianizzazione dell’Istria al tempo del duce?
E che dire ancora della mancata consegna agli iugoslavi degli ottomila criminali di guerra italiani il cui elenco fu avanzato all’ONU?
E che dire dei villaggi saccheggiati e incendiati in Grecia a Paramythia e dei 201 civili uccisi ?
Sono in possesso di alcuni atti ufficiali da cui risulta come l'Italia si sia ben guardata non solo di consegnare i criminali di guerra italiani ai Paesi occupati dagli Italiani, ma addirittura come questi siano stati protetti dai governi del nostro Paese e dalle relative istituzioni. Permettimi di dire che è una vergogna ciò che ha detto in questi giorni l’attuale Presidente della Repubblica. Se posso comprendere le più o meno reazioni degli interessati, non comprendo però le parole del Capo di un popolo che dovrebbe nascondere a se stesso e agli altri quegli anni dolorosi. Purtroppo un certo tipo di cultura fa parte del nostro DNA.
D’altra parte, sulla base dei documenti sorici raccolti, dimmi se gli Italiani sono attendibili. Leggi, ad esempio le lettere di Quaroni. Sono un coacervo di ipocrisia, falsita e mafiosità, esattamente quello che da secoli vanno dicendo di questo nostro popolo. Permettimi di ricordarti qual era il giudizio di Dante: "ITALIA: DONNA NON DI PROVINCIE, MA BORDELLO". Leopardi definì gli Italiani: "IL POPOLACCIO PIU’ CINICO D’EUROPA". Il sociologo e critico Ruskin scrisse che L’ITALIA GLI FACEVA PENSARE AD UN TESCHIO DI YORICK PULLULANTE DI VERMI IN CUI DELL’UMANO C’E’ RIMASTO SOLO IL FETORE. Per concludere con alcune parole della Oriana Fallaci: “L’ITALIA GODERECCIA, FURBETTA, VOLGARE, DEGLI ITALIANI CHE PENSANO SOLO AD ANDARE IN PENSIONE PRIMA DEI CINQUANT’ANNI, E CHE SI APPASSIONANO SOLO PER LE VACANZE ALL’ESTERO O PER LE PARTITE DI CALCIO,. L’ITALIA CATTIVA, STUPIDA, VIGLIACCA, ……L’ITALIA SQUALLIDA, IMBELLE, SENZ’ANIMA, DEI PARTITI PRESUNTUOSI E INCAPACI CHE NON SANNO NE’ VINCERE NE’ PERDERE MA SANNO INCOLLARE I GRASSI POSTERIORI DEI LORO RAPPRESENTANTI ALLA POLTRONCINA DI DEPUTATO O DI MINISTRO O DI SINDACO…….. IN ITALIA SI PARLA SEMPRE DI DIRITTI, MAI DI DOVERI. …..L’ITALIA POVERA NELL’ONORE, NELL’ ORGOGLIO, NELLA CONOSCENZA, E PERFINO NELLA GRAMMATICA”.
Permettimi di dire che di fronte alle mie esperienze, questo è anche il mio giudizio. Mi piacerebbe leggere un libro che abbia fatto un confronto tra i comportamenti degli Italiani e quelli dei Tedeschi nei riguardi dei rispettivi criminali di guerra.
Saluti, Massimo Sega
P.S. Le statistiche dei danni arrecati all'Albania dall'occupante italiano parlano di 28.000 morti, 12.600 feriti, 43.000 deportati ed internati nei campi di concentramento, 61.000 abitazioni incendiate, 850 villaggi distrutti, 100.000 bestie razziate, centinaia di migliaia di alberi da frutto distrutti[12]. I militari italiani inclusi nelle liste della Commissione delle Nazioni Unite per crimini di guerra e in quelle del governo dell'Albania, al 10 febbraio 1948 risultarono 145, dei quali 3 inclusi nella lista della commissione e 142 aggiunti con nota verbale dal governo albanese che ne fece richiesta di estradizione all'Italia senza esito.
Mi piacerebbe, da persona obiettiva che guarda tutto il mondo come sua patria, che coloro che ancora parlano e scrivono su certi avvenimenti ci raccontassero quello che dal 1920 fino al 1945 hanno fatto in Yugoslavia, non solo le camice nere, ma anche il Regio Esercito nei riguardi degli Sloveni, dei Croati, degli Albanesi e dei Greci.
