La mattina del 16 ottobre 2023 diversi media riportavano che Stati Uniti, Israele ed Egitto hanno concordato un cessate il fuoco di cinque ore nel sud della Striscia di Gaza per risolvere le questioni umanitarie ma l'ufficio di Netanyahu ha poi affermato che al momento non c'è tregua.
Il passaggio doveva essere aperto per l'evacuazione da Gaza verso l'Egitto dei cittadini stranieri, ma pare che solo un certo numero di quelli muniti di passaporto statunitense abbiano ottenuto il permesso di uscire. Intanto l'esercito israeliano continua a colpire le infrastrutture civili nella Striscia. La popolazione è allo stremo. Hamas ha proposto il rilascio degli ostaggi israeliani se si fermano i raid aerei e Israele consente l'entrata a Gaza degli aiuti umanitari fermi in Egitto al valico di Rafah. Si attendono garanzie di sicurezza da parte israeliana che ancora non sono giunte.
Il settore è sotto blocco militare israeliano ormai da una settimana e di fatto è impossibile uscirne. A nord e a est i confini sono bloccati dall’IDF, anche il mare, a sud l’unico checkpoint non è operativo malgrado le promesse.Nel frattempo gli Stati Uniti stanno aumentando la loro presenza militare in Medio Oriente per dissuadere Hezbollah, l'Iran e la Siria dall'entrare nel conflitto. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti. Un secondo gruppo di portaerei della Marina statunitense è stato inviato nel Mediterraneo orientale "per scoraggiare azioni ostili contro Israele". La USS Gerald Ford sarà raggiunta nei prossimi giorni dalla USS Dwight Eisenhower. Allo stesso tempo, l'aeronautica militare USA sta trasferendo nel Golfo Persico squadroni di caccia F-16 e altri veicoli con base a terra che, insieme ai gruppi di portaerei, formeranno una "armata" con oltre 100 velivoli pronti ad intervenire contro chi osasse contrastare le forze israeliane.
Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani ha emesso una nota di protesta: "L’invio di una forza nordamericana, pesantemente armata, nelle acque della regione non ha altro significato che il sostegno unilaterale all'oppressore. Le azioni di Israele nella Striscia di Gaza costituiscono un crimine di guerra, il regime sta tagliando l’acqua e impedisce l'arrivo di beni di prima necessità e di medicinali e attrezzature mediche nella Striscia di Gaza".
L'unica ricerca di mediazione viene dal Cremlino, supportato dalla Cina, che torna a chiedere il cessate il fuoco immediato e l'attuazione delle delibere dell'ONU per una patria libera per la Palestina.
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