sabato 29 settembre 2018

Preti, mullah e rabbini al lavoro per costituire una nuova/vecchia fanta-religione mondiale


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"Buone notizie dal vaticano", è il titolo di un racconto breve di fantascienza in cui si immagina l’elezione del primo papa “bionico”, anzi un vero e proprio robot.  Questo nuovo papa, secondo l'autore,  sarebbe  il garante di una nuova dottrina sincretica, un vero papa "giusto", poiché essendo una “macchina” poteva assicurare la necessaria equanimità religiosa.


Verso la fusione della triade e nascita della nuova fanta-religione sincretica "sion-muslim-cristica"

Certo che alla fantascienza religiosa ci stiamo sempre più avvicinando, in questi ultimi anni la storia dei papi si è arricchita di un papa dimissionario, che peccava di credibilità, e di un papa bis che invece rafforza la “fede” con messaggi eclatanti. Tanto eclatanti che i “fedeli” spesso restano a bocca aperta come pesci fuor d’acqua.

L’ultimo annuncio è quello  relativo alla ritrovata fratellanza con i padri israeliti  nonché  all'accettazione teologica della dottrina del cugino Maometto.

Ma forse non è fuori luogo l'amore di Bergoglio per i "mori", infatti lo stesso Bergoglio, viene definito “papa nero”  in quanto appartenente all’ordine dei gesuiti,  il  cui  superiore generale, per il colore della tonaca che indossa e in quanto eletto a vita, è proprio come il pontefice di Roma.

Alcuni osservatori ritengono  che le  "aperture" dottrinali  di Francesco sottintendano  la formazione di una nuova forma di religiosità... che molto si discosta dalla tradizionale fede cattolica, fino al punto di spingersi verso quella fantascientifica  "chiesa universale sincretica" che unisca giudei, musulmani e cristiani, un "New Religious Order" in sintonia col NWO.

Ma  se ciò dovesse avvenire sarebbe  necessario che papa Francesco si spogliasse delle vesti di papa…. adattandosi ad una posizione secondaria, se non terziaria….

Questo significa che la chiesa cattolica dovrebbe rinunciare ad ogni supremazia gerarchica,  ad ogni struttura organizzata in veste economica e statale, ad ogni imposizione teologica e dottrinale, lasciando tale gestione ai "fratelli maggiori", i veri eredi del credo biblico, insediati saldamente a Gerusalemme.

Ebbene forse è esattamente quello che avrebbe voluto fare un tal messia Gesù se non fosse stato mal interpretato da un certo Saulo di Tarso...

Ed i laici, in tale marasma, che fine faranno?

Paolo D'Arpini

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Comitato per la Spiritualità Laica
Via  Mazzini, 27 – Treia (Mc)
Tel. 0733 216293 - email: spiritolaico@gmail.com


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venerdì 28 settembre 2018

“Il mondo orwelliano è già realtà, anche se non ce ne siamo accorti…”



