domenica 7 maggio 2023

Una informazione libera è ancora possibile?



Fino ad una ventina di anni fa, o forse più, esisteva almeno una limitata possibilità di libera informazione,    dovendo comunque rispettare delle norme imposte dal potere nazionale e sovranazionale- si potevano esprimere pareri e verità scomode. 

Io ne approfittai, nei limiti del possibile, se una notizia non entrava dalla porta principale poteva intrufolarsi dalla porta di servizio ed in qualche modo mostrare "l'altra faccia della luna"  (come si diceva allora). Certo esisteva già  il main-stream ma non era così capillare e uniforme. 

Le notizie che passavano attraverso internet, per via email, erano alquanto sciolte ed anche i primi blog alternativi facevano la loro parte. Persino nelle reti televisive si trovavano delle fessure che consentivano di far uscire qualche pesciolino libero. Talvolta di quelle scappatoie me ne servivo anch'io anche se ho già espresso in passato la mia opinione in merito alla televisione, che considero uno strumento per ipnotizzare la popolazione, visto che la sua funzione informatrice è già scaduta con l'inserimento della pubblicità e degli interessi politici, in forma massiccia, e conseguente asservimento ai vantaggi degli "sponsor" (questo non solo per i programmi cosiddetti di intrattenimento ma in generale per tutte le trasmissioni e notiziari).


La TV è  uno strumento di asservimento di per se stesso,  ma ormai anche in  internet, con l'avanzata dei social e dei media telematici,   è possibile solo raramnete una vera interazione fra lo spettatore/ricevente e l'intrattenitore/trasmittente. La censura si fa sempre più stringente e passano indisturbati solo cani e gatti, notizie porno soft o sul pallone.

Su internet -comunque-  possiamo ancora cercare di dialogare e ragionare, sia pure a ranghi ridotti con pochi amici,  ed in qualche modo si può sperare di avere un interlocutorio, esprimendo diverse opinioni, mentre la televisione esclude per sua natura tutto ciò.
Stante  la "passività" di ricezione "obbligatoria" del metodo televisivo,  utile ai "trasmettitori".  La TV garantisce la circuizione e l'asservimento degli spettatori alla informazione omologata, quella che consente al governo in carica, ad esempio, di governare l'Italia senza averne né l'intelligenza politica né le capacità amministrative... e che consente alla "cultura di mercato" di continuare ad indirizzare la popolazione verso gli acquisti di mercato... Insomma ad inebetire il pubblico.

Per quanto mi riguarda non ho mai posseduto un apparecchio televisivo e tante volte ho invitato gli amici a districarsi dai laccioli televisivi... rinunciando alla scatola magica...


Una volta un poveretto, che faceva il barbiere, ebbe la visita di uno spettro che gli promise un baule pieno d'oro se gli avesse venduto l'anima... Il poveretto accettò ed infatti ricevette il baule ma mancavano alcune monete per raggiungere l'orlo.. Preso dalla cupidigia il barbiere fece di tutto per ottenere le monete mancanti ma ogni volta che le infilava nel baule il livello restava sempre deficitario... Preso dalla foga e dalla cupidigia di vedere il baule pieno, cominciò anche ad uccidere i suoi clienti per derubarli dell'oro che a quel punto nella sua pazzia gli sembrava necessario a soddisfare la sua sete di ricchezza... Ovviamente non spese mai una lira del contenuto del baule ma continuò a perpetrare delitti su delitti solo per il desiderio di godere della vista del baule pieno... Che mai si riempì... ed ovviamente perse pure l'anima...

E così è per chi si è assuefatto alla televisione, ma ormai anche davanti al telefonino od al computer... che sta lì ore a smanettare sul vuoto per  assorbire bugie e idiozie e poi nei pochi lassi di tempo in cui ritorna a se stesso cerca persino di avvalorarne i messaggi, avendo assorbito le opinioni inculcate dal "Grande Fratello"... 

Ed infatti la morale e la civiltà sono scese a livelli inaccettabili in questa "società pseudo liberista" in cui tutto si può mostrare (che non sia artatamente definito spam o incitamento all'odio) meno che la realtà...

Paolo D'Arpini








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