Come primo dato storico, mi si consenta di ricordare che l’Itala, grazie a quel soggetto sul quale poco tempo fa hanno fatto una mostra a Roma dal titolo L’UOMO, IL VATE, L’EROE, cioé Gabriele D’Annunzio, personaggio di debiti, di donne e di droga, senza alcun rispetto per gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia, volle andare a sottrarre agli aventi diritto su Fiume, oltretutto con grave danno economico per i relativi cittadini. questa città, e di fatto l’ottenne perché gli altri avevano perso la guerra e non si sarebbero potuti ribellare. Come al solito GUAI AI VINTI.
Mi si permetta una esperienza personale. Nel 1939, io, con i miei genitori, andai a visitare Fiume. Mia madre chiese ad una latteria di poter avere del latte per me che allora ero un bambino. La risposta fu, come più volte mi ha ricordato mia madre: non c'è latte per gli italiani. Questo in conseguenza dell'arroganza di D’Annunzio, come vincitore di una guerra 15/18, e perchè mai dovremmo scandalizzarci di analoga arroganza del vincitore del 1945, per quanto riguarda la sottrazione dell’Istria e della Dalmazia?
Ma ancora tornando al ventennio, che dire della fascistizzazione e dell’italianizzazione dell’Istria al tempo del duce?
E che dire ancora della mancata consegna agli iugoslavi degli ottomila criminali di guerra italiani il cui elenco fu avanzato all’ONU?
E che dire dei villaggi saccheggiati e incendiati in Grecia a Paramythia e dei 201 civili uccisi ?
Sono in possesso di alcuni atti ufficiali da cui risulta come l'Italia si sia ben guardata non solo di consegnare i criminali di guerra italiani ai Paesi occupati dagli Italiani, ma addirittura come questi siano stati protetti dai governi del nostro Paese e dalle relative istituzioni. Permettimi di dire che è una vergogna ciò che ha detto in questi giorni l’attuale Presidente della Repubblica. Se posso comprendere le più o meno reazioni degli interessati, non comprendo però le parole del Capo di un popolo che dovrebbe nascondere a se stesso e agli altri quegli anni dolorosi. Purtroppo un certo tipo di cultura fa parte del nostro DNA.
D’altra parte, sulla base dei documenti sorici raccolti, dimmi se gli Italiani sono attendibili. Leggi, ad esempio le lettere di Quaroni. Sono un coacervo di ipocrisia, falsita e mafiosità, esattamente quello che da secoli vanno dicendo di questo nostro popolo. Permettimi di ricordarti qual era il giudizio di Dante: "ITALIA: DONNA NON DI PROVINCIE, MA BORDELLO". Leopardi definì gli Italiani: "IL POPOLACCIO PIU’ CINICO D’EUROPA". Il sociologo e critico Ruskin scrisse che L’ITALIA GLI FACEVA PENSARE AD UN TESCHIO DI YORICK PULLULANTE DI VERMI IN CUI DELL’UMANO C’E’ RIMASTO SOLO IL FETORE. Per concludere con alcune parole della Oriana Fallaci: “L’ITALIA GODERECCIA, FURBETTA, VOLGARE, DEGLI ITALIANI CHE PENSANO SOLO AD ANDARE IN PENSIONE PRIMA DEI CINQUANT’ANNI, E CHE SI APPASSIONANO SOLO PER LE VACANZE ALL’ESTERO O PER LE PARTITE DI CALCIO,. L’ITALIA CATTIVA, STUPIDA, VIGLIACCA, ……L’ITALIA SQUALLIDA, IMBELLE, SENZ’ANIMA, DEI PARTITI PRESUNTUOSI E INCAPACI CHE NON SANNO NE’ VINCERE NE’ PERDERE MA SANNO INCOLLARE I GRASSI POSTERIORI DEI LORO RAPPRESENTANTI ALLA POLTRONCINA DI DEPUTATO O DI MINISTRO O DI SINDACO…….. IN ITALIA SI PARLA SEMPRE DI DIRITTI, MAI DI DOVERI. …..L’ITALIA POVERA NELL’ONORE, NELL’ ORGOGLIO, NELLA CONOSCENZA, E PERFINO NELLA GRAMMATICA”.
Permettimi di dire che di fronte alle mie esperienze, questo è anche il mio giudizio. Mi piacerebbe leggere un libro che abbia fatto un confronto tra i comportamenti degli Italiani e quelli dei Tedeschi nei riguardi dei rispettivi criminali di guerra.
