lunedì 10 luglio 2023

Sceneggiata a Vilnius. La NATO si cala le braghe (o mostra gli attributi)...?

 

Isso ("lui"), essa ("lei"),  'o malamente (il cattivo),  al teatrino di  Vilnius

"...il vertice di Vilnius in programma l’11 e 12 luglio  (2023)   è ammantato di grandi aspettative. Dalla valutazione collettiva sulla risposta alla guerra in corso, anche in termini di pianificazione della difesa alle rassicurazioni per un ‘aspirante’ membro, l’Ucraina, sono in molti a nutrire delle attese. Al momento l’unica certezza riguarda Jens Stoltenberg che rimarrà segretario generale della Nato per un altro anno fino al primo ottobre 2024La notizia della riconferma circolava da settimane, ma solo pochi giorni fa si è trovato l’accordo definitivo tra i paesi membri che formalizzeranno la decisione nella capitale lituana." (ISPI)



"L'amministrazione Biden non può giungere alle prossime elezioni presidenziali con un conflitto con scarse prospettive di un rapido successo e largamente indifferente, se non addirittura ostile, ad una grande fetta della propria popolazione. In Europa i malumori più o meno espliciti comunque crescono anche nelle file ufficialmente più ossequiose; nel contempo, pare che l'attuale amministrazione statunitense stia decidendo il raddoppio delle forze corazzate presenti in Europa e la messa in allerta dei propri riservisti.
Tutto sembra volgere ad una drammatizzazione scenografica del confronto accompagnata da contatti riservati volti a sondare i rispettivi margini di manovra. Un groviglio sempre più inestricabile dal quale sarà sempre più difficile sciogliere il bandolo risolutivo della matassa. Sempre che non si cerchi di tagliarlo..." (L'Italia e il mondo)



I vassalli europei di Washington saranno lasciati allo scoperto, soli di fronte a una guerra continentale?

Questo è ciò che sembra prendere forma a Vilnius, se mettiamo insieme alcuni indizi e fatti degni di nota.

I neoconservatori americani non sono un gruppo omogeneo. La linea dura portata da fondamentalisti come Antony Blinken e Victoria Nuland, spinge sempre per la guerra totale contro la Russia, a tutti i costi. 

Questa fazione di potere profondo si è infiltrata nell'intero apparato statale nordamericano (...)  Rappresentanti, agenti e staffette neocon sono ovunque, anche nei due partiti che assicurano la falsa alternanza democratica negli Stati Uniti.

Ma un'altra frangia del neoconservatorismo ora crede che ci sia più da perdere che da guadagnare nel conflitto in Ucraina, e lo fa sapere forte e chiaro attraverso i suoi uffici.

"Non lasciate che l'Ucraina aderisca alla NATO", esorta la rivista Foreign Affairs .

E la voce ufficiale del think tank Council on Foreign Relations (CFR), la cui influenza a Capitol Hill è notevole, a chiedere un po' di razionalità:

Alcuni membri della NATO hanno capito da tempo che l'ammissione dell'Ucraina nell'alleanza implica una possibilità molto reale di guerra, (inclusa la guerra nucleare) con la Russia. (...) Al vertice di Vilnius e oltre, i leader della NATO farebbero bene a riconoscere questi fatti ea chiudere la porta all'Ucraina. (Alexandre Keller)



Non è il momento di far entrare l'Ucraina nella Nato - In vista del vertice di Vilnius la propaganda occidentale diffonde con enfasi la notizia della presunta vittoria dell'esercito ucraino a Bakhmut. Nel frattempo Biden spiega a Zelensky che l'ingresso di Kiev nella Nato non è all'ordine del giorno: se ne riparlerà a guerra finita, quando cioè rimarranno solo macerie. Ne parlano a "Dietro il Sipario" Massimo Mazzucco, Stefano Orsi e Lanfranco Cirillo. Video su Visone TV: https://www.youtube.com/watch?v=CdD7aH9ENr8


1 commento:

  1. Commento di Scott Ritter: "Se Vilnius si profila come il vertice che approva la fallita controffensiva della NATO e la debacle militare del suo regime fantoccio, Kiev, la talassocrazia anglo-nordamericana non vuole, non può, permettersi la pace. Farà quindi sì che la guerra sia fatta da altri, secondo una tradizione secolare. Ereditando il conflitto, gli europei probabilmente non potranno contare né sulla Nato né su Washington. Ma, obbliga l'endocolonialismo occidentale, il Pentagono potrebbe approfittarne per completare l'occupazione militare dell'Europa, iniziata nel 1945, per dispiegarvi le sue forze, per vendere le sue armi ai suoi vassalli, e per assicurarsi il Vecchio Continente come provincia imperiale, come colonia. Vilnius sarà un vertice di nazioni disperate e in preda al panico..."

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