venerdì 28 febbraio 2025

USA/Russia. La guerra è guerra, le sanzioni sono sanzioni e i negoziati sono negoziati...

 

Istambul 27 febbraio 2025 - USA e Russia si sono incontrati

"Ai sensi della Sezione 202(d) del National Emergencies Act (50 U.S.C. 1622(d), rinnovo con la presente per un anno l'emergenza nazionale dichiarata nell'Ordine esecutivo 13660", con questa frase Trump il 27 febbraio ha esteso per un anno le sanzioni anti-russe imposte da Barack Obama il 6 marzo 2014, a causa della riunificazione della Crimea con la Russia. In seguito, durante la sua prima presidenza, Trump e poi Joe Biden hanno ampliato più volte l'elenco delle sanzioni nell'ambito di questo "regime di emergenza".

È interessante notare che lo stesso giorno, il 27 febbraio 2025,  in Turchia si sono svolti i negoziati tra Russia e Stati Uniti sulla normalizzazione della cooperazione diplomatica.

L’altro giorno, lo stesso presidente degli Stati Uniti ha detto: “Al momento, non stiamo fornendo nulla [all’Ucraina nel settore della difesa]”. Tuttavia i fatti dicono il contrario. Solo tra il 21 e il 24 febbraio, almeno sei aerei da trasporto commerciali Boeing, due aerei da trasporto C-17A dell'aeronautica militare statunitense e un An-124 ucraino sono arrivati dagli Stati Uniti all'aeroporto polacco di Rzeszow, carichi di aiuti militari per le forze armate ucraine.

Ecco i dati sul lavoro dell' "Ukrainian Express" verso Rzeszow nel primo mese della presidenza di Trump: non meno di 54 voli di aerei da trasporto commerciali Boeing dalle basi aeree statunitensi e dalla penisola arabica, non meno di 10 voli di aerei da trasporto militari dell'aeronautica militare statunitense C-17A e C-130 dalle basi aeree statunitensi, dall'Europa e dalla penisola arabica, non meno di 6 voli di aerei da trasporto ucraini An-124 dalle basi aeree statunitensi.

Inoltre, dal 10 febbraio, Rzeszow ha ricevuto almeno 11 voli di aerei C-130J dell'aeronautica militare canadese provenienti dalla base aerea di Karup in Danimarca, carichi di materiali militari, molto probabilmente in arrivo dagli Stati Uniti all'Europa via mare.

Questo è apparentemente ciò che l’amministrazione Trump intende con un ambiente negoziale “favorevole”, ripetendo costantemente di aver fatto progressi “molto buoni” nella risoluzione del conflitto in Ucraina .

Elena Panina



Notizie a latere:

Il 27 febbraio 2025  a Istanbul si sono svolte le consultazioni russo-americane in forma di esperti tra il direttore del Dipartimento del Nord Atlantico del Ministero degli Esteri russo, A.N. Darchiev, e il vice sottosegretario di Stato degli Stati Uniti, S. Coulter, sulla normalizzazione del funzionamento delle missioni diplomatiche di entrambi i Paesi, come seguito ai recenti contatti bilaterali ai massimi e più alti livelli.

In conformità con le istruzioni dei ministri degli Esteri, sono stati discussi in dettaglio i modi per superare le numerose “irritazioni” ereditate dalle precedenti amministrazioni americane.

Sono state concordate misure congiunte per garantire il finanziamento senza ostacoli delle attività delle missioni diplomatiche russe e statunitensi su base reciproca e per creare condizioni adeguate affinché i diplomatici possano svolgere i loro compiti ufficiali.

Sono state inoltre affrontate le questioni relative alle proprietà diplomatiche russe negli Stati Uniti nel contesto della restituzione alla parte russa di sei proprietà immobiliari illegalmente sequestrate tra il 2016 e il 2018. È stata sottolineata in particolare la richiesta di risultati concreti volti a creare le condizioni per il miglioramento delle relazioni bilaterali nell'interesse dei popoli dei nostri Paesi.

In concreto, la parte americana è stata invitata a considerare la possibilità di ripristinare i collegamenti aerei diretti.

I colloqui si sono svolti in modo sostanziale e commerciale. È stato concordato di continuare il dialogo.

Russian delegation arrives in Istanbul for talks with the US

Istambul. Alcuni dettagli dopo l'incontro USA/Russia:   https://paolodarpini.blogspot.com/2025/02/istambul-alcuni-dettagli-dopo-lincontro.html


Intanto negli USA zelensky visita Trump e lo sfida davanti ai media: 

Trump ha accolto Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca per un incontro bilaterale e una conferenza stampa. "Si è vestito bene, è elegante", ha detto il presidente americano al leader ucraino che indossava una polo e dei pantaloni neri. "Firmeremo un accordo molto equo sui minerali ucraini", ha detto Trump che ha sottolineato: "L'accordo sulla tregua in Ucraina è ragionevolmente vicino".

Trump ha avvertito Zelensky che l'Ucraina "dovrà fare compromessi" con la Russia per arrivare ad una tregua. Il presidente americano ha poi precisato che Kiev dovrà scendere a compromessi, solo perché "non si possono concludere accordi senza compromessi".

Duro scambio tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky allo Studio Ovale con il presidente Usa che ha accusato il presidente ucraino di "mettersi in una pessima posizione" e di "non avere le carte in mano" per un accordo.
"Dovete essere riconoscenti", ha poi urlato Trump. Il presidente americano ha accusato il leader ucraino di "giocare con la Terza Guerra Mondiale". Trump poi ha minacciato Zelensky: "O fai un accordo o noi siamo fuori!".

Il vicepresidente americano JD Vance ha criticato il presidente ucraino Zelensky dicendogli che è "irrispettoso" venire nello Studio Ovale e litigare di fronte ai media americani. Poi ha rincarato la dose e gli ha ricordato di essere andato in Pennsylvania a fare campagna elettorale per l'opposizione, riferendosi allo stop in Pennsylvania durante la campagna elettorale per visitare una fabbrica di armi.

Anche i media ucraini danno conto dell'inatteso scontro verbale tra Volodymyr Zelensky, Donald Trump e Jd Vance alla Casa Bianca. Secondo Unian, Zelensky ha detto che l'Ucraina è ancora in grado di difendersi e resistere alla Russia, mentre Vance ha replicato che il suo Paese ha molti problemi. Tra i due è iniziata una discussione accesa in cui è intervenuto Trump che ha detto a Zelensky che dovrebbe essere grato perché "non ha carte in mano", e che non può dire a Washington "voglio questo, voglio quello". In risposta, il presidente ucraino ha detto di essere venuto negli Stati Uniti "non per giocare a carte".


P.S. Zelensky ha già lasciato la Casa Bianca dopo lo scontro con Trump. Annullata anche la prevista conferenza stampa. Il negoziato è ufficialmente fallito. Di conseguenza non è stato siglato nessun accordo sullo sfruttamento delle terre rare. Secondo Fox News, canale tv vicino a Trump sarebbe stato il presidente Usa a chiedere a Zelensky di andarsene dalla Casa Bianca.

