Eh cinque! Ecco il numero dei decreti interministeriali per l'invio di nuove armi in Ucraina. Del quinto se ne è parlato due giorni fa al Copasir, grazie al mandato conferito dal Parlamento al governo Draghi del marzo scorso.
Abbiamo sempre avuto e mantenuto una posizione chiara su questo fronte: no alla guerra, no all'invio di armi, no all'aumento della spesa militare, si a pace e disarmo. Abbiamo votato convintamente e con coraggio CONTRARIO (solo 25 contrari, 367 a favore), abbiamo chiesto più volte la presenza dei ministri in aula e abbiamo presentato ben 2 risoluzioni con proposte concrete e risolutive, prontamente bocciate da tutti!
La maggioranza dei cittadini chiede lo stop alla guerra, fondamentale oggi più che mai. Eppure, oltre gli slogan e le belle parole, i decreti vanno avanti, le armi continuano a partire, la guerra continua ad insorgere.
Noi non smetteremo di chiedere lo stop di questa guerra (come delle altre) e di promuovere fermamente l'uso della diplomazia e ogni strumento che porti alla pace. Ma abbiamo bisogno anche del vostro sostegno, del sostegno di tutti.
Commento di Alessandro Orsini: “Scusate, domando sommessamente, ma la promessa del governo Draghi non era che Putin avrebbe chiesto la pace se gli ucraini avessero ucciso un sacco di soldati russi con le armi della Nato? A me sembra che la strategia del governo Draghi, invece di portare la pace, ci stia portando verso la guerra nucleare. In conclusione, la domanda che vi rivolgo è la seguente: la strategia del governo Draghi, che poi è quella di Biden, sta funzionando? Siccome l'Italia si accinge a inviare in Ucraina un nuovo carico di armi pesanti, vi chiedo: a voi sembra che la "strategia di pace" del governo Draghi funzioni?”
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