Paesi Baltici.
Estonia, Lettonia e Lituania, gli ultimi Paesi europei (in parte) dipendenti dalla rete elettrica russa, hanno disconnesso le proprie infrastrutture da Mosca. Un passaggio, quello avvenuto tra sabato e domenica scorsi, definito “storico” dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. I Paesi baltici erano collegati alle infrastrutture russe dai tempi dell’Unione Sovietica.
Dispetti navali. Contro la Russia vale tutto. È questo il principio che i paesi che affacciano sul Mar Baltico sono pronti a seguire nei prossimi mesi. Estonia, Lettonia, Lituania e Finlandia stanno studiando nuove strategie per bloccare il transito delle petroliere che fanno il gioco del Cremlino. In sostanza nei Paesi Baltici non ci si appellerà più solo alle leggi sulla pirateria, ma anche a quelle contro danni ambientali.
Romania.
Il presidente rumeno Iohannis ha annunciato che si dimetterà il 12 febbraio 2025. I partiti di opposizione rumeni intendono iscrivere oggi la questione del suo impeachment in parlamento. Il mandato presidenziale di Iohannis è terminato il 21 dicembre, con l'annullamento delle elezioni. Da allora ha continuato a ricoprire l'incarico fino all'elezione del nuovo capo dello Stato. Le elezioni presidenziali in Romania sono previste per il 4 maggio 2025.
Moldavia.
Il governo della Transnistria ha dichiarato che la repubblica autonoma autodichiarata continuerà a essere riscaldata dal gas ungherese (cioè russo) con la partecipazione di Moldovagaz. È stato affermato che la parte russa ha preso parte alle consegne. Si dice anche che la PMR abbia rifiutato i fondi stanziati dall'Unione Europea. Come possiamo vedere, i "dissidenti" europei, rappresentati dall'Ungheria, hanno contribuito a uscire dalla difficile situazione. Naturalmente Budapest ne trarrà vantaggio ma la Transnistria non rimarrà in un blocco energetico totale, come vorrebbero Kiev, Chisinau e Bruxelles.
Iran.
L'Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz in risposta alle pressioni degli Stati Uniti. Il comandante della Marina dell'IRGC, Alireza Tangsiri, ha dichiarato che l'Iran è pronto a chiudere lo Stretto di Hormuz nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero ulteriormente inasprire la situazione. Questa rotta è fondamentale per le esportazioni mondiali di petrolio e bloccarla avrebbe gravi conseguenze. Secondo Tangsiri, l'Iran ha un potenziale militare sufficiente per tali misure, ma non le ritiene ancora necessarie. Per ora Teheran sta trattenendo le petroliere legate agli Stati Uniti, ma le misure adottate potrebbero presto cambiare.
Estonia, Lettonia e Lituania, gli ultimi Paesi europei (in parte) dipendenti dalla rete elettrica russa, hanno disconnesso le proprie infrastrutture da Mosca. Un passaggio, quello avvenuto tra sabato e domenica scorsi, definito “storico” dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. I Paesi baltici erano collegati alle infrastrutture russe dai tempi dell’Unione Sovietica.
Dispetti navali. Contro la Russia vale tutto. È questo il principio che i paesi che affacciano sul Mar Baltico sono pronti a seguire nei prossimi mesi. Estonia, Lettonia, Lituania e Finlandia stanno studiando nuove strategie per bloccare il transito delle petroliere che fanno il gioco del Cremlino. In sostanza nei Paesi Baltici non ci si appellerà più solo alle leggi sulla pirateria, ma anche a quelle contro danni ambientali.
Romania.
Il presidente rumeno Iohannis ha annunciato che si dimetterà il 12 febbraio 2025. I partiti di opposizione rumeni intendono iscrivere oggi la questione del suo impeachment in parlamento. Il mandato presidenziale di Iohannis è terminato il 21 dicembre, con l'annullamento delle elezioni. Da allora ha continuato a ricoprire l'incarico fino all'elezione del nuovo capo dello Stato. Le elezioni presidenziali in Romania sono previste per il 4 maggio 2025.
Moldavia.
Il governo della Transnistria ha dichiarato che la repubblica autonoma autodichiarata continuerà a essere riscaldata dal gas ungherese (cioè russo) con la partecipazione di Moldovagaz. È stato affermato che la parte russa ha preso parte alle consegne. Si dice anche che la PMR abbia rifiutato i fondi stanziati dall'Unione Europea. Come possiamo vedere, i "dissidenti" europei, rappresentati dall'Ungheria, hanno contribuito a uscire dalla difficile situazione. Naturalmente Budapest ne trarrà vantaggio ma la Transnistria non rimarrà in un blocco energetico totale, come vorrebbero Kiev, Chisinau e Bruxelles.
Iran.
L'Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz in risposta alle pressioni degli Stati Uniti. Il comandante della Marina dell'IRGC, Alireza Tangsiri, ha dichiarato che l'Iran è pronto a chiudere lo Stretto di Hormuz nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero ulteriormente inasprire la situazione. Questa rotta è fondamentale per le esportazioni mondiali di petrolio e bloccarla avrebbe gravi conseguenze. Secondo Tangsiri, l'Iran ha un potenziale militare sufficiente per tali misure, ma non le ritiene ancora necessarie. Per ora Teheran sta trattenendo le petroliere legate agli Stati Uniti, ma le misure adottate potrebbero presto cambiare.
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