Carnevale col botto con i carri tedeschi
Dopo giorni di recalcitranza e di indecisione e dopo il "forse no" al vertice di Ramstein la Germania si apre allo zio Sam e accondiscende all’invio dei suoi carri armati Leopard all’Ucraina, annunciando che Berlino è pronta ad autorizzare la Polonia a fornire i tank tedeschi a Kiev. Il cremlino ovviamente minaccia gravi ritorsioni.
La Germania, come ha fatto sapere la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, è pronta ad autorizzare la Polonia ad inviare carri armati Leopard. L'esponente del governo ha detto che la Germania "non si opporrà" al desiderio della Polonia di inviare carri armati Leopard di fabbricazione tedesca in Ucraina, se Varsavia chiederà l’autorizzazione.Usa "incazzati" con la Germania.
Secondo il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung gli Stati Uniti sarebbero su tutte le furie per l'indecisione tedesca, con uno scontro che ci sarebbe stato tra il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, e Wolfgang Schmidt, uno dei consiglieri più vicini a Scholz. Washington sarebbe adirata per la decisione dei tedeschi di fissare precise condizioni per la fornitura dei Leopard all’Ucraina (sì al trasferimento solo se gli Usa avessero fornito i loro tank Abrams). Anche il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa, Jake Sullivan, avrebbe duramente criticato le azioni della Germania in un colloquio telefonico con il consigliere del cancelliere tedesco Jens Pletner.
Il nostro commento a queste notizie ricavate dalla stampa (vedi ad esempio https://www.ilgiornale.it/news/guerra/germania-pronti-ad-autorizzare-polonia-inviare-i-carri-2108039.html).
Ricordiamo che la questione dei carri armati avanzati è legata alla decisione politica da parto di NATO & partners di armare l'Ucraina per l'offensiva, fino a una possibile cacciata dei Russi e riconquista della Crimea. Questo è considerato "vincere la guerra per ottenere una pace giusta".
Da parte russa ci si sta muovendo in risposta con una mobilitazione massiccia di truppe e di mezzi. Lo scioglimento del ghiaccio e della neve dovrebbe portare in primavera a un grande scontro di forze corazzate, una "battaglia dei giganti" in stile seconda guerra mondiale.
Questa escalation significa che la guerra si fa di lunga durata implicando il riaffacciarsi del rischio nucleare.
Ogni ipotesi anche solo di armistizio in stile coreano va a farsi benedire. Forse il quadro potrebbe cambiare nel caso di un accordo USA CINA che ha le sue grandi difficoltà nel momento in cui viene lanciata la guerra economica contro il dragone ponendo l'embargo dei chip avanzati.
Mentre succede tutto questo c'è da preoccuparsi e financo spaventarsi e i Disarmisti esigenti & partners (wilpf Italia in primo luogo) si sono mobilitati, il 23 gennaio 2023, al Pantheon contro l'approvazione del Parlamento italiano del dl 185 / 2022 che darà la cornice giuridica al sesto pacchetto di aiuti militari (varato probabilmente giovedì 26 gennaio, Samp-t eccetera), cui seguirà un settimo, un ottavo... Senza spaventarsi perché l'escalation può degenerare come storicamente abbiamo osservato nelle guerre (senza avere, a quanto pare, imparato la lezione).
In era atomica e con potenze nucleari di mezzo questa logica può condurre all'armageddon. Dormiamo gente, dormiamo oppure festeggiamo l'anniversario del trattato di proibizione delle armi nucleari come se guerra non fosse? O pensiamo che ignorando il coinvolgimento nella guerra si possa avanzare nelle singole campagne pacifiste o sugli stessi obiettivi climatici? Se la risposta è NO questi appelli alla mobilitazione fanno per tutti noi!
coordinamentodisarmist
Disarmisti Esigenti e compagni
Commento di Michele Parisi: “La caduta in mano russa della città di Soledar e la probabile prossima conquista di quella ancora più strategica di Bakhmut hanno mandato letteralmente in fibrillazione i governi NATO che partecipano alla guerra al fianco del regime ucraino. Il livello di disperazione raggiunto in Occidente è percepibile dalla frenesia con cui in questi giorni si stanno consumando discussioni e trattative per inviare in fretta a Kiev il maggior numero possibile di nuove armi ed equipaggiamenti bellici. Ovunque sembra esserci la sensazione di una svolta imminente nel conflitto...”
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