sabato 19 novembre 2022

E allora che fare...?

 


Qualche (o quale) meraviglia e varie cose...


"Molti chiedono: che fare? E per quanto ci si spieghi, il finale non cambia: quindi? che fare? soluzioni? proposte? Con l'orgoglio di chi non si lascia incantare e l'impazienza di chi va dritto al sodo. Qualcuno guardando l'orologio, qualcuno tamburellando le dita sul tavolo, tutti sollevando ieraticamente il capo nel pronunciare la summa quæstio, la domanda delle domande che non concede scampo. Ma io non rispondo, non ho mai risposto e non propongo alcunché. Me ne guardo anzi bene. Perché a ciascuna domanda corrisponde, se non una sola risposta, almeno un insieme finito di risposte o meglio un dominio di registri, di codici e di significati che impegnano l’interlocutore, quasi lo mettono in catene. A un quesito di matematica si replica con un numero o un concetto matematico: la gioia, il nitrato di sodio o la Svizzera non sono tra le opzioni ammesse. Se la domanda è sconcia si risponde sconciamente, se è in tedesco in tedesco. Chi domanda comanda: detta il tempo, il genere e il tono. Detta cioè il pensiero, che per svilupparsi deve invece formulare nuovi interrogativi o almeno mettere in questione quelli già dati." (Il Pedante: "Che fare? (niente)")

"Il capitalismo è arrivato alla fine del suo volo cieco attraverso la storia; ora può solo distruggersi. Ma quanto più appare innegabile che l'umanità non può continuare a riprodursi secondo le modalità della "bella macchina" e di quel suo unico movimento tautologico fine a sé stesso, tanto più si indurisce quella che è la forma della coscienza capitalista. La crisi mondiale della Terza rivoluzione industriale, ormai non riesce più a trovare alcun progetto emancipatorio da mobilitare come alternativa sociale. In genere, la critica radicale del capitalismo viene considerata come se fosse solo uno strano anacronismo, e ciò perché nella coscienza sociale - sia dell'«uomo della strada» che nella letteratura delle scienze sociali – essa viene identificata solo con il paradigma museale, irrimediabilmente obsoleto, del movimento operaio, il quale in realtà è sempre rimasto immanente al sistema. In tal modo, la riflessione teorica scompare completamente dalla sfera pubblica capitalista, sostituita in maniera superficiale da una cultura fatta di interessi mediatici autoreferenziali, che si preoccupa solo di attrarre l'attenzione: la "teoria" si presenta così come un'impresa commerciale come tutte le altre. Ma il ludico culturalismo postmoderno, che continua a ridefinire la povertà quasi come un travestimento, e l'umiliazione sociale come un gioco, è solo un evento superficiale sotto il quale si agita già qualcosa di molto diverso." (Robert Kurz: "I demoni si risvegliano")

(Riproposizioni di Jure Eler)


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