domenica 31 maggio 2020

Contrordine compagni: "Giuseppe Conte non si tocca!"


Conte non si tocca; Scendiamo in Piazza - About | Facebook

Contrordine, compagni – avrebbe detto Guareschi – Giuseppi non si tocca. E cosí, nel giro di qualche settimana, gli appelli a Mario Draghi perché accorresse a salvare l’Italia sono spariti dalle prime pagine dei giornaloni romani e milanesi, Colao é tornato ad essere un Carneade qualunque, e gli ex-candidati “di riserva” sono proprio scomparsi dai radar. Nessuno ironizza piú sulle incredibili conferenze-stampa all’ora dei telegiornali, cosí come nessuno avanza piú dubbi sulla costituzionalitá della raffica di DPCM che il Conte Tacchia ha sventagliato durante l’emergenza pandemica.

Il quadro é indubbiamente cambiato. E cambiamenti del genere non avvengono mai per caso. Cosa puó essere successo? Chissá... Forse é servito a qualcosa il colloquio privato avuto con il Papa [vedi “Social” del 24 aprile]; un colloquio «non breve», i cui contenuti non sono stati resi noti. Personalmente, ho avuto l’impressione che Giuseppi, sentendo ormai sul collo il fiato dei candidati-successori, fosse andato a cercare protezione in quel Vaticano che – stando a molte voci di corridoio – é il suo effettivo punto di riferimento politico.

Certo, la pista vaticana ha una sua credibilitá. Ma non é la sola. Nei corridoi si sussurra anche di una pista americana, fattasi particolarmente calda proprio in questi giorni, quando – stando a voci insistenti che giungono da oltre Atlantico – Trump si appresterebbe a far esplodere la bomba di un clamoroso Spygate, anzi di un Obamagate.

Di che si tratta? L’argomento é complesso, e forse meriterebbe un articolo ad hoc. In sintesi: dopo anni d’indagini, l’amministrazione americana avrebbe raggiunto la prova che, durante gli ultimi mesi della sua presidenza, Barack Obama avrebbe ordito una congiura per contrastare prima il candidato Trump, e poi il presidente Trump (eletto ma non ancóra insediato). Il tutto, utilizzando in maniera illegittima i vertici – tutti obamiami – dei vari servizi segreti (CIA, FBI e molti altri “minori”) perché venisse imbastita la falsa accusa di una collusione pre-elettorale fra lo staff di Donald Trump e il governo russo. Era il cosiddetto Russiagate, iniziato con l’imputazione strumentale del Consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, generale Michael Flynn, l’uomo che avrebbe dovuto normalizzare i servizi di sicurezza USA, eliminando dai vertici gli elementi maggiormente compromessi con il sistema di potere obamiano-clintoniano.

Peraltro, esauritosi lo sgangherato filone di un Russiagate chiaramente farlocco, il pensionato Obama – stando sempre alle indiscrezioni di stampa – avrebbe continuato a tramare contro il Presidente, giovandosi sempre dei suoi uomini nei servizi, ma anche della cassa di risonanza dei media riconducibili a certi poteri forti del Deep State USA. Ultimo episodio di questa ininterrotta campagna di diffamazione planetaria sarebbe stato – riferisce l’informatissimo sito di Maurizio Blondet – la recente campagna tendente a ridicolizzare la gestione trumpiana della crisi del Coronavirus.

In mezzo – mi permetto di aggiungere – potrebbe esserci stato anche l’ultimo tentativo di sottoporre Trump a impeachment per l’affare ukraino che riguarda il figlio di Joe Biden, giá vicepresidente con Obama ed attualmente candidato democratico alla presidenza.

Questi – in stringatissima sintesi – gli aspetti essenziali dello Spygate che Trump si prepara a far deflagrare. Oramai sarebbe questione di settimane, forse di giorni. Poi l’ex capo dell’FBI, James Comey, potrebbe essere trascinato in tribunale – e con lui i vecchi vertici di altri servizi segreti – per rispondere di crimini penalmente rilevanti. Né si puó escludere che in tribunale finisca lo stesso Obama. Staremo a vedere.

Ma cosa c’entra tutto ció con le vicende di casa nostra e con la permanenza di Giuseppi a capo del governo? E – aggiungo un altro interrogativo – l’incombente Obamagate potrebbe avere una connessione con un altro fatto assai strano verificatosi in questi ultimi giorni? Mi riferisco – tanto per non restare nel vago – al misterioso comportamento di Renzi, giunto a un pelo dal votare la sfiducia al ministro Bonafede (con conseguente crisi di governo) e poi prodottosi in una repentina quanto spericolata retromarcia.

Ebbene, queste due storie – apparentemente cosí distanti – potrebbero avere un punto di contatto. Infatti, le stesse insistenti voci che preannunciano imminenti e clamorosi sviluppi giudiziari negli USA, riferiscono anche di una connection fra servizi segreti “occidentali” che sarebbe servita a fabbricare prove false da utilizzare per creare dal nulla il Russiagate. Orbene, uno dei filoni di questa connessione fra servizi – sembra addirittura la principale – porterebbe dritto dritto in Italia.

Qui da noi, al tempo degli ultimi anni di Obama, c’era il governo Renzi (febbraio 2014 - dicembre 2016) e súbito dopo il governo Gentiloni (dicembre 2016 - marzo 2018). Ora, verrebbe da pensare che i nostri servizi, ove effettivamente fossero stati in qualche modo coinvolti nella vicenda del Russiagate, avessero seguíto gli ordini provenienti dalle autoritá di governo. Autoritá che – si ricordi – pendevano dalle labbra di Barack Obama, considerato come il massimo riferimento dei cosiddetti “progressisti” del mondo intero.

