"Moto censorio unanime, da parte del sistema delle tre scimmiette, contro Wikileaks, Julian Assange e l'informazione libera che appare su Internet... ma la colpa non é dello strumento!" (Saul Arpino)
Julian Assange marcisce in gattabuia nelle segrete della "Perfida Albione", in attesa di essere estradato nell'Impero del Male per pagare la sua colpa di aver detto che "il re è nudo!". Se il reprobo non è stato ancora traghettato nell'Inferno yankee è solo perché si teme che l'opinione pubblica la prenda a male... "Ma come uno che dice la verità merita di stare in galera?" Si chiede la gente che ancora ragiona...
Siccome l'informazione globale non passa più dai soliti canali di carta straccia e TV spazzatura ma sulle piattaforme Internet, alcune delle quali alternative, e malgrado l'oscuramento e la censura si odono ancora voci libere e la massa non è totalmente beotizzata.
Forse un reminder di quel che è, ed è stata Wikileaks, può aiutare a scoprire i retroscena della condanna del suo fondatore. Una condanna che assomiglia a quella di Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro dei Templari, perseguitato e bruciato sul rogo da Filippo Il Bello, con il beneplacito del Papa, per colpe inventate e di convenienza.
Forse un reminder di quel che è, ed è stata Wikileaks, può aiutare a scoprire i retroscena della condanna del suo fondatore. Una condanna che assomiglia a quella di Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro dei Templari, perseguitato e bruciato sul rogo da Filippo Il Bello, con il beneplacito del Papa, per colpe inventate e di convenienza.
Ma leggiamo come si auto-presentava al mondo questa agenzia telematica "free-lance":
"Wikileaks è un'organizzazione non-profit dei media. Il nostro obiettivo è quello di portare importanti novità e informazioni al pubblico. Noi forniamo un modo innovativo, sicuro e anonimo per le fonti di fuga di informazioni per i nostri giornalisti (la nostra casella di riepilogo elettronica). Una delle nostre attività più importanti è quella di pubblicare materiale originale fonte a fianco della nostra storia di notizie in modo che i lettori e gli storici visitatori possano vedere la prova della verità. Siamo una realtà giovane che è cresciuta molto velocemente, facendo affidamento su una rete di volontari impegnati in tutto il mondo. Dal 2007, quando l'organizzazione è stata lanciata ufficialmente, Wikileaks ha lavorato a riferire in merito e pubblicare le informazioni importanti.
Wikileaks ha sostenuto e vinto contro gli attacchi giuridici e politici progettati per mettere a tacere la nostra organizzazione editoriale, i nostri giornalisti e le nostre fonti anonime. I principi più generali su cui si basa il nostro lavoro sono la difesa della libertà di parola e media editoria, il miglioramento del nostro record storico comune e il sostegno dei diritti di tutte le persone di creare nuova storia. Si ricavano i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. In particolare, l'articolo 19 ispira il lavoro dei nostri giornalisti e altri volontari. Essa afferma che ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di libertà di avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere. Siamo d'accordo, e noi cerchiamo di mantenere questo e gli altri articoli della Dichiarazione..."
Ovvio che con certe premesse e promesse una tale "agenzia d'informazione" non possa piacere al sistema e men che meno potrà piacere ai governanti yankee che da sempre sono abituati a comandare in modo mafioso, imponendo il silenzio sulle loro malefatte... Per cui nessuna meraviglia che ci sia stata un'alzata di scudi per la fuga di notizie che ha messo a repentaglio la "stabilità" economica e politica del Grande Fratello.
A repentaglio, certo... fuga di notizie... certo. Ed allora?
"Wikileaks delenda est... (e magari pure Internet)"
Paolo D'Arpini
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