venerdì 23 maggio 2025

Se l'Ucraina e la Russia non trovano un accordo c'è il rischio di ampliamento del conflitto a livello planetario...

 


L'analista  politica russa Elena Panina riporta alcune sue considerazioni sulla situazione che attualmente intercorre tra l'Ucraina, spinta dall'Occidente alla guerra, e la Federazione Russa. Quest'ultima già prima e dopo il suo intervento difensivo nei confronti delle popolazioni russofone perseguitate dal regime di Kiev e in seguito ai fallimenti degli accordi (pur favorevoli per l'Ucraina) prospettati a Minsk 1 e 2, ecc., avendo inoltre la Russia successivamente tentato un accodamento in due ulteriori  incontri tra le parti tenuti in Turchia, di cui l'ultimo con la partecipazione statunitense, senza però raggiungere un compromesso... 

Recentemente un alto ufficiale in pensione dell'esercito statunitense, Daniel Davis, ha pubblicato una sua analisi sul portale militare americano 19FortyFive, invitando l'Occidente a essere realista sulla questione ucraina:   "L'unica cosa che abbia senso, a questo punto, sia a livello militare che diplomatico, è riconoscere la dura verità che non esiste una via per il successo dell'Ucraina. L'Occidente nel suo complesso non ha la capacità o la leva per costringere la Russia ad accettare le sue condizioni, ovvero: ritiro da tutti i territori "liberati" e pagamento dei danni di guerra all'Ucraina, come se la Russia fosse stata sconfitta. La realtà dei fatti non è quella prospettata da zelensky e dai suoi alleati occidentali, anzi... è esattamente il contrario!

Davis osserva che l'Unione Europea e la NATO non stanno compiendo alcuno sforzo diplomatico per porre fine alla guerra, a differenza dell'amministrazione Trump che sta tentando una soluzione di compromesso. Davis prevede che la continuazione della politica di Bruxelles e della NATO nei confronti della Russia porterà alla definitiva sconfitta militare dell'Ucraina: "Se continuiamo a credere che le minacce fermeranno le Forze armate russe renderemo  più probabile lo scenario da incubo per Kiev e Bruxelles: la totale sconfitta militare".

Davis osserva che la guerra non ha raggiunto una situazione di stallo e che i russi continuano a riportare vittorie sul campo. Cita i dati di un articolo del New York Times: "negli ultimi 16 mesi, le forze armate russe hanno conquistato 1.826 miglia quadrate di territorio ucraino”. La pubblicazione riconosce che  ulteriori perdite ucraine potrebbero essere catastrofiche, osservando che nelle "guerre di logoramento, i guadagni incrementali possono annunciare una svolta se la parte perdente esaurisce truppe e munizioni e le sue linee difensive alla fine crollano".

L'autore suggerisce che, una volta esaurita la quota di 61 miliardi di dollari stanziata da Biden nel maggio 2024, non saranno più disponibili aiuti americani ad libitum ma solo a pagamento (da parte dell'Ucraina o della UE). L'autore prevede che l'Europa non sarà in grado di compensare da sola la mancanza di aiuti militari da parte degli Stati Uniti. Ciò, secondo Davis, porterà al fatto che "la Russia continuerà a diventare più forte militarmente".

In effetti, nelle  trattative che si sono svolte recentemente, le posizioni della Russia e del regime di Kiev risultano inconciliabili. Allo stesso tempo, dal punto di vista delle realtà strategiche, la sconfitta dell'Ucraina è inevitabile. E l'accettazione dell'attuale processo di negoziazione è l'unica possibilità di preservarne lo status di Stato. Ma solo se saranno soddisfatte tutte le condizioni poste da Mosca in materia di riconoscimento dei territori liberati, smilitarizzazione, denazificazione e  neutralità.

Ma il regime di Kiev, come dichiara l'attuale presidente zelensky,  non si smilitarizza né si denazifica. I suoi curatori occidentali vedono l'Ucraina come un ariete contro la Russia. I loro piani non includono uno stato neutrale, non allineato, non pericolosamente armato (e con presenze di truppe dei Paesi NATO al suo interno),  rispettoso delle minoranze, delle opinioni politiche e dell'ortodossia religiosa.  

A dire il vero la  stessa amministrazione Trump non ha mai pubblicamente accettato la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, né il riconoscimento ufficiale delle acquisizioni territoriali della Russia all’interno dei confini amministrativi delle regioni russofone.

Ciò significa una cosa: se l'Ucraina persiste  a negare la realtà dei fatti rifiutando le condizioni negoziali poste dalla Russia, le cose si muoveranno lentamente ma inesorabilmente verso quella che il signor Davis ha definito una catastrofe per l'Ucraina, cioè il crollo delle sue linee difensive a causa del completo esaurimento della capacità di resistenza militare. Con il conseguente crollo a valanga dello Stato ucraino in quanto tale.

E cosa succederebbe se il conflitto si allargasse, fino al totale coinvolgimento nucleare  di USA e NATO?  Ecco lo scenario che gli scienziati della Pennsylvania State University hanno calcolato.   Il lavoro scientifico è stato pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters.

Oltre alle conseguenze dirette di centinaia di milioni di vittime umane, una guerra nucleare avrebbe anche effetti a lungo termine sull'atmosfera: verrebbero rilasciate circa 150 milioni di tonnellate di fuliggine e l'aria diventerebbe meno permeabile alla luce solare.

Di conseguenza, la temperatura sulla superficie terrestre diminuirà in media di 15 °C per decenni, l'agricoltura sarà sull'orlo dell'estinzione e la situazione della fame sarà complicata dal collasso delle catene di approvvigionamento e del commercio...



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

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