Matteo Renzi, in particolare, era un fan sfegatato del Presidente USA. Ed era – non si dimentichi – lo stesso Renzi che aveva come principale collaboratore quel Marco Carrai che era in rapporti strettissimi con Michael Ledeen, noto frequentatore dei servizi segreti di mezzo mondo. Quel Marco Carrai – aggiungo – che nel 2017 il Vispo Tereso avrebbe voluto nominare Consulente per la sicurezza informatica del DIS, il dipartimento che coordina i servizi d’informazione italiani. La nomina di Carrai – ricordo – venne bloccata dall’alto, si disse su pressione dei servizi americani dell’era Trump [«Boschi, Lotti, Carrai: ecco il Giglio Magico» su “Social” del 26 maggio 2017].

Pochi mesi prima – sempre durante il governo Renzi – era scoppiato in Italia il caso dei fratelli Occhionero [«La guerra degli hacker a Washington e a Roma» su “Social” del 20 gennaio 2017]. Qualcuno forse lo ricorderá. Si era all’inizio del 2017, quando negli USA il Presidente eletto Donald Trump attendeva di insediarsi e Barack Obama era ancora in carica. In quei giorni – riferivo su queste stesse pagine – «negli Stati Uniti è in corso una battaglia al calor bianco fra l’apparato spionistico che fa capo alla cordata Obama-Clinton ed i pochissimi elementi dei servizi che sono sopravvissuti all’azione epuratrice dell’intelligence “democratica”, con alcuni di questi “resistenti” che sono riusciti a barricarsi negli uffici dell’FBI».

Ebbene, proprio in quei giorni «apprendiamo che è stata l’FBI a mettere la polizia italiana sulle tracce di quei fratelli Occhionero che avrebbero hackerato i computer di tutta la Roma “che conta”. E apprendiamo, ancora, che le informazioni così ottenute non sono state archiviate in Italia, ma dirottate su capienti server, allocati – indovinate un po’? – negli Stati Uniti d’America. Non mi stupirei – a questo punto – se domani venisse fuori che gli Occhionero fossero utilizzati direttamente o indirettamente dalla CIA, e che la loro scoperta sia stato un colpo basso del Bureau ai cugini della Agency».

La mia impressione – allora – fu che fosse giá in corso un colossale regolamento di conti all’interno dei servizi americani, e che l’Italia fosse un teatro privilegiato di quel redde rationem.

Impressione rafforzata nell’autunno scorso, quando sono giunti a Roma per la seconda volta (c’erano giá stati ad agosto) il Capo del dipartimento di Giustizia USA, William Barr, e il Procuratore generale John Durham. Si trattava di una missione ufficiale, per raccogliere prove relative ad una indagine penale che – riferiscono le poche fonti che hanno attenzionato la vicenda – copre un ampio arco di tempo: dall’inizio del 2016 (campagna elettorale per le presidenziali) alla primavera del 2017 (formalizzazione dell’indagine sul Russiagate). Missione – quella di Barr e Durham – seguíta subito dopo da una visita a Roma del direttore della CIA, Gina Haspel.

All’epoca, il governo Conte bis s’era appena insediato, e Giuseppi gestí la questione in prima persona, approfittandone – a parere di qualcuno – per acquisire meriti nei confronti della nuova amministrazione americana. Secondo l’autorevole “Start Magazine”, il premier Conte «della gestione di un dossier così scottante avrebbe fatto una polizza di assicurazione contro le manovre di Renzi». Oggi, infatti, leggo su “Dagospia”, «gli americani stanno indagando sul ruolo del governo Renzi (estate 2016) nel tentativo di far fuori il puzzone impiccandolo ai fantomatici rapporti coi russi».

Non so se queste ricostruzioni siano esatte o meno. É peró indubbio che – secondo un altro sito che sembra avere notizie di prima mano, “Inside Over” – gli inquirenti americani ebbero contatti diretti con i vertici dei servizi segreti italiani, acquisendo «prove decisive» per l’inchiesta.

Al centro della connection italiana ci sarebbe una strana universitá privata o semiprivata, la Link University, e soprattutto un suo docente maltese, tale Joseph Mifsud, da qualche mese svanito nel nulla. Mifsud sarebbe l’uomo-chiave della storiaccia del Russiagate, “fabbricato” – giura qualcuno – proprio in Italia. Un’altra connessione parallela porterebbe in Ukraina (qualcosa a che vedere con i Biden?), da dove – secondo quanto dichiarato dall’avvocato di Mifsud e rilanciato dal sito “Dagospia” – doveva arrivare un cospicuo finanziamento per la Link University (che peró smentisce).

Naturalmente, non é detto che questi fatti, notizie, semplici indiscrezioni siano tutti collegati ai recenti sviluppi della politica interna italiana. Fatto sta che alcuni episodi di contorno alla vicenda Renzi-Bonafede-Conte potrebbero far credere di si. Mi riferisco – in particolare – al colloquio che il premier, nella imminenza del voto sulla sfiducia a Bonafede, ha avuto con Maria Elena Boschi, depositaria delle richieste di Renzi per sotterrare l’ascia di guerra. Ebbene, sembra che al primo punto di tali richieste vi fosse la nomina del fedelissimo Ettore Rosato a Sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi segreti. Richiesta che – secondo quanto trapelato da palazzo Chigi – non sarebbe stata accettata dal premier, che detiene personalmente quella delega e che non ha assolutamente intenzione di cederla a chicchessia.

Naturalmente, non so se da parte di Conte ci sia stata una controproposta e se tale controproposta – in via del tutto ipotetica – abbia avuto attinenza o meno con la materia dei servizi. So soltanto che Renzi non ha votato la sfiducia a Bonafede, e che Giuseppi è ancora a palazzo Chigi, con la delega ai servizi segreti ben stretta fra le sue mani.

Intanto, pare che la “tempesta atlantica” – come la chiamano i bene informati – stia attraversando i cieli dell’oceano, diretta proprio in Italia.

