Reduce da tre giorni di raccolta firme devo dire che è stata un’esperienza rinfrancante, per non dire entusiasmante.
L’esperienza nella mia città, simile peraltro a quelle di cui mi hanno riportato in altre zone, è stata incredibile. Con 35 gradi all’ombra e temperature percepite da rosticceria, in pieno agosto, c’erano persone che facevano la coda per firmare.
Moltissimi ribadivano che non era più possibile stare a guardare e che di fronte all’arroganza di una politica (e di un’informazione) autoritaria e sorda eravamo arrivati al fondo del barile. Altri dicevano che senza una voce a rappresentare il malessere del paese “il prossimo passo erano solo i forconi”.
C’erano persino alcuni che, pur dicendo che probabilmente avrebbero votato altre forze, volevano che ci fosse una degna rappresentanza di opposizione e perciò firmavano.
Dopo anni in cui la percezione era di una totale inerzia, di quasi ipnosi e addormentamento delle coscienze, abbiamo visto e toccato con mano una parte del paese consapevole e fortemente motivata, che chiedeva voce.
L’atmosfera di disabilitazione e discredito in cui è caduta (ed è stata fatta cadere) la politica negli ultimi tre decenni ci ha fatto disperare della possibilità che esistesse ancora un “demos” ad animare la democrazia. In questi giorni per la prima volta da tantissimo tempo ho avuto l‘impressione che non tutto è ancora perduto, che per molti si è toccato quel fondo da cui si può e deve solo risalire.
Non voglio farmi illusioni; so perfettamente che questa possibile riscossa parte da una posizione drammaticamente debole, con di fronte avversari potentissimi; so che è un risveglio ancora minoritario e che deve confrontarsi con una disabitudine radicata all’azione collettiva e alla coscienza pubblica; so che dovremo fare i conti con errori e mancanze e debolezze, però oggi per la prima volta da tanto tempo ho l’impressione che un nuovo inizio, una reazione civile che vada al di là della semplice reazione speculativa (che peraltro io reputo comunque cruciale) sia possibile.
Le forze di ogni singolo, da solo, sono assolutamente impari di fronte a questo compito di rinascita in circostanze drammaticamente ardue.
Ma forse oggi quel singolo non è più così irrevocabilmente solo.
Stiamo a vedere.
Andrea Zhok
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.