martedì 9 aprile 2024

Medio Oriente. Notizie belliche dal fronte - 9 aprile 2024


In Libano per la seconda notte consecutiva, l'esercito libanese si è spostato attivamente dal nord e dal centro del Paese verso il confine con Israele dopo che Tel Aviv ha annunciato che un'operazione militare nel sud del Libano è inevitabile.

 In una conferenza stampa congiunta, i ministri degli Esteri di Iran e Siria hanno affermato la barbarie dell’occupazione israeliana della Palestina e l’inevitabilità di rispondere ai suoi ripetuti attacchi, e hanno chiesto la fine immediata della guerra e del genocidio a Gaza.

In Palestina  la Reuters cita Ali Barak, responsabile delle relazioni estere di Hamas: "Respingiamo le ultime proposte israeliane, che ci sono state segnalate dalla parte egiziana."  Lunedì scorso, il primo ministro israeliano Netanyahu aveva annunciato un’imminente invasione di Rafah. E dopo l'incertezza proprio ora un rappresentante del Dipartimento di Stato americano ha dato il via libera all’invasione di Rafah da parte dell’IDF, accusando Hamas di incapacità di negoziare.   Senza però spiegare le ragioni di Hamas nel respingere le proposte israeliane.

Hamas è al lavoro su una nuova proposta di accordo per la tregua a Gaza ma l'intesa con Israele sembra ancora lontana dopo la conferma, arrivata da Netanyahu, sull'attacco a Rafah e  nuovi raid di Tel Aviv nella Striscia.

La proposta prevederebbe anche il ritorno dei civili sfollati nel nord della Striscia e la consegna di circa 500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione civile che sta morendo di fame.

Ma il raggiungimento di un'intesa con Israele sembra rimanere comunque lontano e il tentativo di mediazione al Cairo è stato messo "in dubbio" da Tel Aviv, soprattutto dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che c'è una data per l'offensiva a Rafah, nel sud di Gaza e
 non si fermano i raid di Israele nel centro e nel sud della Striscia. (Fonte: https://it.euronews.com/2024/04/09/gaza-hamas-al-lavoro-su-unultima-proposta-di-tregua-nuovi-raid-di-israele-a-khan-younis)

L’attacco da parte di Israele contro l’ambasciata iraniana a Damasco ha superato l’ennesima linea rossa del conflitto in Medio Oriente. Un conflitto che contrappone sulla carta lo Stato ebraico e Hamas per il controllo della Striscia di Gaza, ma che in realtà è molto più ampio e riguarda anche il Vicino Oriente. Con appunto l’Iran come grande potenza rivale di Israele.

Nel raid compiuto il primo aprile a Damasco, tra gli altri è stato ucciso anche il generale Mohammad Reza Zahedi, comandante di un’unità d’élite dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran e principale referente delle Forze Quds in Siria e in Libano. Un colpo al cuore  di Teheran, giudicato intollerabile dalla Guida Suprema della Repubblica Islamica. Da qui la minaccia di ritorsioni contro Israele, che ha innalzato il livello di allerta a livello globale e che ha di conseguenza spinto Tel Aviv a chiudere 30 ambasciate in giro per il mondo, compresa quella di Roma.

Seppur non rivendicato ufficialmente, l’attacco a Damasco è ampiamente ascrivibile agli israeliani, che da anni colpiscono – senza assumersene poi pubblicamente la responsabilità - obiettivi  filo-iraniani in territorio siriano. Una “campagna tra le guerre” in Siria, come l’hanno definita gli esperti di sicurezza, che ha cominciato a mettere nel mirino i principali leader militari della rete iraniana... (Fonte: https://quifinanza.it/politica/geopolitica/video/israele-attacco-iran-damasco/807280/)

Cosa si prospetta ora  in Medioriente?  Qui
 un'analisi scabra a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq, Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a controllare la Striscia, annientare Hamas e a ottenere il rilascio dei coloni israeliani catturati. Sconfitta secca. Catastrofe morale irreversibile. (Continua: https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2024/04/israele-non-vince-hamas-non-perde-la.html)

Intanto la Palestina gioca la carta del "riconoscimento" ed  insiste con  la richiesta di Adesione ufficiale all'ONU. La Palestina è  considerata uno Stato Osservatore Non Membro delle Nazioni Unite.  Perché non è stata ancora accettata dall'ONU?  In breve: nel Consiglio di Sicurezza c’è chi è contrario e c’è chi ne dubita. Questa è una storia lunga, come una storia biblica.  Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU sta riconsiderando la richiesta di adesione della Palestina. L'8 aprile 2024 si è svolta la prima riunione del Comitato consiliare per l'ammissione dei nuovi membri.

Notizie da varie fonti rielaborate da P.D'A.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.