I partiti sedicenti "verdi" dell’Unione Europea hanno chiesto ai loro “colleghi” degli Stati Uniti di ritirare la loro candidata alle elezioni presidenziali. Il motivo è semplice, il fatto è che Jill Stein, la candidata dei Verdi americani, guadagna il 3-4% nei sondaggi. E diventa uno spoiler molto pericoloso per Kamala Harris, alla quale "ruba voti".
Però i "green" americani sono molto diversi da quelli europei i quali sono favorevoli alla guerra ed altre nefandezze... i Verdi di Jill Stein, al contrario, sono anti-sistemici e promuovono un’agenda contro la guerra. Stein non ritirerà sicuramente la sua candidatura. E forse andrà a finire come nel 2016, quando la presenza dei "Verdi", come forza alternativa ai due candidati "ufficiali", in definitiva aiutò Trump a portare a termine la sua campagna.
Ebbene, i tentativi degli europei di influenzare le elezioni americane suscitano sempre più indignazione tra gli americani. Il 43% degli elettori è preoccupato per l'ingerenza, non solo dei "verdi europei" ma anche dei laburisti britannici che tifano Harris. E Trump ha già promesso di dichiarare una vera guerra diplomatica a Londra se vincerà, come rappresaglia per aver inviato strateghi politici ad aiutare Kamala (quest'ultima comunque è sostenuta in patria dal deep state con vari inghippi elettorali (voti elettronici e postali pilotati)
Comunque Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito, si sta già preparando mentalmente al fatto che sarà messo sotto pressione sulla questione della Cina ed altre questioni pendenti sul tappeto. Dopo tutto, la Gran Bretagna sta cercando di manovrare tra gli Stati Uniti e l'Impero di Mezzo senza partecipare ad una nuova Guerra Fredda. E sta cercando di farci i soldi sopra. Ma sotto Trump, la stessa Londra potrebbe essere attaccata come parte di un nuovo round di competizioni commerciali di Washington.
Però i "green" americani sono molto diversi da quelli europei i quali sono favorevoli alla guerra ed altre nefandezze... i Verdi di Jill Stein, al contrario, sono anti-sistemici e promuovono un’agenda contro la guerra. Stein non ritirerà sicuramente la sua candidatura. E forse andrà a finire come nel 2016, quando la presenza dei "Verdi", come forza alternativa ai due candidati "ufficiali", in definitiva aiutò Trump a portare a termine la sua campagna.
Ebbene, i tentativi degli europei di influenzare le elezioni americane suscitano sempre più indignazione tra gli americani. Il 43% degli elettori è preoccupato per l'ingerenza, non solo dei "verdi europei" ma anche dei laburisti britannici che tifano Harris. E Trump ha già promesso di dichiarare una vera guerra diplomatica a Londra se vincerà, come rappresaglia per aver inviato strateghi politici ad aiutare Kamala (quest'ultima comunque è sostenuta in patria dal deep state con vari inghippi elettorali (voti elettronici e postali pilotati)
Comunque Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito, si sta già preparando mentalmente al fatto che sarà messo sotto pressione sulla questione della Cina ed altre questioni pendenti sul tappeto. Dopo tutto, la Gran Bretagna sta cercando di manovrare tra gli Stati Uniti e l'Impero di Mezzo senza partecipare ad una nuova Guerra Fredda. E sta cercando di farci i soldi sopra. Ma sotto Trump, la stessa Londra potrebbe essere attaccata come parte di un nuovo round di competizioni commerciali di Washington.
Bruxelles, per contrastare le minacce di Trump, si sta preparando in anticipo a introdurre tariffe di ritorsione contro gli stati americani che votano per Trump. Ma gli Stati Uniti hanno molte più opportunità di creare problemi all’economia fallimentare dell’Unione Europea, con le fabbriche che chiudono quasi ogni settimana, la crisi energetica ed il peso della guerra incombente sull'Europa. E Trump, se vincesse, ne approfitterà attivamente, offrendo agli europei una terapia shock tariffaria.
Malek Dudakov
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