Saluti, Massimo Sega
P.S. Le statistiche dei danni arrecati all'Albania dall'occupante italiano parlano di 28.000 morti, 12.600 feriti, 43.000 deportati ed internati nei campi di concentramento, 61.000 abitazioni incendiate, 850 villaggi distrutti, 100.000 bestie razziate, centinaia di migliaia di alberi da frutto distrutti[12]. I militari italiani inclusi nelle liste della Commissione delle Nazioni Unite per crimini di guerra e in quelle del governo dell'Albania, al 10 febbraio 1948 risultarono 145, dei quali 3 inclusi nella lista della commissione e 142 aggiunti con nota verbale dal governo albanese che ne fece richiesta di estradizione all'Italia senza esito.
venerdì 12 febbraio 2010
Friburgo: "Processo alla chiesa per crimini contro l'umanità" - Losanna: "Culto sado-maso come simbolo di religione cristiana" - Critiche formali
Processo contro la chiesa a Friburgo
Sei persone hanno chiesto al tribunale di Friburgo che le due grandi chiese istituzionali tedesche non si possano più chiamare “cristiane” e sostenendo la tesi: “chiamatevi cattolici o luterani, ma non cristiani”.. La prima cosa che viene in mente leggendo questa notizia è che forse si tratta di uno scherzo! Tutt’altro. Al Tribunale Amministrativo di Friburgo si è tenuta il 10 febbraio, un’udienza in merito alla denuncia di alcuni “Cristiani liberi per il Discorso della Montagna” e sottoscritta da un teologo (ex appartenente alla chiesa luterana) il sig. Dieter Potzel e da altri 5 querelanti, un avvocato, un giudice, uno psichiatra, un sociologo ed uno scrittore. I "Cristiani liberi per il Discorso della Montagna", così si definiscono gli aderenti a questa iniziativa, vogliono ottenere che alla chiesa cattolica venga vietato l’appellativo di "cristiana". La denuncia è rivolta, in modo particolare, contro l'arcivescovado di Friburgo e il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, Robert Zollitsch. I sei querelanti hanno giustificato le proprie richieste con il fatto che il comportamento della chiesa cattolica è in netto contrasto con gli insegnamenti di Gesù Cristo e che per questo motivo la chiesa non ha il diritto di usare il suo nome. La stessa querela è stata inoltrata anche contro la chiesa luterana e la presidente della Chiesa Evangelica tedesca, signora Margot Käßmann. Il prossimo processo si terrà ad Hannover il 16 marzo.
Nell’udienza di Friburgo, durata circa un’ora, sono stati elencati 2000 anni di crimini perpetrati dalla chiesa cattolica: dalle crociate all’inquisizione, dalla conquista dell’America alle stragi in Jugoslavia ad opera degli ussiti, dall’acquisizione impropria di beni e terreni fino agli scandali economici delle banche vaticane degli ultimi 30 anni e molti altri dettagli.
Recenti gravi fatti di pedofilia in Germania accertati in oltre 60 casi dal 1980 ad oggi sono stati resi noti proprio in questi giorni da tutti i media tedeschi. Le vittime hanno oggi il coraggio di parlare. Si tratta dell’istituto gesuita di Berlino “Canisius”. Questi fatti sono una vergogna e giocano un influsso non indifferente anche in questo processo. Il giornale “Der Spiegel” di questa settimana pubblica in copertina “I finti santi - la chiesa e il sesso”… Una storia che non riguarda solo il passato e che resta anche oggi senza giustizia. A chi spetta infatti il compito di condannare degli uomini di chiesa? Si tratta di casi singoli o la responsabilità sale più in alto nella gerarchia? Che parte deve avere lo Stato?
Prima che si giungesse all'udienza di Friburgo, i querelanti avevano fatto ricorso presso la Corte costituzionale, chiedendo che in occasione di processi importanti contro la chiesa cattolica, i giudici dichiarino apertamente la loro fede religiosa. Con delibera del 20 gennaio 2010 la Corte costituzionale ha respinto il ricorso. E anche oggi la corte di Friburgo non può far altro che lavarsene le mani decidendo che la querela non è ammissibile. La dizione di "cristiano" non è protetta da un copyright, e quindi tutti se ne possono servire liberamente.
