I risultati delle elezioni anticipate in Francia, tenute su iniziativa dello stesso Macron, si sono concluse con una sconfitta per lui.
Il partito vincitore è risultato il Nuovo Fronte Popolare, 182 seggi, che già chiede che gli venga affidata la formazione del nuovo governo. Il partito di Macron, Ensemble, ha ottenuto 168 seggi quindi ha perso (ma non come ci si aspettava), e il Rassemblement National di Le Pen si è fermato a 143 seggi.
Per quanto riguarda le posizioni sulla guerra i vincitori di "pseudo" sinistra già prima del voto avevano annunciato una politica estera di continuità (a favore dell'Ucraina), un po' come avvenuto con la vittoria Laburista in Gran Bretagna, mentre per quanto riguarda l'Ensemble di Macron già si sa come la pensa (invio di soldati e force de frappe), solo il partito di Le Pen (che assomiglia a quello di Farage in Inghilterra) ha una tendenza non bellicista. Intanto a Parigi, forse per timore del prossimo anniversario del 14 luglio (presa della Bastiglia), cinquemila agenti di polizia sono stati mobilitati per prevenire rivolte.
Comunque, nel complesso, si nota che i cittadini europei chiedono di affrontare i problemi interni e di salvare le economie nazionali, strozzate da un conflitto voluto dagli USA. In Europa il popolo minuto non vuole combattere in Ucraina, ciò si deduce dai risultati di un sondaggio condotto dal think tank del Consiglio europeo per le relazioni estere. Il sondaggio è stato condotto tra 19.566 persone in 15 Paesi.
Gli oppositori tra gli intervistati più attivi all’invio dei propri militari in Ucraina sono i bulgari: il 90% degli intervistati. Al secondo posto c'è la Grecia (85%). Seguono Germania (81%), Italia (80%), Svizzera (78%), Repubblica Ceca (72%), Paesi Bassi (70%), Polonia, Francia e Spagna (tutti 69%), Estonia (67%) , Regno Unto (66%) e Portogallo (60%). Gli svedesi sono risultati i più militanti: solo il 54% degli intervistati era contrario all'invio dei propri connazionali in Ucraina.
Allo stesso tempo, la maggior parte degli intervistati in Europa, così come in Ucraina, afferma che l’esercito russo non permetterà a Kiev di riconquistare i territori perduti. In Ucraina la pensa così l'81%, in Estonia e Grecia - 79%, in Bulgaria - 77%, nella Repubblica Ceca - 74%, in Polonia - 73%, nel Regno Unito e Spagna - 72%, in Portogallo - 69% , in Svizzera e Paesi Bassi - 68%, in Germania - 67%, in Francia e Italia - 64%, in Svezia - 56%.
Tra tutti i leaders europei il più indaffarato per realizzare la pace sembra il presidente dell'Ungheria, Orban, che dopo aver visitato l'Ucraina e la Russia, per chiedere un cessate il fuoco, ora si è spinto a sorpresa anche in Cina, alla ricerca di una mediazione dell' "Impero di Mezzo". Viktor Orban spiega i motivi della sua visita a Pechino: "La Cina è una potenza chiave nel creare le condizioni per raggiungere la pace nel conflitto russo-ucraino. Ecco perché sono venuto ad incontrare il presidente Xi Jinping a Pechino".
Per quanto riguarda le posizioni sulla guerra i vincitori di "pseudo" sinistra già prima del voto avevano annunciato una politica estera di continuità (a favore dell'Ucraina), un po' come avvenuto con la vittoria Laburista in Gran Bretagna, mentre per quanto riguarda l'Ensemble di Macron già si sa come la pensa (invio di soldati e force de frappe), solo il partito di Le Pen (che assomiglia a quello di Farage in Inghilterra) ha una tendenza non bellicista. Intanto a Parigi, forse per timore del prossimo anniversario del 14 luglio (presa della Bastiglia), cinquemila agenti di polizia sono stati mobilitati per prevenire rivolte.
