La costante violazione della Costituzione, anche per i tempi lunghi, troverà finalmente qualche soluzione ora che è stata eletta ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale?
Un esempio: da “Ragionevole e giusto, che dire di un processo civile in corso da 26 anni?” https://www.econopoly.
“Conclusioni e responsabilità di un’inerte classe politica italiana che non osserva di fatto l’art. 111 della Costituzione
Chiudo ricordandovi che siamo nel 2020 e che gli anni trascorsi da quando sono accaduti i fatti processuali sono 26 (ventisei), 24 (ventiquattro) se consideriamo l’inizio del processo come data di partenza. Un processo che dura da tanto e che non si è ancora chiuso è giusto? È di ragionevole durata? Secondo me, NO: la fatica e l’incertezza che ha sopportato e che sta continuando a sopportare chi scrive anche a causa della lentezza della giustizia civile italiana sono davvero enormi e comportano costi economici (e psicologici, che prescindono dall’anima razionale dell’economista) altrettanto enormi.
Mi dicono che una volta chiuso il processo sarà possibile chiedere i danni allo Stato se si riuscirà a dimostrare quanto sopra. Magari come strumento di prova per il danno subito si potrebbe usare un modellino del ciclo vitale di Modigliani. Chissà mai se giustizia sarà fatta, chissà mai in quali tempi e chissà se, in caso positivo, il risarcimento varrà a compensare fatica e incertezza sopportati. Sento amaramente di poter già rispondere di NO anche perché nessuno potrà mai restituirmi, oltre che i miei genitori vivi, 26 anni della mia vita che avrebbero potuto essere più sereni di quanto non siano stati.
Soprattutto, però, tornando al ben più importante dibattito pubblico, chissà se i nostri politici ritengono che un processo civile (come ce ne sono tanti in Italia) pendente sinora da 26 anni dopo gli avvenimenti abbia avuto o meno una “durata ragionevole”. Soprattutto, chissà se, come prescrive la Costituzione, i nostri politici assicureranno con lo strumento della legge almeno per il futuro che i processi civili (senza parlare di quelli penali) celebrati in Italia seguano il principio del “giusto processo”, comprendendo in quest’ultimo concetto sia la ragionevole durata del processo sia gli altri tre principi citati dall’articolo 111 della Costituzione italiana (contraddittorio tra le parti, condizione paritaria delle stesse e imparzialità del giudice). Ai posteri l’ardua sentenza”.
Mauro Scardovelli – la morte del diritto - Palamara, Ingroia ecc. https://www.youtube.com/watch?
Ragionevole e giusto, che dire di un processo civile, basato su un decreto ingiuntivo non opposto e pertanto esecutivo, in corso da 36 anni ?
https://aivm.it/tempi-della-
Paola Botta Beltramo
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