Tutti sappiamo che la televisione è il canale più comunemente usato nella pratica della diffusione di modelli, mode e tendenze ed è il più utilizzato da chi vuole controllare le masse nei paesi democratici. Dissento dal pensare che ci sia la possibilità di decidere cosa le persone devono pensare, un potere manipolatorio, categorico e impositivo.
In realtà la televisione non impone nulla in termini di cosa pensare, bensi lavora su quel fenomeno che la sociologia della comunicazione Tavistockiana chiama Agenda Setting, ovvero la facoltà di decidere “riguardo a cosa” la massa deve pensare. Per capire ciò bisogna prendere in considerazione la teoria della Dissonanza Cognitiva di Leon Festinger, unanimemente considerato uno dei più importanti studiosi americani. Il 15 gennaio 1934 uno spaventoso terremoto sconvolse la provincia indiana del Bihar. Per qualche tempo, nelle regioni vicine a quella colpita, si diffusero voci allarmistiche che predicevano nuovi e peggiori disastri.
Queste voci, raccolte da Prasad, circa vent’anni dopo dovevano cadere sotto gli occhi di Leon Festinger che era allora impegnato nel lavoro di ordinare e integrare teoricamente la grande quantità di dati che erano stati sino ad allora raccolti nel campo della comunicazione e dell’influenza sociale. L’esame dei dati di Prasad costituì la molla da cui doveva nascere la teoria della dissonanza cognitiva. Come mai, si chiese Festinger, in una situazione del genere potevano nascere e diffondersi così facilmente delle voci terrorizzanti? Non sarebbe stato più logico che tra quelle popolazioni, già in preda al terrore, nascessero invece delle voci che tendessero a ridurre la paura?
La risposta di Festinger è che queste voci non erano destinate a provocare paura, bensì a giustificare quella che già la gente aveva. Esisteva cioè una discordanza tra quanto queste persone, non direttamente colpite dal terremoto, vedevano attorno a loro, e la paura che provavano e che non era giustificata da quanto vedevano. A questa discordanza tra elementi cognitivi (intendendo per elemento cognitivo ogni conoscenza, opinione o credenza che un individuo o un gruppo ha su se stesso o sul mondo che lo circonda) venne dato il nome di dissonanza cognitiva. Secondo la teoria che nacque allora, esiste in ogni persona, in presenza di una dissonanza, una pressione tendente a ridurla, tanto maggiore quanto più forte è la dissonanza.
La riduzione può ottenersi (ed è il caso delle popolazioni indiane) aggiungendo nuovi elementi consonanti (le voci di prossime sciagure); potrebbe però aversi, a seconda delle circostanze, anche cambiando gli elementi dissonanti o diminuendone l’importanza. La portata della teoria così abbozzata è indubbiamente molto ampia, ed abbraccia gran parte dei problemi della psicologia sociale, particolarmente nel campo dell’influenza e della comunicazione. Dai processi decisionali e dalle conseguenze delle decisioni all’induzione forzata di un comportamento esteriore in contrasto con le opinioni private dell’individuo, ai problemi di comunicazione e di diffusione delle informazioni, al comportamento dei gruppi, ai fenomeni di massa, Festinger analizza in un quadro unitario, sulla base di numerose ricerche sperimentali, il potere predittivo e interpretativo della teoria.
Dunque progetto Tavistock e Agenda Setting potendo decidere gli argomenti su cui le persone ragioneranno, si scambieranno pareri, si formeranno opinioni, chi controlla la tv è in grado di creare una realtà parziale ed OMETTERE da questa realtà tutto ciò che non vuole si conosca.
E’ dunque l’OMISSIONE il VERO POTERE, L’OMISSIONE di tutti quegli argomenti, quei valori, quei modelli, quei pensieri, quelle sensazioni, quegli atteggiamenti, quei comportamenti che sono ostili al leader e al regime mediatico.
Il progetto Tavistock già dal 1913 fu finanziato per primo dalla Famiglia Reale Inglese ai Rothschild. Scopo del finanziamento IL LAVAGGIO DEL CERVELLO e IL CONTROLLO MENTALE (due tecniche diverse che possono sembrare uguali nel loro significato letterale) della popolazione britannica. Al finanziamento della Famiglia Reale Inglese ai Rothschild imparentati con la famiglia reale si aggancia anche quella del Lord Northcliffe per matrimonio. Da un inizio un po’ grezzo a Wellington House, crebbe un’organizzazione che aveva l’obbiettivo di plasmare il destino della Germania, della Gran Bretagna e soprattutto degli Stati Uniti tanto da diventare un’organizzazione altamente sofisticata per manipolare e creare l’opinione pubblica; esattamente quello che nel progetto Tavistock viene chiamato “LAVAGGIO DEL CERVELLO DI MASSA”.
Durante il corso della sua evoluzione il progetto Tavistock fu ampliato nella dimensioni e ambizione, quando nel 1937, si decise di utilizzare la monumentale opera dell’autore tedesco Oswald Spengler “Untergange des Abenlandes” (Il declino della civiltà occidentale) come modello corrispondente le condizioni che dovevano essere create prima di un Nuovo Ordine Mondiale. Negli anni ‘60 si decide di coinvolgere i rimanenti paesi della comunità europea in questo orribile progetto. Proprio così, il progetto Tavistock è un orribile progetto che sta portando anche il nostro paese sull’orlo di un precipizio. Oggi in Italia il progetto Tavistock è al suo massimo splendore visto che l’attività di OMISSIONE su fatti denunciati pubblicamente è più che viva sia in televisione che per mezzo stampa.
Un esempio di informazione OMESSA è la trasmissione dal titolo “IN ONDA” del 31 Agosto 2013 condotta da Luca Telese su LA7 .
Come potete notare il giornalista/conduttore non si limita a fare domande, ma evita di approfondire argomenti importanti, e spesso prende le difese di quelle personalità politiche contestate da Salvo Mandarà e dal giornalista blogger Francesco Amodeo (Es. Enrico Letta).
