Nella nostra vita fin da piccoli abbiamo imparato che dire e fare quello che volevamo aveva delle conseguenze sgradevoli. Lo sguardo di rimprovero del nostro genitore ci faceva capire che il nostro comportamento lo aveva turbato. E così non ci rimaneva che o non farlo più o farlo senza farglielo sapere.
In ogni caso da quel giorno abbiamo imparato a reprimerci, a trattenerci dal fare e dire quel che avremmo voluto fare e dire.
Trattenersi, implica sempre una contrazione, una tensione fisiologica che disturba il benessere fisico e contemporaneamente determina un afflusso incontrollato di pensieri nella nostra mente. Lo stato di confusione mentale si manifesta in comportamenti conflittuali con gli altri e lesionistici o autolesionistici.
Il contrario di reprimersi è esprimersi. Quando ci esprimiamo, facciamo uscire ciò che abbiamo dentro e il nostro corpo si rilassa e la nostra mente diviene più lucida e tranquilla.
La poesia politica
"quando il popolo
decide di farsi rappresentare
è come dire
che se ti scappa
mandi qualcuno al bagno per te"
* Sociologo e giornalista, direttore della BIBLIOTECA FRANCO BATTIATO, via liberazione 37, 29017 Fiorenzuola d'Arda (PC) - 347.2983592
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