Questa storia di Trump, salvato dall'Altissimo, che "farà fare la pace" tra Russia e Ucraina, anzi che "pretenderà colloqui di pace" è problematica per una serie di motivi. Infantilizza la politica, riconducendola al banalissimo concetto dei "grandi uomini" che decidono di processi storici di complessità spaventosa con uno schiocco di dita; riporta in auge l'eccezionalismo statunitense, che tutto può se solo lo vuole e a cui tutti si inchinano, e "redeunt Saturnia regna, iam nova progenies caelo demittitur alto"; ed è come al solito razzista, con questi popoli orientali che vanno ricondotti alla ragione perché da soli non ce la fanno.
Soprattutto, non specifica su quali basi Russia e Ucraina potrebbero trovare un accordo. Le loro posizioni sono e restano inconciliabili, né potrebbe essere altrimenti; le proposte ucraine sono chiaramente irricevibili dalla Russia, che dovrebbe sostanzialmente capitolare senza nessun motivo pratico per farlo; le proposte russe sono chiaramente irricevibili dall'Ucraina, che dovrebbe accettare mutilazioni territoriali e una limitazione delle proprie scelte in politica estera; e certo non sarà la parola salvifica di Trump a metterli improvvisamente d'accordo.
Più probabilmente, per quando Trump sarà (se sarà, perché nessuno può esserne certo) diventato presidente, la situazione in Ucraina sarà talmente tanto peggiorata che all'Ucraina resteranno poche scelte, soprattutto se, come pare, gli Stati Uniti taglieranno i rifornimenti - perché hai voglia ad affidare a noi europei il prosieguo dell'assistenza militare e finanziaria, non ne abbiamo né i mezzi né la capacità e, probabilmente, nemmeno più la volontà. E quindi l'Uomo Arancione potrà dire di aver risolto la situazione, anche se l'avranno, purtroppo, risolta le cannonate russe e la distruzione del sistema energetico ucraino.
Francesco Dall'Aglio
La posizione della Russia:
"Lavrov ha parlato in una riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite:
- La proposta di Putin per l’Ucraina è ancora in vigore;
- la condizione principale è la rimozione della minaccia dal fianco occidentale della Russia.
Inoltre, ha espresso la posizione della Russia sul modello di sicurezza eurasiatico, che non implica il fattore statunitense nel continente. La Russia, cioè, ha alzato la posta in gioco: gli Stati Uniti devono ritirarsi non solo dall’Ucraina, ma anche dall’Eurasia. Yankees go home!"
Soprattutto, non specifica su quali basi Russia e Ucraina potrebbero trovare un accordo. Le loro posizioni sono e restano inconciliabili, né potrebbe essere altrimenti; le proposte ucraine sono chiaramente irricevibili dalla Russia, che dovrebbe sostanzialmente capitolare senza nessun motivo pratico per farlo; le proposte russe sono chiaramente irricevibili dall'Ucraina, che dovrebbe accettare mutilazioni territoriali e una limitazione delle proprie scelte in politica estera; e certo non sarà la parola salvifica di Trump a metterli improvvisamente d'accordo.
Più probabilmente, per quando Trump sarà (se sarà, perché nessuno può esserne certo) diventato presidente, la situazione in Ucraina sarà talmente tanto peggiorata che all'Ucraina resteranno poche scelte, soprattutto se, come pare, gli Stati Uniti taglieranno i rifornimenti - perché hai voglia ad affidare a noi europei il prosieguo dell'assistenza militare e finanziaria, non ne abbiamo né i mezzi né la capacità e, probabilmente, nemmeno più la volontà. E quindi l'Uomo Arancione potrà dire di aver risolto la situazione, anche se l'avranno, purtroppo, risolta le cannonate russe e la distruzione del sistema energetico ucraino.
Francesco Dall'Aglio
La posizione della Russia:
"Lavrov ha parlato in una riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite:
- La proposta di Putin per l’Ucraina è ancora in vigore;
- la condizione principale è la rimozione della minaccia dal fianco occidentale della Russia.
Inoltre, ha espresso la posizione della Russia sul modello di sicurezza eurasiatico, che non implica il fattore statunitense nel continente. La Russia, cioè, ha alzato la posta in gioco: gli Stati Uniti devono ritirarsi non solo dall’Ucraina, ma anche dall’Eurasia. Yankees go home!"
Attentato a Trump. "La capa del secret service Kimberly Cheatle era vicina a Biden e Cheney" - Joe Hoft, cofondatore di "Thegatewaypundit", punta il dito sulle inefficienze del servizio di sicurezza. "Non credo alla versione dell'attentatore solitario": https://www.youtube.com/watch?v=ujx0lvHpUmE
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