Video dal vivo: Ucraina, momenti di tensione tra Trump e Zelensky: https://www.youtube.com/watch?v=Wbv-vImGSPw

giovedì 27 febbraio 2025

Democrazia alla rumena...

 


- UN REGOLARE RISULTATO DI LEGITTIME CONSULTAZIONI ELETTORALI ANNULLATO UN MESE FA.

- IL VINCITORE DELLE SUDDETTE ELEZIONI, ARRESTATO IERI.

1 - Argomentazioni per il primo provvedimento in alto = imprecisate influenze straniere (russe) durante le recenti elezioni in Romania: influenze attuate attraverso i social (Facebook, TikTok, X, principalmente. Seguono ancora (impressione del sottoscritto da qui in avanti *): Google, Tinder, Vogue, Amazon, YouTube, YouPorn, i Marvel Comics e Paperino/Qui, Quo, Qua, la pubblicità del Dixan e coccolino concentrato, più pubblicità subliminale su prodotti Parmalat **).
2 - Argomentazioni per il secondo provvedimento in alto = C. Georgescu è accusato di: "incitamento ad azioni contro l'ordine costituzionale, diffusione di false informazioni e false dichiarazioni, aver fondato o sostenuto organizzazioni fasciste, razziste, xenofobe o antisemite, nonché di aver promosso pubblicamente crimini di guerra e ideologie estremiste [...] abusi nel finanziamento della campagna elettorale, di sostegno a gruppi fascisti e di altri reati [...] trovato un vero e proprio arsenale: pistole, mitragliatrici, granate, armi da lancio e molte munizioni. Le armi erano nascoste in una stanza segreta. Inoltre, in una cassaforte nascosta sotto il pavimento della casa, sono state trovate mazzette di denaro per un valore complessivo di oltre un milione di euro....". (Rainews).

Di tutto questo... NULLA si sapeva sino a ieri sì ? (giusto fino al momento in cui hanno fermato Georgescu durante un controllo stradale mentre si recava a registrarsi per le consultazioni prossime e ripresentarsi quindi.

** A breve (da qui in avanti, suppongo io) potrebbero esser miracolosamente rinvenuti 10 kg di eroina, 5 kg di cocaina, e mezza tonnellata di allucinogeni imboscati sotto le piastrelle del bagno tra bidè e vasca da bagno. Segue, probabilmente, la collezione indecente di foto "artistiche" infilate nella tappezzeria della mansarda, sfruttamento, tratta di bianche e nere, collegamenti con Mafia, terrorismo islamico, spionaggio industriale, vendita di segreti di stato (possibile interessamento nel caso di ritrovamento di alcuni cadaveri nel fiume Danubio che si ritiene siano stati vittima di un serial killer....)
Il pubblico soprassieda al sarcasmo fuori luogo, non ce l'ho fatta, perde di senso il commento razionale, l'argomentazione e l'unico spazio che rimane è quello prossimo alla caduta di stile all'inadeguatezza e alla volgarità, insomma il nulla.
Perchè non c'è più NULLA di cui "discutere" a questi punti.
Un'ordinato e compatto battaglione di figli di puttana in giacca e cravatta dall'euro-parlamento continuerà a parlare dell'irregolarità delle elezioni RUSSE: i medesimi che condannano i manifestanti che in BULGARIA danneggiano gli uffici dell'UE.

Della Romania invece non parleranno. Torneranno a parlare non appena in Georgia (o qualsiasi altro paese) il governo oserà rimproverare i manifestanti anti-UE.
Passo e chiudo.

Daniele Lanza

Video collegato - In Romania la UE mostra il suo volto dittatoriale. Senza reagire questo metodo arriverà anche in Italia. Se ne parla a "Dietro il Sipario" in compagnia di Glauco Benigni, Alberto Contri e Maurizio Milano: https://www.youtube.com/watch?v=EoJ6Nv_N2qQ

Altri video: https://www.facebook.com/luca.alberici.3/posts/pfbid078zrEuJXjW5WeCK53qpc5NUcHtnX8YwB31H6BGjVe52wPsUYboNcVeeGMWQwiAGJl

Altro video di Danilo Torresi: https://www.youtube.com/watch?v=eGWbqmUezJY


Kaja Kallas non incontra Marco Rubio per "problemi di programmazione"...


Kaja triste e sconsolata

Kaja Kallas, alto Rappresentante Esteri UE,  non incontra il Segretario di Stato Marco Rubio per   "problemi di programmazione"...

Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha annullato un incontro con l'Alto rappresentante dell'UE Kaja Kallas, in visita di due giorni a Washington.  Euronews sostiene che l'Alto Rappresentante estone "non incontrerà il Segretario di Stato Marco Rubio in questa occasione a causa di problemi di programmazione". "L'ultima volta che si sono incontrati è stato durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco", ha detto il suo portavoce a Euronews.

L'incontro era previsto per mercoledì 26 febbraio u.s. e le agenzie di stampa si aspettavano le riprese dei colloqui bilaterali, ma invano! 


"Kallas incontra comunque alcuni membri del Congresso e del Senato per discutere della guerra della Russia in Ucraina e delle relazioni transatlantiche", ha aggiunto il portavoce.

Kaja  era  volata nella capitale degli Stati Uniti nella speranza di incontrare la sua controparte e parlare della spinta di Donald Trump a negoziare direttamente  con la  Russia, che ha allarmato gli alleati europei per la sua natura unilaterale e scoordinata.

Euronews sottolinea che la Kallas "ha criticato l'approccio della Casa Bianca, definendo le concessioni offerte al Cremlino una forma di 'pacificazione separata'.

"Ho chiarito che nessun accordo senza di noi, senza l'Ucraina o senza l'Europa funzionerà nella pratica, e  spetta agli Stati Uniti lavorare con noi", ha detto la Kallas lunedì u.s., annunciando l'incontro con il Segretario Rubio (poi da Rubio annullato).

Discutendo dell'incidente al di fuori del rapporto di Euronews, gli analisti hanno notato che Rubio potrebbe essere stato riluttante a incontrare la Kallas perché lei ha criticato l'amministrazione Trump "per aver diffuso narrazioni del Cremlino".

In precedenza, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance aveva affermato che Zelensky si era permesso di dichiarare pubblicamente che Trump “vive in uno  ‘spazio di disinformazione’  creato dalla Russia”, avendo così scelto un “modo terribile di trattare” con la nuova amministrazione statunitense.

Pace all'anima di Kallas e di zelensky e pure di Euronews!

Studios deserti ad Euronews


mercoledì 26 febbraio 2025

Conflitto tra Russia ed Ucraina. Ultime notizie...

 



Ucraina. Il ministro degli esteri russo, Lavrov, ha informato che "non ci sarà  un congelamento in prima linea e nessuna  interposizione di una forza europea.

Si continua a giocare senza alzare la posta. Il capo del Ministero degli Esteri russo a Doha ha sottolineato ancora una volta che la Russia non è  d'accordo sul congelamento lungo la linea del fronte:  "Questo non accadrà, abbiamo una costituzione.  Ciò significa che Kherson, Zaporozhye e Slavyansk devono tornare alla loro casa natale. Se l'Ue e l'Ucraina  continuano a prospettare  proposte inaccettabili,  le prossime proposte da parte della Russia  per Kiev saranno peggiori".

