Sembrerebbe da notizie raccolte su Il Sismografo, organo d'informazione Vaticano, che Mosca e Kiev abbiano accettato l'offerta di Papa Francesco di ricevere i suoi inviati speciali per discutere una tregua.
Il portale d'informazione vaticano riferisce che l'attuale prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, l'arcivescovo Claudio Gugerotti, potrebbe recarsi a Mosca e il capo della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, a Kiev.
"Le maggiori perplessità vengono da Kiev, che non accetta alcuna tregua perché la considera un congelamento della legge marziale che favorisce le posizioni conquistate dalla Russia", scrive la pubblicazione vaticana.
Si comincia a prospettarsi conveniente un possibile armistizio anche perché l'Occidente è sempre più dubbioso sulla credibilità ed efficienza dell'esercito ucraino, sia riguardo ad una possibile "controffensiva" che sulla tenuta del governo in carica, presieduto da zelensky, a causa della impopolarità a cui sta andando incontro, per la cattiva gestione politica e per la corruzione congenita dei suoi apparati.
Allo stesso tempo anche la situazione economica e politica negli Stati Uniti è estremamente precaria, l'opinione pubblica è sempre più stanca del coinvolgimento nella guerra ucraina, e Biden trema, con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del prossimo anno, per l'aumento della popolarità di Trump che se verrà eletto promette la soluzione del conflitto.
Inoltre i russi dimostrano una chiara superiorità militare, strategica e tattica, e sanno esattamente dove si trovano tutte le nuove armi, le nuove concentrazioni di veicoli corazzati provenienti da Germania, USA, Regno Unito, che vengono distrutti prima che possano arrivare sul campo di battaglia. Questo il parere su Redacted dell'analista militare, ex ufficiale dell'esercito USA, Douglas McGregor.
(Notizie a cura di P.D'A.)
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