giovedì 21 aprile 2022

Russia delenda est...



Cancel Russia! Questa è la parola d'ordine. Cancel Dostoevskij! Cancel Ciaikovskij! E i Russi se ne rendono perfettamente conto. Non solo l'appoggio a Putin è salito all'85%, ma durante i negoziati di Istanbul la preoccupazione che serpeggiava tra i Russi era che si accettassero condizioni che non garantissero la sicurezza della Madre Russia. 

I nostri media ovviamente queste cose non le dicono. Probabilmente nemmeno le sanno, occupati come sono a leggere le veline di Kiev e di Washington. Ma è preoccupante che i governi europei non se ne rendano conto. La situazione invece è chiarissima. Al di là della specifica questione del Donbass, la Russia non può permettere che un enorme stato sia utilizzato come testa d'ariete contro di essa. La Russia non può permettere che siano installati missili nucleari a 5/10 minuti di volo da Mosca.  Ma non se lo può permettere nemmeno l'Europa e non se lo può permettere il mondo intero, perché missili strategici così vicini all'avversario in mano a pazzi furiosi che da 20 anni prevedono la possibilità del first strike vuol dire probabilità di guerra termonucleare [1]. Quindi la Russia, che finora ha mobilitato in Ucraina solo il 3% dei suoi soldati, vincerà questa guerra dovesse mobilitare il restante 97%, perché per lei è una questione di vita o di morte. Lo farà con o senza Putin. E' elementare capirlo. Il punto in discussione non è questo. Il punto è: la vincerà contro Zelensky o contro la Nato? 

Cioè: la Nato entrerà in guerra contro la Russia? 

La domanda che segue è questa: a cosa serve il crescendo di provocazioni e false flag?

E' raccapricciante che tutti i giorni ci chiedano di idolatrare i nazisti del battaglione Azov [2]. Ieri questi squadristi stra-armati e addestrati dalla Nato, hanno affermato che a Mariupol i Russi hanno usato non meglio specificate “sostanze chimiche”. In molti avevamo avvertito che questa accusa sarebbe stata prima o poi utilizzata (la prossima sarà simile o riguarderà fosse comuni o bambini uccisi per divertimento, ce ne è tutto un repertorio collaudato, basta leggere tra le righe quello che dice Zelensky). È un copione trito e ritrito, già visto ad esempio due volte in Siria, la prima volta sbugiardato dal MIT di Boston, la seconda dal reporter di guerra inglese Robert Fisk. 

Questa volta ci pensa il Pentagono stesso, a cui fa eco, e questo è interessante, Foggy Bottom: “U.S. cannot confirm use of chemical weapons in Ukraine” [3]. 

Io la leggo così: ancora una volta i realisti al Pentagono gettano acqua sul fuoco. La novità è che  stavolta anche Washington sembra preoccuparsi di dove può portare l'isteria di Kiev (e di alleati come la Polonia e i Paesi baltici). Un conto è se questa isteria permette di inviare in ucraina vecchi carri armati, vecchi sistemi d'arma come gli S-300, vecchi Mig di epoca sovietica che non cambiano di una virgola l'andamento della guerra (di fatto è un doppio affare: politico perché fanno vedere che l'Occidente si dà  da fare, economico perché smaltirli in patria costerebbe molto, ma se vengono distrutti in Ucraina dai Russi ai contribuenti non costa nulla – costa solo qualche soldato e qualche civile in più morto, ma chi se ne frega). Un altro conto è dare inizio a una guerra paneuropea col rischio di esservi trascinati dentro. 

Se per ora quindi scartiamo l'ipotesi che questa escalation verbale debba preludere a una drammatica escalation militare della Nato, cerchiamo di capire perché l'Occidente ripete sempre, alla nausea lo stesso copione di patenti  provocazioni e fake news

1a ipotesi: si vuole influenzare l'opinione pubblica russa. Improbabile (o comunque è idiota pensarlo). I Russi già si fidavano poco degli occidentali (paradossalmente se ne fidava più il Cremlino del russo medio [4]) e adesso il loro disprezzo è pressoché totale. Tra l'altro se devono credere alla propaganda di guerra, credono alla loro. Al contrario di noi conoscono, sicuramente enfatizzate ma reali, le testimonianze sulle atrocità perpetrate dai comandanti e dai miliziani nazionalisti ucraini sui civili e sui soldati ucraini stessi. Sanno, o per lo meno credono, che i loro ragazzi non commettono atrocità gratuite. In più hanno visto i filmati della fucilazione dei loro ragazzi prigionieri e hanno visto le foto di alcuni di loro che appaiono sgozzati. In più hanno visto i filmati dei loro ragazzi prigionieri torturati. In più hanno letto l'invito di autorità ucraine a castrare i prigionieri di guerra russi perché “non uomini, ma scarafaggi” [5]. In più sanno che questo è il modo di operare e il linguaggio dei nazisti, perché li conoscono fin troppo bene. E questi filmati e queste notizie sono state fatte circolare proprio dagli ucro-nazisti per esasperare il conflitto e impedire ogni prospettiva di pace. 

2a ipotesi: vogliono influenzare l'opinione pubblica occidentale. Questo è certo. Da una parte sanno che zombificandoci completamente potremmo accettare un'eventuale, benché per adesso non probabile, intervento diretto in guerra (se a Washington il partito realista dovesse cedere, perché ai “crazy freaks in Washington”, un'Europa parzialmente in fiamme per qualche mese, potrebbe non dispiacere). In secondo luogo immaginano che essendo noi stati da loro puntigliosamente forgiati a esseri “diversamente intellettivi”, queste notizie ci rinsaldano in un crescente odio viscerale e di lunga durata per la Russia, cosa che, come vedremo, è necessaria. Negli Stati Uniti questo sentimento è ormai diffusissimo, ma in Italia molto di meno e quindi abbiamo bisogno di essere “educati” ulteriormente.

Ma c'è anche un altro motivo, anzi un meta-motivo che non ha a che fare col volgo ma con i governi, con i decisori e quindi è anche più interessante: verificare chi è disposto a fare atto di sudditanza proclamando di credere a cose che sa invece essere falsità patenti


Piotr - Stralcio di un articolo pubblicato su Sinistra in Rete



Fonte: https://www.sinistrainrete.info/geopolitica/22844-piotr-ebbene-si-sono-nazisti-e-allora.html

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