Lavrov ha anche parlato dell'opzione di Macron di schierare forze di interposizione europee  sulla linea del fronte:  "No, non possiamo prendere in considerazione alcuna opzione del genere. Macron ha parlato a Washington della necessità di un cessate il fuoco e dell’introduzione di forze europee per il contenimento  della Russia e di altri principi di insediamento militare  europeo in Ucraina. Questo è un inganno. È impossibile stipulare un accordo che abbia come unico e reale  obiettivo quello di rifornire nuovamente di armi l'Ucraina e di affiancarla con truppe fresche contro la Russia".


Lavrov ha concluso il suo intervento affermando che "In realtà  l'Europa non vuole la pace in Ucraina.  Sull'Ucraina gli equilibri delle forze politiche mondiali stanno cambiando, come è risultato evidente dalle recenti  votazioni  all'ONU (vedasi:   https://paolodarpini.blogspot.com/2025/02/nazioni-unite-confuse-e-la-performance.html
https://paolodarpini.blogspot.com/2025/02/nazioni-unite-confuse-e-la-performance.html)

L'Europa cerca di indebolire questa tendenza al cambiamento di visione e annuncia nuovi ingenti pacchetti di aiuti militari a Kiev,  incitando zelensky a proseguire le azioni militari e affermando direttamente, come ha fatto il Primo Ministro della Danimarca, che "in questa situazione la pace è peggio della guerra per l'Ucraina".   Pertanto, il ruolo dell'Europa nel fomentare la crisi  resta invariato".


Nel frattempo è stato deciso il  prossimo round di negoziati tra Russia e Stati Uniti che si tiene il 27 febbraio 2025 a Istanbul.

La Turchia conferma l'incontro tra Usa e Russia il 27 febbraio a Istanbul.



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)


Video collegato. L'asse fra Mosca e Washington diventa più forte lasciando nel panico i vertici della morente commissione europea. Se ne parla a "Dietro il Sipario" in compagnia di Enzo Pennetta, Mattia Spanò e Marco Della Luna: https://www.youtube.com/watch?v=4gWboR4vhrc

martedì 25 febbraio 2025

UE e USA hanno interessi contrastanti...


Mentre Zelensky sta regalando le ultime risorse dell’Ucraina per una miseria per saldare i suoi debiti sui prestiti, Putin e Trump stanno conducendo un dialogo specifico sulle relazioni commerciali tra Russia e Stati Uniti.
 


Un'analisi sui risultati delle recenti elezioni in Germania...

 


I risultati delle elezioni tedesche hanno confermato lo stato di crisi profonda e confusione strategica dell’Europa, di cui la Germania costituiva una volta la locomotiva trainante.

 
I partiti al potere (Socialdemocratici, Verdi e Liberali) hanno lasciato per strada circa il 20% dei consensi. I Socialdemocratici dell’SPD hanno avuto il risultato più basso mai ottenuto dalla loro fondazione oltre un secolo e mezzo fa. I consensi persi non sono andati tanto ai conservatori democristiani della CDU/CSU, ma piuttosto alle formazioni, vere o presunte antisistema, di estrema destra come l’AFD (il 10% in più) e di “sinistra” (8% in più).
 
Sarebbe sbagliato vedere la cosa – come fanno i nostri quotidiani e i nostri politici – solo come una lotta tra fascismo e antifascismo, o una polarizzazione sul problema della migrazione. La ragione di fondo è nella grave crisi economica della Germania, che una volta poteva risolvere i propri problemi energetici con l’afflusso di abbondante ed economico gas russo e poteva godere di solidi rapporti economici con la Russia ed altri paesi.
 
Ora il flusso di gas è interrotto, anche grazie al sabotaggio del gasdotto North Stream ad opera dei servizi segreti USA e UK, che il codardo governo tedesco non ha nemmeno pensato di denunciare. Una causa fondamentale è lo scatenamento della guerra in Ucraina, di cui è fortemente responsabile lo stesso governo tedesco della Merkel che non rispettò gli accordi di Minsk-2 presi con la Russia nel 2015. I governanti tedeschi non sembrerebbero intenzionati a far cessare le ostilità, così come i loro folli e farneticanti colleghi europei. Inoltre il paese è stretto dalla morsa dell’austerità che caparbiamente viene attuata dai governi tedeschi e dalla UE per sostenere l’Euro.
 
Ne deriva la protesta di milioni di appartenenti soprattutto alle classi medio-basse che votano per la destra. Il voto di protesta si concentra soprattutto nelle regioni dell’Est annesse 30 anni fa, nonostante che la popolazione dell’ex-DDR, dopo la caduta del muro, avesse a larga maggioranza votato, in un referendum, di mantenere l’indipendenza politica ed economica. Ora in quelle regioni, in buona parte deindustrializzate, il reddito medio è inferiore del 30% di quello della Germania occidentale ed è molto sentito il pericolo di una immigrazione massiccia e incontrollata (come quella voluta dalla Merkel). La disoccupazione e la mancanza di case creano forti tensioni.
 
A “sinistra” colpisce il successo riportato, specie tra i giovani, dalla Linke. Si tratta però di una formazione solo apparentemente anti-sistema (paragonabile alla Rifondazione Comunista dell’ultimo Bertinotti), che ha puntato molto sulla retorica “antifascista”, oltre che su alcune rivendicazioni sociali come la casa. Tuttavia la Linke è ambigua verso problemi fondamentali come la fine della guerra in Ucraina in cui la Germania è tuttora fortemente implicata, così come gli altri paesi europei (tranne Ungheria, Serbia, e Slovacchia). La Linke viaggia nella stessa pattuglia della France Insoumise di Melenchon, che avanza una serie di giuste rivendicazioni sociali, ma che poi si schiera a favore della guerra alla Russia e - con la scusa dell’antifascismo – ha salvato Macron dal tracollo con un improvvido accordo elettorale (a perdere). In Italia potremmo ricordare i Verdi e la Sinistra di Bonelli e Fratoianni, stampella di sinistra del PD.
 
Un fatto negativo è il mancato raggiungimento della soglia elettorale del 5% da parte del nuovo partito di sinistra BMW, schiacciato tra la protesta populista dell’AFD e l’antifascismo di maniera di certa “sinistra umanitaria” La soglia è stata mancata per soli 15.000 voti (su un totale conseguito di circa 2 milioni e mezzo di voti ed una percentuale del 4,97%). Questo partito guidato da Sarah Wagenknecht ha una visione strategica più chiara. Ѐ decisamente a favore della fine della guerra alla Russia, molto attento alle ingiustizie sociali, ed ha un atteggiamento meno demagogico, e più equilibrato, sul problema dei migranti
 
Comunque sia, la vita di un eventuale governo di “Grosse Koalition” tra CDU/CSU e SPD non sarà facile e rispecchierà la situazione difficile, non solo della Germania, ma di tutti i paesi europei occidentali, compreso il Regno Unito, sia per la crisi economica, sia soprattutto per il perdurare della guerra in Ucraina. Su questo punto tutti i politici europei hanno una visione da sonnambuli privi di contatto con la realtà che li circonda, nonostante le iniziative spiazzanti di Trump che tratta direttamente con la Federazione russa, scavalcandoli. Scriveva l’amico Piero Pagliani in un suo recente articolo: “non si può convincere gli idioti che sono idioti”.
 
