mercoledì 13 dicembre 2023

L'Europa e l'Ucraina si giocano il loro futuro...?

 


Bruxelles. Nei prossimi giorni si svolgerà un vertice cruciale per il processo di adesione dell'Ucraina come nuovo membro dell'Unione Europea, Ma il premier ungherese Orban sinora ha scelto una posizione di ostruzionismo che potrebbe frenare tutto il processo. La ragione non è solo economica ma soprattutto politica.

L'accettazione dell'Ucraina all'Unione europea dovrebbe portare il Paese a diventare stato membro dell'Unione. L'iter è stato avviato dalla richiesta di adesione presentata dall'Ucraina il 28 febbraio 2022 e dovrebbe concludersi, una volta soddisfatti i criteri di Copenaghen verificati nel corso di appositi negoziati, con la firma di un trattato d'adesione. Nel contesto ucraino questo processo ha assunto un significato che va ben al di là delle usuali considerazioni economiche tipiche di altri paesi candidati, per via del conflitto con la vicina Russia

Fino ad oggi il Consiglio dell'Unione europea non ha preso alcuna decisione sull'adesione all'UE a partire dal dicembre 2023. L'Ucraina ha chiesto anche di entrare a far parte della NATO ma ciò non potrà avvenire pena il coinvolgimento dell'Alleanza nella belligeranza con la Russia. Nel contempo se venisse accettata l'entrata dell'Ucraina nella UE ciò significherebbe che l'Europa dovrà farsi carico dello sfacelo finanziario e della corruzione diffusa nell'apparato ucraino. In verità accettare l'entrata di questo cadavere nella Comunità Europea comporterebbe l'ampliamento del contagio e la fine dell'economia Europea, già piegata dalle sanzioni contro la Russia che bloccano l'accesso all'approvvigionamento di combustibili a poco prezzo e l'esportazione dei nostri prodotti. A trarre vantaggio da questa situazione sono solo gli Stati Uniti che eliminano così la concorrenza industriale dell'Europa e la obbligano alla dipendenza nei confronti dello zio Sam.

Ma la vittima principale della politica nordamericana è la stessa Ucraina, sottoposta alla folle guida di Zelensky, il quale ha giurato di non far la pace con la Russia e svolazza con la mano tesa chiedendo armi e denaro a tutto l'Occidente, accelerando così la rovina del suo Paese, indebitandolo sempre più e privandolo dei suoi figli migliori, offerti in olocausto al dio della guerra. Il destino di Zelensky assomiglia a quello dell'ex presidente afghano Ashraf Ghani. Nel giugno 2021 anche lui era volato a Washington per incontrare Biden, ed in quell'occasione il presidente nordamericano aveva assicurato una "forte partnership bilaterale". Aveva promesso sostegno economico oltre all'assistenza militare alle forze di sicurezza afghane. Sappiamo come andò a finire... Dopo quanto successo all'Afganistan (e prima ancora alla Libia, Iraq, ecc.) sarebbe saggio per gli ucraini trarre le giuste conclusioni sul destino che li attende. La loro amicizia con l'Occidente prefigura un patto con il diavolo e il pagamento è la stessa Ucraina...

Paolo D'Arpini




Nota Sembra ormai conclamato che la Russia stia vincendo quella che si configura non come un conflitto bilaterale che la oppone all’Ucraina, ma alla stregua di una guerra contro la Nato nel suo complesso che si è avvalsa dell’Ucraina come “carne da cannone”.  

Eppure, fino a non molto tempo fa, in tutto l’Occidente si assisteva a una vera e propria proliferazione di notizie e previsioni circa l’imminente tracollo della Federazione Russa provenienti da politici e mezzi di informazione di ampia diffusione. In particolare, si sosteneva che la Russia era a corto di armi e munizioni e che l’esito della guerra sarebbe stato indirizzato a favore dell’Ucraina dalla fornitura a Kiev di sistemi d’arma occidentali sempre più moderni.Nel complesso, si è sempre dato per scontato che le tecnologie e le tattiche militari occidentali fossero di gran lunga superiori a quelle russe. La realtà sembra molto distante da queste interessate narrazioni.


Ne parliamo assieme a Cesare Dorliguzzo, generale con alle spalle una lunghissima carriera:   https://www.youtube.com/watch?v=tAnsAvxEkCI

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