martedì 27 maggio 2025

Negli USA con che lingua parlano (e scrivono)?

 


I Pellerossa, abitanti originari dei territori successivamente occupati dagli sbandati europei, avevano capito benissimo che le parole e le promesse di pace pronunciate da quelli che oggi sono chiamati "statunitensi" erano pronunciate con "lingua biforcuta", ovvero che promettevano qualcosa per poi attuarne un'altra. Il nostro amico e collaboratore Giorgio Stern ha descritto molto bene, e  con parole veritiere e certificate, la tendenza alla menzogna ed alla doppiezza dei visi pallidi al comando... (Vedasi la mia recensione del suo libro:  http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/08/21/tribu-indiane-capitale-e-proletari-nella-storia-del-nord-america-di-giorgio-stern-recensione/).

Il lupo, che era visto come un simbolo di dignità, fedeltà e pulizia morale dagli indiani che credevano nel "Grande Spirito" (che tutto compenetra), è invece descritto da chi  ritiene di far parte del popolo "eletto", come "cattivo" ed etichettato come bestia che "perde il pelo ma non il vizio".  Ma meriterebbero questo appellativo gli stessi pronipoti dei conquistadores e desperados oggi a capo dell'accozzaglia americana, sia quella democratica che quella repubblicana, quella del sud e quella del nord.

Perché dico ciò?

Da diversi anni, da quando cioè, i nuovi "ingenui" da rapinare e distruggere, per rubare le loro ricchezze naturali, sono chiamati "russi" (poca differenza con i "musi rossi" del tempo che fu), usando il metodo prevaricatorio del  "Superior stabat lupus", preso a buona scusa per la  rapina, e lo vediamo oggi riproposto dal vertice del grande capo bianco e biondo (Trumb Donaldo) e le esternazioni aggiunte, con lingua biforcuta, dal suo scherano Keith Kellogg.


L'inviato speciale per Russia ed Ucraina ha infatti dichiarato al mondo che "gli Stati Uniti hanno ricevuto un memorandum da Kiev e ora si aspettano un documento simile da Mosca".


Kellogg cioè chiede alla Russia  le condizioni, chiamate "memorandum",  che  la Russia ha già  dichiarato di dritto e di rovescio  durante tutti gli  incontri con gli inviati di Trumb Donaldo e con le lunghe  telefonate   intercorse tra Putin e lo stesso Trumb (vedasi anche: https://eurofocus.adnkronos.com/politics/6-condizioni-russia-pace-ucraina-spiegazione/#google_vignette)

Ma Kellogg insiste con la sua richiesta di "memorandum" e dice che  il prossimo round di negoziati tra Ucraina e Russia dovrebbe, secondo lui, svolgersi a Ginevra. E non come recentemente  comunicato da Putin, e dal ministro turco Fidan, a Istanbul.

"La Russia deve essere costantemente messa sotto pressione -dice il Kellogg-  per convincerla a sedersi al tavolo delle trattative e decidere cosa vuole veramente. Quando Trump ha parlato con Putin di recente, i russi hanno detto che avrebbero presentato una sorta di memorandum, io lo chiamo "term sheet". Si tratta di una sorta di accordo di massima: come raggiungere la pace. Abbiamo già un documento del genere dall'Ucraina. Ora abbiamo bisogno di una risposta dalla Russia. Dopodiché, si potranno combinare e analizzare: cosa è accettabile e cosa non lo è, e come combinarli. Quando riceveremo questo memorandum dalla Russia, metteremo insieme entrambi i documenti e terremo un altro incontro. Crediamo che molto probabilmente si terrà a Ginevra. Volevamo tenerlo in Vaticano – ed era quasi tutto pronto – ma la Russia non ha voluto andarci. Quindi, per noi,  Ginevra è ora il luogo più probabile. E poi dovremo riunire tutti e tre i leader e giungere a un accordo concreto".

Ma come? Trumb Donaldo prima fa certe osservazioni amichevoli nei confronti di Putin e della Russia, con cui dice di voler riallacciare rapporti scambievolmente vantaggiosi, e subito dopo fa dire tutt'altro al suo "inviato speciale" Kellogg (lo stesso dei corn flakes). Allora è vero, come dicevano i "musi rossi", che i "visi pallidi (e biondi)" parlano  con lingua biforcuta?

Estensore: Paolo D'Arpini (detto anche Saul Arpino)


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