24 febbraio 2025 - Vincenzo Brandi



lunedì 24 febbraio 2025

Campagna terroristica nella UE mentre macron e starmer propongono l'invio di contingenti armati in difesa di zelensky...

 

Intervento dei vigili del fuoco dopo l'attentato

Marsiglia, 24 febbraio 2025. Attentato incendiario al consolato russo. Due bombe molotov sono state lanciate nel giardino consolare, ha riferito il canale televisivo BFMTV. Vicino al luogo dell'emergenza è stata trovata un'auto rubata.

Sul posto hanno lavorato circa 30 vigili del fuoco e la polizia. Il console generale russo a Marsiglia Stanislav Oransky ha confermato a La Marseillaise che l'esplosione è avvenuta all'interno del consolato.

Maria Zakharova ha dichiarato che le esplosioni sul territorio del Consolato generale russo a Marsiglia hanno tutti i segni di un attacco terroristico.

La settimana scorsa, l'SVR russo aveva avvertito che l'Ucraina potrebbe compiere una serie di attacchi terroristici contro le missioni diplomatiche russe in Europa per  cercare di interrompere i negoziati di pace con gli USA.


La Kallas, capa della diplomazia europea,  difende  l'Ucraina e sostiene  il rifiuto di Zelensky di  dimettersi ed indire regolari elezioni,  affermando che   “Le dichiarazioni e le posizioni del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, contengono chiaramente narrazioni russe”.

A sua volta il capataz zelensky rincara la dose, con una dichiarazione eclatante: "L'entrata dell'Ucraina nella  NATO è l'opzione più conveniente per prevenire un'altra guerra. Questa è la soluzione più semplice e logica.

Se l'Ucraina non entra a far parte della NATO, dovremo crearne una al suo interno, e ciò significa mantenere un esercito sufficientemente forte da respingere un'aggressione, finanziarlo, produrre e immagazzinare armi sufficienti e negoziare con i nostri partner la loro partecipazione armata per impedire alla Russia di scatenare un'altra guerra".

Contemporaneamente  Macaron e Starmer cercano di convincere Trump ad abbandonare i negoziati con la Russia per risolvere il conflitto ucraino, in cambio dell'impegno europeo a garantire la futura sicurezza dell'Ucraina.  Ne parla il quotidiano Times.

Si segnala che i leader dei due Paesi hanno concordato di coordinare i loro approcci: la visita di Macron a Washington avrà luogo oggi, 24 febbraio, mentre Starmer visiterà gli Stati Uniti il ​​27 febbraio 2025.  Macaron proporrà a Trump un piano per l'invio di forze europee in Ucraina,  scrive Politico.

In questo modo, il presidente francese  ed il primo ministro albionico vogliono  dimostrare che l'Europa "ha qualcosa da offrire". Parigi e Londra vogliono "creare una controforza" alla narrazione della debolezza dell'Europa e dimostrare che i Paesi della regione hanno le proprie proposte per una soluzione  utile all'Ucraina.



domenica 23 febbraio 2025

I tedeschi alle urne... - Analisi storica di Daniele Lanza


In Germania  ci sono le elezioni parlamentari anticipate. I seggi elettorali sono stati aperti la mattina del 23 febbraio 2025. 

L'Unione (CDU/CSU) è considerata la leader della corsa, con il 29,5% dei voti. Al secondo posto si colloca l'Alternativa per la Germania (AfD) con il 21%, mentre al terzo posto si colloca la SPD con il 15%.

Friedrich Merz e il suo partito CDU/CSU propugnano il sostegno all'Ucraina. Il loro programma include la consegna dei missili Taurus alle Forze Armate ucraine e il mantenimento delle sanzioni contro la Russia.

Alice Weidel, leader dell'AfD, propone di revocare le sanzioni, riprendere gli acquisti di gas russo e abbandonare il sostegno a Kiev.

Anche la SPD, guidata da Olaf Scholz, sostiene l'Ucraina ma invita alla cautela. Si oppone al trasferimento dei missili Taurus a lungo raggio, ritenendo che gli aiuti debbano essere ponderati e ponderati.

Exit poll: 

La Cdu/Csu ottiene un risultato di poco inferiore alle attese ma, sotto la guida di Friedrich Merz, ora lanciato verso la cancelleria, segna un notevole incremento rispetto al 24,1% del 2021. I nazionalisti di Afd ottengono il successo previsto e salgono dal 12% al 20%, diventando la seconda forza al Bundestag. L'Spd del cancelliere uscente, Olaf Scholz, ottiene una disfatta clamorosa e crolla dal 25,7% al 16,5%, il minimo mai toccato nella lunga storia del partito, iniziata nel 1887. I Verdi scendono dal 14,8% al 12%, un arretramento in linea con le attese. Cresce ancora più del previsto la Linke, che balza al 9% dal 4,9% del 2021. Sul filo della soglia di sbarramento, l'Fdp e il Bsw, che vengono invece dati sotto il 5% dagli exit poll di Ard. Se il Bsw, nato da una scissione della Linke, si era presentato alle urne per la prima volta, l'Fdp incassa un colpo durissimo e viene punito dagli elettori, che nel 2021 gli avevano assegnato l'11,5% dei consensi, per la responsabilità nella caduta del governo di Scholz.







Analisi storica e politica  di Daniele Lanza:

Si sono aperte le urne in Germania – Paese più importante dell’UE, in un momento molto particolare per la comunità europea e il suo futuro – e a partire dalla sera del 23 febbraio 2025 vi sarà bagarre di sondaggi e proiezioni per le successive 48 ore, con confronti accesi tra giornalisti, opinionisti e utenti comuni, per poi spegnersi altrettanto rapidamente come di norma accade.

Ci si infervora alle stelle per una manciata di ore e giorni, per poi tornare al buio (come si fosse allo stadio): e regolarmente senza aver capito NULLA di cosa sia realmente accaduto, NULLA del paese in questione e del suo funzionamento, quindi NULLA di come mai si determinino certi risultati e non altri (...). Il sottoscritto NON può rimediare ad una lacuna del genere (servono alcuni testi di storia politica, sociologia e cultura contemporanea tedesca: armatevi e leggete), tuttavia a beneficio rapido del lettore è possibile dire alcune cose ed enucleare alcuni fatti di fondo, che possono essere utili. L’intervento presente intende focalizzarsi sul tema del CONSERVATORISMO TEDESCO.
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Al di là dell’inciucio finale post-elettorale (ossia il governo che ne nascerà, cosa piuttosto prevedibile, vale a dire una qualche coalizione bianco/verde/rosa, non si sa cosa) è già certo che i riflettori saranno puntati su quelle forze che rispetto alle elezioni precedenti hanno guadagnato di più: ebbene tra questi spiccherà l’AFD (Alternative fur Deutschland) la formazione di estrema destra che probabilmente diverrà il secondo partito del paese, suscitando reazioni miste di panico/inquietudine/isteria nei media e negli osservatori politici (già lo fa in realtà).