I sei querelanti non si aspettavano altro ma intanto hanno portato alla luce un tema non privo di fondamento: la differenza tra “religione cattolica” e “cristianesimo”. Questo porta alla luce domande cruciali come ad esempio, Cristo voleva una chiesa? Istituì sacerdoti e sacramenti? Ha mai parlato di dogmi, riti e culti? E la ricchezza della chiesa? E il pacifismo? Gesù lo era, la chiesa è pacifista? I tempi si evolvono e forse oggi è necessaria onestà e chiarezza e non la messa in latino.
Stefano Delù
Altri siti per informazioni www.swp.de/goeppingen/nachrichten/politik/art4306,357656
http://www.christus-oder-kirche.de/international/cristo-o-chiesa/index.php
............altra denuncia morale
La Chiesa resta fedele al morboso culto della sofferenza.
Lo testimoniano i suoi cammini di croce disseminati d´immagini sanguinolente d´un Gesù che gronda sangue dalla sua testa coronata di spine così profondamente infilate nel suo cranio da farci chiedere se i Romani avessero già inventato il filo di ferro spinato a lunghe punte.
E poi le cadute ripetute per tre volte sotto il peso della Croce.
Ma il parossismo del gusto masochista del cattolico con il suo salvatore deve ancora venire, quando alla fine della salita al Golgota può godere dello spettacolo della crocifissione trapassandogli un chiodo in ogni mano, e un altro, tre volte più largo, tre volte più lungo ai piedi perché possa trapassarli entrambi per fissarli al legno della croce. E non è tutto, perché c´é ancora una lancia che deve squarciagli il costato. E poi la lunga agonia che termina col delirio di un lamento a Dio. Che orrore! E' questa l´immagine che la Chiesa ci tiene ad infliggere a tutti costi agli scolari italiani! In ogni aula un crocifisso appeso al muro.
Ed ecco che, patatrac, la Corte europea dei diritti dell´uomo ordina alla religiosa Italia di togliere dalle sue scuole questa abominevole visione, questa offesa alla sensibilità infantile che sono i crocifissi ricordanti il culto supremo della sofferenza come elemento indispensabile per la conquista del paradiso. Sono questi crocifissi sgocciolanti sangue che mi ricordano l´epoca in cui in seguito all´epidemia della mucca pazza, le televisioni c´infliggevano orrificanti spettacoli di carcasse bovine appese nei mattatoi per dissuaderci dal mangiare cadaveri infetti.
A questo punto, diteci, cari amici italiani, come lo volete servito il vostro crocifisso, perché possiate essere soddisfatti nei vostri istinti carnivori, ben arrostito, cotto al punto giusto, oppure al sangue?
Tradotto da Luigi Cascioli, con aggiunta di piccole modifiche personali, da un articolo di "Le libre penseur" dicembre 2009 - Ed. Association Vaudoise- Casella Postale 5264 - 1002 Losanna - Svizzera, firmato da Narcisse Praz.
Sei persone hanno chiesto al tribunale di Friburgo che le due grandi chiese istituzionali tedesche non si possano più chiamare “cristiane” e sostenendo la tesi: “chiamatevi cattolici o luterani, ma non cristiani”.. La prima cosa che viene in mente leggendo questa notizia è che forse si tratta di uno scherzo! Tutt’altro. Al Tribunale Amministrativo di Friburgo si è tenuta il 10 febbraio, un’udienza in merito alla denuncia di alcuni “Cristiani liberi per il Discorso della Montagna” e sottoscritta da un teologo (ex appartenente alla chiesa luterana) il sig. Dieter Potzel e da altri 5 querelanti, un avvocato, un giudice, uno psichiatra, un sociologo ed uno scrittore. I "Cristiani liberi per il Discorso della Montagna", così si definiscono gli aderenti a questa iniziativa, vogliono ottenere che alla chiesa cattolica venga vietato l’appellativo di "cristiana". La denuncia è rivolta, in modo particolare, contro l'arcivescovado di Friburgo e il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, Robert Zollitsch. I sei querelanti hanno giustificato le proprie richieste con il fatto che il comportamento della chiesa cattolica è in netto contrasto con gli insegnamenti di Gesù Cristo e che per questo motivo la chiesa non ha il diritto di usare il suo nome. La stessa querela è stata inoltrata anche contro la chiesa luterana e la presidente della Chiesa Evangelica tedesca, signora Margot Käßmann. Il prossimo processo si terrà ad Hannover il 16 marzo.
Nell’udienza di Friburgo, durata circa un’ora, sono stati elencati 2000 anni di crimini perpetrati dalla chiesa cattolica: dalle crociate all’inquisizione, dalla conquista dell’America alle stragi in Jugoslavia ad opera degli ussiti, dall’acquisizione impropria di beni e terreni fino agli scandali economici delle banche vaticane degli ultimi 30 anni e molti altri dettagli.
