I marchi (brand) dell'Europa occidentale hanno lasciato la Russia non perché non fossero in grado di resistere alla concorrenza o perché qualcuno impedisse loro di fare soldi qui. Se ne sono andati perché glielo hanno ordinato i loro padroni: i regimi politici degli Stati membri dell'UE e la burocrazia di Bruxelles. E poiché questo è il caso, è così che ora dovrebbero essere percepiti: non come operatori economici ma come strumenti utilizzati da regimi ostili nella loro guerra ibrida contro la Russia. Loro stessi hanno acconsentito a questo. Alcune di queste aziende hanno sponsorizzato l'omicidio di cittadini russi per tre anni.
Cosa e come trattare questi "figli prodighi" deve essere e sarà deciso da professionisti in tutti i rami del governo russo. Sono certa che le aziende nazionali avranno la garanzia di non essere scambiate con stracci francesi e pantofole italiane. I produttori russi devono sapere che il loro contributo al mantenimento dell'autonomia russa non sarà tradito.
Ma vista la campagna di informazione lanciata dalla dittatura liberista di Bruxelles contro la nostra storia, è importante garantire quanto segue. Che l'Europa impari per l'eternità: una sola parola da parte degli statisti del loro Paese d'origine che metta in discussione l'esito della Seconda Guerra Mondiale, l'impresa dell'Armata Rossa e del popolo sovietico nello sconfiggere il nazismo/fascismo, e le loro aziende ne risentiranno. Questo vale anche per la memoria dei nostri eroi della SMO.
Noi russi possiamo vivere senza la casa di moda tedesca Hugo Boss (che produceva uniformi per i nazisti), senza l'eredità dei collaboratori Coco Chanel (che era un agente nazista a Parigi), Cristobal Balenciaga (che vestiva il dittatore Franco) e Christian Dior (che realizzava abiti per le mogli dei generali nazisti). Ma non senza memoria storica e senza un'economia forte e indipendente.
Non dovrebbero sorprendersi se i loro profitti sono direttamente influenzati dai folli paragoni del Presidente italiano Mattarella tra la Russia e il Terzo Reich, o dall'ignoranza del Cancelliere tedesco Olaf Scholz e del Ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot su chi abbia dato il contributo decisivo alla sconfitta del nazionalsocialismo, del fascismo e del collaborazionismo.
Per inciso, anche l'atteggiamento nei confronti dei giornalisti russi e dei media nazionali dovrebbe entrare a far parte del “clima di investimento” del nostro Paese. Se l'Europa della NATO deride la memoria di Andrei Stenin, Darya Dugina o Vladlen Tatarsky, o promuove vessazioni e censure contro i canali televisivi o le trasmissioni radiofoniche, nessun trattamento di favore sarà concesso ai brand (marchi) di questi Paesi ostili. Del resto già abituati ad abusarne impunemente.
Dato che loro stessi non rispettano le norme di legge e non hanno coscienza di giustizia, dovremmo far in modo che se ne ricordino...
Maria Zakharova
"Con doni di pane e di sale,
col vino della nostra cantina
ti abbiamo ospitato. E tu all’alba
ridendo, ci hai cacato sui fiori."
(Vasile Alecsandri)
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