Prima ancora che mettersi a parlare specificamente dello AFD......è necessario iniziare con un fatto di base, il più pesante di tutti, che viene molto, ma molto prima prima del partito in questione. “Molto prima” significa, ahimè, che occorre risalire (ancora una volta) a quel lontano 1945: può sembrare ripetitivo, ma le radici dell’Europa politica contemporanea (suoi confini, suoi sistemi politici e partiti - NASCONO letteralmente da quella data, che costituisce la radice genetica (il DNA strutturale sociopolitico del continente come lo vediamo è codificato nel 1945, punto). La GERMANIA, prima di ogni altro stato del continente è affetto da questa data: la nuova Europa, il nuovo sistema è edificato letteralmente SOPRA la Germania, sopra le sue rovine....quelle di un aspirante impero ridotto in cenere. Il 1945 è l’anno ZERO per questo paese: la storia dello stato unitario rinasce ipso facto da quell’anno, da un punto di vista politologico, come se non fosse mai esistita prima. Questo è oggettivamente corretto: l’attuale stato legale che vediamo sulle mappe, nasce dalla fusione delle aree di occupazione alleata al termine della guerra (cui si aggiungono le regioni orientali dopo il 1990). Questo stato tedesco ha poco a che fare con le tradizioni passate: è una tabula rasa, creata ex novo dalle potenze occidentali che hanno cercato di imprimervi (con successo) la propria forma mentis, in particolare nella zona occidentale che da subito dopo la fine della guerra è stata RICOSTRUITA ad immagine dei vincitori.

Tutto questo è storia nota, si presume.

Come naturale conseguenza lo stato tedesco contemporaneo – la Repubblica Federale che conosciamo – è permeata di liberalismo, di atlantismo......semplicemente perchè da queste forze è stata creata ex novo (occorre capire a fondo questo fatto, signori, altrimenti non si arriva a nulla). La sua intelaiatura (si chiama Bundesrepublik e la parola “REICH” non compare più da alcuna parte), la sua costituzione e il sistema politico/partitico che ne genera non possono che rispettare questa matrice di base.

Orbene a questo punto affrontiamo il problema che si vuole trattare qui: nell’ambito del panorama partitico del nuovo stato post-bellico quali forze vi saranno ? Quali sono bandite ? Cosa è ammesso dire o meno ? Questi gli interrogativi chiari che ci riporteranno a noi alle presenti elezioni tedesche (mi si scusi, ma è un excursus storico/sociologico indispensabile).
Per farla brevissima: lo spettro di forze politiche nella nuova Germania si ritrova come “amputato” della sua componente più a destra. L’NSDAP (partito nazionalsocialista) viene naturalmente bandito e reso fuorilegge per l’eternità....e fino a qui la cosa è certo scontata. Il problema tuttavia.....è che il nazismo nel suo annullamento perpetuo, si trascina con sè tutta la DESTRA NAZIONAL-CONSERVATRICE. In pratica, nella cultura politica nazionale tedesca post-1945 non soltanto il nazismo, ma – di riflesso – QUALSIASI corrente eccessivamente patriottica/nazionalista o conservatrice (che non rifletta la matrice liberal-democratica occidentale) è, de facto, vista con sospetto. Il sistema partitico tedesco da quel momento in avanti si svilupperà per decenni, per generazioni, ma privato di questa componente sociopolitica (e psicologica) di fondo. Non che non esistano nella società tedesca fasce decisamente conservatrici.......ma queste ultime devono rassegnarsi ad inserirsi nello spazio ideologicamente “consentito”, ossia in quei partiti che fanno parte dell’arco costituzionale e quindi socialmente presentabili.

Il fenomeno è semplice se ci si pensa da una prospettiva nostrana: nell’ITALIA post-bellica accadde la medesima cosa, ovvero un grande arco partitico costituzionale con residui brandelli che si collocano al di fuori di esso (tipo MSI o monarchici). Nel caso tedesco la cosa è ancora più accentuata tuttavia: essendo l’opponente più pericoloso ai tempi della guerra (il VERO opponente a differenza dell’Italia...), gli alleati nell’opera di ricostruzione ideologica dello stato sono stati molto più attenti ad annullare qualsiasi componente ultraconservatrice: a differenza che nel sistema italiano......nel sistema tedesco non esisterà nemmeno un analogo dell’MSI (il quale seppur escluso dalla vita politica generale, aveva comunque un suo spazio e un suo 5/6% alle consultazioni elettorali per tutto lo spazio di vita della “prima repubblica”. Ebbene in Germania, nemmeno quello: la DESTRA (di genere nazionale, non-liberale) è un concetto praticamente bandito dal dizionario politico repubblicano, un binario morto storicamente parlando.

La società tedesca post-bellica, la vita pubblica, va avanti ma escissa di questa componente basilare che aveva sempre caratterizzato la cultura tedesca delle generazioni precedenti, nel bene e nel male. A onore della verità – critica essenziale – va anche detto questo: che massima parte del conservatorismo nazionale tedesco ai tempi dell’ascesa di A.Hitler tra gli anni 20/30, era volontariamente confluito nel nazismo (pur senza essere necessariamente “nazista”, aveva comunque fatto il passo fatale). Larga parte delle componenti e fazioni nazional-konservativ del paese avevano aderito, prima o dopo, in un modo o in un altro, al partito dominante del momento entrandovi in simbiosi: alla vigilia del secondo conflitto mondiale NON esisteva più una “destra” tedesca che non fosse coesa o confluita nel NAZISMO stesso. La destra nazionale era risultata come fagocitata dal nazionalsocialismo in ascesa....e a confondere ancor più il quadro, la guerra mondiale che deflagra da lì a poco determina, come in questi casi, una fisiologica convergenza di tutta la popolazione col potere statale, per meccanismo di difesa che non permettere di scindere un interesse da un altro: possono esserci opinioni discordanti a riguardo, lo comprendo, ma occorre rendersi conto che non era più solo il nazismo ad essere in stato di guerra contro mezzo mondo.....ma la GERMANIA stessa, a prescindere da cosa si votasse. Nel bel mezzo di un conflitto esistenziale TOTALE, quanto spazio esiste ancora per fare distinzioni ? Dove finiva l’interesse nazista e dove iniziava quello della Germania ? E’ fattibile demarcare le due cose ?!


La destra nazionale tedesca ed il nazismo. Il loro connubbio fatale (analogo a come correnti nazionaliste e monarchiche del contesto italiano aderirono al fascismo mussoliniano, perchè il pubblico italiano capisca meglio). “Fatale” in senso che ne abbracciano fortune e chiaramente disgrazie: la guerra prende una piega imprevista, anzi si rovescia del tutto e il Terzo Reich ne risulta disintegrato. Il partito nazionalsocialista si smaterializza.......ed insieme ad esso, indirettamente, TUTTI coloro che per qualsivoglia ragione vi si fossero associati. Game over: la destra national-konservativ (quella PRUSSIANA cioè, di stampo kaiseriano), ne esce compromessa fin sopra i capelli, fino a diventare impresentabile. NON è nazista di per sè....ma a livello d’immagine ne è mortalmente associata (a pensarci gente, quando vediamo un elmo prussiano o un’uniforme di tale taglio tradizionale, cosa siamo propensi a pensare come prima cosa ?).