Michele Rallo - ralmiche@gmail.com

di MICHELE RALLO - Mes: il "no" di Spagna, Grecia e Portogallo ...



giovedì 28 maggio 2020

Illegittimo l'obbligo prolungato della mascherina, ecco come appellarsi...

Coronavirus: la Gioconda con la mascherina di TVBoy ci ricorda che ...

Per chi decidesse di seguire le leggi vigenti che vietano di girare in pubblico a volto coperto, qui un’utile dichiarazione con i riferimenti normativi cui appellarsi: 

Il/La sottoscritto/a..................................................................................................................
nato/a il ...../....../.............. a
......................................................................................... 

(.........)
documento di riconoscimento
...............................................................................................
RENDE NOTO che non indossa la mascherina in quanto


1) essendo la mascherina un presidio medico chirurgico non la si può imporre pena la violazione dell' art 32 Cost e della Convenzione di Oviedo sottoscritta dall'Italia 

2) in base alla legge antiterrorismo ed all'art. 85 TUPS é vietato circolare travisati ovvero con il volto non identificabile 

3) limita l'atto fisiologico primario ed essenziale per la vita ovvero la respirazione; la mancanza di una libera e sana respirazione è incompatibile con un ottimale stato di salute che rappresenta il bene primario di ciascun individuo, bene peraltro ampiamente tutelato dalla Costituzione e dalle Leggi 848/55 e 881/77, queste ultime ratifica di Leggi di diritto internazionale che per l'art.10 Cost. sono prevalenti rispetto alle comuni leggi del diritto positivo. 

E' immediatamente comprensibile che all'interno dello spazio compreso tra il viso e la mascherina si crei rapidamente un accumulo di aria viziata ipercapnica e maggiormente satura di microbi (virus, batteri e funghi contenuti all'interno della cavità orale) a seguito della ripetuta inalazione della propria aria espirata che anziché disperdersi nell'ambiente viene bloccata parzialmente dalla mascherina con il risultato di: 

a) aumentare la possibilità di sviluppare patologie delle alte e basse vie respiratorie 

b) disperdere attraverso le vie di fuga dell'aria tra la mascherina ed il volto (sopra, sotto ed ai lati della mascherina ) un'aria più satura di microbi (e potenzialmente anche del coronavirus 

c) rispetto a quanto avverrebbe con una normale respirazione e, se i virus volano, come qualcuno sostiene, questi si disperderanno comunque nell'ambiente. Inoltre l'uso prolungato della mascherina nei mesi comporta, per i motivi sopra esposti, l'incremento dell'acidosi tissutale che come è ormai ben noto predispone all'insorgenza del cancro 

d) l'imposizione della mascherina è lesiva della dignità dell'individuo, rappresenta metaforicamente un bavaglio, un simbolo di schiavitù; si ricorda che nella storia essa fu già imposta agli schiavi africani in America quando dovevano entrare nelle stanze dei bianchi per servirli in modo tale che non "appestassero" l'aria con il loro fiato infetto. 

rw: (ctp rimini)

Con il processo di Norimberga per la prima volta nella storia si sancisce il principio che nessuna legge può essere lesiva della dignità dell'uomo e che il diritto naturale è, nella gerarchia delle leggi, superiore a qualsiasi legge e non si può fare finta di ignorarlo; in base a questo principio non esiste più la differenza tra chi ordina e chi esegue gli ordini, sono entrambi sullo stesso piano quando violano il diritto naturale e questo è anche ribadito dall'articolo 28 Cost. 5) nessuno stato di salute può coesistere con la soppressione delle libertà civili di cui abbiamo tutti responsabilità. 

firma  

La mascherina è come il velo? - ItaliaOggi.it

mercoledì 27 maggio 2020

Sopravvivere alla fine del primo amore...

Il primo amore non si scorda mai: ecco perché le gambe continuano ...
Alla fine del mio primo amore fui preso da una grande depressione e mi curai con una abbondante dose di sesso droga e rock and roll, i miei primi anni a Bologna furono disastrosi; in compenso vissi un periodo a Londra, nel 1980, pieno di musica giamaicana, new wave, art rock e new dandies, punk, dark, skin head.
Un altro periodo a Parigi a studiare arte moderna, futurismo, pop art, neo dada, al beaburg. Un altro breve periodo in Germania con un camionista che mi porto in luoghi e locali simili a quelli del film "Soul Kitchen" di Fati Hakim ad Amburgo. Locali pieni di emigrati del sud che parlavano un dialetto stretto pugliese, calabrese, siciliano che non capivo, vestiti vintage, giubbotti di pelle, auto tedesche dai colori verdi e arancioni diafani come scoloriti della loro essenza con le pellicce di pecora al sedile di guida e cornetti rossi, dadi e corna varie, appesi allo specchietto e poi  la rigidità mentale dei tedeschi e la musica elettronica dei kraftwerk, l'ordine  del traffico e della citta. Nella confusione mentale cambiai diverse facoltà e tra queste storia antica, che mi è sempre piaciuta, rincontrai una compagna di scuola e le proposi un lungo viaggio studio nel meridione. circumnavigammo tutte le coste della magna grecia con una vecchia citroen color carta da zucchero. Avevamo una radio e mangianastri, ascoltavamo brian eno robert fripp di evening star e no pussy footing, poi low di david bowie, joi division, i primi cure e U2. 
Arrivammo a santamaria di leuca poi ugentum, dove ci fermammo su una bellissima spiaggia di fine maggio, piena di surfisti. quando pioveva stavamo nella tenda a disegnare, facevamo ritratti ed acquerelli. Poi basilicata, metaponto, policoro: volevamo visitare tutti i luoghi della magna grecia con templi, musei e teatri; crotone, capo colonna, locri epizefiri; taormina il teatro; siracusa, il teatro; agrigento, la valle dei templi; il bellissimo teatro greco sul mare della falesia di Eraclea minoa; i templi di selinunte, segesta, il grande tempio e il bellissimo teatro, che si apre sulla sicilia intera, dove fummo fortunati ad assistere all antigone di jean marie straub. Ci fermammo alcuni giorni a palermo a visitare la citta, monreale, solunto sopra una montagna, tindari. In calabria a tropea con la tenda sulla spiaggia, poi il cristo di maratea, le spiagge e il paese vecchio; finalmente palinuro che divenne e rimase il nostro luogo preferito con le dune e la lunga spiaggia che definimmo: love beach; elea-velia, pestum, la costiera sorrentina, ercolano, pompei, cuma e l'antro della sibilla. A napoli montammo la tenda nella solfatara di pozzuoli dove a quei tempi cera un campeggio. Facemmo altri viaggi assieme fino all 85, quando mi confesso che non le piaceva la tenda e neanche tanto viaggiare e cosi continuai da solo.

