Crosetto o morte...
Dopo il classico “ha stato Putin”, abbiamo ora “ha da esse Putin”. Nel magico modo di ragionare del Crosetto, siccome le sanzioni alla Russia fanno molto più male a noi che alla Russia, la soluzione è insistere con le sanzioni che minano la tenuta sociale nostrana.
Ma i disordini che seguiranno saranno per forza colpa del Cremlino, non di questa condotta scellerata delle classi dirigenti italiane ed europee che hanno scelto la via belligerante e la fornitura d’armi. E siccome siamo già nel campo della logica binaria amico-nemico, chi protesterà per lo stato di cose sarà necessariamente in combutta con il nemico.
Che la materia del dissenso sulla guerra sia delicatissima ce lo rivela anche una notizia inquietante che arriva dalla Germania e che palesa gli umori delle classi dirigenti dei paesi più esposti alla crisi. Il parlamento tedesco, il Bundestag, ha infatti approvato un inasprimento delle leggi penali che considera “incitamento all’odio e alla violenza” il fatto di “banalizzare in modo grossolano” l’opinione sui crimini di guerra. Una norma vaga che lascia in mano ai giudici la valutazione su opinioni che potrebbero riguardare pure i conflitti in corso e sta mettendo in allarme anche la stampa germanica.
Poiché Crosetto sovrintenderà anche a una parte degli apparati repressivi, dopo essere stato espressione diretta del mondo che fa affari con la guerra, le sue posizioni preventive sul dissenso suonano allarmanti. Lo richiamiamo a non imbrogliare su causa ed effetto della crisi economica.
E a lui come ad altri governanti diciamo: quando volete vedere un responsabile delle bollette impossibili da pagare o dell’inasprimento della violenza bellica cercatelo la mattina, con uno sguardo al vostro specchio.
Alternativa
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