"Il conflitto ucraino sta entrando nella sua fase finale. Una delle strategie russe è quella di spazzare via l'AFU, e una parte fondamentale di questo processo è la distruzione della logistica.
Gli ucraini sono a corto di munizioni, carri armati e quant'altro, così Zelensky implora armi e dice: "Se non mi darete tutto questo per combattere, allora toccherà a voi - i figli e le figlie dell'America".
Gli Stati Uniti non andranno in guerra in Ucraina per salvarvi, lasciate che vi dia un indizio: l'Ucraina non ci interessa. È passato un anno dall'inizio di questo conflitto. Oltre 300.000 morti ucraini, un milione di sfollati, mille miliardi di dollari di infrastrutture.
E tutto questo perché la nostra missione non è aiutare il popolo ucraino, ma usare l'Ucraina come intermediario per rovesciare il governo russo.
Arriverà un momento in cui non potranno difendersi da soli. E a quel punto, con la potenza di fuoco che la Russia usa, ci sarà grande sofferenza tra le truppe ucraine.
Sappiamo che l'Ucraina finirà le munizioni per l'artiglieria entro l'estate. E nessuno può farci niente. A questo si aggiunge la pressione incessante che la Russia sta esercitando sulle forze ucraine in tutto il campo di battaglia. In questo momento tutti si concentrano su Bakhmut, ma in realtà i russi stanno facendo pressione ovunque.
C'è un'alta probabilità che l'Ucraina raddoppi il numero di morti prima che sia finita. Stiamo parlando di 300.000 morti, ma quando sarà tutto finito potrebbero essere 600.000 o più. È del tutto possibile."
Scott Ritter (analista militare USA)
E per chi volesse saperne di più...
"In principio Putin era il nuovo Hitler pazzo che voleva invadere l’intera Europa, dagli Urali a Lisbona, con la sua invincibile armata. Bisognava armare l’Ucraina per salvare Kiev, ma soprattutto Varsavia, Helsinki, Vienna, Parigi, Roma e Madrid. Poi, nel giro di due giorni, Putin divenne una pippa lessa incapace di prendersi pure il Donbass. Dunque bisognava armare Kiev per ricacciarlo oltre confine: impresa facilissima anche grazie alle sanzioni, con imminente default russo e destituzione di Putin, sempreché non fosse morto prima di una a caso fra decine di patologie. Intanto i russi prendevano il Donbass e le regioni a Sud (Kherson e Zhaporizhzhia) fino alla Crimea. Ma i nostri si consolavano perché lasciavano Kiev e Kharkiv, dove peraltro non erano mai entrati. Era la famosa “controffensiva ucraina” di settembre contro l’“armata rotta”: la “ritirata di Russia”. Quando poi i russi lasciarono Kherson tutti gridarono alla “liberazione”, tipo 25 Aprile, e chiesero altre armi per la vittoria finale. Questione di giorni: fuggiti i 300mila russi della nuova leva, finiti missili e munizioni. Nell’apprendere che i russi finalmente le buscavano, qualcuno restò spiazzato: ma come, non le buscavano anche prima? Intanto i russi avevano iniziato a radere al suolo Kherson e Nato&Kiev avvertivano: occhio che Putin ha pronti altri 500mila uomini per la contro-controffensiva, dunque servono altre armi perché c’è stato un piccolo errore: è l’Ucraina che ha finito i proiettili, non la Russia, che ora sgancia super bombe da 1,5 tonnellate e missili ipersonici; e il default da sanzioni lo rischiamo noi, mentre Mosca è in ripresa. Infatti i russi continuano a devastare e a sterminare e stanno per prendersi pure Bakhmut che – assicura Zelensky – “gli aprirà le porte di Kramatorsk e Sloviansk”. Ogni tanto qualcuno fa notare che Putin ha 6mila testate atomiche e Zelensky nessuna, ma viene zittito da chi ha saputo da un amico di suo cugino che quel pazzo del nuovo Hitler è una personcina saggia: non oserà (mica è Truman). O forse è già morto e quello che vediamo è un sosia: l’ha detto Zelensky, che è sempre attendibilissimo. Infatti negò di saper nulla dell’attentato alla Dugina (opera dei suoi), disse che il missile ucraino caduto in Polonia era russo e ora fa sapere che non c’entra col commando filo-Usa&Kiev che ha distrutto Nord Stream 1 e 2. Quindi i veri presidenti americano e ucraino non sono Biden e Zelensky: quelli che vediamo sono sosia. Infatti ripetono che i missili sulla centrale di Zhaporizhzhia in mano russa da un anno li sganciano i russi bombardandosi da soli. L’unica opzione esclusa a priori è il negoziato, perché la vittoria è dietro l’angolo: anche se nessuno dice di chi."
Marco Travaglio - 10 marzo 2023
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