“…. La necessità di inventarsi Calcata, da parte di chi la “utilizza” come valvola di sfogo all’alienazione del mondo moderno o come mezzo di sussistenza alternativa, avviene a causa della frantumazione sociale che contraddistingue la nostra società. Viviamo in un contesto sociale suddiviso, apparentemente unito da una sembianza di comune appartenenza.
Le persone che abitano o visitano Calcata comunicano attraverso l’immaginato, sono abitanti di un mondo alla Matrix per intenderci, fantasmi nell’antro Platonico.
Ma questo “luogo” non può essere vero, mancando la condivisione reale, il senso di necessità e fatica comune, l’incontro fisico, il contatto… è un mondo in cui tutto si riduce ad una rappresentazione, uno spettacolo mediato, filtrato, manomesso….. un teatrino o castello degli specchi.
A Calcata viviamo come dentro al “Facebook” nel quale l’interagire è demandato al pulsante di un terminal. Allo stesso tempo siccome capiamo che questo “sogno” -che definiamo “concreta realtà”- è fallace, per sfuggirgli siamo pronti ad inventarci e dare per genuino un luogo ideale in cui rifugiarci, un paese folkloristico del weekend, con suoi propri valori (basati sul vuoto)…
Calcata, la bella, la fulgida, per trascorrervi vacanze da artisti, per compiervi ritiri spirituali ed estetici o notti di follia rave – per godere almeno l’illusione di un incontro con noi stessi e con i nostri simili….”
Paolo D’Arpini
Articoli collegati:
http://www.encanthe.com/2013/10/calcata-cera-una-volta-un-paesino-che.html
http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/03/calcata-horror-il-padiglione-delle.html
Mia annotazione: “Disse Eckart Tolle: Quando comprendete la natura transitoria di tutte le esperienze, e capite che il mondo non vi può dare nulla che abbia un valore duraturo, l’arrendersi diventa molto molto più facile. Continuate comunque lo stesso ad essere coinvolti in esperienze ed attività, ma senza le paure e le pretese del “sé” egoico. Questo per dire che non richiedete più che una situazione, una persona, un luogo o un evento, debbano soddisfare le vostre esigenze o farvi contenti. Lasciate essere la loro natura transitoria ed imperfetta…”
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