"Arriva l'inverno. Qualcuno (la NATO in particolare) imparerà dalla storia?" (Davide Bertok)
Già. E i russi lo avevano pianificato, poco ma sicuro.
Inoltre, gli arsenali ukraini sono vuoti e non ricostruibili - industria ferma - e pure quelli occidentali, e non solo europei, sono alla frutta, anzi al caffè (freddo) - ecco perchè s'è fermato l'ukraino "slancio settembrino". Mentre quelli russi no, e le loro fabbriche sono irraggiungibili dai UkroNato, così da avere tutto il tempo di reintegrare i consumi per una salda difesa nell'inverno, e poi in primavera, del territorio acquisito.
Il ritiro da Kharkov fino al confine dell'oblast di Luhansk e lo sgombero dei civili da Kherson oltre il Dnepr permette loro ora di difendere meglio il Donbass, Luhansk e Donezk, e la riva sinistra del Dnepr: hai voglia ora a cacciarli da lì. Figurarsi dalla Crimea. Vista così, il risultato ottenuto è quello prefissato e dichiarato fin dall'inizio dell'Operazione Speciale, checchè ne dicano Palmas, il NYT e La Stampa nostrana. Altro che "non ha vinto nessuno".
"La guerra in Ucraina s'è impantanata, è ora che i due nemici lo riconoscano
Chi sta vincendo in Ucraina?
Nessuno. Dopo otto mesi e mezzo di guerra, i russi hanno in pugno solo il 17,3% del Paese. Ma, dall’inizio della controffensiva ucraina, non hanno ceduto che lo 0,42% di quanto conquistato dal 24 febbraio scorso. Purtroppo per Kiev, lo slancio settembrino si è esaurito." (Francesco Palmas - L'Avvenire)
"Solo" il 17%? "Solo" lo dice chi dall'inizio ci voleva convincere che la Russia volesse impadronirsi dell'intera Ukraina, ma così mai è stato, perchè illogico, inutile e non fattibile. Quel 17% corrisponde a gran parte delle nere terre fertili ukraine e delle zone minerarie, corrisponde ad un sesto di un Paese vasto due volte l'Italia, equivale a tutto il Nord Italia in potenziale industriale, energetico e agricolo, con tanto di accesso al mare. E corrisponde ad una popolazione che al 90% vede la Russia come madre patria. Nessuno sta vincendo?
Be', del tutto o quasi sbagliato: i russi hanno in pugno (quasi) tutto quello che avevano dichiarato di volere fin dall'inizio. Altro che nessuno ha vinto. Unico punto dolente per i russi: la stabilizzazione di Enerdogar e la conquista di quel che manca dell'oblast di Zaporizzia fino al capoluogo, territori che ad inizio operazioni non erano nel mirino ma che sono poi diventati strategici - la centrale atomica e a monte le dighe sul Dnepr a rischio di distruzione per mano ukraina con conseguenze apocalittiche - nel corso dell'evoluzione "cattiva" della guerra.
Vedremo in futuro, quest'inverno e a primavera, se ho "indovinato" e se la Nato sarà costretta ad accettarlo, magari spinta dagli Stati europei più sofferenti della situazione in atto, primi tra tutti Germania e satelliti: sarebbe un bene per tutti, in primis per gli ukraini, ma anche per i russi e per tutti noi. Sempre a parer mio, il movimento pacifista, ammesso che esista, dovrebbe muoversi per una soluzione di questo genere, la migliore auspicabile per il bene di tutti. Ma attenzione a Polonia, Baltici e Danubiani, e a quello che la Nato cerca di far bollire nei Balcani, come sostituti teste d'ariete nel caso il nucleo storico della UE, Italia possibilmente compresa, decidesse finalmente di mandare a quel paese Washington e Londra e i loro schifosi interessi.
L’autunno ha imposto i suoi ritmi. Le piogge incessanti stanno intridendo il terreno, ovunque melmoso. E la storia racconta che da Napoleone in poi la mota è sempre stata il maggior alleato dei russi. Svantaggia chi abbonda in mezzi ruotati e punta tutto sulla manovra veloce.
A Kherson, che sarebbe dovuta tornare ucraina prima dell’inverno, il fronte stagna da almeno tre settimane. I russi hanno riorganizzato le difese. Ovunque è stasi. Per simbolismo, geostrategia e calcoli politici, Putin intende conservare la testa di ponte a ovest della città. Vi ha schierato i migliori reparti, tra fanti di marina, paracadutisti d’élite e spetsnaz, i militari dei reparti speciali più addestrati e pronti alla battaglia urbana.(Francesco Palmas - L'Avvenire)
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