Recenti gravi fatti di pedofilia in Germania accertati in oltre 60 casi dal 1980 ad oggi sono stati resi noti proprio in questi giorni da tutti i media tedeschi. Le vittime hanno oggi il coraggio di parlare. Si tratta dell’istituto gesuita di Berlino “Canisius”. Questi fatti sono una vergogna e giocano un influsso non indifferente anche in questo processo. Il giornale “Der Spiegel” di questa settimana pubblica in copertina “I finti santi - la chiesa e il sesso”… Una storia che non riguarda solo il passato e che resta anche oggi senza giustizia. A chi spetta infatti il compito di condannare degli uomini di chiesa? Si tratta di casi singoli o la responsabilità sale più in alto nella gerarchia? Che parte deve avere lo Stato?
Prima che si giungesse all'udienza di Friburgo, i querelanti avevano fatto ricorso presso la Corte costituzionale, chiedendo che in occasione di processi importanti contro la chiesa cattolica, i giudici dichiarino apertamente la loro fede religiosa. Con delibera del 20 gennaio 2010 la Corte costituzionale ha respinto il ricorso. E anche oggi la corte di Friburgo non può far altro che lavarsene le mani decidendo che la querela non è ammissibile. La dizione di "cristiano" non è protetta da un copyright, e quindi tutti se ne possono servire liberamente.
I sei querelanti non si aspettavano altro ma intanto hanno portato alla luce un tema non privo di fondamento: la differenza tra “religione cattolica” e “cristianesimo”. Questo porta alla luce domande cruciali come ad esempio, Cristo voleva una chiesa? Istituì sacerdoti e sacramenti? Ha mai parlato di dogmi, riti e culti? E la ricchezza della chiesa? E il pacifismo? Gesù lo era, la chiesa è pacifista? I tempi si evolvono e forse oggi è necessaria onestà e chiarezza e non la messa in latino.
Stefano Delù
Altri siti per informazioni www.swp.de/goeppingen/nachrichten/politik/art4306,357656
http://www.christus-oder-kirche.de/international/cristo-o-chiesa/index.php
............altra denuncia morale
La Chiesa resta fedele al morboso culto della sofferenza.
Lo testimoniano i suoi cammini di croce disseminati d´immagini sanguinolente d´un Gesù che gronda sangue dalla sua testa coronata di spine così profondamente infilate nel suo cranio da farci chiedere se i Romani avessero già inventato il filo di ferro spinato a lunghe punte.
E poi le cadute ripetute per tre volte sotto il peso della Croce.
Ma il parossismo del gusto masochista del cattolico con il suo salvatore deve ancora venire, quando alla fine della salita al Golgota può godere dello spettacolo della crocifissione trapassandogli un chiodo in ogni mano, e un altro, tre volte più largo, tre volte più lungo ai piedi perché possa trapassarli entrambi per fissarli al legno della croce. E non è tutto, perché c´é ancora una lancia che deve squarciagli il costato. E poi la lunga agonia che termina col delirio di un lamento a Dio. Che orrore! E' questa l´immagine che la Chiesa ci tiene ad infliggere a tutti costi agli scolari italiani! In ogni aula un crocifisso appeso al muro.
Ed ecco che, patatrac, la Corte europea dei diritti dell´uomo ordina alla religiosa Italia di togliere dalle sue scuole questa abominevole visione, questa offesa alla sensibilità infantile che sono i crocifissi ricordanti il culto supremo della sofferenza come elemento indispensabile per la conquista del paradiso. Sono questi crocifissi sgocciolanti sangue che mi ricordano l´epoca in cui in seguito all´epidemia della mucca pazza, le televisioni c´infliggevano orrificanti spettacoli di carcasse bovine appese nei mattatoi per dissuaderci dal mangiare cadaveri infetti.
A questo punto, diteci, cari amici italiani, come lo volete servito il vostro crocifisso, perché possiate essere soddisfatti nei vostri istinti carnivori, ben arrostito, cotto al punto giusto, oppure al sangue?
Tradotto da Luigi Cascioli, con aggiunta di piccole modifiche personali, da un articolo di "Le libre penseur" dicembre 2009 - Ed. Association Vaudoise- Casella Postale 5264 - 1002 Losanna - Svizzera, firmato da Narcisse Praz.
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