venerdì 25 febbraio 2022

Arredanga romba coiomba: "Italia pronta alla guerra contro la Russia..."



 Al termine del’incontro della Nato a Bruxelles, il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini ha spiegato: «Dall’incontro esce un messaggio molto chiaro di determinazione e coesione dell’alleanza. Abbiamo discusso dell’implementazione di misure nell’Europa orientale e sud orientale e della disponibilità di alcuni paesi ad ospitare tali misure. L’Italia come sempre, in pieno spirito di solidarietà, continuerà a fare la sua parte ed è pronta a rafforzare, a seguito delle decisioni che saranno assunte in ambito Nato, il proprio contributo alla postura di deterrenza nel fianco est e sud-est, chiaramente previa autorizzazione parlamentare». (Dove l'opposizione non esiste o quasi. ndr)

Detto in termini comprensibili: siamo in guerra contro la Russia sotto comando NATO

Conseguenza immediata? L'Italia ha almeno 200 obiettivi strategici nel mirino di Mosca, solo per limitarci agli obiettivi militari principali, tra cui una decina di porti, da Trieste a Napoli, da Genova a Taranto.

Conseguenze a breve: stato d'emergenza prorogato per stato di guerra, e relativi provvedimenti e conseguenze sul piano politico, sociale, economico, democratico.

 "NATO FERMATEVI!"
 

 400 militari italiani sono già in campo nell’operazione Enhanced Forward Presence in Lettonia e 1000 sono pronti a schierarsi. «Mille fra alpini e bersaglieri, camionette Lince, autoblindo Puma, 8 Eurofighter ed F35; più la portaerei Cavour» ha twittato l’ex parlamentare Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. 

 Marco Rizzo, PCI: 

DRAGHI PRONTO A FARCI MORIRE PER KIEV. POI VEDRETE CHE BOLLETTE. Mille fra alpini e bersaglieri, camionette Lince, autoblindo Puma, 8 Eurofighter ed F35; più la portaerei Cavour. Sab 27 Feb a manifestare in 20 città italiane. Roma Pza SS Apostoli dalle 15.Mio intervento alle h 17. pic.twitter.com/ZIdSXvBHF8

— Marco Rizzo (@MarcoRizzoPC) February 23, 2022
 
 Tutti gli altri, i 'pacifinti', CGIL, ANPI, PRC, Pap, Manifesto e sardine varie, eccoli come sempre nascosti dietro NATO e nè-nè, si tratti di Jugoslavia (e nel '99 il PdCI di Rizzo stava al Governo con D'Alema), di Iraq, poi di Libia, di Siria, di Afghanistan, ultimo del Kazahistan, e ora del Donbass, della Transnistria, della Crimea, della Bielorussia e di Kaliningrad: tutti obiettivi NATO. Per loro, ora i cattivi stanno a Mosca e a Minsk, sono Putin e Lukašenko, che non si sottomettono e resistono. Nel 1999 lo era Milošević. Nel 2011 Geddafi. Nel 2014 Assad. I primi due sono stati fatti fuori dalla NATO, il terzo s'è salvato con l'aiuto russo. La 'sinistra' compatibile preferiva forse, o le è indifferente, o addirittura propugnava per il Donbass una resa russa alla NATO modello Rambullet e una tale soluzione finale balcanica pure per Transnistria, Crimea, Caucaso, Bielorussia, Kaliningrad e poi magari pure dell'intera Russia? 

 Esemplare, oggi come 23 anni fa, Rifondazione comunista, gli stessi 'compagni' che nel 2011 assaltavano l'ambasciata libica a Roma con le bandiere controrivoluzionarie di Re Idris, appoggiando di fatto l'attacco internazionale alla Libia e la sua distruzione. Oggi si battono contro "la rinascita del nazionalismo russo":
 "Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace. Rifiutiamo la logica bellicista e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della NATO in testa. Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass. [...]". "Bisogna rifiutare di indossare l’elmetto della NATO che è corresponsabile della crisi in corso (....). Era evidente che aprire le porte della NATO all’Ucraina avrebbe scatenato il nazionalismo in Russia”.
Mentre invece ha scatenato la guerra civile di Kiev contro le popolazioni russe del Donbass.

Prima con il colpo di stato Nazi-NATO di EuroMaidan, poi con la persecuzione delle popolazioni russe di Ukraina che ha costretto alla resistenza le province di Luhansk e Donetsk.
La responsabilità ultima del fallimento diplomatico e della precipitazione bellica sarebbe quindi di chi bombardato si difende e chiede aiuto, e lo ottiene (sia pure anche per proprio interesse strategico, vitale), mica di chi minaccia e attacca da decenni lungo tutti i confini russi provocando per proprio disegno costanti minacce contro una Russia che fino ad oggi non ha mai invaso nessuno. Finora. Perchè quando si è costretti al muro, indietreggiare ancora si rivela difficile. 

Rassegna  a cura di Jure Eler
 
 


Mario Draghi: “L’attacco della Russia contro l'Ucraina è ingiustificabile, siamo vicini al popolo e alle istituzioni ucraine. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione”.

 
................................

Integrazione di Giorgio Stern:

"A differenza degli attuali Comandanti, Prodi sa leggere, scrivere e far di conto.

Sa che gli USA si serviranno dell’Italia e dell’Europa per contrastare Mosca.

È la versione USA di “Armiamoci e partite”.

Sa che la sua affermazione sulla NATO è un’affermazione retorica.

Sa, ma, a differenza di quegl’altri, ha il coraggio di parlare..."




Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.