martedì 15 novembre 2022

LA TURCHIA ACCUSA GLI USA PER L'ATTENTATO DI ISTANBUL



Dopo il sanguinoso attentato causato da una bomba piazzata nella centralissima e affollata via pedonale Istiqlal di Istanbul, il ministro degli interni turco ha così commentato l’invio di condoglianze da parte del governo USA:

“QUESTE SONO COME LE CONDOGLIANZE DELL’ASSASSINO CHE TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO”.

Infatti il governo turco accusa gli USA di proteggere, sostenere ed armare i militanti delle cosiddette forze di autodifesa dei Curdi siriani (YPG/YPJ), a loro volta affiliate al PKK (Partito dei lavoratori curdi) che agisce in Turchia ed è considerato dai Turchi terrorista.

In effetti, pur se è sempre necessario usare cautela in questi casi, le autorità turche hanno arrestato una donna curdo-siriana, entrata illegalmente in Turchia, quale esecutrice materiale dell’attentato e una quarantina di suoi presunti complici.

Chi scrive è stato in passato sostenitore della causa curda e si è recato varie volte nella zona curda della Turchia in segno di solidarietà. Tuttavia, il movimento di ribellione curdo, che si dichiarava un tempo antimperialista e marxista-leninista, è obiettivamente scaduto negli anni più recenti a movimento puramente nazionalista, disponibile a qualsiasi compromesso ed alleanza, per quanto criticabile, per portare avanti le proprie rivendicazioni. Così, mentre i Curdi iracheni si sono alleati agli USA contro i governi iracheni, creando un proprio feudo indipendente nel Nord del paese, anche i Curdi siriani si sono messi come mercenari al servizio degli USA per combattere contro il governo siriano. I dirigenti di questi Curdi passano sotto silenzio il fatto di essere stati generosamente accolti in Siria negli anni passati (compreso il carismatico dirigente OCALAN, che ha vissuto in Siria, libero, per 20 anni). Attualmente le milizie curdo-siriane occupano, insieme a truppe USA, tutte le zone petrolifere del paese (circa un terzo del paese abitato esclusivamente da Arabi siriani, e non da Curdi). Il petrolio, sottratto al governo siriano, è venduto di contrabbando e gli introiti sono spartiti tra gli USA e i militanti curdi.

Stucchevole appare anche la propaganda sull’emancipazione delle donne curde, visto che in Siria tutte le donne sono libere, godono di pieni diritti civili, lavorano e servono persino nell’esercito, senza bisogno di essere curde.

L’attentato di Istanbul, più che una ripresa della lotta dei Curdi, sembra piuttosto un “avvertimento” dei servizi segreti USA (che controllano frange consistenti del movimento curdo) al governo turco, che ultimamente ha assunto posizioni equidistanti tra Russia e NATO, ponendosi come mediatore. La Turchia inoltre, dopo la chiusura dei gasdotti North Stream 1 e 2 a causa di attentati gestiti con tutta evidenza dai servizi segreti britannici, che ha interrotto il flusso di gas tra Russia e Germania, si avvia a diventare lo snodo principale della distribuzione di gas russo e di altre provenienze verso l’Europa. Gli USA non possono ammettere che un paese ancora formalmente facente parte della NATO, assuma una dimensione così importante ed indipendente.

Vincenzo Brandi



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.