Personalmente penso che un giornalista libero e al di sopra delle parti non dovrebbe farlo, e quando Salvo Mandarà parla di Paolo Ferraro, Telese non solo non fa domande ma invita Mandarà ad essere più breve per evitare il rischio di un taglio della trasmissione da parte della regia.
Esempio di informazione OMESSA.
Altro esempio viene da “QUARTO GRADO” su Rete4 condotto non più da Salvo Sottile ma da Gianluigi Nuzzi.
Domanda! Perché il 13 settembre 2013 il giornalista Gianluigi Nuzzi, occupandosi della vicenda di Carmela Melania Rea e del marito Salvatore Parolisi, dopo l’affermazione dello psichiatra Alessandro Meluzzi: “non scordiamoci che in questa complessa vicenda c’è il giudice Ferraro cacciato dalla magistratura dopo una perizia molto, molto, molto inquietante”, non fa una o più domande per approfondire l’argomento?
Anche qui l’informazione è OMESSA perché deve essere OMESSO al pubblico che probabilmente ma non sicuramente Melania Rea sia stata vista il 23 marzo 2011, dallo stesso giudice Ferraro all’interno della Procura di Roma verso le ore 19.00 uscire dallo studio del magistrato Stefano Pesci accompagnata da un uomo basso e tarchiato vestito con un vestito color grigio gessato, uomo dai lineamenti tipicamente meridionali e con l’accento campano. Poi, come tutti ormai sapete a memoria per sfinimento, repetita iuvant ma fino ad un certo punto, il corpo di Melania Rea verrà trovato il giorno 20 aprile 2011, circa un mese dopo, con numerose ferite da taglio sul corpo nella zona delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo).
Poi c’è quell’informazione che OMETTE la realtà inserendo fatti concreti in un grande minestrone fatto di magia, esoterismo, numerologia, spiritismo, psicotronica, astrologia, alchimia, satanismo ecc. ecc. Insomma non esiste limite alla quantità di pseudoscienze e discipline in circolazione in cui si affermano le cose più inverosimili. “Mistero” di Adam Kadmon è il primo esempio che mi viene in mente.
Con Adam Kadmon e “Mistero” e tutto il mondo che ci gira intorno si crea quella pseudo informazione che se non credi al black-out mondiale, al terremoto devastante, alla fine del mondo, ai fantasmi e fantasmini e agli alieni verdi che ti vengono a rapire vieni subito isolato dalla collettività nel suo complesso, tra gli amici al bar e nei dibattiti pubblici, televisivi o privati qualsivoglia. Da qui ci si può rendere conto della portata che il programma globale Tavistock ha creato cercando il consenso manipolato e controllato.
Chiaramente chiunque provi a sostenere il contrario è considerato egoista, menefreghista, razzista o addirittura un perverso che si compiace nel vedere che il pianeta e l’umanità stanno a un passo dall’abisso. Oggi, ahimè, la “verità” consiste in un consenso preconfezionato che è stato deciso aprioristicamente, a tavolino: chiunque non si adatta viene bollato come estremista o come disinteressato alle sorti del nostro futuro.
Domanda! Perché Adam Kadmon, l’uomo del mistero inserisce “il caso Melania Rea” in quella categoria criminologica dal nome femminicidio legata a una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna», in cui cioè la violenza è l’esito di pratiche misogine. Non mi risulta che Salvatore Parolisi provasse un sentimento di odio o di superiorità nei confronti di sua moglie. Distorcere il fatto con una categoria di argomento non attinente al fatto significa distorcere la realtà e quindi OMETTERLA.
Comunque accontentiamoci, sempre meglio Adam Kadmon, Luca Telese e Gianluigi Nuzzi che il silenzio assordante di tutti quei giornalisti controllori della mente. [nelle immagini caricaturali di seguito, da SN a DS e dall’alto in basso, si riconoscono Lucia ANNUNZIATA, Salvo SOTTILE, Bruno VESPA, Lilly GRUBER]
Altro gioiello creato dal Progetto Tavistock è il Common Purpose International che ha adottato come logo il simbolo del sole, diffondendosi in vari paesi come la Francia, Germania, il Ghana, l’Ungheria, India, Irlanda, Olanda, Sudafrica, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia http://www.commonpurpose.org.uk/ . Common Purpose significa scopo comune, si sta diffondendo anche negli Stati Uniti e lo scopo ufficiale è: <>.
Alla vista di una dichiarazione d’intenti tanto blanda, sorgono immediatamente due interrogativi: uno scopo comune (uniformità) a quale fine? E “il cambiamento del mondo” in quale direzione dovrebbe andare?
Il fondatore ufficiale nonché il direttore generale del Common Purpose è Julia Middleton che è stata anche Responsabile della selezione del personale presso l’ufficio di John Prescott, vice primo ministro di Tony Blair. Prescott era incaricato della formazione di “assemblee regionali” in tutta la Gran Bretagna, uno degli elementi del piano volto ad abolire le nazioni e trasformarle in “regioni” impotenti, sottoposte all’oppressione dell’Unione Europea.
Ovviamente tali assemblee regionali inglesi come la Lega Nord di Umberto Bossi e Roberto Maroni, hanno cercato di far passare quell’iniziativa come un modo per “restituire potere alla gente”. Gli inglesi le hanno chiamate “assemblee regionali” in Italia è passato con il nome di Federalismo.
Il superstato europeo quindi è congegnato in modo da essere sottoposto a un controllo centralizzato e gestito nei livelli gerarchici inferiori da leader insipienti e decerebrati, programmati per pensarla tutti allo stesso modo. Il Tavistock Institute of Human Relations di Londra è il centro dove si è sviluppato il progetto della “mente alveare”, ovvero un comportamento di gruppo e organizzativo.
Il Tavistock ufficialmente opera a stretto contatto con organismi del “settore pubblico” (controllati dallo stato) e le sue matrici teoriche sono principalmente due:
1. la teoria psicoanalitica, nella sua applicazione specifica alle dinamiche dei gruppi e delle istituzioni (Bion 1961, Jaques 1955, Menzies 1960) più precisamente qualificata come “socio-analisi”,