Comunque, nel complesso, si nota che i cittadini europei chiedono di affrontare i problemi interni e di salvare le economie nazionali, strozzate da un conflitto voluto dagli USA. In Europa il popolo minuto non vuole combattere in Ucraina, ciò si deduce dai risultati di un sondaggio condotto dal think tank del Consiglio europeo per le relazioni estere. Il sondaggio è stato condotto tra 19.566 persone in 15 Paesi.
Gli oppositori tra gli intervistati più attivi all’invio dei propri militari in Ucraina sono i bulgari: il 90% degli intervistati. Al secondo posto c'è la Grecia (85%). Seguono Germania (81%), Italia (80%), Svizzera (78%), Repubblica Ceca (72%), Paesi Bassi (70%), Polonia, Francia e Spagna (tutti 69%), Estonia (67%) , Regno Unto (66%) e Portogallo (60%). Gli svedesi sono risultati i più militanti: solo il 54% degli intervistati era contrario all'invio dei propri connazionali in Ucraina.
Allo stesso tempo, la maggior parte degli intervistati in Europa, così come in Ucraina, afferma che l’esercito russo non permetterà a Kiev di riconquistare i territori perduti. In Ucraina la pensa così l'81%, in Estonia e Grecia - 79%, in Bulgaria - 77%, nella Repubblica Ceca - 74%, in Polonia - 73%, nel Regno Unito e Spagna - 72%, in Portogallo - 69% , in Svizzera e Paesi Bassi - 68%, in Germania - 67%, in Francia e Italia - 64%, in Svezia - 56%.
Tra tutti i leaders europei il più indaffarato per realizzare la pace sembra il presidente dell'Ungheria, Orban, che dopo aver visitato l'Ucraina e la Russia, per chiedere un cessate il fuoco, ora si è spinto a sorpresa anche in Cina, alla ricerca di una mediazione dell' "Impero di Mezzo". Viktor Orban spiega i motivi della sua visita a Pechino: "La Cina è una potenza chiave nel creare le condizioni per raggiungere la pace nel conflitto russo-ucraino. Ecco perché sono venuto ad incontrare il presidente Xi Jinping a Pechino".
Video collegato - Una finta sinistra guerrafondaia e ipocrita riporta Macron al potere in Francia facendo finta di combattere disuguaglianze e ingiustizie. Melenchon è un puntello della Nato che gioca a fare il masaniello. La guerra in Europa è adesso più vicina? Ne parliamo a "Dietro il Sipario" in compagnia di Marco Rizzo, Pino Cabras e Mark Bernardini: https://www.youtube.com/watch?v=HxFWMzyqhfo
Commento ricevuto via email da Vincenzo Brandi: "Grande vittoria dell’antifascismo e della sinistra in Francia? In realtà ha vinto il partito della guerra alla Russia, del Sionismo militante rappresentato da Glucksmann, e del grande capitale guidato da Macron. Grazie al meccanismo della desistenza al secondo turno tra forze politiche formalmente ex-avversarie, la sconfitta del Rassemblement National della Le Pen era perfettamente prevista e non è stata mai in dubbio. Bastava attenersi ai numeri dei votanti.
RispondiEliminaOra la pseudo-sinistra di Melenchon che esulta, dopo aver portato acqua al mulino dei guerrafondai di Macron, Glucksmann, con i loro codazzo di finti democratici e finti ecologisti, sarà tenuta ovviamente fuori della porta, come merita. Un’operazione riuscita e brillante da parte di finti antifascisti, guerrafondai e fanatici del neo-liberismo più radicale. Roma, 8 luglio 2024" (Vincenzo Brandi)
Commento di Antonio Castronovi: "Non ci sarà alcun governo del Nuovo Fronte Popolare , checché ne dica il buon Melenchon .
RispondiEliminaPossibile invece un governo tra Macroniani e Nuovo Fronte Popolare a guida socialista ma senza la France Insumise di Melenchon che al massimo potrà aspirare ad un ruolo di ruota di scorta subalterno e inglorioso in un governo centrista ...
Non riesco ad esultare ..."