15 maggio 2023. Come ogni anno, il popolo palestinese sparso in tutto il mondo celebra il 75° anniversario della Nakba Day , o catastrofe, riferendosi alla pulizia etnica della Palestina nel 1948 e alla dichiarazione dell’indipendenza israeliana del 14 maggio 1948.
La pulizia etnica. Tra 750.000 e 1 MILIONE di palestinesi indigeni costretti a lasciare le loro case e la loro terra dalle milizie sioniste e, successivamente, dell'esercito israeliano.
74 anni fa. E' mezzogiorno del venerdì Santo (SS. Pasqua). Piazza Risorgimento. Su una panchina, 2 "adulti" coetanei (quasi ventenni), che lavorano insieme, consumano un panino. Uno comunica all'altro che partirà per trascorrere la festività con la sua famiglia. "Quando torni non mi troverai più", risponde l'altro. Partiva per il "Campo di transito" in attesa della prima partenza della nave per sbarcare clandestinamente in Palestina (che, già chiamavano Israele). A Gerusalemme aveva già "la casa arredata". Il primo rimandò la partenza di 24 ore per trascorrere quelle ore a cercare di convincere l'altro a cambiare progetto.
La sua motivazione fondamentale - il ferro caldo - era la "fresca" Risoluzione ONU n. 194 (11 dic. 1948) sull'irrinunciabile Diritto al ritorno dei profughi arabi a Gerusalemme e nei territori che la Risoluzione n. 181 assegnava ai palestinesi (Stato arabo). Tutto inutile.
Sono 74 anni che non si sono più contattati perchè il primo ha cancellato (il secondo) dalla sua lista, trasferendolo nella lista delle sue sconfitte.
Ma la sconfitta universale appartiene all’ONU e a tutti coloro che insistono a sostenere la Risoluzione ONU 181: N. 2 Stati e la Internalizzazione di Gerusalemme.
Perché, la terra assegnata allo Stato Arabo dalla 181, attualmente, è simile alla terra dell’agro romano fuori Ponte Nomentano, nel progetto 1920 per la realizzazione della Città giardino-Monte Sacro.
Vito Nicola de Russis
La pulizia etnica. Tra 750.000 e 1 MILIONE di palestinesi indigeni costretti a lasciare le loro case e la loro terra dalle milizie sioniste e, successivamente, dell'esercito israeliano.
74 anni fa. E' mezzogiorno del venerdì Santo (SS. Pasqua). Piazza Risorgimento. Su una panchina, 2 "adulti" coetanei (quasi ventenni), che lavorano insieme, consumano un panino. Uno comunica all'altro che partirà per trascorrere la festività con la sua famiglia. "Quando torni non mi troverai più", risponde l'altro. Partiva per il "Campo di transito" in attesa della prima partenza della nave per sbarcare clandestinamente in Palestina (che, già chiamavano Israele). A Gerusalemme aveva già "la casa arredata". Il primo rimandò la partenza di 24 ore per trascorrere quelle ore a cercare di convincere l'altro a cambiare progetto.
La sua motivazione fondamentale - il ferro caldo - era la "fresca" Risoluzione ONU n. 194 (11 dic. 1948) sull'irrinunciabile Diritto al ritorno dei profughi arabi a Gerusalemme e nei territori che la Risoluzione n. 181 assegnava ai palestinesi (Stato arabo). Tutto inutile.
Sono 74 anni che non si sono più contattati perchè il primo ha cancellato (il secondo) dalla sua lista, trasferendolo nella lista delle sue sconfitte.
Ma la sconfitta universale appartiene all’ONU e a tutti coloro che insistono a sostenere la Risoluzione ONU 181: N. 2 Stati e la Internalizzazione di Gerusalemme.
Perché, la terra assegnata allo Stato Arabo dalla 181, attualmente, è simile alla terra dell’agro romano fuori Ponte Nomentano, nel progetto 1920 per la realizzazione della Città giardino-Monte Sacro.
Vito Nicola de Russis
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