Dal 2 al 5 ottobre 2023 si è tenuto a Soči (territorio di Krasnodar, Russia meridionale) il 20° incontro annuale del Club Valdai dal titolo ‘Equa multipolarità:
come garantire sicurezza e sviluppo per tutti’. Per l’occasione, il presidente Vladimir Putin ha tenuto durante la sessione plenaria un lungo discorso incentrato sulle esigenze di sicurezza della Federazione Russa. Particolarmente interessante è stato il passaggio sulle origini della guerra d’Ucraina: “La crisi ucraina non è un conflitto territoriale. La Russia è il paese più grande del mondo, con il territorio più vasto. Non abbiamo alcun interesse nella conquista di ulteriori territori. Dobbiamo ancora sviluppare la Siberia e l’Estremo Oriente. Non vogliamo nemmeno stabilire un equilibrio geopolitico regionale. La questione è molto più ampia: parliamo dei princìpi su cui si fonderà il nuovo ordine mondiale”. Vale a dire: le istituzioni politico-militari occidentali non devono appropinquarsi allo storico spazio del Russkij Mir (Mondo Russo), idealmente segnato dall’istmo d’Europa e dai suoi paletti di confine: Kaliningrad e Transnistria.
Il superamento a est di tale asse geopolitico corrisponde ipso facto alla diminuzione del senso di sicurezza della più grande potenza nucleare del mondo. Di qui la contestuale esercitazione civile-militare nucleare organizzata questa settimana dalle Forze armate di Mosca e sfociata nel test riuscito di un nuovo missile da crociera, il Novator 9M730 “Burevestnik” (procellaria, uccello della tempesta) a propulsione nucleare e quindi dalla gittata virtualmente illimitata. Stando al portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, Putin ha voluto annunciare il collaudo dell’innovativo sistema d’arma per l’interesse riscontrato tra i partecipanti del Valdai Club. D’altronde, a quale nazione non piacerebbe disporre di un potente strumento bellico (e negoziale) privo di vincoli geografici?
È allettando gli ospiti internazionali che Putin punta a coagulare una serie di nazioni africane e asiatiche contro l’Occidente collettivo: “Stropicciatevi gli occhi: l’era del colonialismo è finita e non tornerà mai più”. Applausi, più o meno sinceri, ma anche tanto timore per un futuro incerto per la Russia e le nazioni a lei apertamente amiche. Dal canto loro, gli Stati Uniti osservano e non sorridono.
Commento di Nicolai Lilin sul discorso storico di Putin: https://www.youtube.com/watch?v=m_C3Zl0vqZs&t=224s
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