Guerra di Gaza, di chi la colpa? Degli Israeliani o dei Palestinesi?
La colpa originaria, intendo, perché la colpa immediata è l'attacco "improvviso" di Hamas. Hamas, peró – non si dimentichi – è un partito palestinese, non la Palestina. La Palestina, i Palestinesi in senso lato non hanno colpe in questa infame guerra di Gaza.
Colpe maggiori le hanno di sicuro gli Israeliani. Non tutti, certamente, non coloro che si sono opposti alla folle politica «di annessione e di esproprio» (uso le parole dell’autorevole quotidiano israeliano “Haaretz”) voluta dal governo di Benjamin Netanyahu; politica che è stata la miccia che ha dato fuoco alle polveri.
Certo, peró, se per un attimo tralasciamo la funebre contabilitá degli ultimi tristi episodi e risaliamo un po’ indietro nel tempo, allora non si può non riconoscere che i Palestinesi abbiano ben poche colpe. I Palestinesi abitavano quella terra fin dall'antichità. Piú tardi, molto piú tardi (novembre 1917) l’allora Ministro degli Esteri inglese, conte Arthur James Balfour, indirizzó un messaggio ufficiale al barone Walter Rothschild (capo della comunitá ebraica britannica nonché proprietario della Banca d’Inghilterra) promettendo – a nome del governo di Sua Maestá – la creazione di una «dimora nazionale per il popolo ebraico» in Palestina.
Impegno che sarebbe stato lodevole, se la Palestina non fosse, ormai da un paio di millenni, la “dimora” di una diversa popolazione: i Palestinesi, per l’appunto.
Peraltro - non va dimenticato neanche questo - pochi mesi prima di aver promesso la Palestina agli ebrei, gli inglesi l'avevano promessa agli arabi (accordo MacMahon-Hüsseyn del luglio 1916). Vecchio vizietto albionico, quello di promettere la stessa cosa a soggetti diversi.
In ogni caso – venendo a tempi meno lontani – nel 1947 la neonata Organizzazione delle Nazioni Unite decretava che la Palestina dovesse essere spartita fra Arabi ed Ebrei, e nel 1948 veniva cosí costituito un modesto Stato d’Israele. Da allora quello Stato è andato gradualmente estendendosi e, parallelamente, il quasi-Stato palestinese è andato riducendosi fino alle dimensioni attuali: due tronconi separati (la Cisgiordania e la minuscola “striscia” di Gaza) per un totale di circa 6.000 chilometri quadrati e di 5 milioni di abitanti.
Nel frattempo alcuni governi israeliani -compreso il governo Netanyahu– hanno favorito ampi insediamenti ebraici in territorio palestinese: vere e proprie “colonie armate di popolamento”, peraltro condannate dall’ONU come palese violazione di ogni piú elementare norma di diritto internazionale. Da qui l’accusa «di annessione e di esproprio».
Una riflessione, in chiusura. Benjamin “Bibi” Netanyahu era, fino a qualche giorno fa, politicamente con un piede nella fossa. Formalmente incriminato per corruzione, frode e abuso d’ufficio, era letteralmente assediato da oceaniche manifestazioni popolari che ne chiedevano le dimissioni, e correva il rischio di essere cacciato ignominiosamente dal potere. Adesso, invece, cinge l’aureola di difensore della sicurezza di Israele e tenta di tornare sulla cresta dell’onda. Magari con un mezzo genocidio al suo attivo.
In tale contesto sarei tentato di inserire le voci secondo cui i servizi segreti egiziani lo avrebbero avvisato, con tre giorni d’anticipo, dell’aggressione che Hamas stava preparando. Ma Bibi – secondo tali voci – avrebbe ignorato l’avviso.
Ora, qualcuno potrebbe interrogarsi sui motivi che avrebbero indotto ad ignorare la “soffiata” dei servizi egiziani. E non vado oltre, perché le “perle” della fantapolitica sono come le ciliegie: una tira l’altra. Si potrebbe partire dall'Ucraina e dal Donbass ed arrivare poi fino a Gaza.
Stralcio di un articolo di Michele Rallo
In Palestina prima dell'invasione sionista del 1947 esisteva una forma di equilibrio, convivevano arabi, ebrei, cristiani di varie fedi e persino atei. I sionisti però non sono veri ebrei, sono "latrones" di origine cazara turcomanna, "convertiti" da mille anni all'ebraismo andando contro la legge rabbinica sul diritto di nascita, e da allora confermano quel che hanno impropriamente acquisito: la loro differenza elettiva e l'appartenenza etnico-religiosa al popolo giudaico (in realtà ebrei si nasce solo da madre ebrea e non per conversione).
Mio commentino: “In questa guerra ci sono tante news e fake news... Tipo quella che riferiva della soffiata, passata a Bibi, sull'imminente attacco di Hamas e da lui ignorata. Ormai è ben difficile percepire la verità, la "verità" alla fine l'affermeranno i "vincitori", chiunque questi siano...”
RispondiEliminaIl parere di Manlio Dinucci: "Nell’attacco terroristico di Hamas c’è stata la regia del Mossad, così come avvenne con la CIA per le Torri Gemelle. Il fine strategico è lo stesso: innesco della ‘guerra globale al terrorismo’, ossia ieri invasione di Afghanistan e Iraq, oggi sterminio della Palestina”. La tesi è ardita ma è avanzata da un esperto di affari militari..."
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