Quando ho iniziato a viaggiare solo all inizio ho sofferto, mi sembrava faticoso. In quel periodo stavo studiando un pittore che mi piaceva molto, giorgio morandi e la cosologia; lessi che usciva di casa e si muoveva da Bologna solo per andare a trovare piero (piero della francesca) ad arezzo nella basilica di san francesco e stava la tutto il giorno a guardare ad ammirare e a meditare davanti agli affreschi. Durante un viaggio in toscana andai a visitarla e rimasi tutta la mattina nella chiesa vuota e poi seduto sulla scalinata a scrivere e disegnare. Entrai in un concetto diverso di viaggio piu lento, esplorativo, meditativo e mi fermavo dove capitava, dormivo sulla strada, in macchina. Cosi dopo aver visitato il museo e visto la famosa chimera etrusca e alcuni vasi greci stupendi, percorsi tutta la cassia scoprendo paesi e borghi come terme di san filippo, bagno vignoni, montalcino. poi volterra san gimignano, monteriggioni, siena, sant'antimo, monte murlo. 
Una sera mi fermai a dormire sul prato della famosa abbazia di san Galgano senza il tetto e la spada nella roccia in una chiesetta limitrofa e poi bagni alle cascate di saturnia. Ho frequentato questi luoghi per un quindicennio, spesso in un paese fantastico scavato nel tufo: sorano. Ci andavo ogni estate a fare corsi di aggiornamento di pittura, scultura, ceramica, raku, perle di vetro. Frequentavo quasi tutti gli anni umbria jazz il festival di spoleto dei due mondi. Sono stato pure a pistoia blues e altri piccoli festival ed eventi culturali e artistici. Visitavo mostre di fotografia e corsi a massa lombarda; si la toscana, in quegli anni, è stata una scoperta meravigliosa. Tutto nella liberta e solitudine assoluta, naturalmente incontravo gente e ho imparato ad ascoltare e parlare con loro. Ho scoperto il mondo degli anziani, mi raccontavano le loro storie. Alla fine degli annoi 90 sono tornato a viaggiare al sud: viaggio nella tradizione mediterranea per riallacciare i fili sparsi nel tempo e nello spazio. una ragazza spagnola che avevo conosciuto tempo prima, mi aveva mandato una cartolina con una frase di socrate: la conoscenza inizia con la meraviglia. 
A forza di meravigliarmi non ho mai raggiunto la conoscenza. I miei viaggi erano diventati lenti e lunghi, a forza di meraviglie lungo la via, rischiavo di non arrivare mai. Mi fermavo ad assaggiare il pane buono di un posto, il costruttore di strumenti particolari, una zampogna un piffero, un ceramista, un artigiano del legno, un pastore. un borgo un paese, un bosco, un albero, una duna, una spiaggia, un caffè ecc. oggi sono cambiato nel senso che mi piacerebbe rifare il giro dell etna della sicilia e della sardegna, anche se so che se parto, vado gia in posti stabiliti che conosco, dove ho ottime opportunità di agire e scoprire il luogo, anche assieme a chi mi ospita. Per esempio a cosmo centrale in salento a copertino, l'ultima volta che ci sono stato, abbiamo girato una settimana per le campagne e per lecce. 
L'aspromonte mi attrae molto, ho scoperto uno dei paesi piu belli in assoluto per natura archeologia cibo artigianato luce e profumi, solo che lontano e per ora difficoltoso da raggiungere anche se spero ci siano ancora buone opportunità di scoperta e conoscenza...

Ferdinando Renzetti -  ferdinandorenzetti@libero.it

lunedì 25 maggio 2020

La chiesa e lo stato ci "proteggono"... ma attenti a quel che dite o fate... rischiate un bel TSO


Notizie di don gianluca loda - QuiBrescia

A Castelletto di Leno (millecinquecento abitanti, provincia di Brescia) c’era una volta un parroco. Questo parroco si chiamava don Gianluca Loda e aveva una strana abitudine. Anzi, tre. La prima era quella di pensare con la sua testa, la seconda era quella di dire ciò che pensava, la terza quella di pensare cose piuttosto diverse da quelle imposte dal pensiero dominante.

Per esempio, nell’aprile del 2017 don Gianluca disse che in Europa è in atto un’invasione islamica pianificata, studiata e calcolata a livello mondiale, denunciò la profanazione di un presepio nella sua frazione, invitò a riflettere sulla crisi demografica, disse che i nostri governanti, a Roma come a Bruxelles, si allontanano sempre di più dalla vita concreta delle persone e si preoccupano solo della grande finanza, li invitò a riflettere sulla Brexit, denunciò l’arrendevolezza di fronte alla Turchia di Erdogan e, in polemica con il politicamente corretto che impone di fare l’elogio del dialogo, aggiunse: “Si dice che il confronto con altre culture e civiltà arricchisce; ed è vero. Però, mi permettete, non vorrei far cambio con la cultura e con la civiltà di nessun altro; mi sento contento della mia.  Oggi lo posso dire ancora liberamente. Ma fino a quando?”.

