sabato 30 dicembre 2023

Riflessioni sulla Notte senza Tempo del Circolo Vegetariano

 


Scriveva Paolo in occasione del Capodanno 2017 (a quell’epoca eravamo già insieme da alcuni anni): “Ricordo, quando questa tradizione, della Notte senza Tempo, lanciata dal Circolo vegetariano VV.TT., era ancora ai primordi, a quel tempo (metà degli anni '80) eravamo a Calcata, nella valle del Treja e sentivamo il bisogno di portare il messaggio dell’ecologia anche in forme ludiche, nelle ricorrenze festaiole ormai consolidate, com’è appunto il  Capodanno.

Così pensammo di organizzare  un capodanno alternativo, senza festoni né mortaretti, né brindisi, né cenoni, né luminarie… insomma una nottata all’insegna della riscoperta del nostro habitat e del tempo in cui ci si trova. E l’idea maturò in una esplorazione notturna del territorio, in qualsiasi condizione atmosferica, con la pioggia, la neve, il vento, il ghiaccio che scricchiola sotto i piedi, oppure con la luna piena, con il tepore di un focherello acceso nella notte, con le lacrime e la gioia per aver compreso il messaggio: “Siamo presenti!” 

Ma la Notte senza Tempo è anche uno scherzo, un imbroglio, un modo per attirare quelli che solitamente si fermano al guado, ma che vengono attirati dal messaggio di una nuova dimensione magica, aldilà della realtà virtuale e della società dei consumi. L’uomo ha bisogno ancora di magia di poesia di trasgressione. Ma non la trasgressione delle pasticche strizza cervelli, non la magia del mago Otelma e delle immagini new age, non lo scaricamento isterico della tensione e la finta condivisione di facebook, non lo stappamento di bottiglie di champagne ammuffite dalla consuetudine…

Ci vuole una vera magia, una vera trasgressione, una vera presenza, la presenza nella natura che ci è madre, che tutti ci accomuna, la consapevolezza di essere vivi.

Ricordo che anche la prima Notte senza tempo, da che eravamo insieme,  la trascorremmo separati. Non so se lui già sapesse che sarebbe stata l’ultima a Calcata, infatti l’indomani mattina, 1 gennaio 2010 partii da Spilamberto per andare da lui e con lui a Treia, la sua futura, di lì a pochi mesi, residenza.

Da allora di anni ne sono trascorsi parecchi, ricordo tante Notti senza Tempo trascorse a Spilamberto, a Piumazzo, a Guiglia e poi chissà dove (la memoria non assiste), con una cena frugale a casa nostra con la formula “ognuno porta qualcosa da condividere”, seguita dalla scrittura di biglietti con pensierini di buon auspicio per l’anno veniente, che venivano posti in un cestino in attesa di essere letti e di altri biglietti in cui confessare le nostre caratteristiche indesiderate, delle quali avremmo tentato, con tante buone intenzioni, di liberarci (chissà se qualcuno c’è mai riuscito?), una passeggiata nella Natura “con qualsiasi condizione meteorologica”, durante la quale o al ritorno della quale, si accendeva un fuocherello (e chi si azzerderebbe più, ormai?) nel quale, mentre lo osservavamo rapiti, avremmo bruciato i biglietti con i pensieri da lasciar andare. Intorno alla mezzanotte o poco dopo (di solito ce ne rendevamo conto senza guardare l’orologio, sentendo i botti, sempre demonizzati per il disturbo che creano agli animali domestici o selvatici e a coloro che fregandosene dell’inizio del nuovo anno, avrebbero voluto dormire) si rientrava in casa e si dava luogo alla lettura casuale dei biglietti di buon auspicio, seguita da un brindisi finale, baci e abbracci. Paolo tra sé e sé concludeva con un “ed anche per quest’anno l’abbiamo sfangata!”

La Notte  senza Tempo del 31 dicembre c’è ancora, il Tempo della Natura è sempre lo stesso e la Natura è sempre lì che aspetta chi la ama e la rispetta tanto da immergercisi, sia di notte che di giorno, col sole, col buio, col freddo e col caldo, con il sole e con la pioggia, col terreno secco, fangoso o pieno di neve.

Chissà se in questa o in un’altra vita, la potremo ripetere, assaporando quella magia, a Spilamberto, a Treia, chiunque e ovunque si sia, con la gioia di essere vivi, sotto lo stesso cielo e con i piedi sopra la stessa Terra.

Si avvicina la sera del 31 dicembre 2023. Io sono a Spilamberto e il mio compagno Paolo è a Treia. Negli ultimi anni, tra impedimenti vari, come la “pandemia” di Covid ed l’età che avanza, togliendo forze fisiche, stiamo rinunciando (ma in futuro, chissà?) a portare avanti la tradizione della “Notte senza Tempo”.

Caterina Regazzi



P.S. Mi piace terminare con una poesia di Rodari che ho riscoperto da poco e che mi pare sia delicatamente significativa per la situazione che stiamo vivendo, e che, pur festeggiando la Vita ed il Tempo che abbiamo a disposizione, non possiamo scordare.

"Qualcuno che la sa lunga

mi spieghi questo mistero:

il cielo è di tutti gli occhi

di ogni occhio è il cielo intero.

È mio, quando lo guardo.

È del vecchio, del bambino,

del re, dell’ortolano,

del poeta, dello spazzino.

Non c’è povero tanto povero

che non ne sia il padrone.

Il coniglio spaurito

ne ha quanto il leone.

Il cielo è di tutti gli occhi,

ed ogni occhio, se vuole,

si prende la luna intera,

le stelle comete, il sole.

Ogni occhio si prende ogni cosa

e non manca mai niente:

chi guarda il cielo per ultimo

non lo trova meno splendente.

Spiegatemi voi dunque,

in prosa od in versetti,

perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti."

(Gianni Rodari)


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.