Vista di Calcata raggomitolata
Cento anni fa, nei lunghi inverni di Calcata, dopo i lavori nei campi, gli
uomini si incontravano per suonare insieme.
Saverio Pasquale Barbieri, detto Menelik perché fu soldato nella guerra d’Abissinia, aveva imparato le prime note in Africa, nella banda militare. Tornato in paese fece scoprire agli amici il ritmo della musica.
Nel 1912 fondò la banda musicale di Calcata e ne fu il primo maestro. Insegnò a molti a suonare qualche strumento.
All’inizio era un passatempo, un divertimento, un’occasione per stare insieme. Pian piano gli allievi presero confidenza con ottoni e grancasse e dalle marcette delle prime esecuzioni ampliarono il loro repertorio verso brani d’opera ben più impegnativi.
Qualche rara e sbiadita fotografia ci mostra i visi di questi pionieri, in posa, immobili, davanti alle macchine fotografiche dell’epoca, con il vestito buono della festa: berretto, giacche scure e camicie bianche. Sullo sfondo gli scorci del borgo di Calcata, con le case uguali a sempre e la valle senza alberi, perché c’erano tutti orti.
La banda divenne sempre più conosciuta, dopo pochi anni caratterizzò la vita del paese. Non c’era ricorrenza che non vedesse i musicisti in prima fila, ad aprire feste o processioni.
Calcata viveva una vita abbastanza isolata. Per tutto il primo Novecento era collegata con una “brecciata” a Faleria e con un semplice tratturo a Mazzano.
Un isolamento che avrà come effetto positivo una certa protezione, per esempio, durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
Dal dopoguerra in poi la banda offriva l’occasione per girare un po’ fuori Calcata.
Gli inviti si susseguivano e oltre la musica, si moltiplicavano le occasioni per nuove conoscenze e per stringere amicizie. Nel corso degli anni i maestri della banda si avvicendano.
Dopo Menelik, negli anni Trenta prese la bacchetta Emilio Massimi, detto Peciò.
Il soprannome deriva dagli sberleffi degli amici che lo consideravano piuttosto approssimativo nel suo lavoro di ciabattino. Peciò suonava il clarino ed era un musicista molto apprezzato. Di lui si racconta che insegnasse al suo merlo a fischiettare le marcette, quasi come un secondo maestro d’orchestra.
Saverio Pasquale Barbieri, detto Menelik perché fu soldato nella guerra d’Abissinia, aveva imparato le prime note in Africa, nella banda militare. Tornato in paese fece scoprire agli amici il ritmo della musica.
Nel 1912 fondò la banda musicale di Calcata e ne fu il primo maestro. Insegnò a molti a suonare qualche strumento.
All’inizio era un passatempo, un divertimento, un’occasione per stare insieme. Pian piano gli allievi presero confidenza con ottoni e grancasse e dalle marcette delle prime esecuzioni ampliarono il loro repertorio verso brani d’opera ben più impegnativi.
Qualche rara e sbiadita fotografia ci mostra i visi di questi pionieri, in posa, immobili, davanti alle macchine fotografiche dell’epoca, con il vestito buono della festa: berretto, giacche scure e camicie bianche. Sullo sfondo gli scorci del borgo di Calcata, con le case uguali a sempre e la valle senza alberi, perché c’erano tutti orti.
La banda divenne sempre più conosciuta, dopo pochi anni caratterizzò la vita del paese. Non c’era ricorrenza che non vedesse i musicisti in prima fila, ad aprire feste o processioni.
Calcata viveva una vita abbastanza isolata. Per tutto il primo Novecento era collegata con una “brecciata” a Faleria e con un semplice tratturo a Mazzano.
Un isolamento che avrà come effetto positivo una certa protezione, per esempio, durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
Dal dopoguerra in poi la banda offriva l’occasione per girare un po’ fuori Calcata.