Già. Fino a quando?

Le cronache ci dicono che don Gianluca di recente è stato prelevato dalle forze dell’ordine e portato in ospedale “per accertamenti”.

Ospedale? Accertamenti? E perché?

Perché giorni fa, in polemica contro le restrizioni imposte dalle autorità, il suddetto don Gianluca pranzò in piazza, all’aperto, insieme ad altre quattro persone (quattro operai arrivati da Treviso per realizzare alcuni lavori nella chiesa). Fu multato (quattrocento euro), ma mangiò all’aperto anche alla sera (questa volta da solo: una pizza) e tornò a rivendicare il diritto di pensare con la sua testa, senza cedere al clima di terrore.

Non solo. In precedenza, circa le restrizioni imposte alla Chiesa cattolica causa coronavirus, don Gianluca disse che le autorità ecclesiastiche sono “prone al potere”, che per il governo “noi cattolici contiamo meno del pallone, meno della Serie A… meno dei cani”. 

Poi, già che c’era, aggiunse riflessioni tipo che “i lombardi vanno bene al governo solo per spremerli con le tasse”, che “gli italiani vanno bene all’Europa solo per far funzionare il carrozzone dei marpioni della massoneria” e, dulcis in fundo, che “i cattolici vanno bene finché fanno opere sociali e tamponano i buchi dello Stato”.

Domanda finale di don Gianluca: “Secondo voi è un mondo che gira giusto?”.

Leno: pranza in piazza con cinque fedeli, parroco multato dalla ...

Ora, specificando che non ho mai conosciuto don Gianluca e mai ho avuto occasione di parlare con lui, mi sembra di poter dire che le sue osservazioni, certamente espresse in modo alquanto diretto, non sono tanto strane. Eppure…


Eppure, un bel giorno a casa di don Gianluca si presentarono la polizia locale, i carabinieri e i vigili del fuoco (mancavano solo i marines), i quali, dopo aver forzato una finestra, entrarono nella canonica (il che, se non ricordo male, si chiama violazione di domicilio), lo prelevarono e lo portarono in ospedale (il che assomiglia molto a un sequestro di persona).

Direte: ma la diocesi non ha protestato?

Volete scherzare? Certo che no. Anzi, la diocesi ha diffuso una nota nella quale si legge: “Alcuni comportamenti di don Gianluca Loda negli ultimi giorni sono frutto di un evidente disagio personale. In questo frangente, il vescovo e i suoi collaboratori, dopo un momento di ascolto e con la consulenza del medico curante, hanno concordato con don Gianluca di mettere in atto una serie di azioni per recuperare al più presto una condizione personale più serena. Nelle prossime settimane, pertanto, l’attuale parroco di Castelletto di Leno sarà assente dalla parrocchia e sarà accompagnato in un percorso di verifica e di sostegno che gli consenta un pieno ristabilimento”.

Ripeto ad abundantiam: non ho mai conosciuto don Gianluca e non so nulla del suo stato di salute fisica e mentale. Circa le dichiarazioni fatte nel 2017, sento di poter dire che mi trovo piuttosto d’accordo con lui. Idem per quanto riguarda le più recenti. E quanto al pranzo all’aperto, credo che non abbia infranto alcuna norma. Tuttavia, nei suoi confronti sono scattate queste che la curia diocesana molto carinamente chiama “azioni per recuperare al più presto una condizione personale più serena”.

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Il caso di don Gianluca mi fa venire alla mente per analogia quello del signor Dario Musso, che a Ravanusa in provincia di Agrigento, lo scorso 2 maggio andò in giro per le strade della sua città con un megafono, invitando i concittadini a uscire, a riprendere le  loro attività lavorative e a non cedere al clima di terrore.

Risultato? Il signor Musso fu intercettato dalle forze dell’ordine, gettato a terra, sedato, prelevato, portato all’ospedale di Canicattì e immobilizzato in un letto di contenzione. Un Trattamento sanitario obbligatorio, che dovrebbe essere autorizzato solo in casi di grave pericolo per la comunità e invece in questo caso è scattato per presunti sintomi di “scompenso psichico e agitazione psicomotoria”.

Molto bene. Ora lo sappiamo. In questo paese chi pensa con la propria testa, e dice quel che pensa, e pensa in modo diverso rispetto al pensiero dominante, da un momento all’altro, pur non avendo infranto la legge, può essere (usiamo le belle parole della curia bresciana) “accompagnato in un percorso di verifica e di sostegno che gli consenta un pieno ristabilimento”.

Non vi sentite più sicuri?

Aldo Maria Valli  25 maggio 2020

Aldo Maria Valli - Home | Facebook



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Commento di Claudio Martinotti Doria: 
"Se siamo disposti ad accettare questi abusi di potere e violazioni costituzionali, sempre più liberticidi, da parte delle autorità, allora meritiamo di essere ridotti in schiavitù (neanche tanto dissimulata) come nelle intenzioni dell’élite finanziaria che detiene il vero potere mondiale.  Come scritto in questo articolo  dell’ex giornalista professionista (da poco in pensione) e saggista Aldo Maria Valli su uno di questi abusi, purtroppo passato sotto silenzio e ovviamente mistificato dai protagonisti che l’hanno pianificato e attuato, reperibile solo nei giornali locali. 

sabato 23 maggio 2020

Lazio. Mobilitazione per la sanità pubblica

"E’ venuto il momento di pretendere che il Servizio Sanitario sia pubblico, nazionale e centralizzato, con al centro la medicina territoriale, e di predisporre immediatamente di un piano di investimenti e di assunzioni di personale. E’ venuto il momento di porre fine alla regionalizzazione e ai finanziamenti pubblici alla sanità privata. E’ questo il momento di dire che nulla deve più essere come prima..."