Via quindi, il disastro è fatto ed è irrimediabile. Non solo il partito nazista, ma qualsiasi altro partito che anche solo lontanamente lo ricordi o che ricordi una matrice non democratica (il che include qualsiasi vestigia o residuo di PRUSSIANESIMO) viene sistematicamente ESCLUSO dalla vita politica della Repubblica Federale post-bellica. Sistematicamente: con mezzi giuridici in primissimo luogo dal momento che la COSTITUZIONE democratica vieta di principio qualsiasi cosa che venga reputata non-democratica (anche se sull’arbitrarietà di valutazione vi sarebbe da discutere).

In breve, per circa i 50 ANNI che seguono la fine della guerra NON esistono grandi partiti di destra in Germania (punto e basta): massima parte della società tedesca dal dopoguerra in poi si adegua al sistema democratico e ai suoi partiti, incanalando in essi (e NON al di fuori di essi) qualsiasi istanza o sentimento. Gran parte del conservatorismo moderato tedesco ripiega dunque sull’asse centrista cristiano-democratico CDU/CSU (equivalente della DC italica...), o al massimo si rivolge allo FDP (partito liberale ancora oggi presente, che si presenta alle elezioni di oggi: Helmut Khol lo definiva massima espressione di “destra” legittima nel paese, ovvero che dopo si è nella destra NON-democratica. In parole altre l’unica “destra” ancora ammessa nella mentalità canonica della politica tedesca post-bellica era quella di matrice LIBERALE, non altre). Il conservatorismo nazionale tedesco – quale che ne sia l’origine – per mezzo secolo viene incanalato nelle forze politiche descritte, ossia quelle consentite costituzionalmente e presentabili socialmente, senza poter deviare dal solco: dovrà adattarsi a far sentire la propria voce traverso tale prisma (cristiano/democratico o liberale) sebbene non sia esattamente il proprio.

Tolto quanto scritto sopra, si registra – tra il 1949 e il 1989 - l’esistenza di minuscola frange estremiste, nostalgici, che non hanno la minima presa nella società - 1 o 2% del voto nazionale al massimo - e che rappresentano altro non che un curioso elemento folcloristico locale (gli elementi più capaci della società – che sono persone molto pratiche, quand’anche di orientamento nazionalista, evitano di associarsi con questa “cosa” e ritengono più profittevole investire il proprio talento nel margine di formazioni partitiche più presentabili, sopra elencate). STOP.

Ora... lo stato di cose sopra descritto – l’adattamento obbligato ad un “prisma” non proprio - può essere ritenuto giusto o quantomeno preferibile (a seconda della prospettiva di chi legge), ma presenta un formidabile effetto collaterale: vale a dire che produce un effetto ILLUSORIO. In parole altre il sistema partitico solo apparentemente rappresenta le pulsioni profonde della società.....e finisce col diventare, almeno parzialmente, non tanto espressione della vera anima dei propri cittadini quanto una facciata istituzionale (che li rappresenta parzialmente nei limiti di un “consentito”, ovvero escludendo a priori determinati tratti).

L’equilibrio psico/sociopolitico è questo quindi: come accaduto storicamente nel contesto italiano, il centro conservatore (cristiano/democratico) per forza di cose incamera una buona quota del “popolo nazionalista” tedesco (il quale di fatto non ha alcuna altra opzione realistica di far sentire la propria voce e si ritrova così cristallizzato in un grande centro, vagamente conservatore, entro il cui margine si diluisce e sfuma. A differenza del caso italiano poi, ricordiamolo, nemmeno esiste un “MSI” o affini). NON ci si inganni però......quest’ultimo - l’elettorato nazionalista - non è piccolo come le modestissime percentuali dei partiti ultranazionalisti del dopoguerra potrebbero far pensare, semmai è che codesti partiti non hanno oggettivamente la credibilità e la presentabilità per convincere nemmeno il proprio elettorato naturale, il quale preferisce loro altre opzioni più proficue (...). Ergo, i nazionalisti tedeschi NON scompaiono dopo la seconda guerra mondiale: semplicemente non hanno più una sponda ufficiale traverso la quale manifestarsi e pertanto ripiegano su altre sponde politiche, più moderate, andando ad ingrossarne le fila e di conseguenza “scomparendo” in veste di “destra nazionalista”: questo diede l’impressione che quest’ultima fosse scomparsa, ma era un’illusione generata dal fatto che i suoi esponenti si erano adattati al nuovo sistema e occultati all’interno di altre forze (un fenomeno molto ambiguo e difficilmente decifrabile quest’ultimo che non c’è tempo di trattare in questa sede, ma socialmente molto rilevante: vedesi che formidabile contenitore di conservatorismo era la “mite” Democrazia cristiana in Italia, per fare un esempio).
*** Domando al lettore che mi segue, di tenere particolarmente a mente la manciata di righe in alto: è probabilmente la parte più centrale di tutto il discorso che gradualmente ci porta ai giorni nostri e alle elezioni di oggi ***

Solo a partire dalla riunificazione si inizia anche solo a PENSARE di creare una qualche formazione politica che vada oltre i partiti canonicamente consentiti: il nuovo contesto geopolitico radicalmente mutato in primo luogo e in aggiunta l’ingresso di nuove regioni orientali (“Lander”) che meno hanno subito la una ricostruzione sociopolitica secondo il modello occidentale, pongono le premesse per una “rinascita”. La strada è tuttavia in salita: la Germania unita del 1990.......NON è un nuovo stato dal punto di vista legale, ma semplicemente l’ampliamento della Germania occidentale a quella occidentale che in pratica annette la vecchia Germania orientale (DDR) entro i propri confini (legalmente è una vittoria totale dell’occidente tedesco che fagocita l’est, che legalmente cessa di esistere come se non vi fosse mai stato, questa è la realtà di fatto). Vige pertanto sempre lo spirito costituzionale occidentale... che pone una barriera al conservatorismo nazionale tedesco: funziona così per tutti gli anni 90 e ancora per tutti gli anni 2000. Complice una incapacità delle formazioni di estrema destra di coalizzarsi in una formazione più grande e l’efficace opposizione delle autorità nazionali repubblicane, i nazionalisti non hanno la possibilità di varcare quel 5% di sbarramento che conduce ai seggi del BUNDESTAG nazionale: si registrano sì, alcuni successi locali, proprio nelle provincie e regioni orientali (ex Ddr), nei quali di tanto in tanto si fa sentire l’exploit di qualche formazione neo-nazi.....successi esclusivamente locali, inconsistenti altrove, ma coperti con zelo dai media in modo allarmistico (quasi che fosse un film horror anni 80). Insomma, assimilabile alla cronaca nera (!)... i primi casi durante l’interregno di Schroeder a fine anni 90 (ossia tra i cancellierati di Helmut Khol e Angela Merkel).