2. la teoria dei sistemi aperti, i cui concetti sono stati applicati in diversi campi, dalla biologia alla modellizzazione delle organizzazioni sociali ed alla terapia familiare (von Bertalanffy 1968, Emery 1969). Accanto a questi figurano i contributi di altre discipline, quali le scienze politiche, l’economia e le teorie di amministrazione aziendale, la sociologia e la psicologia, in particolare la Gestalt-Psychologie e le ricerche di Kurt Lewin (1948, 1951), che offrono in sostanza al paradigma fondamentale strumenti procedurali, di contestualizzazione dell’analisi e di indirizzamento della ricerca.
Il modello si articola su tre assi o dimensioni che ne definiscono il valore euristico e gli sbocchi applicativi:
è un metodo di analisi che serve a scopi di ricerca;
è un metodo di formazione degli uomini e delle donne che operano nelle organizzazioni, sia in posizione di leadership sia in quanto followers, collaboratori;
è uno strumento di diagnosi organizzativa e di consulenza alle organizzazioni in difficoltà.
Una linea di ricerca che il Tavistock ha sviluppato in modo particolare riguarda la questione cruciale dell’autorità e del potere, temi a lungo trascurati dall’esplorazione psicoanalitica e divenuti aree privilegiate di studio nel programma Tavistock di formazione alle relazioni di gruppo noto come “Conferenze di Leicester”.
Fino ad arrivare allo “scopo comune” intrapresa dalla guerriglia del gruppo Tavistock / Common Purpose, condizionare la mente umana facendo piazza pulita di qualsiasi senso di individualità e unicità. L’unica cosa che ne scaturisce, chiara come il sole, è che Tavistock / Common Purpose utilizzano la stessa matrice producendo consenso in modo da soffocare qualsiasi diversità, servendosi di coloro che hanno rinunciato alla loro facoltà di pensiero per consegnarla alla manipolazione psichica collettiva, in modo da esercitare pressione sugli altri affinché si adeguino.
Nel linguaggio volto a produrre consenso sono utilizzate anche tecniche di manipolazione mentale come la Programmazione Neuro-Linguistica o PNL (in inglese NLP, Neuro-Linguistic Programming). La PNL è una tecnica in cui ci si serve di parole per riprogrammare il nostro organismo affinché accetti un’altra percezione della realtà. Tengo a precisare che la PNL può essere impiegata per riprogrammare in modo positivo; come ogni strumento, tutto sta nel come viene usato.
Il Generale John Rawling Rees, entrato a far parte del Tavistock Istitute of Human Relations nel 1947 fu il co-fondatore della “Federazione Mondiale per la Salute Mentale”.
John Rees fece riferimento a come insinuarsi in tutte le professioni e aree sociali: . Aggiunse inoltre che i “piazzisti” del loro programma di riprogrammazione delle percezioni (lavaggio del cervello di massa) devono agire nell’anonimato e segretamente. E proseguì: il risultato a cui dobbiamo puntare è fare in modo che ciò permei ogni attività pedagogica della vita nazionale….Abbiamo già compiuto una fruttuosa offensiva rispetto a tutta una serie di professioni. Ovviamente le più accessibili sono quelle del settore scolastico e la chiesa, mentre le più ostiche sono legge e medicina>>.
Oggi, grazie alla testimonianza del magistrato Paolo Ferraro e al suo lavoro intellettuale di informazione, sappiamo che il progetto Tavistock si è insediato anche all’interno della legge, della società e della medicina. In Italia esiste una letteratura legata al processo di influenza da parte delle scienze psichiatriche e psicologiche all’interno delle istituzioni, delle scuole e della sanità pubblica.
Tonia Cancrini Psicoanalisi, uomo e società – Editore Riuniti
Collana Medicina e Potere- Domenico De Salvia – Per una psichiatria alternativa – Editore Feltrinelli
Proprio come la definì il Generale John Rees: una quinta colonna che si accosta alla dimensione pubblica, alla politica e all’industria con una sfera d’influenza sulle attività sociali e professionali che segua il modello del regime totalitario. Dal 1996 la grande fabbrica dei pazienti-clienti è iniziata con l’attivazione di nuove strutture esterne della sanità mentale come le cooperative, le comunità di recupero che hanno la tendenza ad arrogarsi il diritto di psichiatrizzare la società per intero condizionandovi, giudicando e controllando le scelte individuali e collettive di vita e di pensiero delle persone secondo un nuovo relativismo vincolato alla sperimentazione psichiatrica. E trattando come disagio mentale anche le difficoltà ed oscillazioni normali della vita psichica e spirituale quotidiana con le quali ognuno deve imparare a confrontarsi per trarne forza ed esperienza di vita. Il risultato è quello di deresponsabilizzare la persona agganciandola ad una dipendenza pseudo-psichiatrica istituzionalizzata e consolidata con l’assuefazione a sedativi, in un ciclo perverso dove la struttura si espande e giustifica nella società creandosi gli assistiti, assorbe denaro pubblico in proporzione ed utilizza quest’accumulo di potere economico ed elettorale per ottenere protezioni politiche, mediatiche e giudiziarie. E per costruire attraverso di esse un meccanismo sociale di repressione delle critiche. Meccanismo di repressione attivato soprattutto dalla malpractice di una corrente della psichiatria quella per l’appunto tavistockiana che è oggi sempre più all’ordine del giorno.
Considerando l’ambito in cui si muove la psichiatria oggi, tra gli estremi cioè del “sequestro di persona” e dell’”abbandono d’incapace”, si possono considerare sinteticamente le seguenti possibilità:
1. Abusi nelle procedure di ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) e TSO ( Trattamento sanitario obbligatorio, che ora è stato proposto di portare alla durata massima di un anno), manipolando le imprecise garanzie di legge in senso restrittivo della libertà del paziente;
