Dopo il dibattito parlamentare sulla mozione governativa per l'invio di armi all'Ucraina è diventato evidente che gli italiani contrari alla fornitura di armi italiane all'Ucraina (e in sostanza alla nostra cobelligeranza contro la Russia) sono rappresentati solo da un quarantina di parlamentari, mentre gli italiani favorevoli alla linea governativa (sicuramente minoritaria nel Paese) sono rappresentati da una percentuale grandissima di parlamentari, tutti quelli del Governissimo Draghi e della pseudo opposizione della Meloni.
Inoltre i media dedicano tutto il loro spazio, in modo quasi esclusivo, a questa grande maggioranza di deputati pro Armi e pro Guerra, che però rappresenta meno del 50% degli italiani.
Insomma, pochi parlamentari contro le armi e la cobelligeranza, direi 40/50 su circa, e quasi nessuno spazio sui media, mentre l'opinione pubblica che si professa contraria alla guerra non viene presa in considerazione, anzi viene ignorata e boicottata...
Ma l'impatto delle poche decine di parlamentari No armi sarebbe molto superiore se costruissero un coordinamento tra loro e fossero sostenuti da tutte le aggregazioni politiche che oggi rappresentano.
I parlamentari No armi sono quasi tutti ex M5S, ma comunque oggi rappresentano: Alternativa c è, ManifestA, Rifondazione comunista, Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Italexit, PC di Marco Rizzo.
Ed alcuni parlamentari od esponenti dei partiti che sostengono questi deputati sono abbastanza conosciuti anche singolarmente:
Petrocelli, Paragone, Nunes, Fattori, Fratoianni, tutte le esponenti di ManifestA e DeMagistris, Acerbo; Eleonora Forenza, Cremaschi, Nicoletta Dosio, Viola Carofalo, Sergio Cararo che sono a loro collegati, Marco Rizzo visto che il senatore Dessi oggi milita nel suo Pc.
Credo che non ci sia alcun dubbio: un coordinamento dei parlamentari No Guerra con il sostegno dei loro gruppi politici avrebbe una visibilità molto superiore a quella che i deputati No guerra hanno avuto finora, e potrebbe essere un riferimento per centinaia, forse migliaia, di italiani " No guerra " e per decine di comitati territoriali.
Mi piacerebbe che questa proposta fosse lanciata da un numero di attivisti superiore almeno alle dita di una mano...
Grazie per l'attenzione, per chi ha letto fin qui, ed aspetto eventuali reazioni,soprattutto se favorevoli a costruire e lanciare la proposta.
Marco Palombo -
Commento di Ireo Bono: “Grazie Marco per la bella proposta, cui aderisco. Suggerirei però di cercare di coinvolgere i promotori ed i firmatari della petizione NoGuerraNoNato e ed il giornale 'Il Fatto Quotidiano' che , con diversi intellettuali, sta conducendo da tempo una campagna sulle cause della guerra ucraina, contro l'invio di armi ed il suicidio assistito dell'UE e dell'Ucraina, contro l'espansione della Nato, per trattative immediate con la Russia. Un saluto a tutti...”
RispondiEliminaCommento di Federica Fratini: "Caro Marco,
RispondiEliminami piace molto la tua proposta e la condivido pienamente essendo una delle intenzioni del tentativo di creare "Convergenza", cosa proponi esattamente? Di scrivere un appello a questi palramentari affinchè si coordinino? O cosa?
Tra i parlamentari a cui ti riferisci alcuni stanno già tentando di coordinarsi, forse esiste una proposta comune che noi attivisti possiamo appoggiare?
Nel tentativo di Convergenza, abbiamo lanciato la proposta di un incontro il 10 luglio (Roma, Torino, Milano e online) proprio per creare un momento di scambio e coordinamento di forze politiche e sociali, ovviamente è un momento disponibile per creare la sinergia che proponi." (Federica)
RispondiEliminaCommento di Paolo Maria Rocco: “Caro Marco e lettori, alcune riflessioni relative alla tua proposta (te le elenco per comodità):
1) Bisogna considerare, per valutare bene la tua proposta, che da oramai 4 mesi (inizio della guerra in Ucraina e cobelligeranza italiana) quei Gruppi parlamentari di cui scrivi (contrari all'invio di armi in Ucraina) non hanno ritenuto (in autonomia) di dover coordinarsi tra di loro almeno per questa specifica contingenza storica;
2) Non sappiamo se v'è già stato (da parte di uno o più di uno di quei Gruppi parlamentari) il tentativo di coordinarsi in questa direzione: forse qualcuno di essi ci ha pensato e se c'è stato, si deve pensare che quel tentativo sia fallito.
3) Non sappiamo se sono stati già avanzati (da 'esterni', singoli e altri, che possiamo essere tu, io o le altre persone in indirizzo) contatti con quei Gruppi parlamentari per sondare la possibilità di creare un coordinamento tra di loro: qualcuno ha sondato realisticamente questa possibilità? Non lo sappiamo. Oppure, se questi 'sondaggi' ci sono stati allora cortesemente si dica con chi e a che punto si è.
4) Lo scopo di compattare l'opposizione parlamentare contro l'invio di armi è sicuramente un buon obiettivo: ma solo mediatico? Alcuni giornali quotidiani, in occasione delle votazioni sull'invio di armi, hanno chiarito l'esistenza di Gruppi parlamentari contrari; quindi?
5) in tutta sincerità, personalmente -pur essendo io, come sai, tra i primi (già nel febbraio scorso) ad aver elaborato e diffuso un Appello/Petizione contro le armi (che oggi conta più di 810 firmatari tra cittadini italiani e del Mondo) e a continuare, ad oggi, una campagna di informazione continua contro l'invio di armi e la cobelligeranza italiana- non ho alcun interesse a fornire ai vari Fratoianni, De Magistris, Rizzo, Cremaschi, ecc. eventuali altri strumenti mediatici (li hanno utilizzati e li usano attualmente -e per fortuna è accaduto- in varie ospitate nel talk di informazione televisivi) non essendo loro stessi intenzionati (almeno fino ad oggi) a riunirsi (tra gli oppositori parlamentari a cui fanno riferimento) per creare un ampio e compatto fronte politico contro l'invio di armi: insomma: se questi personaggi non capiscono da soli l'utilità e l'opportunità che hanno (senza che nessuno glielo suggerisca) di contestare uniti e compatti, non vedo proprio quale utilità possa avere una sollecitazione a farlo da parte dei singoli (come noi).
6) Mi sembra che, concretamente, da parte di questi Gruppi parlamentari sia stato fatto, ad oggi, davvero molto poco (rispetto a quanto essi avrebbero potuto fare): un atto concreto, per esempio, vuol dire mandare una delegazione nella sede europea Ue per protestare pubblicamente e per presentare e far mettere agli atti della discussione parlamentare europea la ferma opposizione all'invio di armi almeno da parte di quei Gruppi parlamentari italiani che appunto contestano: è stato fatto da qualcuno di quei Gruppi parlamentari? No. E' vero alcuni di quei Gruppi hanno partecipato a qualche corteo di piazza, ma non basta.
Insomma io non sono convinto della bontà di questa iniziativa se non quando verranno chiariti i punti che ho espresso. Ciao, buona giornata" (Paolo M. Rocco)