Gli inviti si susseguivano e oltre la musica, si moltiplicavano le occasioni per nuove conoscenze e per stringere amicizie. Nel corso degli anni i maestri della banda si avvicendano.
Dopo Menelik, negli anni Trenta prese la bacchetta Emilio Massimi, detto Peciò.
Il soprannome deriva dagli sberleffi degli amici che lo consideravano piuttosto approssimativo nel suo lavoro di ciabattino. Peciò suonava il clarino ed era un musicista molto apprezzato. Di lui si racconta che insegnasse al suo merlo a fischiettare le marcette, quasi come un secondo maestro d’orchestra.
I maestri sono molto longevi e dopo altri vent’anni, negli anni Cinquanta, succede Pio Guidoni. Una persona molto in vista nel paese, di cui fu anche sindaco.
A Guidoni succede Marcello Onori che guida la banda negli anni ’70.
Il gruppo musicale arriva a cento elementi, uno dei più grandi dei Comuni vicini. In questi anni compaiono le majorette, il gruppo quando si muove mobilita praticamente tutto il paese.
Quasi tutte le famiglie, infatti, hanno almeno un elemento che suona o partecipa in qualche forma all’attività della banda. Le prove sono una festa e le esibizioni in piazza assumono la forma solenne di un evento da ricordare.
Dopo il maestro Onori assume la direzione della banda il maestro Algeri Di Cosimo. Come il primo maestro anche lui è un militare, che tra l’altro suonava nella banda della Guardia di Finanza.
Siamo negli anni ’90.
Da qui a pochi anni la parabola ascendente della banda perde il suo splendore, fino a quando il gruppo si scioglie.
Per poco più di un decennio Calcata rimane senza musica, fino al luglio del 2003, quando si costituisce l’associazione musicale calcatase, di cui è presidente Avelio Sestili, uno dei principali animatori.
“Il gruppo rivive – dice con entusiasmo Sestili – arriva nuova linfa dalla passione dei figli, dei nipoti e addirittura pronipoti di quei musicisti indimenticati. I tempi sono molto cambiati dagli albori musicali di Menelik, ma la molla che fa scattare gli animi è sempre la stessa: il piacere di stare insieme e il divertimento di suonare.”
La banda rinasce sotto la guida del maestro Mario Barbieri, con una formazione che si aggiunge al gruppo musicale vero e proprio: dentro infatti è accolta “La riciclata”, un gruppo che fa musica con strumenti riciclati, appunto, fatti dei materiali più disparati e si esibisce solo in alcune occasioni di particolare folclore. Sono dodici elementi in più che si sommano all’orchestra
. Tutti in divisa rosso–verde, allegra e molto appariscente.
Dal 2012 tornano anche le majorette (un gruppo di ragazze di Morlupo che collabora con la banda).
Subito dopo Barbieri la banda è diretta da Carlo Parretti, che è l’attuale maestro. La banda è formata da 32 elementi, più i 12 figuranti della riciclata, più 16 majorette.
Una sessantina di persone. Sono quasi tutti giovani, che studiano o lavorano. Qualcuno viene anche dal vicino Comune di Mazzano. Un paio di volte a settimana si incontrano a Calcata per le prove.
Oggi la banda si è consolidata, è conosciuta e apprezzata in tutta la Provincia.
Il suo repertorio è abbastanza completo e ha inciso anche un Cd in occasione del concerto di natale dell’anno scorso a Mazzano.
“Per dare una prospettiva di lunga durata alle attività musicali dell’associazione – evidenzia il vice presidente del Parco del Treja Giovanni Di Giovanni, anche lui musicista – la banda svolge un’intensa attività didattica, accogliendo chiunque abbia voglia di imparare la musica nei corsi che si svolgono a Calcata.
Un modo per ricordare le origini della banda, attraverso la perpetuazione dell’amore per la musica dei giovani musicisti in erba, tra cui si nasconde sicuramente qualche futuro nuovo maestro.”
Roberto Sinibaldi
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