Lazio. La sanità non torni alla “normalità” di prima ...
Negli ultimi decenni la progressiva smobilitazione dei beni pubblici è diventato un dato strutturale nella nostra società. Politiche di austerità, privatizzazione, aziendalizzazione, regionalizzazione, esternalizzazioni, hanno fatto si che i servizi essenziali siano diventati fonte di profitto per pochi e non benessere per la collettività. 
I responsabili sono stati governi di centrosinistra e centrodestra, che hanno condotto politiche liberiste a favore delle imprese e dei grandi capitali a scapito delle persone. Nella sanità questo processo cronico è ben visibile nei tagli draconiani, nel sottorganico, nell’impossibilità per tantissimi di accedere alle cure. Oggi quel sistema sta dimostrando il proprio fallimento e la propria iniquità sulla nostra pelle proprio in questa crisi sanitaria.

L'ultimo rapporto Gimbe dal 2010 al 2019, ci dice che sono stati complessivamente tagliati 37 miliardi. Oggi affrontiamo questa emergenza sanitaria con un sistema smantellato. L’ultimo DPCM di maggio ha previsto un incremento dei fondi al SSN di oltre 3 miliardi, il che ci dice che ci si può muovere in controtendenza a regole che sembravano immutabili. Però sappiamo che questi provvedimenti sono emergenziali e non strutturali, considerando che gli sgravi fiscali alle imprese tramite l’IRAP creeranno un ulteriore buco alle entrate per la sanità.

Nel Lazio il “modello Zingaretti” del centrosinistra, è uscito da un periodo di commissariamento privatizzando e chiudendo strutture sanitarie fondamentali, non dimostrando un cambio di passo dalla precedente giunta Polverini. Forlanini, Santa Maria della Pietà e San Giacomo sono solo alcuni dei nomi di ospedali dismessi. Sono state ridimensionate le strutture nei territori periferici, i consultori, le ASL, i Pronto Soccorso e i servizi di prossimità. Dal 2001 al 2014 è stato diminuito il 30% del numero dei posti letto negli ospedali.

Si sono incentivati invece i poli e le strutture private convenzionate.
Si è più volte fatto ricorso a cooperative e appalti invece di pianificare assunzioni stabili; con gli ultimi decreti sono state predisposte nuove assunzioni, ma anch’esse precarie e a termine. Oggi il personale sanitario, a cui va la nostra completa solidarietà, è costretto a lavorare letteralmente “in trincea” in assenza di adeguati dispositivi di sicurezza.

Oggi dobbiamo pretendere investimenti per servizi pubblici che rompano con il ricatto del debito pubblico, con le privatizzazioni, con ogni forma di autonomia differenziata tra territori, per ristabilire una politica che abbia al centro il benessere e l’interesse generale della società. Perché non pagheremo con le nostre vite questa crisi sanitaria.

E’ venuto il momento di pretendere che il Servizio Sanitario sia pubblico, nazionale e centralizzato, con al centro la medicina territoriale, e di predisporre immediatamente di un piano di investimenti e di assunzioni di personale. E’ venuto il momento di porre fine alla regionalizzazione e ai finanziamenti pubblici alla sanità privata.

E’ questo il momento di dire che nulla deve più essere come prima.
Lazio. La sanità non torni alla “normalità” di prima ...
Potere al Popolo Lazio

venerdì 22 maggio 2020

M5S. "Vendersi al MES...?"


M5s, Rampelli: Stelle cadenti precipitano sul MES - Fratelli d ...

Fino a qualche settimane fa, pochissimi in Italia conoscevano il nome di Klaus Regling, colui che é il dominus incontrastato del MES. Fino a qualche settimana fa, dicevo. Perché il 24 marzo scorso il sito Dagospia – solitamente assai bene informato – in piena bagarre su MES si / MES no, pubblicava un virgolettato attribuita a Regling, secondo il quale «Italia e Spagna devono inginocchiarsi».

In Italia il PD e gli altri piccoli fan del cosiddetto “fondo salva Stati” erano costernati. Ma súbito giungeva a rinfrancarli una dichiarazione ufficiale della portavoce del Consiglio d’amministrazione del MES, che smentiva nel modo piú assoluto che il suo Presidente – Regling per l’appunto – avesse mai pronunciato la frase incriminata. «Chiunque conosca Klaus Regling – concludeva la portavoce – sa che non utilizza mai un linguaggio del genere.»

Ad essere poco credibile, quindi, era la terminologia della citazione. Ma – mi permetto di aggiungere – sapendo come la pensi il soggetto, non sarebbe affatto da escludere che questa sia, nella sostanza, la sua idea circa l’applicazione delle regole del MES.

Regling, infatti, é uno dei piú irriducibili “falchi” tedeschi, un estremista del rigorismo piú miope, un fondamentalista della linea “lacrime e sangue” da imporre a quegli spendaccioni dell’Europa meridionale che non apprezzano adeguatamente le delizie della dittatura finanziaria del Quarto Reich. Il semplice fatto di aver posto uno come lui al vertice del MES é stata una evidente provocazione da parte della cancelliera Merkel. E, in effetti, il ruolo di Klaus Regling nella crisi del debito greco é stato di una durezza incredibile. Peraltro, senza neanche eccellere dal punto di vista professionale, stando almeno a Yanis Varoufakis, che lo ha pubblicamente apostrofato come “ignorante”, “incapace” e “mediatore fallito” [Wikipedia].