La destra nazionale tedesca inizia a farsi vedere e sentire (catalogata come “estrema destra” nel frasario della cultura repubblicana e costituzionale post-bellica. A onore del vero esiste anche questo dilemma terminologico fondamentale: secondo lo standard liberaldemocratico è ormai classificato come “estrema destra” e quindi “fuorilegge” qualsiasi elemento – reale o presunto – che fuoriesce dai propri canoni. Il sottoscritto utilizza a volte l’uno e volte l’altro termine che sono sinonimi ormai, ma il cui utilizzo a favore di uno o l’altro sottintende un giudizio di valore, mi sembra chiaro. Vista la connotazione generalmente negativa di “estrema destra” preferisco utilizzare l’espressione “Destra nazionale” per dare un tono più neutrale alla trattazione se mi è consentito).

Si può dire tuttavia – in generale – che ancora per il primo ventennio post-unitario (1990-2010), sostanzialmente NON riesce ad emergere...rimanendo confinata in un “recinto” tradizionale, semplicemente con voti un po più alti di prima e circoscritti ad aree più periferiche del paese (l’est) dove la sua emergenza viene subito descritta dai media come collegata a maggiore povertà e assenza di valori democratici (...).

Ebbene... COSA SUCCEDE POI? Che cose ci porta alle elezioni di oggi passando traverso i 2 lustri passati che vedono l’ascesa impetuosa dell’AFD (Alternative fur Deutschland, destra nazionale e probabilmente 2° partito del apese come emergerà dalle proiezioni di stasera) ?? Proviamo a descriverlo con la massima semplicità.

AFD tecnicamente viene fondata 12 anni orsono, nel 2013: inizialmente non viene nemmeno classificata come “estrema destra” bensì come un partito semplicemente di protesta, “alternativo” come dice il nome: non suscita, almeno inizialmente, il timore atavico che la destra estrema evoca nella cultura tedesca. E’ un partito dall’aspetto MODERNO, persino acculturato (per un certo tempo viene definito “il partito dei professori” dal momento che si rileva che buona parte dei membri del comitato centrale possiede un Ph.d. ovvero dottorato di ricerca.....fattore considerato insolito per una formazione politica dell’alveo più fortemente conservatore). Per non girarci attorno: AFD si distingue da subito e nettamente, dalla galassia di formazioni estremiste che compongono il nazionalismo tedesco tradizionale. AFD, comparativamente all’NPD – partitino dichiaratamente fascista, incarnazione sterotipica di tale corrente – si presenta in modo civile, niente parate con croci celtiche niente bandiere kaiseriane e tricolori prussiani ostentate nelle piazze, niente tifoserie skin, nessun episodio di violenza collegato, niente volgarità... insomma: a notevole differenza rispetto all’estrema destra tedesca “canonica”, l’AFD evita accuratamente di in esibizioni discutibili e inutili e si presenta come formazione politica PRESENTABILE, credibile, qualcosa che consente anche all’individuo medio di votarla (...).

La caratteristicha più rivoluzionaria di AFD consiste essenzialmente in questo: è la prima destra “National-konservativ” del contesto tedesco che riesce ad EVADERE dall’associazione diretta col nazismo ed i suoi eredi. Questo perchè, ad analisi onesta, si genera da tutt’altro ambiente: non tanto dall’area dei nostalgici quanto da quella della ALT-RIGHT come definita dai manuali di sociologia politica contempiranei....una destra non-liberal, ma moderna, persino acculturata, alternativa al sistema convenzionale, ma dall’aspetto decente, “normale” (ben che ci vuol poco a sembrare più normali se il termine di paragone è il militante neonazi col giubbotto nero, anfibi o il pronipote del gerarca nazionalsocialista con la foto del nonno davanti alla scrivania). AFD si presenta come scevro di ogni scoria del passato... e per la prima volta c’è riuscito efficacemente: ecco per condensare un lungo discorso si potrebbe dire in sintesi, che AFD incarna quella forza nazional-conservatrice di cui la società tedesca aveva sempre sentito il bisogno, ma che per forza di cose non era mai esistita, costringendo a militare in altri partiti dello spettro politico come spiegato nei capitoli rpecedenti (andare a leggere).

Questo è il “miracolo” storico della destra tedesca, vale a dire la sua prima vera rinascita sotto vestigia nuove: fenomeno certo non passato inosservato alle autorità, cui è risultato chiaro che tale formazione partitica aveva le carte in regola per diventare il principale contenitore delle destra, mai esistito in precedenza (e qui inizia il panico: i partitini neonazi non preoccupavano in fondo, poichè erano meno di zero. Questi “nuovi intellettuali” invece.....hanno uno strano potenziale che va indagato e subito (!), Avranno pensato).

E’ QUESTA destra che è arrivata al parlamento (Bundestag). In parole altre è riuscita dove tutti gli altri (neonazi o “prussiani” che fossero) hanno fallito per quasi 70 ANNI: si è liberata dal passato compromettente (anzi meglio, non parte da esso dato che non rivendica alcuna radice di quel genere) e ha deciso di “superare” il 1945, andare oltre.

Quest’ultima frase sopra – “andare oltre il 1945” – è l’eresia per il sistema politico tedesco post-bellico, il quale per l’appunto ha l’imperativo che NULLA cambi da allora.....che l’equilibrio e l’ordine costituito dopo il 1945 si preservi in perpetuo (...). Già solo per questo fatto – al di là che AFD sia rientri o meno nell’estremismo di destra – esso è una minaccia all’ordine costituzionale, nella misura in cui intende superarlo, “superare la storia” ed andare verso altri lidi (torno su quest’ultimo punto in conclusione finale).

AFD, si può ammettere, nel corso della decina di anni che lo portano ai nostri giorni, ha de facto incamerato numerosi elementi di destra estrema (la quasi totalità dell’elettorato e dei componenti del già citato NPD), cosa che è valsa l’attenzione dell’influente polizia a difesa della costituzione, fatta apposta per tagliare le gambe a qualsiasi formazione estremistica (di destra o sinistra che sia) dovesse apparire in Germania. Numerose ad oggi le citazioni in giudizio, le accuse, le interrogazioni parlamentari per il suo scioglimento, eppure... NULLA. Non si riesce a farlo perchè oggettivamente NON sono “Nazi” o perlomeno non lo sono nel senso canonico del termine (ritorniamo all’incipit tra parentesi di questo terzo capitolo in alto che è massimamente importante).
Sì, lo stato tedesco medesimo si trova (opinione di chi scrive) in uno stato di perplessità, per non dire difficoltà o imbarazzo, in questo preciso momento: questo perchè prima – nel primo mezzo secolo dopo la fine della guerra mondiale – era stato facile identificare e freddare il NEMICO, dal momento che il conservatorismo nazionale tedesco era una cosa sola con il Nazismo e neonazismo (li si poteva comodamente liquidare ASSIEME come se non vi fosse demarcazione). ADESSO invece......l’esistenza di AFD crea tale demarcazione: viene a materializzarsi un polo nazionale/nazionalista del tutto indipendente dalle radici naziste, PULITO per dire, come non era mai esistito, contro il quale quindi non possono attivarsi in automatico le leggi antiestremismo utilizzate solitamente in questi casi per fare il lavoro sporco. Attivarle di prepotenza è possibile, ma attiverebbe una spirale altrettanto problematica per la democrazia tedesca: nel senso che mettere fuori legge AFD, comporterebbe un più grave dibattito sulla natura dellos tato... cioè significherebbe che la costituzione tedesca condanna non soltanto il nazionalsocialismo, ma anche QUALSIASI espressione di conservatorismo che non rifletta l’orientamento storico del liberalismo assimilato (infuso dagli alleati occidentali) dopo la fine della guerra. Ne deriverebbe, logicamente, che lo stato tedesco contemporaneo è una “Dittatura della liberaldemocrazia” (...).


