lunedì 9 giugno 2025

"Difendere o dissanguare l'Europa!?"



All’Aia dal 24 al 26 giugno 2025 ci sarà il vertice Nato il cui obiettivo sarà chiedere ai Paesi membri di destinare tra il 3,5 e il 5% del Pil alla spesa militare, ossia si deciderà come e quanto i Paesi Nato dovranno investire nella promozione della Terza guerra mondiale. A preparare il vertice Nato, nelle ultime settimane si sono tenute imponenti esercitazioni tutte volte a preparare ulteriormente gli eserciti Nato a fronteggiare la Federazione Russa e in generale a quelli che gli analisti Nato definiscono “nuovi e sempre più plausibili scenari di guerra”.

È giunto il momento di farla finita con la casta di mercanti di morte che governa il Paese. È giunto il momento di far saltare i piani dei guerrafondai Usa-Nato e UE e dei sionisti israeliani. È giunto il momento di liberarci dal cancro rappresentato dai promotori della Terza guerra mondiale. Serve una vera e propria lotta di liberazione che deve partire da ogni territorio e convergere in un’unica mobilitazione generale a cui lavorare con pazienza, dedizione, alimentando la solidarietà, superando gli steccati del settarismo e della concorrenza e sviluppando sempre di più il coordinamento delle forze antimperialiste e pacifiste del nostro paese. È possibile farlo a partire dal prossimo 21 giugno a Roma, in cui serve impegnarsi per un’unica mobilitazione. C’è ancora tempo per accordarsi e impedire la frammentazione di una piazza che può raccogliere il crescente malcontento popolare e la voglia di ribellione e protesta per fermare la Terza guerra mondiale.

Facciamo del 21 giugno 2025 una giornata di mobilitazione nazionale unitaria contro la Nato,   i piani di riarmo europei e per fermare la Terza guerra mondiale:

– ore 10.00: ASSEMBLEA PUBBLICA “FERMARE LA TERZA GUERRA MONDIALE E CHI LA PROMUOVE!” – Sede UAAR, via Francesco Negri, 67/69 – Roma;

– dalle ore 14.00: tutti in piazza con lo spezzone del Coordinamento Nazionale No Nato!

Coordinamento Nazionale No Nato

Contatto mail – coordinamentonazionalenonato@proton.me






Preparativi NATO per  la   guerra: 

L’esercitazione Exercise Hedgehog 2025 si è da poco conclusa, iniziata il 5 maggio. Ha coinvolto undici nazioni Nato in Estonia: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia, Canada, Lettonia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Polonia e Portogallo. Ma non solo, perché erano presenti anche come figure di “osservatori” il Giappone e, soprattutto, l’Ucraina e Israele. I soldati impegnati nell’esercitazione sono stati 16 mila.

A 100 chilometri dal confine russo, in Finlandia, si è tenuta dal 1° al 31 maggio, con 6.500 militari coinvolti, l’operazione Norther Strike 125 dello stesso esercito finlandese insieme con quelli svedese e britannico, impegnati nell’uso di droni per la ricognizione, obici e sistemi di artiglieria a lungo raggio.

Defender 2025 è in corso dall’11 maggio e terminerà il 24 giugno. Si sta tenendo in Finlandia, Lettonia, Lituania, Norvegia e Svezia. Mobilitati 25 mila militari di ventinove nazioni. Di questa enorme esercitazione fa parte l’operazione Swift Response 2025 che riguarda solo la Lituania e 1.650 paracadutisti d’élite di Germania, Francia, Paesi Bassi e Italia: la Folgore ha partecipato a un lancio di massa dai velivoli C130 italiani il 16 maggio scorso. Si tratta di addestramento al combattimento su larga scala, più precisamente per essere pronti a “proiettare rapidamente la propria forza di ingresso in zona ostile senza preavviso”. A dimostrazione dell’impegno del governo Meloni per la buona riuscita dei colloqui di pace!

Queste sono soltanto le operazioni in corso più massicce e importanti della Nato, a cui si aggiunge l’esercitazione Immediate response 2025. Durerà fino ad oggi 9 giugno e ha coinvolto Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Grecia, Croazia, Bulgaria, Slovacchia, Albania, Macedonia del Nord e Montenegro, oltre a due Paesi non membri della Nato: Austria e Kosovo. Il teatro d’azione è stato la Grecia e il Mediterraneo dove la Nato ha simulato operazioni di guerra contro navi e sottomarini della Federazione Russa, in linea con quanto affermato a gennaio scorso dal segretario generale della Nato, Mark Rutte: “Abbiamo piani militari solidi, la prontezza delle nostre forze è aumentata, le esercitazioni militari sono più grandi e più frequenti. Tutto questo è essenziale, ma non è sufficiente per affrontare i pericoli che ci attendono nei prossimi quattro o cinque anni. Lo ripeto: per prevenire la guerra dobbiamo prepararci. È tempo di passare a una mentalità da tempo di guerra. Questo significa che dobbiamo rafforzare ulteriormente le nostre difese, investendo di più nella difesa e producendo maggiori e migliori capacità difensive”.

Tutto questo, mentre il regime di Kiev con l’appoggio informativo, militare e organizzativo dell’intelligence NATO attacca ben tre basi strategiche (nucleari) della Federazione Russa e compie due attentati terroristici contro infrastrutture civili alla vigilia dell’avvio delle trattative ad Istanbul.

Tutto questo mentre Germania, Francia, Regno Unito e USA decidono di stoppare le restrizioni sull’uso delle armi a lungo raggio a Kiev per poter colpire il territorio della Federazione Russa più in profondità, così come annunciato dal cancelliere tedesco Friedrich Merz il quale, insieme a tale dichiarazione, ha garantito una fornitura di missili a lungo raggio Taurus all’Ucraina.

A Mark Rutte e alle dichiarazioni di Merz fa eco il nostrano Ministro della Difesa Crosetto, che da buon rappresentante dell’industria militare presenta il piano di riarmo e guerra Made in Italy: una riserva che possa attingere anche a “personale privo di pregresse esperienze militari”, lo stanziamento di dieci miliardi di euro per raggiungere il 2% del Pil per la spesa militare nel più breve tempo possibile, il raddoppio della produzione di missili per il sistema Samp-T, a cui si aggiunge la “promozione della cultura della Difesa”, quindi più militari nelle scuole, nelle piazze, negli eventi pubblici e in vari altri contesti civili.

Secondo Crosetto "è necessario che l’Italia assuma un maggiore ruolo nelle decisioni sulle missioni all’estero smettendo di essere solo una troops contributing nation", insomma, per Crosetto l’Italia non deve solo eseguire gli ordini, deve anche decidere quali popoli bombardare. Una bella dimostrazione di sovranismo!



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