2. effetti negativi da trattamento (farmaci fuori indicazione o somministrati in modo negligente e inesperto, o addirittura avventato, con gravi effetti collaterali duraturi prodotti);
3. omissione nel controllo sociale (aggressività e violenza nei confronti di terzi o degli stessi pazienti);
4. autolesività e suicidio non impediti da assistenza adeguata.
Nel concreto politico italiano è accaduto inoltre che l’ideologizzazione iniziale a sinistra della riforma psichiatrica, nei climi estremizzanti degli anni Sessanta e Settanta, le abbia scatenato contro le ostilità della destra. Generando a tutt’oggi diatribe irresponsabili fra una sinistra che santifica il sistema rifiutando di ammetterne i troppi difetti, ed una destra che lo demonizza rifiutando di ammetterne certi, anche se pochi, successi. E praticando così ambedue uno sfruttamento politico rispettivamente dei voti dei beneficati e delle vittime, che a livello reale delle persone in difficoltà danneggia tutti senza risolvere nulla. Occorre quindi ritornare direttamente all’essenza del problema, che rimane quella fondamentale del rispetto dei diritti umani.
A Trieste, un noto civilista veneziano Paolo Cendon, crea nel 2004 la figura dell’”amministratore di sostegno”, un nuova professione molto amata dai giovani avvocati in crisi di lavoro, i quali creano una sorta di predazione giudiziaria dei diritti umani e di sostanziale riduzione in schiavitù dei loro stessi assistiti con l’erosione dei beni e della famiglia a beneficio di terzi, entro una trappola psichiatrico-giudiziaria cui è difficilissimo sfuggire. Al punto che, da quello che mi è stato riferito, anche le proteste di parenti venivano paralizzate sottoponendoli allo stesso genere di interdizione impropria.
E che dire dei quasi cinquantamila minori in tutta Italia inseriti in ‘comunità‘ o ‘casa-famiglia’ che non rispecchiano assolutamente la realtà del problema della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza; tanto più che, per la stragrande maggioranza, gli allontanamenti non sono motivati su fatti certi, ma su impressioni relative al carattere ed alla ‘adeguatezza’ (termine quanto mai vuoto) delle persone nello svolgimento dei compiti familiari quotidiani ed in ragione delle difficoltà economiche delle famiglie, in realtà risolvibili mediante la concreta applicazione dei diritti sociali costituzionalmente garantiti (ma effettivamente negati da quelle stesse istituzioni pubbliche e para-amministrative che, in alternativa, perseguono il metodo della sottrazione dei minori dai contesti arbitrariamente qualificati come ‘inadeguati’). Si determinano così l’arbitrio e l’incertezza dei criteri di decisione, utili non soltanto a fini di autoritario controllo sociale (e qui emerge in tutta la sua essenza il progetto Tavistock), ma anche ad alimentare la circolazione di somme di denaro pubblico per circa due miliardi di euro ogni anno, che tiene vivo il mercato degli affidamenti e insieme ad ingenti esborsi di denaro privato quello delle adozioni. Bisogna anche sottolineare che tra le tante case famiglie ” tra le strutture private adibite alla ricezione di minorenni ve ne sono molte malfunzionanti o addirittura ‘infernali (il Forteto è un esempio), altre (molto poche) sono gestite con cura e scrupolo.
Ha ragione il giudice tutelare Francesco Morcavallo quando dice che c’è un mercato dei bambini legalizzato dallo Stato e da questa classe politica. Ma il fine di tutto ciò? Semplice creare bambini con delle “menti alveare”. Quando il bambino viene tolto ai genitori per essere immerso all’interno di una comunità si crea un disturbo della coscienza caratterizzato da una riduzione della consapevolezza di sé e del rapporto con la realtà esterna sulla base delle coordinate spazio-temporali e delle relazioni interpersonali. Il tutto crea DISORIENTAMENTO e DISORGANIZZAZIONE. Per un bambino in tenera età provare la sensazione del DISORIENTAMENTO è l’anticamera degli stati psicotici acuti che possono manifestarsi con sintomi tipo stati febbrili, processi infettivi, intossicazioni e momenti di acuta tensione emotiva. Questi cinquantamila bambini fra 15 anni chi saranno? Che cosa faranno? Mi sembra chiaro, diventeranno degli adulti più facilmente manipolabili dall’elite che ci governerà e tra questi ci sarà magari quella percentuale che sarà costretta a subire, previa selezione, progetti sul CONTROLLO MENTALE più cruenti e criminali legati a quella psichiatria deviata occulta che ha piantato le sue radici a Wellington House in Londra.
Tutti noi pensiamo di essere autonomi nel nostro pensiero e di esprimere in ogni momento una nostra opinione ma invece si tratta soltanto di un pensiero che qualcun’altro ci ha inculcato a livello conscio o subconscio.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO non è la creazione dei “Candidati Manciuriani” per perpetrare degli assassini e compiere la volontà dei propri programmatori.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO vuol dire manipolare la popolazione affinché creda alla versione ufficiale; la mafia ha ucciso Falcone e Borsellino, Melania Rea è stata uccisa da Salvatore Parolisi perché aveva scoperto una relazione clandestina tra una soldatessa e suo marito, il mostro di Firenze è Pietro Pacciani e i Compagni di Merende, Anna Maria Franzoni è l’assassina del piccolo Samuele, Rosa e Olindo gli assassini sterminatori di Erba ecc. ecc. ecc.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO è fare in modo che noi pensiamo ciò che il potere vuole che pensiamo, dettandoci così anche i nostri comportamenti. I “giornalisti” e altre persone nell’ambito dei mezzi di comunicazione di massa sono dei lavatori di cervelli, ma la maggior parte di essi forse neppure lo sa. Riportando una falsa versione degli eventi, costoro portano le persone a pensare in modo tale da assecondare la struttura del potere.
Il percorso dal LAVAGGIO DEL CERVELLO al CONTROLLO MENTALE è breve.
Attard Marco

