giovedì 12 gennaio 2023

Grazie a Meloni ca... passi avanti verso un confronto diretto con la Russia...

 


Passi avanti sulla conversione in legge del decreto 185 del 2 dicembre 2022, che autorizza la cessione di armi all’Ucraina per tutto il 2023. Il 10 gennaio 2023  la discussione nell’aula del Senato, non è servita a modificare il voto favorevole pressocché unanime di governo ed opposizione (con 125 voti a favore e 38 contrari). Ora toccherà alla Camera, dove si prevede la stessa sceneggiata e subito dopo deve essere predisposto il sesto pacchetto di "aiuti".

Insomma continua la folle corsa verso la guerra. Il governo Meloni non resiste di fronte alle pressioni nordamericane e NATO e si appresta a decidere come e quando inviare a Kiev anche una importante batteria antimissilistica, comprensiva di tecnici militari italiani per addestrare le truppe ucraine. 

Ovvio che questo atto sarà visto dai russi come un intervento aggressivo nel conflitto in corso. Persino la Lega, che ha comunque votato a favore del “pacchetto”, per non perdere il posto al governo, parla di rischio "guerra mondiale”, ciò nonostante i membri del governo, uniti a quelli della pseudo-opposizione, vanno sempre più in direzione di un conflitto disastroso che vedrebbe coinvolta anche l'Italia.

Durante la votazione nei pressi del Pantheon si è tenuto un presidio organizzato dai Disarmisti Esigenti e da altri gruppi nonviolenti. Ma la protesta non è servita a smuovere le coscienze dei parlamentari. Intanto la NATO e Biden incitano la Meloni: “non perda tempo a inviare le batterie e i missili antiaerei che servono a Zelensky”. E la premier ubbidiente prevede di incontrare a Kiev il presidente ucraino il 24 febbraio, per accontentarlo...

(P.D'A.)



Video collegato: https://www.youtube.com/watch?v=D4DMaMrGpEM

1 commento:

  1. Ultime notizie: "A quanto risulta a RID, è stata presa la decisione di trasferire una batteria del sistema antiaereo/antimissile SAMP/T all’Ucraina (costo 200 milioni a cui vanno aggiunte le spesi d'istruzione). Il via libera sarebbe giunto negli ultimi 2-3 giorni per volontà dello stesso Premier Giorgia Meloni. La questione, fino a 2 settimane fa, era in alto mare per via tanto della riluttanza della Difesa e dei militari, quanto di alcuni esponenti politici della maggioranza di Governo. Poi, le forti pressioni di Washington – si parla anche di una telefonata di Biden a Meloni – hanno cambiato decisamente il quadro, e l’Italia avrebbe detto “sì”..."
    Con questa mossa l'Italia rischia ritorsioni da parte della Russia che si sente direttamente minacciata e attaccata. Meloni ca ci porta alla guerra!" (P.D'A.)

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