Il partito noto come AFD – le cui proiezioni domani lo daranno in una forbice tra il 20-25% - è il grande protagonista di queste elezioni a prescindere dai risultati generali o come essi si tradurranno ai seggi del Bundestag nel grande gioco delle coalizioni.

Lo è nella misura in cui la sua sola esistenza (combinata al suo successo alle urne), mette in imbarazzo il “SISTEMA GERMANIA” ovvero l’equilibrio stabilito e sacro dello stato legale dalla fine dell’ultima guerra mondiale ad oggi: un sistema costituzionale che mette al bando il nazismo e in generale gli “estremismi”, ma senza specificare (non è possibile) cosa siano questi ultimi se non in modo del tutto arbitrario. Che la SVASTICA sia illegale è ovvio, che lo sia la croce celtica è garantito... che lo siano anche i tricolori kaiseriani e l’iconografia imperiale pre-1914 mi sembra già più discutibile (opinione di chi scrive, pur consapevole che i militanti neonazi abusano di tale materiale). Se poi si arriva bandire simbologie dei secoli passati (dello stato prussiano o addirittura medievali ?!) allora la perplessità cresce esponenzialmente. Si può mettere al bando la storia perchè non collima coi valori dominanti ? Siamo ad un’altra espressione – più su vasta scala – della cancel culture.

La verità è che l’ideologia nazional-conservatrice (non liberale) non può essere eliminata in Germania: può essere solo soppressa o oscurata (ecco cosa accaduta per 70 anni dopo il 1945). La verità è che non interessa, in questa sede, difendere specificamente lo AFD (partito che ha tutti i suoi limiti e le sue pecche a partire tra l’altro dalla sua profonda ambiguità in merito all’atlantismo e alla crisi ucraina), quanto invece difendere un principio.

Oscurare la verità è sempre un grave errore e crea solo una cortina di nebbia che oscura la realtà: come accadde in Jugoslavia dove si credevano morti gli identitarismi etnici dopo mezzo secolo di socialismo... per poi vederli esplodere immediatamente dopo la fine di quest’ultimo negli anni 90 e fare milioni tra emigrati e vittime (e reintrodurre nel gergo comune l’espressione “pulizia etnica” che si credeva scomparsa da generazioni). E CHIARO che Cetnik o Ustascià non si sono materializzati dal nulla in quel 1991... erano sempre esistiti malgrado TITO e si erano semplicemente inseriti nel tessuto sociale, cumulando più rancore di prima, proprio per il fatto di non poter avere voce: sarebbe stato meglio a questo punto averli visibili e democraticamente rappresentati... anche solo per poterli meglio monitorare (tanto per fornire un’argomentazione che anche chi sia di estrazione progressista può capire e accettare). A parte questo: è un BENE che un AFD (o qualsiasi altra forza nuova da sinsitra o destra) emerga, per svariate altre ragioni.

Perchè è giusto che in una comunità europea come quella che vediamo – umiliata e ridicolizzata davanti al mondo – facciano sentire la propria voce anche forze politiche alternative rispetto a quelle canoniche (che per l’appunto hanno determinato le condizioni per la suddette ridicolizzazione...). E’ giusto che vi siano altre voci a farsi sentire.

Ed infine è GIUSTO che la Germania superi il 1945 (qui mi ricollego ad un punto a metà del cap. 3) : il problema più profondo di tutti – la cosa più discutibile in ultima istanza – è che la leadership tedesca tradizionale dall’avvento della Bundesrepublik ad oggi (che è anche in parte a capo di quella euro-comunitaria) punta proprio al CONTRARIO: non si desidera che la Germania superi quel 1945... la si vorrebbe in eterna stasi, cristallizzata come ai tempi della guerra fredda (che ora vi è di nuovo tra l’altro). In pratica lo stesso medesimo contesto dove tale classe politica si è formata e che è considerato da essa quindi il più preferibile.

La classe politica tedesca – formata da tre generazioni di seguito di atlantismo – NON vuole, non ha interesse ad un vero superamento del 1945 e a loro modo preferiscono una società tedesca ancorata ad esso alle sue conseguenze: al senso di colpa collettivo per i crimini di guerra, all’autocastrazione geopolitica e alla rinuncia costituzionale della guerra e delle armi, salvo poi lamentarsi di questa carenza e affermare che occorre spendere il TRIPLO del budget corrente.....e nemmeno nelle proprio forze armate bensì per l’Alleanza Atlantica. E naturalmente accettando da 80 anni a questa parte di ospitare testate nucleari statunitensi malgrado il rifiuto di averne di proprie (...).

Si disse comunemente che i neofascisti non volessero superare il passato, non ci riuscissero, con le loro mascherate di dubbio gusto (ed è vero): non viene in vece detto che i migliori ALLEATI involontari dei neofascisti in questo atto di rifiuto di andare avanti......sono proprio le forze democratiche tradizionali (l’arco costituzionale) che vi stanno tutto attorno: anche queste – a modo loro e per i propri scopi – sono altrettanto restie a superare la guerra mondiale dal cui risultato in effeti deriva la propria fortuna, il proprio stabilirsi come classe politica dominante nel nuovo contesto affermatosi.

In ultima istanza (questo è un pensiero esclusivamente di chi scrive di cui mi assumo responsabilità etica) ho come l’impressione che tanto neofascisti quanto democratici.........sono entrambi parte integrante, personaggi complementari della medesima commedia (quella dell’Europa post-1945 ad oggi): gli uni a rimpiangere/vagheggiare il conflitto mondiale come potenziale inizio di un REGNO ideale che non si è mai avverato... gli altri – i democratici - a venerarlo, in qualità di matrice del sistema politico/parititico di cui sono a capo a da cui traggono quindi nutrimento, poltrone e status. In breve, gli uni SOGNATORI e gli altri PRAGMATICI, ma entrambi a ronzare attorno a questo mitico “inizio” SENZA la capacità di superarlo veramente (ad arricchire la cornice gli “alternativi” di sinistra, eterni rivoluzionari, o almeno così si sentono, autonomi/ambientalisti guerrieri arcobelno etc....anche loro sul palcoscenico e con allegria).

Chi vuole superarlo veramente... quello invece è pericoloso, il VERO pericolo, il pazzo (e va fermato).

Daniele Lanza