giovedì 27 settembre 2018

Taranto. La vendita dell'ILVA è un grave errore, come lo fu precedentemente la sua privatizzazione


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La vendita dell'ILVA ad ArcelorMittal, la cessione di un altro grosso pezzo di economia italiana, è un grave errore

La storia dell'ILVA rientra nella speranzosa e dolorosa storia dell'industrializzazione del Mezzogiorno, il cui primo fondamentale tassello fu la Cassa del Mezzogiorno fondata nel 1950 e che aveva compiti molto ampi (collegamenti stradali, acquedotti, reti elettriche, scuole, ospedali) che in buona parte adempì; mentre i grandi complessi industriali furono soprattutto la Montedison di Brindisi del 1962 e l'Italsider di Taranto del 1965, privatizzata poi nell'83, acquisita dai Riva con l'originario nome di ILVA di Taranto, che divenne il più grande impianto siderurgico d'Europa.

La privatizzazione è il primo grosso errore, dato il forte impatto sociale e i complessi problemi che lo stabilimento presentava.
Il secondo è la vendita ad ArcelorMittal, che si è conclusa il 6 settembre scorso, cioè ad un'impresa straniera. Un errore ancora più grave:
  1. perché è la perdita per la nostra comunità di capitale, di lavoro, di profitto; nella misura della più grande acciaieria d'Europa; la nazione s'impoverisce.
  2. perché il proprietario straniero l'assume nel complesso dei suoi interessi: può perciò ridurla, può sopprimerla; come già è avvenuto altre volte.
  3. perché qui v'è un delicato problema ambientale, difficile da gestire, oltre che da controllare.
Il Governo continua con questo sciagurato metodo, oltre che delle privatizzazioni, delle vendite all'estero. Veda un po' cosa fanno le altre maggiori nazioni europee, cosa fa la Francia, la Germania; sempre pronte ad acquistare, non a vendere.

Cosa fanno invece questi Governi italiani, di destra, di sinistra, di centro e anche i Cinquestelle: tutti pronti ad impoverire la nazione.

Prof. Arrigo Colombo

domenica 23 settembre 2018

Qualità del tempo nell'Equinozio d'Autunno

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Il 23 settembre il Sole entra nel segno della Bilancia (Cane in Cina), le ore di luce equivalgono a quelle di buio e le forze contrapposte e complementari sono in perfetto equilibrio. E’ soltanto nei giorni degli equinozi che il Sole sorge e tramonta esattamente nei punti cardinali est e ovest. Al di là delle considerazioni tecniche, gli equinozi assumono significati profondi dal punto di vista esoterico, in quanto rappresentano dei momenti cruciali nei cicli di alternanza e interazione delle energie invisibili. Non per niente le culture antiche celebravano questi momenti con cerimonie e rituali appropriati, in sintonia con tali significati. L’Equinozio di Autunno è lo spartiacque tra le due fasi alternate di prevalenza della Luce o delle Tenebre.

Quando si comprende a fondo il significato dell’alternanza degli opposti non ci si sbilancia più in un senso o nell’altro, ma piuttosto si cerca di vivere ed agire in armonia con le fasi cicliche….

L’esagramma dell'I Ching  collegato a questo momento è "La Contemplazione", che in parte dà, cioè offre una vista sublime, in parte toglie, cioè contempla, vuole ottenere qualcosa con la contemplazione. Il nome cinese ha un duplice significato. Da un lato significa essere contemplato, dall’altro l’essere visto (come modello).

Il segno raffigura un sovrano che contempla verso l’alto la legge del cielo e verso il basso i costumi del popolo.

Con il suo buon governo è un sublime modello per le masse.

Il momento è il più sacro, è quello del supremo raccoglimento interiore.

Così nella natura si osserva una sacra solennità nel ritmo con cui tutti gli eventi naturali procedono.

La contemplazione del senso divino del divenire cosmico conferisce a colui che è chiamato a influire sugli uomini i mezzi per esercitare gli stessi effetti.

Per farlo, è necessario un raccoglimento interiore, quale lo produce la contemplazione religiosa in uomini grandi e saldi nella fede. Così essi scorgono le misteriose leggi divine della vita e le rendono operanti nella propria personalità grazie all’intensità del raccoglimento interiore, e la loro presenza emana un misterioso potere spirituale che agisce sugli uomini e li assoggetta senza che essi siano consapevoli del modo in cui ciò avviene...

Paolo D'Arpini


giovedì 20 settembre 2018

...era il 20 settembre... - Roma: "Ci siamo e ci resteremo!"

Roma, era il 20 settembre 1870,  ricordate?  E da allora ogni 20 settembre ricorre l’anniversario della presa di Roma, ovvero si festeggia la breccia di porta Pia attraverso la quale i “nostri” bersaglieri poterono penetrare in città. Il papa Pio IX aveva emesso una scomunica su chi avesse consentito l’accesso degli stranieri nella città eterna.. e siccome i militi piemontesi erano tutti ferventi cattolici e non si trovava nessuno disposto ad accollarsi la maledizione papale, l’ordine di aprire il fuoco e praticare la fessura fu impartito da un ufficiale ebreo, così le anime cristiane furono salve e il merito della presa di Roma restò ai giudei.

Questo fatto simbolico ancora “pesa” sull’unità d’Italia. Sono in molti a criticare quel 20 settembre 1870 che consegnò l’Italia intera ai Savoia. Una dinastia di poca qualità. Ma almeno, con la breccia di Porta Pia è finito questo strazio delle scomuniche papaline! Infatti il 20 settembre si celebra la caduta del potere temporale del papato (o meglio dire il suo ridimensionamento).

Accadde con l’entrata strombettante dei bersaglieri dalla breccia di Porta Pia. “Alla breccia di Porta Pia sono entrati i bersaglieri…” faceva il ritornello della canzoncina allegra che si cantava una volta nelle scuole il 20 settembre, ed io l’ho cantata. Oggi non si canta più comunque la data resta a segnare un momento cruciale della nostra storia patria e dell’affermazione (sia pur per un breve momento storico) dei valori della laicità dello stato: “..perché niun savio dell’avvenire – reo di verità discoperta – s’inginocchiasse a un prete..”. Diceva il poeta evidentemente riferendosi alla disavventura di Galileo Galilei, costretto a piegarsi dinnanzi al papa ed a rinnegare la verità dei fatti per salvarsi la pelle.

Parlando di eretici mi sovviene anche l’eretico per antonomasia, nato il 21 settembre del 1452, Gerolamo Savonarola il quale si scontrò con il papa Alessandro VI (il Borgia) e finì sul rogo… Per lui niente cerimonie di commemorazione anche se Gramsci così lo ricorda: “Chi lo ritiene uomo del medioevo non tiene conto della sua lotta al potere ecclesiastico che voleva rendere indipendente Firenze dal potere feudale della chiesa”.