Orbene, questo personaggio cosí austero e severo, questa specie di Torquemada delle finanze, questo arcigno teorizzatore del massacro sociale si é fatto, dopo l’affare dell’inginocchiatoio, cosí bonaccione, cosí rassicurante, cosí accomodante, cosí umano – direbbe Fantozzi – da convocare una conferenza-stampa internazionale per rassicurare tutti sul MES “senza condizioni” e per fare gli occhi dolci agli ipotetici destinatari della generositá teutonica: italiani, spagnoli, greci e portoghesi. Si é spinto addirittura a ipotizzare quanti miliardi di interessi i quattro governi “sudisti” potrebbero risparmiare in dieci anni, ricorrendo agli aiuti del MES – ma solo per la sanitá – e non ad altri prestiti. La palma – manco a dirlo – spetterebbe all’Italia che, per gli imperscrutabili calcoli del cerbero prussiano, verrebbe a risparmiare ben 7 miliardi. Chissá perché, dato che la Spagna beccherebbe solo un paio di miliardi, e meno ancora la Grecia e il Portogallo.

Chissá perché, dicevo. Ma una risposta, forse, si potrebbe anche azzardare. Perché é l’Italia – e non la Spagna o il Portogallo – l’obiettivo della manovra di spoliazione orchestrata dal Quarto Reich. Perché é l’economia italiana – pur cosí impoverita – a infastidire l’economia tedesca, il settore manifatturiero tedesco, la siderurgia tedesca, l’export tedesco. Perché é la residua ricchezza italiana (la nostra forte riserva aurea, il nostro patrimonio culturale e ambientale, la qualitá della nostra produzione agricola, la miriade di piccole aziende di alto profilo, l’ENI, l’ENEL, i trasporti, eccetera) che la Germania vuole acquisire. Perché é la ricchezza individuale degli italiani (i depositi bancari e le proprietá immobiliari) che la Kanzlerin vuole di fatto espropriare, destinandola a garanzia del debito pubblico dello Stato. Questa, comunque, é soltanto una mia maliziosa opinione. Ma, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma il piú delle volte si indovina.

Perché lascio il M5S e aderisco a Vox Italia di Fusaro

Ma riprendiamo il filo del discorso. Dunque, si diceva dell’offensiva buonista del falco tedesco... In Italia, naturalmente, piddini e affini si sono sciolti in brodo di giuggiole, grati per la magnanima benevolenza del braccio armato dell’Unione Europea, commossi fino alle lacrime per la generosa disponibilitá (ma solo per i primi due anni) ad imporci una sorveglianza soltanto “attenuata”.

Dagli altri paesi invitati a servirsi del MES, invece, è arrivata una bordata di secchi “no”. I governi di Madrid, Lisbona e Atene si sono detti lieti della possibilitá di accedere agli aiuti del MES, hanno ringraziato commossi, ma hanno dichiarato di preferire far debiti con chiunque altro, piuttosto che con herr Regling e con il suo benefico “fondo salva Stati”.

Posizione corale, espressa all’unísono da tutti e tre i paesi. Anche dalla martoriata Grecia, che pure di danaro liquido avrebbe bisogno piú di tutti gli altri, visto che per il 2020 registrerá probabilmente una riduzione del 10% del suo giá esangue PIL. Eppure da Atene hanno risposto che «attualmente non ne abbiamo bisogno».

Stessa risposta anche dalla Spagna e dal Portogallo, che negli anni scorsi hanno avuto delle occasioni d’incontro “minori” – diciamo cosí – con il MES. Importi modesti, tali da poter essere restituiti facilmente e puntualmente, nulla di paragonabile al caso greco. Ma il ricordo della sequela di imposizioni a cui non si poteva dire di no (i tagli alle pensioni, la riduzione degli stipendi, la tassazione alle stelle, la spesa pubblica falcidiata, le privatizzazioni imposte con il coltello alla gola, ed altre mille angheríe) sono bastati a sbarrare la strada ad ogni ipotesi di MES, sia pure ufficialmente (e bugiardamente) “incondizionato”.

Madrid e Lisbona hanno perció dichiarato di «non avere problemi di accesso ai mercati finanziari» (anche se pagando maggiori interessi) e quindi – mi permetto di interpretare – di non sentire affatto il bisogno di consegnarsi agli aguzzini del MES.

Una riflessione aggiuntiva. Ricorderete che un paio di settimane fa, esibendosi in una delle sue spericolate prestazioni di arrampicata sugli specchi, Giuseppi II ebbe a dichiarare che per le esigenze italiane il MES era “inadeguato”, ma che lui non si opponeva per non fare uno sgarbo alla Spagna, che del MES era in trepida attesa.

Adesso, dunque, il “no, grazie” di Madrid appare diretto non soltanto a Klaus Regling, ma anche a Giuseppi Conte. Il quale ultimo, cosí, viene diplomaticamente mandato a quel paese, con l’invito ad astenersi per il futuro dal tentare di utilizzare la Spagna per togliere le sue castagne dal fuoco di un governo ingovernabile.

Il punto, infatti, é proprio quello. Il problema per Giuseppi non é tanto il MES, quanto il rimanere attaccato alla poltrona di Palazzo Chigi. Per ottenere ció, deve a tutti i costi disinnescare la bomba del contrasto fra il PD (espressione del piú piatto collaborazionismo con Bruxelles) e i Cinque Stelle (il cui elettorato é anti-MES a spada tratta).

Una rottura sul MES sarebbe deflagrante, e non potrebbe non segnare la fine di questo esecutivo. Giuseppi sarebbe finalmente nesso alla porta, e si aprirebbe la strada a un governo di salute pubblica a guida Draghi, o alle elezioni anticipate in autunno.

Il Conte Tacchia (come lo chiama qualcuno) ha ormai pochissimo tempo per scongiurare queste due funeste (per lui) soluzioni. Deve assolutamente convincere i Cinque Stelle a dire “si” – o almeno “ni” – al MES. E i Cinque Stelle devono decidere se perdere definitivamente la faccia o se mantenere un minimo di dignitá. Scelta non facile, perché nella seconda ipotesi – quella piú dignitosa – rischierebbero le elezioni anticipate e, per molti di loro, l’addio a Montecitorio e a Palazzo Madama.

