giovedì 23 giugno 2022

Lituania in ebollizione... (il pancotto è quasi cotto)

 


Ho appena appreso maggiori dettagli sulla decisione della Lituania di attuare il blocco di accesso alla enclave russa di Kaliningrad per le "merci soggette alle sanzioni" e la conseguente risposta di Mosca al governo di Vilnius, ai vertici comunitari e pure agli Stati Uniti. 

Non posso e non voglio impegnare chi dovesse leggere con riferimenti a corsi e ricorsi storici, peraltro interpretati dalle parti sempre faziosamente. 

Vorrei  far comprendere che "assediare" una città-piazzaforte, negando agli abitanti di poter ricevere null'altro che "beni di prima necessità", sia solo una folle provocazione che rischia di far precipitare una situazione già "sul filo di rasoio".

Un paio di cose faccio presente...

Le "sanzioni" statunitensi, ueiste e di altri stati servi di Washington, non hanno alcuna legittimazione internazionale. 

Non è stata l'ONU a deciderle ma, come al solito, Biden ed il codazzo che gli sta dietro. 

Di per sé sono un atto di guerra economica, dichiarato contro uno stato per fiaccarne la capacità di reazione e resistenza ai voleri del Grande Satana statunitense. 

Operazione vista e rivista nei secoli precedenti per centinaia di volte.

Ricordo pure cosa fecero gli americani quando, a Berlino ovest, l'Unione Sovietica tentò di strangolare la parte sotto controllo alleato con un rigido blocco su ogni tipo di trasporto ferroviario e stradale.  Tra il 1948 ed il '49 si arrivò quasi allo scoppio di un nuovo conflitto perché Truman non volle cedere a Stalin.

Ora, per non farla troppo lunga, Putin sta sempre più spingendo la propaganda ai richiami del patriottismo dell'epoca: proprio quelli  della "vittoria sul nazismo" da parte del popolo russo. 
Vista la piega presa in Ucraina dove, dal 2014, ha inutilmente cercato una pacifica soluzione ai problemi del Donbass ed al golpe organizzato dagli USA per destituire il filo russo Janukovic, non credo proprio che la farà passar liscia alla arrogante decisione di Vilnius. 

A costo di strafottersene dello articolo 5 della NATO, citato da Washington, che "obbliga" gli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco di un "socio" aggredito. 

Ovviamente glissando sul fatto che, come avvenuto con l'Ucraina, la povera vittima se la sia proprio cercata.

Strano, sembra davvero fatto tutto apposta.

Vincenzo Mannello 




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