La storia è solo un racconto. L’angolazione del giudizio sui fatti esaminati dipende solo dalla propensione emozionale a vedere le cose per come le sentiamo vere. Sappiamo però che la storia non è mai quella raccontata e nemmeno quella percepita con le budella.

La storia, anche nella migliore delle ipotesi, è un mosaico di piccoli particolari ed eventi disgiunti che solo all’analisi successiva appaiono consequenziali… ” è comunque fondamentale, assolutamente fondamentale, capire e conoscere i fatti. Non credo al relativismo, credo alla verità e la differenza di punti di vista, nella sua infinita varietà, può essere, tra l’altro, tra due errori, tra un errore ed una verità e tra due verità” (Luca Zolli)

Nella nostra vita abbiamo lo stimolo di rispondere adeguatamente alle occasioni più diverse che ci capitano e non possiamo dire che il filo conduttore sia la nostra volontà di ottenere i risultati che ci siamo prefissati… Succede quel che succede e poi noi esprimiamo il nostro parere: ho fatto questa cosa e mi piace, ho fatto quella cosa e non mi piace… In realtà nessuno fa nulla c’è solo un’intersecazione e commistione di forze diverse che agiscono attraverso di noi. Quel che resta sono i semplici fatti, non le ragioni o le intenzioni. Comunque tendiamo ad esaminare quei fatti con la nostra visione personale ed il nostro senso del giudizio.

La vita è tutta una meravigliosa sorpresa e voler stabilire il suo significato è semplice arroganza! Questa la mia opinione…

Paolo D’Arpini


martedì 18 settembre 2018

"Bogside Story" - Presentazione di Fulvio Grimaldi


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Il 20 settembre 2018 al nuovo cinema Aquila, Via l’Aquila 68 (Roma - Pigneto), alle ore 20, verrà presentato il film “Bogside story”. Verrà introdotto e commentato dal sottoscritto che nel film rappresenta una specie di filo rosso che unisce gli eventi del 31 gennaio 1972, “Bloody Sunday”, alla Derry e all’Irlanda del Nord non pacificata di oggi, anche alla mano degli splendidi murales con cui un trio di artisti di Derry , a volte riproducendo  le mie fotografie del massacro di civili manifestanti, compiuti dai parà di Sua Maestà, hanno fatto di Derry un’impressionante e affascinante galleria d’arte e di storia della lotta contro  l’occupazione britannica e la repressione unionista.
La”Domenica di Sangue”, che ha visto trucidare 14 cittadini inermi che manifestavano pacificamente per elementari diritti civili – casa, lavoro, sanità, ambiente, scuola, libertà d’espressione – da sempre negati alla popolazione autoctona repubblicana, è stata una vera svolta nella mia vita di giornalista e di essere umano grazie alla rappresentazione emblematica della ferocia  del potere, del cinismo, della capacità di uccidere innocenti e di avvolgere tutto questo nella nebbia della menzogna. Ne trassi l’occasione, essendo l’unico giornalista, insieme a un fotografo francese, riuscito a superare le barriere militari con cui il governo di Londra aveva tentato di bloccare ogni sguardo e ogni udito sulla strage programmata, per uno scoop internazionale che annichilì le versioni ufficiali.
dell’accaduto e ristabilì la verità, poi confermata da una serie di inchieste giudiziarie a cui le testimonianze mie e dei cittadini di Derry costrinsero il governo. Ritorno oggi in una Derry che non dimentica.

Il link porta a un trailer del film: https://www.comingsoon.it/film/bogside-story/54853/video/
Fulvio Grimaldi

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Bogside Story


Bogside Story è un film di genere documentario del 2017, diretto da Rocco Forte, Pietro Laino, con Fulvio Grimaldi e Tom Kelly. Uscita al cinema il 20 settembre 2018. Durata 75 minuti. Distribuito da Distribuzione Indipendente.
Poster


lunedì 17 settembre 2018

Sabra e Shatila... per non dimenticare


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Migliaia di donne e bambini barbaramente uccisi dai falangisti libanesi con la complicità di Israele che aveva lanciato la sua operazione “Pace in Galilea” invadendo, per la seconda volta, il Libano. Migliaia di palestinesi massacrati con coltelli, accette, pugnali, sventrati, sgozzati, decapitati, violentati. Un orrore senza fine, una carneficina tra le più barbare della storia recente.
Era il 16 settembre del 1982 quando le milizie cristiano-falangiste di Elie Hobeika entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila, alla periferia di Beirut. Il giorno prima l’esercito israeliano, guidato dal generale Arial Sharon, aveva chiuso ermeticamente i campi profughi e messo posti di osservazione e cecchini sui tetti degli edifici vicini.
Niente poteva entrare ed uscire senza che gli israeliani lo volessero. Niente poteva uscire: solo il puzzo dei cadaveri fatti a pezzi dai falangisti. Niente poteva uscire: solo l’odore acre della morte, dei corpi sventrati e dei cadaveri mutilati. Niente poteva entrare: solo i falangisti libanesi assetati di sangue e protetti e incitati dagli israeliani.
Ebbero gioco facile i carnefici: dinanzi a loro quasi solo donne, anziani e bambini. Pochi giorni prima, infatti, si era firmato un accordo per il quale i fedayin palestinesi avevano accettato di lasciare il Libano in cambio della garanzia di una protezione internazionale sulla popolazione palestinese rimasta. Ma la protezione non ci fu e il massacro ebbe inizio. Persone inermi, indifese e disarmate, sgozzate come animali.
Mai uno sterminio così atroce era stato compiuto sotto gli occhi di un “esercito democratico”; mai una tale barbarie era avvenuta sotto la regia di un paese democratico. È stato un crimine contro l’umanità, spietato e crudele come pochi nella storia recente. Era l’inevitabile conclusione dell’invasione israeliana del Libano iniziata tre mesi prima, il 6 giugno del 1982.
Quella guerra, orwellianamente chiamata “pace in Galilea”, fece 20.000 vittime e distrusse un intero paese.
Bombardamenti, bombe a grappolo e al fosforo, ridussero il Libano e la sua capitale ad un cumulo di macerie fumanti. Ed è nella periferia della capitale che Israele ordinò lo sterminio. È difficile fornire una cifra esatta delle persone massacrate: 1500 secondo la Croce Rossa internazionale, 3500 secondo gli enti filo palestinesi. Ma al di là del numero, questo orrendo massacro rimarrà per sempre impresso nella memoria per le atrocità e l’inaudita violenza.
Un massacro che sconvolse il mondo, che tolse il fiato, che lasciò sbigottiti. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 25 settembre 1982 condannò i massacri israeliani, ma gli Stati Uniti votarono contro.

