Se vogliamo dirla tutta, la mutazione genetica della sinistra italiana inizia negli anni 70, con l’avvento della trasgressione e dell’ambientalismo da salotto. Nel nome dei diritti civili hanno buttato a mare i diritti sociali: il lavoro, la casa, la salute, la scuola.
Fedez poteva dire che abbiamo perso 1 milione e mezzo di posti di lavoro: non l’ha detto. Poteva dire che ogni giorno ci sono tre infortuni mortali sul lavoro: non l’ha detto. Poteva dire che le multinazionali non pagano le tasse: non l’ha detto, forse perché è testimonial di Amazon. Fedez è il nulla. Se Fedez è di sinistra, allora io non sarò mai più di sinistra. Chiamatemi comunista e basta. Con questa gente neanche un caffè.
Io mi sono sempre impegnato a combattere l’utero in affitto: una pratica nazista, degna del Dottor Mengele. La voglia di avere un figlio è un desiderio: e i desideri non sono diritti. Specialmente quando consistono nello strappare i figli alle madri povere del terzo mondo, per essere venduti su un catalogo, come fossero una merce.
Nel disegno di legge Zan ci sono altre follie come la definizione del sesso. Mi sveglio una mattina e decido che sono una donna, e posso usufruire delle quote rosa? È il mondo al contrario, è un mondo in cui sul palco della festa dei lavoratori ci sono rapper miliardari che vendono lo smalto per unghie agli uomini. Basta io di questo andazzo non ne posso più.
Marco Rizzo, segretario Partito Comunista
Commento/integrazione di Jure Eler:
"Nella spietata competizione fra capitali, ognuno cerca di abbassare i propri costi per vincere la concorrenza introducendo innovazioni che risparmiano lavoro. Così facendo il capitale, che si può valorizzare solo attraverso l’eccedenza di lavoro, il pluslavoro, va incontro, sia pure fra alti e bassi, alla caduta del saggio del profitto e al proprio declino.
E spesso la soluzione è una bella guerra con il culo degli altri.
Nel frattempo Giuseppe Germinario, su "Sinistra in Rete" scrive di "crollo del comunismo". Certi "sinistri" non sanno neppure più scrivere "demolizione dell'URSS". Ma tant'è, pure questo è il buon lavoro che fa il revisionismo culturale, pare..."
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