Michele Rallo - 
ralmiche@gmail.com

CONTRORDINE: DRAGHI NON È PIÙ BUONO. MEGLIO COLAO. MA IL REGISTA È ...



giovedì 21 maggio 2020

La vera "malattia" è la distruzione sistematica dell'habitat...

Coronavirus, inizia la vergogna dei guanti e mascherine gettati ...

Devastazioni da plastica e microplastica da mascherine e guanti inutili e tossici! Milioni di microplastiche  nel Mediterraneo! 

Ipoclorito di sodio "sanificante" in realtà "devastante" (esatto contrario, ndr) che non serve a nulla e produce composti volatili tossici (es. di cloro ammine cancerogene) e distrugge uova di uccelli, rettili e microbi utili. E' usato sulle spiagge... 

E aspettatevi malattie della pelle a volontà per chi va nei luoghi "sanificati"... ovvero devastati. Sterilizzare significa lasciare solo l'UOMO... e ciò che vive a sue spese... ovvero i patogeni!

Usate solo prodotti a base di microbi utili, soprattutto dove avete devastato la biodiversità microbica con cloro e Glifosate, formaldeide e altre schifezze chimiche!

Ne ha parlato  il TG Leonardo in una puntata tutta ecologica… Incredibile, ma vero... Credo siano intervenuti gli amici della redazione Ambiente Italia, chiusa d'autorità e accorpata a tg Leonardo da qualche anno... Denunciando anche il pazzesco inquinamento da mascherine e guanti inutili e tossiche-pericolose per la salute e l'ambiente: 1,5 milardi al Giorno!

 "Milioni di frammenti di microplastiche per ogni m2 di mare…  (ricerca di Nature)"... Quelli di Greenpeace, wwf e altri "nemici della terra" ed "ecologisti di sistema", rappresentanti nei tavoli di concertazione e sorveglianza in materia di salute ambientale... sono stati zitti per decenni...  E quando gli scienziati han fatto scoppiare l'allarme (come al solito "troppo tardi") con i video sulle microplastiche seguiti da 1 miliardo di persone... Gli "ecologisti"  hanno cominciato a cavalcare… l'ONDA AVVELENATA... Andando in Onda sulle televisioni "di sistema"...

Ovviamente qualcuno affermò che c'erano 800 particelle micro-plastiche a m3 d'acqua di mare… invece sono enormemente di più, milioni… ascoltate TG Leonardo di ieri... e si accumulano nella catena alimentare insieme ai pesticidi e altre schifezze assorbite proprio dalla plastica. 

Poveri fratelli cetacei, uccelli, Rettili... Pesci... Massacrati dall'ignoranza Umana !
Ormai il mare è tutto morto (vita plastificata e avvelenata) come ci avvisò il grande Lucio Dalla...

Per non parlare della Terra coltivata… microplastiche ovunque…
nelle poveri domestiche
nell'aria e nei ghiacciai…
nei fiumi e laghi…

I NOSTRI FIGLI CI MALEDIRANNO…
E lavoreranno un secolo a pulire il pianeta...
Vi sono attrezzature per il filtraggio delle acque di mare automatizzati con fotovoltaico che dovranno lavorare per secoli per ridurre la plastica e i pesticidi collegati...
La maggior parte della plastica è riciclata a partire dal recupero delle serre e contiene migliaia di sostanze tossiche… Pesticidi in primis!

Pensate cosa vi bevete o mangiate con confezioni in plastica riciclata… Le ricerche di OSLO University parlano di almeno 4.000 sostanze chimiche spesso sconosciute, residui di moltissimi pesticidi e altri inquinanti sintetici che reagiscono anche tra loro… 

Prof. Giuseppe Altieri altieri@agernova.it



Post Scriptum:

A TG Leonardo  c'è stato  un servizio sulle Cavallette affamate che hanno raggiunto la Sardegna. Ma non si dice nulla sul fatto che Polli, Galline e soprattutto Anatre se le mangiano a volontà… Se li tiriamo fuori dagli allevamenti intensivi lasciandoli pascolare sui campi invasi da Cavallette... e magari sotto gli ulivi e i frutteti a contenere la Mosca Oleariam del Ciliegio, della frutta... Usiamo la BIODIVERSITA' e non lasciamoci ammazzare ancora dalle Multinazioanli Agrochimico-Farmaceutiche
Ovviamente ci sono anche altre tecniche di controllo biologico, con funghi entomopatogeni, batteri, virus utili e specifici, biodiversità funzionale, ecc…

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Commento di Paolo Maddalena: “Caro Giuseppe, concordo in pieno con la tua ferrea azione contro i pesticidi e altre cose del genere, prodotti da chi ignora che la vita umana è parte dell’immensa vita che ci circonda. Sul come difenderci dall’infezione del corona virus, ora diffuso in tutto il mondo con 5 milioni di contagiati, non so che dire. Osservo che si sta facendo sempre più strada il convincimento (ma dove sono le prove?) che il corona virus sia stato geneticamente modificato in laboratorio...”

Commento di Marinella Correggia: “...è davvero una follia. Follia indossare guanti (uno schifo), e indossare mascherine all'aperto (un'idiozia)... magari andando in bici. 
E poi l'ulteriore inciviltà di abbandonarli  ovunque. Qui in campagna, sui cigli, trovo ormai questi fiori del male di nuovo conio. Guanti di tutti i colori. "Nulla sarà più come prima", si salmodiava dalle cucce calde di casa. Vero: forse "tutto sarà peggio (ancora peggio) di prima"...”

Ci dicono di usare mascherine e guanti. Ma c'è un piano per ...