Fernando Rossi

domenica 16 settembre 2018

Proposta a Enrico Mentana per edizione speciale di Bersaglio Mobile


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Caro Mentana (bis), non ho avuto la degnazione di una risposta da parte sua alla mia precedente lettera, con la quale le avevo chiesto – sottoponendo allo scopo ampia rassegna documentale – di prendere in esame, per una edizione speciale di Bersaglio Mobile, il tema della presunta (secondo taluni) infestazione sionistica criminale nella finanza internazionale

A nulla è valso il caloroso invito.

Ecco dunque la seconda parte della proposta per una edizione speciale di Bersaglio Mobile. Stavolta, in continuità con l’argomento della prima email, il tema proposto, ancor più conturbante, è quello del controllo, sempre su scala internazionale, sionista del mondo dei media e della comunicazione.

Apprezzando l’eventuale rinnovato silenzio da parte sua con la più logica interpretazione che meritano le mancate risposte – pressoché impossibile d’altronde rispondere dinanzi ad un così pesante e qualificato quadro di riscontri - la ringrazio comunque della (finta) disattenzione e porgo distinti saluti      


Nota Bene: non è ficcando nei telegiornali di tutte le testate, in tutte le edizioni, di tutti i giorni,
  • richiami all’olocausto (che mai nessuno, in vero, si è preoccupato di smentire nelle sue mostruosità),
  • ritorni a inverosimili negazionismi,
  • improbabili rigurgiti del fascismo, o peggio ancora del nazismo,
che si rende giustizia alla Verità.

Anzi, utilizzando queste cose, in assenza di risposte a questioni come quelle che ho sollevato con le mie email, il rischio che si corre è proprio quello di rendere legittimo il dubbio che certi finti allarmi (basati su fatti spesso risibili che non meriterebbero alcun tipo di cronaca, pena la loro esaltazione mediatica) siano funzionali proprio all’occultamento delle verità scomode e per questo indicibili.  
  
Adriano Colafrancesco

sabato 15 settembre 2018

...verso il robot sapiens... di Armando Guidoni

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Del movimento utilitaristico di creature meccaniche iniziarono ad occuparsene i cinesi migliaia di anni fa, infatti checché se ne pensi in occidente gli antichi cinesi sono stati precursori di parecchi aspetti scientifici e sociali, dall'uso del carbone sino alla polvere da sparo, dall'invenzione della carta moneta alla stampa, dalla medicina funzionale alla psicologia applicata, etc. Si può dire che anche la fantascienza nacque in Cina basti pensare alle mirabolanti avventure di Scimmiotto ne “Il viaggio in Occidente”, un essere magico nato dalla pietra e più duro dell'acciaio descritto con molta fantasia e similitudine da Wuch' Eng-En. In occidente il primo a pensare ad un robot umanizzato fu Eando Binder, autore di fantascienza, con il suo “Io robot”, che divenne una serie di grande successo. Lo stesso Isaac Asimov ne fu influenzato e seguendo il filone dell'umanizzazione dei robot o dei “robot positronici”, stabilì quelle che oggi sono ancora considerate valide, ovvero le tre leggi della robotica e, sulle loro contraddizioni e le loro apparenti falle, scrisse una serie di romanzi indimenticabili e intriganti (sotto molti aspetti) tutti sul tema che conduce all'interazione fra il genere umano e le sue “creature”.

Ma oggi la fantascienza è diventata scienza corrente, sempre più si parla di “intelligenza artificiale” e su questo argomento è uscito un libro dal titolo significativo “Verso il robot sapiens. Un approccio umanistico alla cibernetica” di Armando Guidoni.

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"All’interno del libro viene descritto l’itinerario che ha condotto un gruppo di ricerca dell’Enea di Frascati alla ideazione e concretizzazione di un sistema di controllo basato su un originale ‘modello cibernetico’ capace di governare le macchine all’interno di una propria autonomia”. L'autore lo presenta nella Sala Consiliare di Monte Compatri, il 22 settembre 2018, alle ore 10.45. Intervengono il sindaco Fabio D'Acuti, lo scrittore Aldo Onorati e lo scienziato Maurizio Gasparotto. La manifestazione, ad ingresso libero,  è curata dall'Associazione Controluce.


Paolo D'Arpini